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2012/11/15

Il Legionario

Ve la ricordate quella canzone di Renato Rascel che faceva “Mamma voglio fare il corazziere…”. Per chi non se la ricorda e per tutti quelli che non sanno chi fosse Renato Rascel posso dire che l’attore italiano, nonchè cantante, assomigliava nell’altezza al ministro Brunetta, mentre la canzone fu per molti mesi un’irrefrenabile ritornello in bocca a tutti, se poi ascoltate il mitico Rascel che la canta sono sicuro non smettereste di ridere.
Perchè dovrebbe essere chiaro, i corazzieri sono le guardie della presidenza della Repubblica, quegli spilungoni che spesso vediamo nelle rappresentazioni a volte grottesche, del potere del nostro beneamato presidente della Res Pubblica che ha tutto fuorchè essere pubblica visto che è un possedimento privato della casta. Che poi sia lui o qualcun altro del passato e del futuro si parla sempre di figure che vengono e vanno, quando arrivano al Quirinale poi spariscono nel nulla e nell’oblio, mentre loro, i corazzieri, restano. A piedi o a cavallo, degna rappresentazione di un’Italia composta di piccoli politici, di piccoli cantanti, di piccoli imprenditori, piccoli tutti di altezza e in qualche caso di spessore.
Perchè ho iniziato parlando del piccolo grande uomo Rascel e della sua canzone a proposito dei Corazzieri? Perchè oggi voglio parlarvi della Legione Straniera ma anche di imbecilli. Come possono andare d’accordo la Legion e gli imbecilli? Il mondo è pieno di imbecilli lo sappiamo come sappiamo che la madre degli imbecilli è sempre incinta che grossomodo significa che non mancano e mancheranno mai, ma che c’imbroccano con la Legione?

Bella domanda che merita una adeguata risposta: nulla.
E allora perchè li ho accomunati nello stesso pensiero?

Andiamo per gradi. La storia italiana insegna, potremmo parlare allo stesso modo della storia americana, francese, tedesca, russa o cinese, in quello non siamo soli, dicevo insegna che da sempre nel nostro paese ci sono stati eroi, prima di essere ricordati come eroi gli individui erano soldati e prima ancora ragazzi come i nostri figli. Ragazzi con tanti ideali, con buone idee e soluzioni per cambiare il mondo, giovani che l’avrebbero sicuramente cambiato se solo ne avessero avuto l’occasione. L’occasione per i nostri nonni e padri, parlo dei miei, per la maggioranza di chi mi legge potrei dire nonni e bisnonni, venne con le ultime due grandi guerre. Furono molti i volontari che partirono e, purtroppo, anche molti quelli che non tornarono, sopraffatti da un nemico più forte e preparato o dal freddo e privazioni, dalle malattie, dai tradimenti dagli atti di coraggio propri o di altri, dalla guerra.

Dalla fine della nostra guerra, l’ultima che ha coinvolto in prima fila il nostro paese, molti giovani in cerca di riscatto, o semplicemente inseguendo un ideale, sono partiti per arruolarsi come volontari in eserciti che combattevano piccole guerre ovunque nel mondo. Parlo di guerre a noi lontane, in Algeria, in Vietnam, in Indocina, in sud America e in Africa. Soldati diventati mercenari per scelta o ideali che hanno riempito in qualche modo pagine su pagine di storia e qualche volta di eroismo. I nostri migliori giovani partiti alla guerra e mai ritornati. In quel contesto si posiziona la Legione Straniera che ha origini lontane, ultracentenarie.

 La Legione Straniera è sempre stata un corpo militare a se stante all’interno dell’esercito Francese, sebbene soldati provenienti da diverse nazioni abbiano fatto parte dell’esercito transalpino,  solo la Legione Straniera è sempre stata un corpo formato esclusivamente da soldati non Francesi. Le sue origini risalgono al 9 marzo 1831, quando il Re Luigi Filippo d’Orleans, ultimo sovrano Francese, riunì in un unico corpo, tutti i militari “stranieri” facenti parte del suo esercito. Per facilitare l’ingaggio in questo corpo, bastava recarsi al reclutamento fornendo nome e cognome, questo per molti rappresentava una nuova opportunità di rifarsi una vita.

