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2013/02/23

La violenza è una malattia prevenibile

La violenza è una malattia prevenibile

Nessuno Stato o individuo può essere sicuro in un mondo insicuro. I valori della nonviolenza negli intenti, nei pensieri e nella prassi da un’alternativa sono diventati una necessità. Questi valori si esprimono nella loro applicazione tra stati, gruppi e individui.

Siamo convinti che il rispetto dei valori della nonviolenza introdurrà un ordine mondiale più civile e pacifico, in cui sistemi di governance più equi, efficaci e rispettosi della dignità umana e della sacralità della vita possano diventare una realtà.
Le nostre culture, le nostre storie e le nostre vite individuali sono interconnesse e le nostre azioni sono interdipendenti. Oggi come mai in passato ci troviamo davanti una verità: il nostro è un destino comune, che verrà definito oggi dalle nostre intenzioni, decisioni ed azioni.

Siamo inoltre convinti che creare una cultura della pace e della nonviolenza, pur essendo un processo lungo e difficile, sia utile e necessario. Affermare i principi enunciati in questa Carta è un primo passo, di importanza vitale, per garantire la sopravvivenza e lo sviluppo dell’umanità e realizzare un mondo senza violenza.

Noi Premi Nobel per la Pace e Organizzazioni Nobel per la Pace,

Riaffermando il nostro impegno verso la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo;

Preoccupati dalla necessità di porre fine alla diffusione della violenza a tutti i livelli della società e soprattutto alle minacce a livello mondiale, che mettono a rischio l’esistenza stessa dell’umanità:

Riaffermando che la libertà di pensiero e di espressione è alla radice della democrazia e della creatività;

Riconoscendo che la violenza si manifesta in molte forme, quali conflitti armati, occupazione militare, povertà, sfruttamento economico, distruzione dell’ambiente, corruzione e pregiudizio basato sulla razza, la religione, il genere e l’orientamento sessuale;

Riconoscendo che il culto della violenza espresso nelle forme di intrattenimento commerciale può contribuire all’accettazione della stessa come una condizione normale ed ammissibile;

Convinti che quelli maggiormente colpiti dalla violenza sono i più poveri e vulnerabili;

Rammentando che la pace non è soltanto l’assenza di violenza, ma anche la presenza della giustizia e il benessere dei popoli;

Prendendo atto che un inadeguato riconoscimento da parte degli Stati delle diversità etniche, culturali e religiose è spesso alla radice della violenza esistente nel mondo;

Consapevoli del fatto che il mondo ha bisogno di efficaci meccanismi globali e di metodi nonviolenti per la prevenzione e la risoluzione dei conflitti e che questi hanno maggiore successo quanto prima sono adottati;

Affermando che coloro che sono investiti del potere hanno maggiore responsabilità per porre fine alla violenza dove essa si manifesta e per prevenirla dovunque sia possibile;

Convinti che i valori della nonviolenza debbano trionfare in tutti i livelli della società, così come nei rapporti tra Stati e tra popoli;

Invitiamo la comunità internazionale a portare avanti i seguenti principi:

Primo: in un mondo interdipendente, la prevenzione e la cessazione dei conflitti armati tra gli Stati e all’interno degli Stati può richiedere un’azione collettiva da parte della comunità internazionale. La sicurezza dei singoli stati si ottiene con una maggiore sicurezza globale ed umana. Per questo è necessario rafforzare la capacità di implementazione del sistema ONU e delle organizzazioni di cooperazione regionale.

Secondo: Per realizzare un mondo senza violenza, gli Stati devono rispettare lo stato di diritto ed onorare i loro impegni legali.

Terzo: E’ necessario muoversi senza indugi nella direzione dell’eliminazione universale e verificabile delle armi nucleari e delle altre armi di distruzione di massa. Gli Stati in possesso di tali armi devono intraprendere passi concreti verso il disarmo e un sistema di sicurezza che non sia basato sulla deterrenza nucleare. Allo stesso tempo gli Stati devono fare ogni sforzo per consolidare il regime di non proliferazione nucleare, prendendo misure come il rafforzamento delle verifiche multilaterali, la protezione del materiale nucleare e l’aumento del disarmo.

