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2013/10/07

Il pasticcio degli F-35


Leggo sul web, vivendo all’estero è l’unico sistema per tenermi aggiornato dei fatti italici, e ascolto, sempre sul web, interviste a vari esponenti politici, anche del Movimento 5 Stelle, i cosiddetti Grillini – mi si perdoni il termine – dove tutti, in particolare gli ultimi, parlano e a sproposito del contratto di acquisto degli F-35 bollandolo come un affare inutile. Evidente la notevole demagogia di questo movimento politico, nonostante tutto, che si arroga il diritto di decidere sulla base di carta, penna e calcolatrice, cosa possa essere meglio per gli italiani o no.

La questione degli F-35 non esiste, vi stanno imbrogliando tutti, mettono sul piatto presunte spese che dovremmo sopportare da qui al 2035 e vi inducono a pensare che potremmo risparmiare quei soldi magari investendoli in asili nido.

Andiamo con ordine. GLi F35 andranno a sostituire aerei militari da caccia, ricognizione, sorveglianza dello spazio aereo e vari altri ruoli in servizio attualmente alle forze armate quindi Aviazione e Marina. Gli aerei che sostituiranno sono principalmente i Tornado MRCA e gli AMX, sostituiranno anche gli Harrier che sono obsoleti e gia' alienati dalla Aviazione della Marina Militare. A questi poi si aggiungono gli F16 che l'aviazione militare ha preso in leasing negli USA e che prima o poi dovra' restituire. Tutti questi aerei (sono circa 210) sono monoruolo o, come nel caso del Tornado MRCA, multiruolo, ma troppo vecchi. Il Tornado infatti risale al 1974 (primo volo), concettualmente il progetto era dei primi anni 60, quindi vecchio e pericoloso, non adatto a contrastare adeguatamente gli aerei del nemico.

Di cosa stiamo parlando dunque? Il Lockheed Martin F-35 Lightning II o Joint Strike Fighter-F35 è un cacciabombardiere di 5ª generazione monoposto, a singolo propulsore, con ala trapezoidale a caratteristiche stealth e capacità multiruolo, utilizzabile per ruoli di supporto aereo ravvicinato, bombardamento tattico e missioni di superiorità aerea. Caratteristiche stealth significa invisibile dai radar, un caccia che la nostra Aeronautica militare non ha mai posseduto (e forse nemmeno sognato).

Ricordo a chi mi legge che l’Italia ha “tenuto” in servizio per 46 anni dopo il primo volo, l’F104 Starfighter, un caccia intercettore che noi utilizzavamo in particolare per la sorveglianza dello spazio aereo anche se non era quello il motivo per cui erano stati progettati. L’USAF (United States Air Force) ha radiato l’F104 nel 1969, l’Aeronautica Militare italiana si è decisa solamente nel 2004 dopo si erano resi conto che mantenerli operativi e in volo sarebbe costato molto di più che sostituirli con un nuovo tipo di aereo, l’F35 appunto. L’F104 era anche chiamato dagli addetti ai lavori “bara volante” o “fabbrica di vedove” a causa dell’alto numero di incidenti, oltre il 30%, con punte del 50%, che subirono quegli aerei in tutti i paesi dove furono utilizzati Italia compresa.

Sono sicuro che a qualcuno quello che ho scritto non piacerà e io non sarò contento anche se costretto, poiché le mie sono opinioni personali, a accettare ogni critica meglio se sostanziale e non sterile.

Per quale motivo l'acquisto degli F35 dovrebbe essere annullato?

Per nessuna vera ragione che non fosse quella, ma è solo una scusa, di risparmiare tredici miliardi di euro. Badate bene che quei tredici miliardi sono un valore altamente aleatorio poiché non si tratta di tredici o quattordici oppure dodici ma, per ora, di 155.5 milioni di dollari per aereo, quindi moltiplicato per 90 aerei porta il totale a 13,995 milioni di dollari equivalenti, a valore di cambio attuale a circa 10,311 milioni di euro.

Che andranno pagati grossomodo in venticinque anni, da qui al 2034.

Facciamo due calcoli?

10,311/25 (perche' 25? Perche' due anni sono gia' trascorsi) fanno circa 412 milioni annui circa. Anzi saranno ancora meno perche' nei primi 3 anni e' previsto un pagamento totale di 2 miliardi di dollari/1,473.5 miliardi euro di cui 1 miliardo di dollari già pagato. La differenza sara' versata in rate uguali negli anni a seguire, grossomodo seguendo le consegne degli aerei.

