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2013/12/08

Morte a Prato



Quei sette operai cinesi (dei quali 6 sconosciuti) che sono morti carbonizzati a Prato in un capannone sprangato, che anzichè essere un magazzino era diventato un dormitorio abusivo, sono già usciti dagli onori della cronaca. 
Danno fastidio alle nostre coscienze, ma soprattutto sono la dimostrazione della mancanza di assunzione di responsabilità personali in questo balordo sistema politico-amministrativo dove i “vertici” sono lautamente pagati per farlo, ma se la filano quando non fanno il proprio dovere.
Si annebbiano così le responsabilità di chi a Prato doveva intervenire per i controlli. Mentre se ne esasperano altri a colpire solo i pesci piccoli. 

Un esempio? Due mesi fa i NAS del Piemonte hanno attentamente visitato decine di aziende della zona del lago Maggiore e in una struttura alberghiera di Verbania, dopo attento sopralluogo durato ore, hanno riscontrato due reati gravissimi: 
1) A uno dei frigoriferi e congelatori dell’albergo (oltre una decina) mancava la firma dell’addetto attestante le temperature verificate nel giorno precedente il controllo. Forse non tutti sanno infatti che esternamente a ogni frigorifero due volte al giorno bisogna segnare la temperatura, quasi che  non ci si accorgesse immediatamente di eventuali guasti. 
2) Non è stato fornito il certificato attestante che l’apparecchiatura (seminuova) che deve provvedere alla sterilizzazione dei coltelli da cucina fosse a norma. Pochi lo sanno, ma i coltelli da cucina non possono (o non dovrebbero) essere lavati con gli altri quasi che anche qui non ci siano lavastoviglie moderne ad alta temperatura.  Che lo sterilizza-coltelli fosse a norma era evidente visto il tipo e la marca, ma l’attestazione non si è trovata e quindi per questi due gravissimi reati l’ammenda è stata di 6.000 (seimila) euro liquidabili in 2.000 euro “pronta cassa” con la netta sensazione che “comunque” si dovesse trovare qualcosa non a posto e soprattutto – appunto - per “far cassa”.

Vorrei allora sapere chi a Prato concede o abbia concesso le licenze edilizie e chi le verifica, quando l’Ufficio del Lavoro sia stato in quell’azienda a fare una verifica, come fosse possibile non solo avere personale “in nero” ma neppure identificabile e che cosa sia stato fatto (almeno dopo il disastro) per far chiudere aziende similari che platealmente lavorano fuori dalle regole, non fatturano, invadono il mercato di falsi, distruggono le nostre imprese con una concorrenza ovviamente spietata e soprattutto schiavizzano impuniti i propri dipendenti. 

Mi sarà sfuggito, ma non ho letto dell’arresto del responsabile di quell’azienda, ammesso che ci sia.

Non mi può bastare che alla locale Procura della Repubblica dicano “Il caos l’ abbiamo segnalato più volte, ma siamo impotenti” perché questa presunta impotenza non è accettabile quando si è pagati (bene) per controllare e a Prato ci saranno cento, mille aziende “sospette” non decine di migliaia e quindi se le attività non sono in regola per cose gravi si fanno chiudere e si espellono o si imprigionano i reesponsabili. 
Non se ne può più da una parte di vedere sfrontato sfruttamento e abusivismo e poi per contro di assistere ad una ricerca esasperata di “peli nell’uovo” pur di romper l’anima e taglieggiare gli imprenditori che più o meno cercano di seguire normative cervellotiche, assurde, costose e alla fine spesso del tutto inutili. Si vive nel terrore di sbagliare, di non conoscere qualche nuova “grida” edita dallo Stato, dalla Regione, dagli uffici provinciali o comunali, dall’ASL, dall’INPS e dall’INAIL, dall’Ispettorato del Lavoro, dai Vigili del Fuoco, dalle norme antinfortunistiche, dai Carabinieri del NAS.  

Oppure – a livello fiscale – dai vari Uffici che a volte si contraddicono tra loro.
Di solito gli imprenditori non sono mafiosi, ma purtroppo i veri mafiosi veri la fanno franca e oggi la mafia cinese è più infiltrata e pericolosa di quella di Corleone. Su queste cose è giusto che il Governo, lo Stato, la Magistratura  e le Forze dell’Ordine diano concretamente delle risposte perché non ci può essere ripresa economica davanti a queste evidenti, ingiuste, mafiose ed omertose diversità di comportamento ! 

Finale: a Prato, per quei poveri morti, adesso chi paga?
(fonte ilpunto)

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