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2022/01/21

Il re degli imbroglioni

Gregor MacGregor, il re degli imbroglioni


Gregor MacGregor, nato in Scozia nel 1786 e morto in Venezuela nel 1845, è stato un soldato dalla vita avventurosa e un poderoso truffatore. Che si inventò Poyais, un paese centroamericano che non esisteva, se ne dichiarò governante (per la precisione cacicco) e ne vendette obbligazioni, arricchendosi parecchio. E che nel 1822, da Londra, convinse perfino alcune centinaia di persone ad attraversare l’oceano per andarci, a Poyais, causando di fatto la morte di gran parte di loro. Ancora oggi Gregor MacGregor è considerato, come scrisse qualche anno fa l’Economist nell’articolo “Il re degli imbroglioni”, l’autore «del più grande raggiro di sempre».

Figlio di un capitano di marina della Compagnia Britannica delle Indie Orientali, MacGregor crebbe parlando il gaelico scozzese e imparando solo dopo, a scuola, l’inglese. Come ha scritto The Hustle in un articolo sulla storia della sua truffa – definita «una delle più articolate e mortali della storia» – MacGregor «crebbe in una famiglia privilegiata ai margini dell’aristocrazia» ed ebbe modo di «assaporare quel tanto di ricchezza che gli bastò per sentire che ne voleva di più».

Raccontò in seguito di aver studiato qualche tempo all’università di Edimburgo, ma non ci sono prove e visto il personaggio riesce facile dubitarne. Si sa per certo che a 16 anni, poco prima che iniziassero le Guerre napoleoniche, si arruolò nell’esercito britannico. Si sposò con Maria Bowater, figlia di un ricco ammiraglio, e anche grazie ai soldi e alla fama della famiglia di lei fece una rapida carriera militare, evitando inoltre circostanze e destinazioni troppo pericolose. Per diventare in breve tempo capitano e da lì generale, ha scritto The Hustle, pagò il corrispettivo di circa 80mila euro di oggi.

Dopo alcuni anni passati a Gibilterra, nel 1810 uscì dall’esercito e tornò nel Regno Unito. Nel 1811 la morte della moglie cambiò però molto le sue prospettive di una vita agiata. Senza più i soldi e il supporto della famiglia di lei, nel 1812 partì per il Venezuela, dove era in corso una rivolta contro gli spagnoli. Lì sposò una cugina del rivoluzionario Simón Bolívar e, di nuovo, fece carriera militare, questa volta tra le file dell’esercito della Repubblica venezuelana. Ebbe alcuni successi e si fece notare come fondatore della Republic of the Floridas, che però durò giusto qualche mese. Ebbe però anche diversi insuccessi: per ben due volte abbandonò per esempio le sue truppe in battaglia e non fece nemmeno una bella figura nel cosiddetto “Amelia Island affair”, con cui si fa riferimento alla sua breve e inefficace gestione di un’isola al largo della Florida.

Con un dinamismo parecchio ottocentesco, in quel periodo MacGregor si spostò molto tra l’America del Sud e quella Centrale. Finì anche dalle parti dell’Honduras, dove sviluppò ottime relazioni con il re senza grandi poteri effettivi di un territorio della cosiddetta Costa dei Mosquito, il quale – non è ben chiaro per quali ragioni – gli vendette la proprietà di un territorio grande oltre 30mila chilometri quadrati sulla costa orientale dell’Honduras. Era un territorio grande più della Sardegna e lui ne era diventato semplice proprietario, non governante, e soprattutto era un territorio vuoto, inospitale e perlopiù disabitato, ritenuto inadatto all’agricoltura e all’allevamento.

Nell’estate 1821, una decina d’anni dopo la sua partenza, MacGregor tornò nel Regno Unito e nonostante alcuni resoconti sui suoi fallimenti – «il fatto che qualcuno possa essere indotto a seguirlo nei suoi progetti disperati sarebbe prova di un livello di follia di cui la natura umana è incapace», scrisse un autore il cui fratello aveva combattuto con lui – riuscì a presentarsi e raccontarsi come un valoroso soldato e avventuriero.

Soprattutto, riuscì a spacciarsi come cacicco di Poyais.

Mentre lui era stato in America, in Europa era finito il periodo napoleonico e nel Regno Unito c’era una generale fiducia dovuta a un’economia in crescita e a un costo della vita in diminuzione. C’era grande ottimismo ma, come ha scritto l’Economist, «investire in bond del proprio paese era considerato un noioso modo per parcheggiare fondi extra». C’erano insomma molti finanziatori interessati a nuove e più intriganti prospettive d’investimento, per esempio quelle relative a obbligazioni e titoli di stato dei paesi dell’America Latina che avevano appena ottenuto l’indipendenza o stavano per farlo, e che in sintesi avevano gran bisogno di soldi per far crescere le loro economie.

«Fu qualcosa di simile alla bolla delle dot-com» ha scritto The Hustle «con investitori che non sapevano nulla di quei paesi lontani e che furono pervasi dal bisogno compulsivo di investirci, gonfiando il valore delle obbligazioni». Nella sintesi dell’Economist, «in quei primi anni Venti dell’Ottocento c’era il clima finanziario ideale per un truffatore».

Inoltre, considerata la vivacità del contesto geopolitico latinoamericano era plausibile che fosse nato qualche nuovo stato di cui quasi nessuno aveva sentito parlare e che uno come MacGregor potesse esserne a capo.