Adesso prendiamo in considerazione la costruzione degli aerei, in tutto il programma prevede la costruzione di circa 1800 aerei, l'Italia ne assorbira' come si e' detto 90 anche se l’ordine iniziale era di 131 e non è detto che poi ne arriveranno solo 90 ma se ne parlerà in seguito, la parte del leone la fanno gli USA. Oltre agli Stati Uniti, principale cliente e finanziatore, partecipano al progetto e hanno contribuito anche Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Turchia, Australia e Danimarca.

Come abbiamo saputo dai media il Canada e la Norvegia hanno rinunciato all’acquisto dei caccia. Le motivazioni sono diverse, entrambe le nazioni giustificano la scelta attraverso i differenti impegni strategici, oltre che economici, nel loro ambito. Che significa? Il Canada ha stipulato da diversi anni un patto di mutuo soccorso con l’ingombrante vicino, gli USA che provvederanno a difendere il popolo canadese in cambio di denaro fresco e contante (sono illazioni, in effetti non se ne conoscono i termini), la Norvegia considera di essere indubbiamente lontana dallo schacchiere caldo europeo, quel mare Mediterraneo sul quale si affacciano Italia e Turchia ai quali gli aerei serviranno sicuramente visti gli equilibri costantemente in discussione sia nella regione europea orientale che nord africana.

I costi totali sono stimati in più di 40 miliardi di dollari (coperti in gran parte dagli Stati Uniti), mentre l'acquisto dei 1,800 esemplari previsti è stimato in ulteriori 200 miliardi di dollari. Le, a questo punto, sette nazioni partner principali prevedono di acquistare più di 1,400 esemplari entro il 2035.

E torniamo all’Italia e ai detrattori dell’F35 Lightning. Come pochi sanno e forse nemmeno immaginano, nessun Paese può dare per scontata la propria sicurezza. Uno Stato debole e inerme corre sempre il rischio di essere aggredito o ricattato da chiunque sia pronto a fare uso di qualsiasi mezzo per raggiungere i propri fini. La migliore polizza, per chi può permettersela, è una forza nazionale bene armata e bene addestrata con un forte grado di autonomia. Ma vi sono Paesi di media grandezza che non possono o non vogliono adottare questa soluzione. Per ragioni storiche, finanziarie e culturali (un diffuso pregiudizio antimilitare della propria opinione pubblica) l’Italia appartiene a questa categoria e ha scelto, sin dall’inizio della guerra fredda, di affidare la propria sicurezza a una alleanza guidata dalla maggiore potenza militare del mondo. 


Ma neppure le alleanze sono gratuite. Per garantire la propria sicurezza l’Italia ha concesso agli Stati Uniti una parte del proprio territorio e si è impegnata a assicurare, in caso di necessità, un contributo proporzionato alle proprie dimensioni e possibilità finanziarie. Non è tutto. Mai la parola «pace» è stata pronunciata con tale frequenza e altrettanto fervore. Ma le armi restano, nonostante tutto, l’ultima «ratio regum », l’ultimo argomento dei sovrani; e l’influenza politica di uno Stato dipende ancora dalla sua capacità di buttare sul tavolo, al momento opportuno, la propria forza militare. Ne abbiamo avuto la prova in Somalia, in Kosovo, in Afghanistan, in Libano, in Lybia e eravamo vicini anche in Syria. 

L’invio di un corpo militare è il biglietto d’ingresso che l’Italia ha pagato per sedersi al tavolo della diplomazia. Qualcuno potrebbe osservare che i risultati raggiunti sono stati modesti, se non addirittura insignificanti, ma nessun Paese che abbia un benché minimo orgoglio e non abbia perduto di vista l’interesse nazionale può restare indifferente di fronte alla possibilità che una soluzione politica, nelle aree a cui è interessato, venga presa a sua insaputa.

Ancora una osservazione. Piaccia o no i maggiori progressi tecnologici sono oggi collegati al mercato della sicurezza. Niente aguzza l’ingegno umano quanto la necessità di evitare le insidie del nemico. Ora che ha superato le numerose difficoltà sorte durante la sua fabbricazione, l’aereo F35 conterrà uno straordinario numero d’innovazioni, anche pacifiche; e i primi a servirsene saranno quelli che lo avranno comperato.

Il mio sogno è una Europa geografica neutrale, una «grande Svizzera». Sono dunque in contraddizione con me stesso? Non credo. La neutralità (chiedetelo alla Svizzera e alla Svezia) è una scelta credibile soltanto quando può essere difesa con le armi.

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