Le origini a volte fosche dei Legionari, contribuirono a creare un “fascino misterioso”. Questo reparto operò per la prima volta in Algeria il 27 aprile 1832, perchè un regolamento dell’epoca, prevedeva che questo reparto composto di soldati stranieri, poteva operare solo all’estero.  Questo primo gruppo ebbe, però vita breve, dopo essere stato ceduto alla Spagna, quasi tutti i suoi effettivi perirono nella guerra contro le truppe Carliste. Nel dicembre 1835, in Francia,  fu ricostituito un nuovo corpo della Legione Straniera, precluso  ai cittadini Francesi, il corpo era formato da uomini provenienti da diversi paesi, per questo si rese indispensabile “adottare” la lingua francese. Questo corpo nuovamente ricostituito,  fornì prova del proprio valore nel 1843, sempre in Algeria,  contro i ribelli guidati dall’emiro Abd-el-Kader. 

Il menzionato paese Africano si lego indissolubilmente nel bene e nel male alla Legione Straniera fino al 1962. Presso la località di Sidi-bel-Abbès, a sud di Orano, vi era la sede centrale e, come ho potuto constatare nel periodo in cui ho lavorato in Algeria, sparse nel deserto del Sahara, molte altre sedi o avamposti.
La Legione Straniera fu impiegata anche in Crimea tra il 1854 e il 1856, distinguendosi nella battaglia di Alma, per poi partecipare alla presa di Sebastopoli.   
Pochi però sono a conoscenza che i Legionari combatterono pure in Italia: il 4 giugno del 1859 si scontrarono con gli Austriaci, attaccarono con la baionetta e li misero in fuga. Il giorno successivo i soldati della Legione Straniera entrarono a Milano.

A quel tempo erano di base in Algeria, colonia in mano ai Francesi, presso Sidi-bel-Abbès ove ritornavano dopo ogni spedizione. In anni successivi gli orizzonti operativi del corpo militare si allargarono, nel 1863 un corpo di spedizione sbarcò presso Veracruz, in Messico. Qui fu scritta una delle pagine più epiche della Legione Straniera, un piccolo plotone di sessantacinque uomini comandati dal capitano Danjou resistettero per ben dieci ore in un piccolo fortino a Camerone, contro oltre 800 ribelli. Gli ultimi sei legionari rimasti in vita, si lanciarono contro il nemico. Solo sedici legionari feriti sopravissero alla prigionia.

Da quel momento il 30 aprile di ogni anno, è la festa del corpo per ricordare l’impresa Messicana. Inoltre dovete sapere che la mano di legno del capitano Danjou è conservata come una preziosa reliquia presso il museo della Legione Straniera. 

Fu solo nel 1870 che la Legione, nonostante il divieto imposto  dal regolamento del corpo, fu impiegata sul suolo Francese. Dopo la sconfitta di Sedan per opera dei Prussiani, l’imperatore Napoleone III, decise di impiegarli nel corso di una battaglia sulla Loira per contrastare l’avanzata del nemico, sebbene il corpo si battè con grande valore, non bastò a evitare la sconfitta.

Reclute dei Legionari in punizione, notare le macchie sugli slip,
sono in quella posizione da ore, qualcuno non ha retto!
Da quel momento la storia del corpo militare divenne parte integrante della storia francese, tanto da essere decorata con la Lègion d’Honneur. La Francia, normalizzata la situazione, riprese le sue conquiste coloniali, mandando a combattere la Legione Straniera in Sudan, Madagascar e Marocco. Proprio in questa nazione nacque il mito del Legionario, ripreso diverse volte in pellicole cinematografiche. Nel corso della Prima Guerra Mondiale, si ripeterono le condizioni per un nuovo impiego del Legionari sul suolo francese, il corpo fu diviso in due parti, una operava nelle colonie d’Africa, l’altra in Europa. Una consuetudine già adottata all’epoca, e tuttora vigente,  era l’esenzione per i legionari stranieri di combattere contro i propri compatrioti. Nel corso della Grande Guerra, i legionari di nazionalità Tedesca furono impiegati nel nord dell’Africa, proprio per evitare di combattere contro il proprio paese natale. Al termine della Prima Guerra Mondiale, i legionari furono impiegati nell’irrequieto nord Africa, e fu qui che allo scoppio del secondo conflitto mondiale gran parte dei Legionari si trovavano, schierandosi in seguito con De Gaulle e l’esercito Alleato.