MacGregor, raggiunto nel Regno Unito dalla moglie sudamericana, raccontò di essere tornato a Londra per presenziare, a nome di Poyais, all’incoronazione di re Giorgio IV, produsse documenti di vario tipo e promosse in vari modi il suo stato inventato. Creò una bandiera e uno stemma, fece interviste ai giornali, stampò dollari di Poyais, preparò materiali promozionali e scrisse perfino un libro su quel paese lontano, firmato con lo pseudonimo Thomas Strangeways. Anche grazie alla sua vera esperienza in quella parte di mondo, MacGregor fece tutto ciò che poteva essere utile a far percepire come vero – e meritevole di investimenti – uno stato che non lo era.
Poyais in un’illustrazione dal libro di “Strangeways”, Wikimedia

Raccontò, ha scritto l’Economist, «che i nativi non solo erano amichevoli, ma proprio amavano i britannici; che il suolo non era semplicemente fertile, ma addirittura capace di sostenere tre raccolti l’anno di cereali; che l’acqua non solo era tanta, potabile e abbondante, ma anche che nei corsi d’acqua di Poyais si poteva trovare l’oro».

Pare assurdo ma, forse per la paura di non perdere l’investimento giusto o anche solo abbindolati da certe promesse, molti comprarono da MacGregor le obbligazioni di Poyais, che secondo stime citate dall’Economist a un certo punto arrivarono a valere tutte insieme l’odierno corrispettivo di quattro miliardi di euro. Molti degli acquirenti erano scozzesi, intrigati dal fatto che MacGregor stesso fosse scozzese (e da un meccanismo noto come frode di affinità) e stuzzicati dall’idea che Poyais potesse diventare una sorta di colonia scozzese oltreoceano, in parte vendicando un piano di oltre un secolo prima con cui la Scozia aveva cercato di occupare Panama.

Visto che l’interesse cresceva MacGregor alzò i prezzi, si mise a vendere terre e finì perfino con l’organizzare viaggi verso Poyais. Riuscì a riempire due navi con un totale di quasi 250 aspiranti pionieri che partirono nel settembre 1822 e nel gennaio 1823.

Non è ben chiaro perché MacGregor, che aveva già raccolto molti soldi e che avrebbe potuto anche solo semplicemente scappare altrove, organizzò viaggi verso un paese che non esisteva. Sta di fatto che, dopo un viaggio di un paio di mesi, dove avevano sperato di trovare Poyais i migranti non trovarono nulla. Uno di loro, lo scozzese James Hastie, in viaggio con la moglie e i due figli, raccontò la sua esperienza in un breve libro.

«All’arrivo», ha scritto l’Economist, i colonizzatori «non trovarono nulla di quel che era stato promesso loro: niente porto, niente strade, nessuna città. Le popolazioni locali non erano aggressive ma nemmeno granché collaborative». Pensarono a un errore, provarono a capire dove poteva essere Poyais e intanto sopravvivere con quel che avevano. Ben presto nacquero però problemi, divergenze e ostilità di vario genere.

Molti morirono di fame o malaria ma qualcuno – grazie a contatti con popolazioni vicine e al supporto di imbarcazioni di passaggio – riuscì a lasciare quel posto inospitale. Qualcuno morì nel viaggio, qualcuno si fermò da qualche altra parte in America e una cinquantina di persone, tra cui Hastie e la moglie, riuscì a fare ritorno nel Regno Unito. «Era evidente che avessero patito sofferenze estreme e apparivano spettrali e cadaverici», scrisse un giornale scozzese.

Nel frattempo la notizia dell’inesistenza di Poyais li aveva anticipati, evitando la partenza di altre navi e incentivando invece quella di MacGregor, che scappò a Parigi, dove essenzialmente provò di nuovo a vendere l’idea di Poyais, però con meno successo. Finì in prigione, fu assolto in un successivo processo e tornò in Scozia, dove pare che provò di nuovo a intavolare alcune truffe riguardanti Poyais. Nel 1838 ripartì poi per Caracas, dove fu riaccolto come cittadino venezuelano, e lì morì nel 1845.

È probabile che MacGregor se ne andò dall’Europa per scappare dagli investitori truffati, anche se è stato scritto che diversi tra gli ex colonizzatori continuarono a credere in lui, sostenendo che erano state le navi a lasciarli nel posto sbagliato.

Intanto, nel Regno Unito, questioni economiche e geopolitiche avevano fatto scemare l’interesse per gli investimenti in titoli di stato di paesi sudamericani, che tra l’altro aveva portato al crollo del mercato azionario noto come “panico del 1825”, in conseguenza del quale fallirono oltre 50 banche britanniche.

Qualche anno fa, Tamar Frankel – professoressa dell’Università di Boston esperta di truffe finanziarie – disse all’Economist che c’erano ragioni per credere che, almeno in una certa misura, MacGregor «credeva alla sua stessa storia», o quantomeno sperava che sebbene Poyais non esistesse, sarebbe bastato portare certa gente a crederci, e portare qualcuno a viverci, per colonizzare il territorio in cui se l’era immaginata e renderla quindi reale.

La sua storia è stata ripresa e raccontata da articoli, video su YouTube, podcast e, con grande dettaglio, da David Sinclair, nel libro del 2013 The Land That Never Was.

(Fonte ilPost)

2015/10/10

La truffa delle Poste Italiane



Ha ragione Corrado Passera, che in anni non lontani è stato capace di trasformare Poste Italiane in una struttura agile ed efficiente rispetto al lento e tardo carrozzone inefficiente di prima: LA PRIVATIZZAZIONE DI POSTE ITALIANE E’ UNA TRUFFA AI DANNI DEI CITTADINI. 