Quarto: Per contribuire all’eliminazione della violenza nella società, la produzione e la vendita delle armi leggere devono essere ridotte e sottoposte a rigorosi controlli a livello internazionale, regionale, statale e locale. Inoltre gli accordi internazionali per il disarmo, come il Trattato per la messa al bando delle mine del 1977, dovrebbero ottenere una piena ed universale applicazione. I nuovi sforzi volti ad eliminare l’impatto delle armi indiscriminate ed attivate dalle vittime, come le bombe a grappolo, vanno sostenuti. E’ necessario un ampio ed efficace trattato sul commercio delle armi.

Quinto: Il terrorismo va sempre condannato, perché la violenza genera violenza; nessuna causa può giustificare gli atti terroristici contro la popolazione civile di qualsiasi paese. La lotta al terrorismo

non può tuttavia giustificare la violazione dei diritti umani, del diritto umanitario internazionale, delle norme della società civile e della democrazia.

Sesto: Porre fine alla violenza domestica e nelle famiglie esige il rispetto incondizionato dell’uguaglianza, della libertà, della dignità e dei diritti delle donne, degli uomini e dei bambini da parte di tutti gli individui e le istituzioni dello stato, della religione e della società civile. Tali tutele vanno inserite nelle leggi e nelle convenzioni locali ed internazionali.

Settimo: Ogni individuo e ogni Stato condividono la responsabilità di prevenire la violenza contro i bambini e i giovani, il nostro futuro comune e il nostro bene più prezioso. Tutti hanno diritto ad un’istruzione di buon livello, all’assistenza sanitaria di base, alla sicurezza personale, alla tutela sociale, alla piena partecipazione alla vita sociale e ad un ambiente che rafforzi la nonviolenza come stile di vita. L’educazione alla pace, la promozione della nonviolenza e la valorizzazione dell’innata qualità umana della compassione devono far parte dei programmi educativi a tutti i livelli.

Ottavo: La prevenzione dei conflitti derivati dall’impoverimento delle risorse naturali, in particolari delle fonti energetiche ed idriche, esige che gli Stati svolgano un ruolo attivo ed istituiscano sistemi giuridici e standard finalizzati alla protezione dell’ambiente ed incoraggino le popolazioni a contenere i loro consumi in base alla disponibilità delle risorse e ai reali bisogni umani.

Nono: Facciamo appello all’ONU e agli Stati membri affinché promuovano il riconoscimento della diversità etnica, culturale e religiosa. La regola d’oro di un mondo nonviolento: Tratta gli altri come vuoi essere trattato.

Decimo: I principali strumenti politici per realizzare un mondo nonviolento sono delle istituzioni democratiche funzionanti e il dialogo basato sulla dignità, la conoscenza e il compromesso e condotto sulla base dell’equilibrio tra gli interessi delle parti coinvolte, tenendo anche presente l’umanità nel suo complesso e l’ambiente naturale.

Undicesimo: Tutti gli Stati, le istituzioni e gli individui devono sostenere gli sforzi volti a risolvere l’ineguaglianza nella distribuzione delle risorse economiche e le iniquità che creano un fertile terreno per la violenza. Lo squilibrio delle condizioni di vita porta inevitabilmente alla mancanza di opportunità e in molti casi alla perdita della speranza.

Dodicesimo: La società civile, compresi i difensori dei diritti umani e gli attivisti per la pace e l’ambiente, va riconosciuta e protetta come parte essenziale nella costruzione di un mondo nonviolento, dato che i governi devono servire le esigenze della gente e non il contrario. Vanno create le condizioni per permettere ed incoraggiare la partecipazione della società civile, soprattutto delle donne, nei processi politici a livello globale, regionale, nazionale e locale.

Tredicesimo: Nell’implementare i principi di questa Carta lanciamo un appello perché tutti lavorino insieme per costruire un mondo in cui ognuno abbia il diritto di non essere ucciso e la responsabilità di non uccidere gli altri.

Per contrastare ogni forma di violenza incoraggiamo la ricerca scientifica nei campi dell’interazione umana e del dialogo e sollecitiamo la partecipazione della comunità accademica, scientifica e religiosa per aiutarci nella transizione verso una società nonviolenta e pacifica.