I Legionari operarono in Libia e Tunisia, combattendo contro L’Africa Korps e gli Italiani della Folgore. In Francia contribuirono alla liberazione del paese.  Alla fine del conflitto, la Legione Straniera crebbe nuovamente  di numero, in particolar modo con soldati tedeschi, ma questo fu anche il periodo più critico del corpo, chiamato  a combattere in Indocina, nella sanguinosa battaglia di Dien Bien Phu. In seguito i “venti” d’indipendenza, interessarono le colonie Africane, l’Algeria divenne indipendente nel 1962, e conseguentemente la Legione Straniera abbandonò dopo ben 119 anni di presenza, la base di Sidi-bel-Abbès. Con la perdita della “sede storica”, si rese necessaria una riorganizzazione della Legione, la sede principale fu stabilita a Aubagne, più altre tre basi sempre in Francia, Corsica compresa.

Arrivando ai giorni nostri, i Legionari furono impiegati in Ciad, Zaire, Libano, Somalia, nell’ex Yugoslavia e Afganistan. In tutta questa storia di gloria reale o mistificata non potevano mancare gli italiani. Il nostro popolo ha sulle spalle una lunga storia di guerre. I romani conquistarono il mondo, le fila dell'esercito romano era costituito in massima parte da mercenari e non tutti furono romani, in seguito ci siamo trovati a dover combattere contro gli usurpatori del suolo natio, contro la Chiesa, contro gli Asburgo e i Francesi e poi Napoleone e ogni nuovo conquistatore era una guerra, una scaramuccia e gli italiani sempre li a subire. Diviene persino logico essere coinvolti dal fascino della Legione Straniera, in seguito amplificato dal cinema, e la vicinanza del nostro paese con la Francia lo ha reso possibile, alla portata di molti, ha determinato la presenza di un grande numero di Italiani in questo corpo militare.  Solo la Germania ha avuto una presenza maggiore (come unità)  di quell’Italiana, e questo da sempre. Tra i nomi noti che hanno militato nella Legione Straniera, ci sono stati: Ricciotti Peppino nipote di Garibaldi, Giuseppe Bottai, ministro dell’istruzione durante  il fascismo, e lo scrittore Curzio Malaparte.
Oggi arruolarsi oggi nella Legione Straniera è facile anche se con regole severe, lasciano poco spazio a chi va tanto per provare. Sono ancora molte  le persone che chiedono di far parte della Legione Straniera. 

Oggi come ieri il fascino della guerra, della dura vita militare, delle parate, dell’odore di morte e del sangue attira i giovani che vogliono riscattarsi magari da una vita non all’altezza delle proprie aspettative. Purtroppo la formula di arruolamento lascia la porta aperta anche a chi fugge dalla legge del proprio paese, agli assassini, ai criminali di tutte le razze e estrazioni sociali anche se le regole sono cambiate c'è ancora spazio per questo. Del resto molti degli ex-legionari italiani sono stati in seguito condannati per aver compiuto efferati atti terroristici in patria, per aver causato la morte di altri individui, per aver continuato a vivere o cercare di vivere annusando il sapore amaro e metallico del sangue. Un sapore che non si dimentica mai e che molti, liberati con o senza onore dopo almeno cinque anni di arruolamento vanno a cercare ancora dove ci sono guerra. 

Sono ex-legionari molti dei contractors delle agenzie che operano in luoghi difficili, era un ex legionario un collega di Fabrizio Quattrocchi, una guardia di sicurezza privata, che fu poi assassinata da insorti islamisti della "Falange di Maometto" in Iraq nel 2004.
Anche se, ripetto al passato non sono più ammesse persone che si sono macchiate di reati gravi non tutti i legionari sono casti e puri come giovincelli alla prima uscita, l’ambiente è forgiato da una vita militare dura, a volte invadente, ti toglie il respiro. Ti annulla la volontà, diventi una macchina da guerra assetata di sangue, di potere. Chi ritorna è distrutto dentro, sordo a ogni stimolo esterno, il pensiero fisso di morte pervade gli individui. Molti cercano la guerra come unica ragione di vita e se non la trovano ne creano una personale. 