Le poste sono un servizio pubblico da gestire bene e far rendere, non da svendere ai privati (stranieri, per di più!) per i loro interessi secondo una logica di mero profitto. 

I risultati sono sotto gli occhi di tutti: chiudono gli uffici periferici e montani, peggiora il servizio con le lettere che saranno recapitate non più in 24 ore ma in 4 giorni, mentre dal 1 ottobre (ma non lo ha detto nessuno) l’affrancatura di una lettera è aumentata di un altro 20% passando a 95 centesimi (erano 70 centesimi un anno fa: + 36% !). 

Altro che asfissiante pubblicità sul “cambiamento siamo noi”: gli italiani (tutti) perdono un patrimonio ed è assurdo che nessuno lo dica, ne parli, si preoccupi. Sta succedendo lo stesso malaffare come con la CASSA DEPOSITI E PRESTITI, l‘altro grande “salvadanaio” italiano a cui Renzi ha cambiato i vertici per motivi incomprensibili, salvo che far fare gli affari a pochi furbetti. 

In Poste Italiane è la grande cassa del risparmio postale che fa gola a tutti ma questi temi non appassionano, non hanno spazio sulla grande informazione. Certo che se Berlusconi avesse fatto queste cose chissà che clamori, ma questo è un governo di “sinistra”, con l’iperipocrita maghetto di Firenze che fa e disfa quello che vuole…

2015/01/21

Occhio alla Truffa (4)


Mentre godo dell’ultimo sole nell’estate australiana, ecco che mi giunge un’email che mi fa sobbalzare dalla poltrona. Una storia da far rabbrividire anche un pinguino del polo sud o una foca artica al polo nord. 

Nonostante vado ripetendolo da mesi di non fidarsi, ancora una volta PA ha colpito, e con uno che si salva chissà quanti sono caduti nell'inganno perpetrato da questo furbone protetto da chissà quali poteri forti o occulti, forse gli stessi che mantengono in vita un paziente morto e defunto (l'Italia) davanti alla compagine europea con l'intento di salvare il salvabile (leggi il salotto buono di casa?)

Eppure questo mefitico personaggio sembra passare attraverso le maglie della giustizia.

Sono passati mesi dall’ultima volta che scrissi qui, su questo blog a proposito di una truffa perpetrata a danno di Maria, nome di fantasia, forse sprovveduta ma direi ingenua italiana, caduta nelle grinfie di PA, il tristemente mitico, non l’unico ma verace imbroglione patentato, che continua a imperversare nelle isole Canarie e a cui nessuno, per paura, è mai riuscito a mettergli il sale sulla coda.

Mitico perché ormai lo conoscono in molti per esperienza tragicamente personale, mitico perché la sua sfrontatezza non ha limiti per imbrogliare e illudere i disperati che a lui si rivolgono nel tentativo o con la speranza di dare una svolta alla loro vita. E se dico che ha sfrontatezza credetemi , anche Rete 4 gli ha dedicato un servizio, incredibile, bisognerebbe andarglielo a dire a quelli di Striscia la Notizia!!! E se cadono nelle grinfie di PA una svolta la trovano di sicuro, purtroppo in peggio, costretti dai loro stessi errori, per aver riposto fiducia in quello che definivano un amico disponibile e invece era, sotto mentite spoglie, un imbroglione della peggior specie.

Leggetevi questa storia, il nostro personaggio questa volta si chiama Andrea, nome di fantasia come qualcuno dei luoghi da lui citati, noi sappiamo di chi si parla, stia attento, che prima o poi in gattabuia ci finisce per davvero e butteremo via la chiave.

Buongiorno a tutti, sono Andrea e ho una storia molto semplice da raccontarvi. Abbastanza giovane da sembrarlo e abbastanza vecchio da essere rispettato, laureato in giurisprudenza e mia moglie Angelina splendida bellezza mediterranea la cui presenza al mio fianco è sempre per me gioia e conforto. Dopo una vita di lavoro in banca sono disoccupato da qualche anno e nemmeno a mia moglie va meglio, lei non lavora da quasi un anno. Quando si arriva a superare i quarant’anni sembra che di colpo si diventi troppo vecchi per lavorare, con ancora quasi una vita di lavoro davanti a me prima di andare in pensione mi ritrovo troppo vecchio per lavorare e nella stessa situazione si trova mia moglie ma a causa della mancanza di un posto, uno qualsiasi pur di tirare avanti. 

Inutile tediare chi mi legge e ripetere le solite cose sul nostro bel Paese (ex), non voglio annoiarvi su cose dette e ridette più volte che purtroppo rispecchiano la triste realtà. Abbiamo quindi deciso entrambi di muoverci e andare in cerca di lavoro all'estero o quantomeno usare parte dei nostri risparmi per aprire un’attività che ci potesse rendere un lavoro e vivere degnamente. Prima siamo andati in centro America e infine abbiamo optato per le Canarie per vari motivi quali il clima, il mare e le poca burocrazia e sistema fiscale, cancro purtroppo dell'Italia. 

Il caso ha voluto che ci imbattessimo sul sito di questo fantomatico PA dove tanta gente nella nostra situazione scriveva e poneva domande su come potersi trasferire. La sua foto con la famiglia (che avendolo conosciuto dal vivo non è reale) e il fatto che a differenza di altri dia info gratuite e consigli su come trasferirsi alle Canarie ha fatto sì che anche noi li abbiamo contattati. Nel frattempo abbiamo acquistato i biglietti aerei per Fuerteventura che era l'isola che più rispecchiava le nostre aspettative ma anche perché sede dell'ufficio dei collaboratori di PA ai quali aveva detto di rivolgerci tramite Skype. 

