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2015/05/03

Vigliacchi, solo vigliacchi



Vi chiamano Black Bloc, ma noi, e parlo a nome di tanti comuni cittadini, preferiamo additarvi come delinquenti, vigliacchi. Sì, delinquenti con l’aggravante della vigliaccheria.

Vi presentate coperti dalla testa ai piedi come guerriglieri dell’Isis, o come tanti condom pronti a penetrare le nostre città, a stuprarle, a violentarle. Godete nel distruggere, annientare, calpestare la roba altrui. Palle che ce l’avete con le banche, la Borsa ed i luoghi del capitalismo.

Incendiate le nostre auto, i nostri negozi, imbrattate le nostre strade. Ci private della libertà di camminare nelle nostre vie, per evitare di essere colpiti dalle pietre che lanciate alla rinfusa, dalle vostre manganellate, dai vostri insulti. Siete incoerenti, poiché la maggior parte di voi neanche sa perché è sceso in piazza. Le interviste rilasciate da qualche vostro “compagno” idiota lo dimostrano. Sono lì, registrate, ascoltatevele. “Cioè protestiamo .. cioè distruggiamo … cioè spacchiamo tutto”. Siete annoiati dalla vita, vuoti, frustrati e quindi vi accanite come bestie inferocite verso tutto e tutti. Tanti di voi arrivano sul luogo da colpire già strafatti, ciucchi di alcol e rintronati dal fumo, ma non quello del camino o dalla grigliata domenicale. Vi danno forza, sicurezza, eccitazione. Eccitazione che alimentate mentre prendere a randellate il bidone dei rifiuti, la vetrina del nostro fruttivendolo, incendiate l’auto del nostro vicino di casa, prendete a bastonate chiunque si ribelli al vostro scempio, soprattutto i poliziotti, vostri acerrimi nemici.

Sappiate, se i vostri genitori non ve l’hanno insegnato, che il bidone dei rifiuti, la vetrina del nostro fruttivendolo e l’auto del nostro vicino di casa non hanno nulla a che fare col capitalismo. Anzi, il Comune dovrà rimpiazzare il bidone che poi noi rimborseremo con le nostre tasse. Il fruttivendolo dovrà ripagarsi la vetrina di tasca propria perché non tutti hanno l’assicurazione, ed in ogni caso non tutte prevedono gli atti di vandalismo. Il nostro vicino di casa ha le rate della macchina da pagare fino al 2050, la lascia in strada perché non ha i soldi per il box e gli serve per andare a lavorare fuori Milano. L’assicurazione lo risarcirà con quattro noci di cocco ed un ciuffo d’ananas, e lui dovrà indebitarsi ancora grazie alle vostre prodezze da infami.

Vi approfittate delle mani legate dei poliziotti perché i vostri “protettori” hanno dato ordine di non infierire. In parole povere, potete distruggere la città come e quanto vi pare, poiché le forze dell’ordine possono intervenire solo quando c’è qualcuno in pericolo di vita. E voi, da bravi vigliacchi quali siete, ve ne approfittate.

Siete incapaci di manifestare pacificamente con cartelli o striscioni, saltare su di una cassetta della frutta, improvvisare un palco ed urlare al mondo il perché dei vostri “NO”. Ma che dico, la manifestazione è la scusa al vostro vandalismo, alla vostra rabbia.

Ho visto per terra, a scempio ultimato, i vostri caschi, le tute e le sciarpe che da codardi avete usato per non farvi riconoscere. E da vigliacchi e codardi siete corsi a mischiarvi coi manifestanti pacifici per non farvi arrestare.

Siete dei barbari, oramai è assodato, è certezza. Barbari codardi e vigliacchi coccolati da uno Stato loffio contro i farabutti e duro con i giusti. Uno Stato che domani a gran voce chiederà per voi un pugno di ferro e delle punizioni esemplari. Ennesima farsa recitata dai soliti buffoni, i disonorevoli pagliacci capaci solo di far andar la bocca per poi chiuderla con un amen, un nulla di fatto.