Le pagine dei nostri giornali sono piene di storie come questa. Come non ricordare Andrea Ghira, uno degli autori della strage del Circeo? Che dire di Giampiero Mariga ex militante di un’organizzazione paramilitare fascista chiamata Ordine Nuovo? E Guglielmo Sinigaglia coinvolto nelle indagini per la strage di Ustica nel 1980? 

Le stesse reclute dei  legionari puniti, evidenti le macchie sul fondo
 dei pantaloni e mutande, qualche problema di incontinenza? 
E gli imbecilli? Adesso parliamo degli imbecilli. Della Legione Straniera ho riempito qualche paginetta, con gli imbecilli me ne basta giusto mezza. Sono quelle persone che hanno i coglioni di pensare di andare a far la guerra con la Legione Straniera ma ignorano completamente quello che veramente succede, tant’è che gli italiani che disertano ogni anno sono oltre il 60% su poco meno di un centinaio che si arruolano. Sessanta imbecilli? Non necessariamente, sono quasi tutti giovani, per essere arruolato devi essere fra i 18 e i 40 anni, (17 anni per certe nazionalità), cercano gloria e fama, sfuggono da situazioni difficili, cercano il riscatto. Poi arrivano e si ritrovano tutti insieme a Aubagne, in corsi di formazione al limite della sopravvivenza, non parlano una parola di francese, i modi sono duri e i militari dell’addestramento anche. Sono molti quelli che si ritirano, alcuni disertano, altri vengono scartati. Gli imbecilli sono quelli che credevano fosse facile, che bastassero muscoli e una buona dose di menefreghismo per la propria vita e quella degli altri e invece si ritrovano a desiderare con forza il ritorno alla vita appena lasciata, vogliono scappare dall’inferno nel quale sono capitati e tornare a vivere.

Chi resta? Sono sempre quelli che non hanno più nulla da perdere, che a casa loro fanno la fame, che fuggono da guerriglia e terrorismo, da malattie e terrore, dal razzismo tribale e paura per il domani, chi fugge sono solo gli stessi imbecilli che su certi forum scrivono che avrebbero deciso di partire, che cercano compagni di viaggio per arrivare fino ad Aubagne, che ne hanno necessità per dividere le spese, per condividere questa esperienza, che  dichiarano non senza una vaga sensazione di angoscia che potrebbe anche essere l'ultima volta in cui vedranno l'Italia. Che provocano e sfidano chi non ha le loro stesse idee affermando che non bisogna non essere "normali" ma ci vogliono i "coglioni”.

Chi ha i coglioni parte da solo, non aspetta gli altri, chi ha i coglioni se ne frega di tutto quello che li circonda se hanno un ideale che li muove, che li guida e se veramente vogliono cambiare vita c’è di meglio che andare a servire un altro paese che ti paga due lire per mandarti a morire, le scelte migliori caro imbecille ci sono, esistono. 

Se proprio cerchi il rischio, l'adrenalina nelle vene, la paura di morire puoi andare in Palestina a combattere per la libertà di un popolo, in Georgia, in Afganistan. Nello stesso Iraq dove nonostante tutto si muore ancora, quelle sono scelte migliori se è la guerra che si cerca. Se invece si cerca la pace allora il mondo è pieno di gente che ha bisogno di un gesto, di un piccolo aiuto. Pensa a combattere la fame nel mondo, a Haiti, ai poveri in Bangladesh, alle popolazioni del Sahel, alle troppe genti africane che ancora combattono le guerre dei poveri per conquistarsi un pezzo di pane o l'acqua, contro le malattie e la fame, quella vera, quelle sono le guerre che puoi combattere e quando torni in patria esserne orgoglioso

Vuoi partire imbecille? Buon viaggio! Non tornare dopo 3 mesi però aspetta almeno cinque anni e, se puoi, non tornare affatto, non abbiamo bisogno di coglioni come te.

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