Ancor prima di prenotare una struttura dove alloggiare un mese per ispezionare il luogo sono riuscito finalmente dopo mille tentavi a parlare via Skype con il collaboratore di PA, un certo L.. Lui in maniera poco cordiale senza dire nemmeno un ciao ci ha detto che Fuerteventura non era il posto giusto perché c'è già di tutto. Il mercato è già saturo e i turisti preferiscono andare a Gran Canaria più precisamente a Maspalomas. Mi si è gelato il sangue. Avevo già prenotato e pagato i voli e stavo cercando alloggio. 

Comunque ormai gli ho detto che avevo già prenotato i voli e cercavo una sistemazione per dormire un mese e sarei venuto lo stesso al loro ufficio per conoscerlo dal vivo. L. mi ha allora proposto una struttura (il Ciquirrito dove loro affermano di avere degli appartamenti) a Correjo che loro indicano come la migliore in assoluto nella zona a 1,300 euro per un mese. Il periodo che avevamo scelto era a fine anno, un modo per trascorrere le festività invernali in un ambiente caldo e accogliente. Il prezzo mi sembrava eccessivo e mi sono attrezzato per cercare altro a prezzi più abbordabili (per fortuna) e infatti ho prenotato un residence a 830 euro. Tra l'altro uso molto Tripadvisor per le mie ricerche per sapere i pareri della gente e il loro villaggio non era descritto come il migliore dal popolo di internet bensì come uno dei tanti, buono anzi discreto ma non il migliore...


Arrivati a Corralejo ho contattato L. tramite Skype e mi ha risposto sempre in maniera quasi seccata che era in Italia per ferie e di sentire con l'altro suo collaboratore M. all'ufficio di Corralejo. I primi giorni a Corralejo ho effettivamente notato che il paese è strapieno di locali e negozi commerciali quindi ho pensato che L. avesse ragione. Ho cominciato ad avere più fiducia alla luce dei fatti e ho cercato il loro ufficio su google e la mappa indicava un indirizzo a Corralejo che sono andato a cercare. Ma di sto ufficio nulla. Passato capodanno ricontatto M. per un appuntamento e finalmente mi da l'indirizzo corretto, in una diversa località lontana da quella indicata sulla mappa di Google. 

Comunque, con una buona dose di faccia tosta, ci siamo presentati direttamente in ufficio. Abbiamo dunque parlato con M. una mezz'ora, spiegato la nostra storia che avevamo un po’ di soldi da parte e che cercavamo qualcosa per investire. Lui ha ripetuto le stesse parole di L., quasi una filastrocca imparata a memoria, cioè che Corralejo è satura e che era meglio andare a Maspalomas in Gran Canaria che invece “È UNA CITTÀ IN FORTE CRESCITA” (il maiuscolo è intenzionale) a parlare con PA. Un po’ avviliti io e mia moglie abbiamo deciso di andare, acquistati i biglietti del traghetto, noleggiata un’auto a Corralejo e trovata sistemazione per 4 notti (non ciò consigliato da lui ma nostra scelta) per un totale di 350 euro circa. 

Arrivati a Las Palmas con il traghetto prendiamo la strada per Maspalomas e al nostro arrivo stupore! Maspalomas una città in espansione????? È una mega Viareggio sei volte più grande e moderna con di tutto e di più, negozi, villaggi turistici e lusso da tutte le parti. Organizzata benissimo e completamente l'opposto di Corralejo. E dove sarebbe l'espansione?? Il villaggio dove abbiamo soggiornato, era bellissimo e moderno, niente a che vedere col nostro di Corralejo pur bello a nostro avviso. 

Il giorno seguente ci presentiamo da PA finalmente! L'ufficio si trova a Meloneras in un centro commerciale sfitto per la maggior parte a differenza degli altri di Maspalomas. Comunque ci presentiamo lo guardo bene e penso che la foto che c'è pubblicata sul suo sito non corrisponde. Io mi aspettavo di trovare un'agenzia immobiliare con tanto di foto sulle vetrine di prezzi di case e affitti come ne è piena tutta Maspalomas e invece nulla una scrivania una stanza con muro un mega computer e una segretaria dell'est che è la sua compagna!!! Ma la famiglia del sito che vive felice??? 

Cominciamo a ripetere la nostra storia, la stessa ripetuta a L. e M. e la prima cosa che ci ha detto è: se pensate di essere venuti qui con 10-15 mila euro come tutti siete nel posto sbagliato! Allora lui mi educa, o almeno lui pensa di educarmi, snocciolandomi numeri e promesse, falsi entrambi: “Lavoro alle Canarie non c'è (vero, è difficile trovarlo), l'unico investimento possibile è rilevare attività a prezzi fuori dal mercato o investire in immobili. Compri una casa noi te la gestiamo e ti garantiamo il 6% annuo.” 

Ho preso 30 e lode in due esami di matematica e ho lavorato in banca e due conti li so fare. Mi ha portato  un esempio: “Acquisti una casa da 100.000 euro noi ti garantiamo una rendita annuale di 6.000 cioè 500 euro al mese.” Mmmmm cioè gli affitti in bassa stagione alle Canarie in media vanno a settimana dai 250/350 in bassa stagione fino ad arrivare a 500 in alta stagione. 
Facile fare uno più uno. Significa che una settimana pagano la mia remdita, e il resto se lo intascano loro. Comodo e disonesto.
Comunque ho detto che io una cifra del genere non la possedevo e pensavo a qualcosa di più piccolo. Occhio a ciò che fa. Cerca di capire il budget e a proporre di tutto. 