Nobel  Firmatari:

• Mairead Corrigan Maguire
• His Holiness the Dalai Lama
• Mikhail Gorbachev
• Lech Walesa
• Frederik Willem De Klerk
• Archbishop Desmond Mpilo Tutu
• Jody Williams
• Mohamed ElBaradei
• John Hume
• Carlos Filipe Ximenes Belo
• Betty Williams
• Muhammad Yunus
• Wangari Maathai
• International Physicians for the Prevention of Nuclear War
• International Committee of the Red Cross
• International Atomic Energy Agency
• American Friends Service Committee
• International Peace Bureau

Sostenitori della Carta:

Istituzioni:

• Governo Basco
• Comune di Cagliari (Italia)
• Provincia di Cagliari (Italia)
• Comune di Villa Verde (OR), Italia
• Comune di Grosseto, Italia
• Comune di Lesignano de’ Bagni (PR), Italia
• Comune di Bagno a Ripoli (FI), Italia
• Comune di Castel Bolognese (RA), Italia
• Comune di Cava Manara (PV), Italia
• Comune di Faenza (RA), Italia

Organizzazioni:

• Peace People, Belfast (Irlanda del nord)
• Associazione Memoria Collettiva
• Hokotehi Moriori Trust, Nuova Zelanda
• Mondo senza guerre e senza violenza
• Centro Mondiale di Studi Umanisti (CMSU)
• La Comunità (per lo sviluppo umano), Federazione Mondiale
• Convergenza delle Culture, Federazione Mondiale
• Federazione Internazionale dei Partiti Umanisti
• Associazione “Cádiz por la No-Violencia”, Spagna
• Women for a Change International Foundation, (Regno Unito, India, Israele, Camerun, Nigeria)
• Institute for Peace and Secular Studies, Pakistan
• Associacion Assocodecha, Mozambico
• Awaz Foundation, Centre for Development Services, Pakistan
• Eurafrica, associazione multiculturale, Francia
• Peace Games UISP, Italia
• Club Moebius, Argentina
• Centro per lo sviluppo creative “Danilo Dolci”, Italia
• Centro Studi ed Iniziative Europeo, Italia
• Gruppo Emergency Alto Casertano, Italia
• Sociedad Boliviana de origami, Bolivia
• Il sentiero del Dharma, Italia
• Gocce di fraternità, Italia
• Fundacion Aguaclara, Venezuela
• Associazione Lodisolidale, Italia
• Colectivo de Educación en derechos humanos y Prevención Activa de Conflictos, Spagna
• ETOILE.COM (Agence Rwandaise d’Edition, de Recherche, de Presse et de Communication), Ruanda
• Human Rights Youth Organization, Italia
• Ateneo de Petare, Venezuela
• Association étudiante du CÉGEP de Sherbrooke,  Quebec, Canada
• Federación de Instituciones Privadas de Atención al Niño, el Joven y la Familia (FIPAN), Venezuela
• Centre Communautaire Jeunesse Unie de Parc Extension, Québec, Canada
• Physicians for Global Survival, Canada
• UMOVE (United Mothers Opposing Violence Everywhere), Canada
• Raging Grannies, Canada
• Veterans Against Nuclear Arms, Canada
• Transformative Learning Centre, University of Toronto, Canada
• Promotores de Paz y No Violencia, Spagna
• ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani), Italia
• Legautonomie Veneto, Italia
• Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Italia
• UISP Lega Nazionale Attività Subacquee, Italia
• Commissione Giustizia e Pace di CGP-CIMI, Italia
• Global Security Institute, Jonathan Granoff

Personalità:

• Mr. Walter Veltroni, ex sindaco di Roma
• Mr. Tadatoshi Akiba, sindaco di Hiroshima e presidente di Mayors for Peace
• Mr. Agazio Loiero, presidente della Regione Calabria
• Prof. M. S. Swaminathan, ex presidente di Pugwash Conferences on Science and World Affairs, organizzazione Premio Nobel per la Pace
• David T. Ives, Albert Schweitzer Institute
• Sergio Balacco, Scrittore, Francia
• George Clooney, attore, USA
• Don Cheadle, attore, USA
• Bob Geldof, cantante, Irlanda
• Tomás Hirsch, Portavoce dell’Umanesimo per l’America Latina
• Michel Ussene, Portavoce dell’Umanesimo per l’Africa
• Giorgio Schultze, Portavoce dell’Umanesimo per l’Europa
• Chris Wells, Portavoce dell’Umanesimo per l’America del Nord
• Sudhir Gandotra, Portavoce dell’Umanesimo nella regione Asia-Pacifico
• Maria Luisa Chiofalo, Assessore del Comune di Pisa, Italia
• Silvia Amodeo, Presidente della Fundacion Meridión, Argentina
• Miloud Rezzouki, Presidente dell’associazione ACODEC, Marocco
• Angela Fioroni, Segretaria regionale di Legautonomie Lombardia, Italia
• Luis Gutiérrez Esparza, Presidente di Latin American Circle of International Studies (LACIS), Mexico
• Vittorio Agnoletto, ex europarlamentare, Italia
• Lorenzo Guzzeloni, Sindaco di Novate Milanese (MI), Italia
• Mohammad Zia-ur-Rehman, Coordinatore Nazionale di GCAP-Pakistan
• Raffaele Cortesi, Sindaco di Lugo di Romagna (RA), Italia
• Rodrigo Carazo, Ex presidente del Costa Rica
• Lucia Bursi, Sindaco di Maranello (MO), Italia
• Miloslav Vlček, Presidente della Camera dei Deputati della Repubblica Ceca
• Simone Gamberini, Sindaco di Casalecchio di Reno (BO), Italia
• Lella Costa, attrice, Italia
• Luisa Morgantini, ex Vice-Presidente del Parlamento Europeo, Italia
• Birgitta Jónsdóttir, membro del Parlamento islandese, Presidente di  Friends of Tibet in Islanda
• Italo Cardoso, Gabriel Chalita, José Olímpio, Jamil Murad,  Quito Formiga, Agnaldo Timóteo, João Antonio, Juliana Cardoso, Alfredinho Penna (“Frente Parlamentar de Acompanhamento da Marcha Mundial pela Paz e a Não Violência em São Paulo”), Brasile
• Katrín Jakobsdóttir, Ministro dell’Educazione, Cultura e Scienza, Islanda
• Loredana Ferrara, Assessore alla Pace della Provincia di Prato, Italia
• Ali Abu Awwad, Attivista per la pace attraverso la nonviolenza, Palestina
• Giovanni Giuliari, Assessore alla famiglia e alla pace, Vicenza, Italia
• Rémy Pagani, Sindaco di Ginevra, Svizzera
• Paolo Cecconi, Sindaco di Vernio (PO), Italia
• Viviana Pozzebon, cantante, Argentina
• Max Delupi, giornalista e direttore d’orchestra, Argentina
• Páva Zsolt, Sindaco di Pécs, Ungheria
• György Gemesi, Sindaco di Gödöllő, Presidente dell’Associazione Ungherese degli Enti Locali, Ungheria
• Agust Einarsson, rettore della Bifröst University, Islanda
• Svandís Svavarsdóttir, Ministro dell’Ambiente, Islanda
• Sigmundur Ernir Rúnarsson, Membro del Parlamento, Islanda
• Margrét Tryggvadóttir, Membro del Parlamento, Islanda
• Vigdís Hauksdóttir, Membro del Parlamento, Islanda
• Anna Pála Sverrisdóttir, Membro del Parlamento, Islanda
• Thráinn Bertelsson, Membro del Parlamento, Islanda
• Sigurður Ingi Jóhannesson, Membro del Parlamento, Islanda
• Omar Mar Jonsson, Sindaco di Sudavikurhreppur, Islanda
• Raul Sanchez, Segretario per i Diritti Umani della Provincia di Cordoba, Argentina
• Emiliano Zerbini, Musicista, Argentina
• Amalia Maffeis, Servas – Cordoba, Argentina
• Almut Schmidt, Direttrice del Goethe Institut, Cordoba, Argentina
• Asmundur Fridriksson, Sindaco di Gardur, Islanda
• Ingibjorg Eyfells, Preside, Geislabaugur, Reykjavik, Islanda
• Audur Hrolfsdottir, Preside, Engidalsskoli, Hafnarfjordur, Islanda
• Andrea Olivero, Presidente Nazionale delle Acli, Italia
• Dennis J. Kucinich, Membro del Congresso, USA

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