M’arrovello la mente chiedendomi se i vostri genitori sono consapevoli di ciò che voi fate. Forse qualcuno è all’oscuro, ma in tanti sanno. Come possono non sapere. Forse vi fanno persino i complimenti. Forse vi preparano le molotov sul tavolo di cucina tra il bricco del caffè e i biscotti per la colazione. Forse vi lucidano il casco e la mazza che poi nasconderete sotto la giacca.

Da un articolo di Magdi Cristiano Allam su facebook

2014/04/18

Ordine e disordine

Da una parte il popolo, dall'altra le istituzioni.
E' sempre stato cosi', il popolo non ha mai contato poi troppo fino a quando non prendeva in mano i bastoni per cacciare le istituzioni corrotte.
E' andata proprio cosi' nella Francia del 1789, la famosa presa della Bastille, il carcere dove venivano relegati gli oppositori messo a ferro e fuoco e poi raso al suolo dal popolo inferocito che gridava e pretendeva liberta', uguaglianza e fraternita'.
Ma il popolo dei giorni nostri che se ne fara' della fraternita'?
Abbiamo concesso a questa manica di corrotti di tutto e di piu' e adesso ci presentiamo a chiedere conto del loro operato e questi mandano contro le forze dell'ordine (o del disordine?). 

Italiani contro italiani affinche' sia rispettato l'ordine costituito nel rispetto delle istituzioni. Dove iniziano gli uni e dove finiscono gli altri? Sarebbe da chiedersi "chi controlla il controllore?". Da quale parte dello schieramento dovremmo schierarci e per quale credo dovremmo combattere e siamo noi altrettanto certi di essere dalla giusta parte o come atomi impazziti giriamo a vuoto inconcludenti per arrivare a definire vincente o perdente, ordinato o disordinato cio' che in realta' non e' l'uno e nemmeno l'altro?

Chi comanda? Chi e' il sovrano di questo scempio? Siamo noi il popolo sovrano o siamo solo diventati pedine di un gioco perverso alla distruzione sulla nostra pelle? Abbiamo il controllo oppure non siamo che carne da macello da mandare avanti contro un ipotetico nemico, noi stessi, a combattere i nostri stessi ideali in una sorta di auto distruzione della specie fino a quando ne restera' uno solo e forse nemmeno quello?
Partiamo da un punto fermo, da quell'euro di cui oramai tutti si lamentano.

Secondo il popolo la crisi viene dall'euro e questa europa, secondo altri che non rappresentano il popolo, dovrebbe favorire il processo di rinnovamento delle istituzioni, insomma attuare le riforme. Secondo me ben supportato nel pensiero da ben altri economisti di fama non è poi vero che bisogna stare nell’euro per fare le riforme. E qui salta subito all'occhio l'evidenza che e' vero esattamente il contrario: oggi i criteri di Maastricht, il Fiscal Compact, le imposizioni della Troika impediscono ai singoli Paesi di adottare le misure che sarebbero necessarie per rilanciare davvero l’economia, primo fra tutti il nostro Paese.

Oggi invece siamo in una situazione in cui la Troika invita i Paesi a far di più per la crescita ma al contempo impone misure di austerità così dure, draconiane, insensate da rendere impossibile un rilancio dell’economia. Anzi, quelle misure finiscono per peggiorare la situazione. E poi, considerato che nessun Paese riesce  a rilanciare – perché é impossibile, a meno di violare le leggi della natura – la stessa Troika incolpa gli stessi Paesi, che in realtà sono incolpevoli perché da anni stanno seguendo – inutilmente! –  la volontà di Bruxelles (come l’Italia, le cui entrate correnti sono da tempo superiori alle uscite correnti. A proposito: lo sapevate?). Ecco perché la situazione è molto diversa da quella descritta dall’establishment e dalla maggior parte dei media.

Se resti non puoi crescere e verrai continuamente rimproverato, punito. Non hai speranza. Se esci torni ad essere libero di riformare l’economia, di liberare la forza dell’imprenditoria oggi avvilita, di riprendere il controllo della propria moneta.  E, non appena ridato forze a un’economia oggi anemica, di tagliare gli sprechi, di tenere sotto controllo il deficit, di ridurre davvero e in modo duraturo il debito pubblico. Insomma, puoi giocartela.

Torniamo dunque a quell'ordine e disordine di prima.