Infatti mi ha detto che ha registrato un marchio in franchising per tutti quelli che come me hanno a disposizione 40,000 euro... Ma che strano... “Si tratta di uno "Smoke bar" un bar fatto per famiglie diviso in tre attività: bar, vendita di tabacco e sigarette elettroniche e scommesse di eventi sportivi a Las Palmas!” riferisce PA. Cioè lui e i suoi collaboratori mi dicono che il mercato alle Canarie è saturo di pizzerie bar ristoranti e mi propongono un bar guarda caso col prezzo del mio budget? A Las Palmas poi? 

Vabbe. Ho risposto “Valuto la tua offerta.” Ma lui mi ha chiesto dove risiedo a Corralejo. Gli ho risposto dandogli il nome del residence. Ah si? La sua risposta: “Ho un appartamento proprio li (NdA: ma dai, che caso!). Io ero socio col proprietario dell'agenzia immobiliare che sta a fianco e poi gliel'ho ceduta. Se vuoi ti vendo un appartamento li a 60 mila -in questo residence gli appartamenti vanno da 75 a 90 mila e sono tutti o di persone o dell'agenzia immobiliare- ci vive un mio cliente così lo affitti e ci fai soldi. Solo che questo appartamento ha un difetto. Nella piantina è indicato un muro mentre invece apre su una stanza che non è agibile ma tanto li non controlla nessuno e si affitta sempre.” 

Gli ho detto che non compro una casa che non sia regolare sul catasto perché se volessi rivenderla sarebbe impossibile e illegale... Ma che agenzia immobiliare sono questi? 

Allora aggiunge: “Valuta il mio bar come ci siamo accordati x telefono (ci ha confusi con un'altra coppia a cui ha proposto il bar,  ahahah) che ho nel paese nella zona de El Loco (zona vecchia di Corralejo per lo più colonizzata da italiani) gestito da uno che non ce la fa più e gli faccio il favore di gestirlo e prendere gli incassi.” 

Questo bar e' molto conosciuto a Corralejo anche se poi alla fine affari ne fa pochini. C'è il logo di Vivere alle Canarie e sembrerebbe sia realmente di PA e non di chi spreca il suo tempo dietro il bancone 15 ore al giorno per pochi soldi sufficienti a pagare tutto e vivere degnamente. Prezzo domando?? 
“40,000 euro” la risposta! Ma guarda che caso! Tra l'altro avendoci confusi con un’altra coppia ha chiamato mia moglie con un altro nome... 

A quel punto l'ho ringraziato l'ho salutato e gli ho detto che avrei pensato alle sue proposte (non vedevo l’ora di andar via da li, il più lontano possibile il più rapidamente possibile). 

Arrabbiato come una iena per un viaggio fino alle Canarie per sentire che razza di farabutto è questo PA, mi sono goduto i tre giorni di vacanza a Maspalomas. Tornato al residence faccio conoscenza  con la mia vicina di casa e fra una chiacchiera e l’altra, spiegando la nostra intenzione di volerci stabilire alle Canarie, lei ci dice di stare attenti perché ci sono persone, soprattutto italiane, che fanno truffe a quelli che vengono con le buone intenzioni. In particolare mi ha fatto proprio il nome del loro sito web!! 

Bingo!!!

Mi dice: "Sono conosciuti qui molto bene!! Sono dei farabutti!" E lei dice di conoscere personalmente M.!!! In particolare la zia, sua vicina di casa in Sicilia, che ignara di tutto è anche una sua cara amica! Bene, le ho detto che purtroppo abbiamo avuto a che fare con loro, e lei ha chiesto preoccupata se avessimo firmato qualcosa!! L’abbiamo rincuorata. Non siamo caduti nella rete di PA. 


Tra l'altro sono andato all'agenzia immobiliare dove lui diceva di essere socio e mi hanno detto che di PA non sapevano nulla! Non solo, conoscono le magagne di V.alle Canarie, delle truffe che fanno e di tanta gente che è caduta nell’inganno e si è rovinata.

Che posso aggiungere? Nulla. La storia di Andrea parla da sola, e a lui è andata anche bene, ma a quanti va tutto storto, quanti sono quelli che si ritrovano con case invendibili, esercizi pubblici che non produrrebbero un centesimo di incassi nemmeno a ferragosto o promesse di facili guadagni e rendite milionarie? Tanti, troppi. Sono moilti quelli che scappano alla ricerca di una vita migliore, fuggono da un’Italia alla canna del gas, impossibilitati anche e solo a sperare un futuro migliore. Fuggono e sperano di trovare onesti che li aiutino e invece si ritrovano fra le grinfie di criminali peggiori di quelli che pensavano di essersi lasciati dietro. 
Mettetevelo bene in testa, niente si guadagna facilmente, per tutto, ma proprio tutto, servono anni di duro lavoro e sudore della fronte, anche virtuale, pur sempre sudore.

OCCHIO ALLA TRUFFA!!!



2014/03/16

Il tempo delle Truffe (3)





Ve lo ricordate quel vecchio film interpretato dal grande Antonio de Curtis in arte Totò nel quale, fra le varie scene dove vengono rappresentate le "truffe" organizzate dai due soci, viene venduta la Fontana di Trevi a un credulone turista italo-americano che viene poi preso per folle e condotto al manicomio? 
Ecco, allora come oggi e in tempi di crisi le truffe ai soliti ingenui si moltiplicano.

Sembra che, per i truffatori, quando si attraversa un periodo di crisi finanziaria diventa quasi un invito arrecare danni a chi si trova in difficoltà oppure agli sprovveduti che si affacciano al mercato mondiale dell'investimento. Spesso in un vago e confuso tentativo di uscire dalla miseria, dalla crisi, dalle tasse che strozzano, da quelli che si ritengono strozzini e primi fra tutti i banchieri, ecco che gli italiani pensano che andarsene fuori dai confini natii possa essere la soluzione per risolvere d'un botto i loro problemi monetari, finanziari. Spesso qualcuno sprofonda ancora di più nei problemi, ne viene fagocitato, assorbito, ingoiato e pure digerito senza quasi che se ne accorga. 

Quando succede che ci si rende conto della grossa fregatura subita, della truffa, è decisamente troppo tardi. Le persone che attraversano un periodo di crisi finanziaria spesso fanno anche fatica a accettare aiuto. Chi si trova in una tale situazione, troppo spesso ha anche poca autostima e ritiene di avere fallito nella nostra società. E quindi ecco che è gradita ogni offerta di aiuto proveniente dall’esterno, che non richiede di attivarsi personalmente. I truffatori lo sanno e sfruttano spudoratamente la situazione offrendo aiuto in modo apparentemente disinteressato e gratuito.

Supponiamo che abbiate un terribile mal di denti. Una piccola carie a un molare che si è espansa a tal punto da andare a toccare il nervo. Il dolore diviene lancinante, vi toglie il sonno. Qualcuno si offre per assistervi e sistemare il dente malato direttamente a casa vostra, utilizzando utensili di fortuna, magari le pinze nella cassetta degli attrezzi o il coltello da macellaio che avete in cucina, vi blandisce assicurandovi che non sentirete alcun dolore e vi tranquillizza prospettandovi un perfetto servizio senza che dobbiate sostenere dei costi. 

Gli credete e accettate la proposta? Oppure andate a cercarvi un dentista e vi fate curare il dente malato da uno specialista? Se finanziariamente entrate in una fase di acuta sofferenza, andate a cercarvi personalmente un finanziatore o acetate l’aiuto dal primo che capita? Non sempre è il rimedio la cura desiderata, spesso rivolgersi al consulente diventa la scocciatura aggiuntiva, perché servono quattrini e voi che fuggite dal contesto italiano perennemente in crisi, di quattrini ne volete spendere il meno possibile. Perché spesso voi non siete malati, i vostri conti sono ancora buoni, ma soffrite troppo la crisi, le tasse, le imposte, i balzelli, la benzina che aumenta, tutto che prende una china decisamente irta e in salita; vi immaginate dove sarete dopo sei mesi, dove vi avrà trascinato la crisi dopo un anno e vedete la vostra situazione finanziaria peggiorare terribilmente, come quel dente che all'inizio era solo un fastidio, poi diventato un dolorino, infine un dolore impossibile da gestire. 

Ecco che voi guardate avanti e cosa vedete? Solo sacrifici e sofferenza, la perdita di privilegi piccoli e grandi, vi vedete in crisi non solo finanziaria ma anche familiare, perché vostra moglie vi considererà un potenziale fallito, immaginate terrorizzati i figli che vi scaricheranno perché non potranno più frequentare l'ambiente sociale nel quale sono vissuti fino a quel momento e allora cercate subito la soluzione che possa sembrare di minore impatto possibile. 

Trasferirsi! Andare via, cambiare aria, cercare un’alternativa valida che vi permetta di mantenere il Vostro status sociale a prezzi decisamente inferiori.

Non importa dove, cioè importa, ma questa scelta voi l'avete già fatta, nel tempo, da tempo, avete rimandato sempre perché tutto sommato a casa vostra stavate da dio, tutto era perfetto, le piccole abitudini, la mamma, la famiglia, la scuola dei figli a due passi da casa, il droghiere e il panettiere che vi facevano credito, il supermercato preferito a due passi, il cinema la domenica e la partita della vostra squadra  e la vostra azienda, piccola o grande che sia che funziona, che produce. Quando l'azienda, ma potrebbe anche essere il vostro posto di lavoro da dipendente o quadro ma anche dirigente, incomincia a mostrare il fianco ai problemi, ecco che vi sovviene quella cittadina su quell'isoletta incantevole dove avete trascorso vacanze di sogno. 

Poco male se non si tratta di un'isoletta, potrebbe anche essere una penisola, una città esotica lontana, un luogo di una incantevole bellezza oppure no, che a voi sembra il paradiso se confrontato con la vostra attualità. Ecco che a quel punto il sogno di una vita può diventare realtà, e qui, solo qui perché voi, per risparmiare, vi affidate al “fai-da-te” nascono i problemi, qui cadiamo nelle truffe.  

L'italiano e' un evasore nato, gli italiani posseggono nel loro DNA un enzina che si chiama "evadere è bello". Ecco che il concetto dell'evasione viene applicato nel momento stesso che l'italiano decida di espatriare, di cambiare aria, di costruirsi un'esistenza migliore in un altro, più o meno incantevole luogo dove, egli crede e si illude, potrà continuare a godere di quei piccoli piaceri che la vita ha saputo offrirgli fino a quel momento. Badate che non parlo solo di gente benestante, parlo di tutti, ognuno sta bene con quello che ha, piccolo o grande capitale, piccole o grandi soddisfazioni, una vita di risparmi o sacrifici, una vita di privazioni o grandi disponibilità, una eredità imprevista e aggiungiamoci una vincita al superenalotto o lotteria che possa catapultare il fortunato verso altri lidi, meno ingordi ma goduriosi. Del resto si vive una sola volta, perché mai viverla male, meglio assicurarci il posto migliore e in prima fila, alla faccia del signor Visco o Saccomanni.

Tutto ha un inizio, tutto ha una fine diceva un tale. La fine riguarda quella dei sogni, sempre la fine potrebbe essere una bella vita, ancora uno status tale per cui si vive sopra alle righe pur possedeno meno di niente. L'inizio si pone sempre dopo la fine di cui sopra, mentre dovrebbe essere il contrario ma, si sa, l'italiano tende a controvertire i fatti e le regole per cui per poter avere inizio un'avventura deve concludersene un'altra, poco importa se la seconda è un buio a poker, l'importante che la prima non sia stata un vero successo.

L'inizio della fine, o meglio, la promessa di un luminoso inizio l'abbiamo quando si comincia a desiderare d'andar via. Quando ci si rende conto che i panni dimessi dell'italiano in gramaglie nel proprio paese non vi si addicono, quando i sacrifici superano una soglia immaginaria di sofferenza che voi avete tracciato quasi che fosse una linea gialla da non superare. Ecco che quando la superate allora vi accingete a fuggire e, purtroppo e spesso, lo fate buttandovi nelle braccia, aperte a 180 gradi, del truffatore.

Solo che voi non indovinate che lo sia, pensate al buon samaritano, all'italiano che si è fatto da solo in un esotica meta, e si offre di condividere con voi le proprie esperienze di successo, in pratica diventa come quell'individuo che si offre di ripararvi il dente malato usando attrezzi da meccanico. Solo che voi in quel preciso momento avete perso ogni cognizione, non dubitate nemmeno per un momento in quali braccia vi state gettando anima e corpo e portafoglio, non immaginate in quale inferno siete capitati. A voi sembra tutto bello, onesto, accettabile interessante e perfino a buon mercato. A voi sembra di aver trovato l'America dei film di cassetta, dei cartelloni pubblicitari invece, se guardate dietro quei cartelloni potreste scoprire di essere capitati in un set di film sul sogno americano, cinese, thailandese, spagnolo o portoghese, insomma in un set di un film organizzato solo per voi che presto, molto presto si approprierà di tutti i vostri averi lasciandovi in mutande e peggio di prima.

In genere il primo approccio dell'aspirante emigrante è su internet. Si inizia cercando informazioni che riguardano quella particolare meta turistica visitata magari anni prima che vi aveva incantato. Sul web è pieno, complice la crisi, di siti che promettono di aiutarvi a trovare le informazioni di cui avete necessità. Partendo dai forum dove esperti decantano le virtù di questo o quel paese o la convenienza a rivolgervi a questa o quella agenzia. Ignoti benefattori che potreste ringraziare, dimenticando che alcuni sono realmente tali e altri sono solo i truffatori che vestono gli abiti dei miracolati e vi decantano le virtù di questo o quel sito, di un Angelo buono o di un Roberto dal cuore d'oro, di un Michele altruista o di un Giovanni pezzo di pane e voi che fate?

Avete presente la mela di Darwin?

Pensate di esser dei predestinati, invece le sorprese si nascondono spesso dietro apparenti ingenuità. Le truffe sono sempre accompagnate dalla vergogna. Così come un alcolista ammettendo la propria dipendenza dall’alcol contribuisce alla propria guarigione, una persona che ha attraversato un'esperienza truffaldina dovrebbe essere sempre in grado di ammettere come si è trovata in quella situazione. Di essersi esposta a una truffa, convinta dalla necessità, ma io la chiamerei consapevolezza, del voler intenzionalmente gabbare il fisco, per sentirsi migliori di altri, per vincere dove altri perdono. E invece va sempre a finire che si perdono quattrini e credibilità. 

Ho parlato e pontificato, adesso mettiamo nero su bianco, chi, come, dove, quando e perché si e' reso responsabile di truffe piu' meno gravi?

Le mete preferite degli italiani sono sempre le stesse, da decenni ormai, tralasciamo quelle classiche, intendo dire dove si va per cercare un lavoro, per rifarsi una vita insieme alla famiglia, quelle dove non occorre o non occorreva avere da parte il gruzzoletto ma una sana voglia di darsi da fare. tralasciamo quindi l'Europa (escluso le piccolo isole) e gli Stati Uniti a cui aggiungiamo il Canada e l'Australia, in questa analisi mi sentirei di tralasciare le grandi destinazioni del passato quali Argentina e Venezuela ma anche Uruguay dove si contano più italiani che indigeni, potrei aggiungere anche il Brasile che in un lontano passato ha richiamato moltissimi italiani e che, dopo un periodo di tranquillità, ha ripreso a ammaliare i nostri concittadini, anche merito del clamoroso sviluppo del paese in mano a sapienti amministratori.

Adesso vorrei parlarvi di mete a portata di mano di molti, anche di chi ha poco da investire, molto da godere e un bagaglio infinito di sogni, e i sogni, si sa, si avverano spesso per chi ha piccole pretese, un posticino al sole, piccolo e sereno per arrivare con dignità alla fine della vita senza doversi pentire di essere nati, quasi che fosse una colpa. Parliamo di quei paradisi perduti (ma nemmeno tanto) in alcune isole caraibiche, delle Baleari, delle Canarie a cui aggiungerei la Seychelles, la Thailandia, la Malaysia e Sri Lanka, il Madagascar e Mozambico, il Kenya e la Tanzania e in ultima analisi anche qualcuno di quegli staterelli centro americani il cui sistema impositivo è decisamente blando, inestistente.

Cominciamo con le due mete più gettonate :

Le Canarie

Moltissimi sono gli italiani che si sono trasferiti negli anni anche recenti nelle Isole Canarie. Molti i vantaggi, un clima favoloso, una eterna primavera. Cielo sempre terso e luminoso. I vantaggi superano di gran lunga gli svantaggi. Gli italiani che si sono stabiliti nell'arcipelago spagnolo antecrisi hanno saputo organizzarsi con spirito imprenditoriale. Molti di loro sono rimasti a riprova che i nostri concittadini hanno ben sviluppato il senso degli affari e, come tanti Marco Polo, hanno intrapreso lucrose attività anche attraverso scambi con l'Italia. Del resto le Isole Canarie sono meta turistica molto gettonata anche in Italia, logico quindi far trovare al turista gli alimenti preferiti a cui, pare, l'italico abitante non sa rinunciare.
E i furbi? Ecco, i furbi esistono anche alle Canarie, certo la maggioranza lavora onestamente, tuttavia c'è sempre qualcuno che ne approfitta e le dita di una mano non bastano per contarli.

Lo scorso anno vi ho raccontato la storia di un famoso, ormai ne hanno parlato anche alla TV, sito che vendeva prevalentemente "pacchi" agli ignari Robinson Crusoe dello stivale. Eh si, perché i "pacchi" lui li vendeva (e li vende ancora nonstante la pubblicità derivatagli da un servizio su Rete4, solo ai concittadini. Innanzitutto il nome. Si presenta come PA ma noi sappiamo non sia il vero nome, pubblica le foto di una famiglia felice sul suo sito ma, ahimé, nemmeno quella è reale, si auto pubblicizza sul web assumendo di volta in volta nomi e sembianze differenti ma lo stile è sempre lo stesso, lo riconoscereste anche al buio.

Recentemente, mi dicono, annusando aria grama ha trovato un collaboratore totalmente all'oscuro dei suoi raggiri e traffici, capirete che un ex-giocatore professionista di poker, di trucchi ne deve conoscere molti. Così, zitto zitto, ha scaricato sul ragazzo le responsabilità e forse le colpe di una gestione non proprio cristallina, insomma ha passato il cerino nelle mani di un "anodo sacrificale" di modo da tirarsi fuori dalla mischia e affibbiare le colpe all’ignaro socio. 

Ma i nodi arrivano al pettine, e così dopo altri clienti raggirati e decine di denunce alle autorità ecco che il nostro PA preferisce cambiare aria, per sbarcare in altra localita' e altra isola delle fide Canarie e vivere di rendita, alla grande. Chissà da chi sta fuggendo verrebbe da chiedersi... forse Equitalia? Oppure anche lui da una truffa finite male? Oppure i creditori di un passato non troppo lontano lo cercano per fargli pagare il conto? Che ci sia di mezzo una seduta dal barbiere come abbiamo visto e stravisto al cinema, sempre al cinema, dove nei film di mafia morivano i boss mentre si facevano rasare? sul suo sito egli si presenta con il seguente messaggio, come non sospettare? Solo gli ingenui possono abboccare:


Sono un architetto (NdR: Non e' un architetto, alla redazione risulta non abbia titoli) che, per il bene della propria famiglia, ha deciso di chiudere la propria societa’ ITALIANA prima che lo stato (NdR: Lo Stato o la "Famigghia"???) consumasse definitivamente anche gli ultimi risparmi di una vita di lavoro e sacrivici. (NdR: la societa' italiana era una sala giochi)
Onestamente pero’ il TRASFERIMENTO IN CANARIA non mi e’ stato facilissimo; Nel tentativo invano di trovare supporto ed aiuto da parte di coloro che gia’ risiedevano in CANARIA mi sono invece ritrovato in balia di “ SQUALI ” e personaggi senza NESSUN RISPETTO PER LA FAMIGLIA che in cambio di denaro approfittando delle debolezze delle famiglie come la mia, pronta a scappare pur di salvare la propria realta’ e la propria economia, si ritrovavano a credere nella serieta’ di queste persone, cosi’ oltre che costarmi piu’ di 1000 euro il ” supporto in loco “, mi sono ritrovato in una realta’ che mi accorgevo di non conoscere, differente da tutto cio’ che veniva spiegato e raccontato nei BLOG, senza amici e senza contatti. Proprio per questo metto a disposizione la mia esperienza, i miei contatti .. le mie certezze; cercando di offrirvi piu’ possibili soluzioni. Non esitate a contattarmi per qualsiasi domanda e spero anche il mio blog vi metta in contatto tra di voi , magari offrendovi l’ un l’ altro una mano ( cosa che alla mia famiglia non è successa ).
Per essere chiaro , onesto e “NON SQUALO ” voglio precisare una cosa:
tutte le informazioni che vi offro sono totalmente gratis.

Le consuetudini commerciali dicono che più si tenti di allontanare i sospetti con messaggi che accusano la concorrenza e più l'imbroglio è possibile. Il nostro caro angelo vuole allontanare da se i sospetti elencando le colpe degli altri, dimenticando forse, che in tale modo attirerà solo gli ingenui, chi ha sale in zucca si terrà ben distante da certe promesse da coccodrillo, del resto i politici italiani non fanno altro e sappiamo come sempre va a finire!

Per corroborare quanto asserito riporto quello che leggevo su un sito italiano di una coppia, trasferita alle Canarie per fuggire alla crisi e ritrovatasi in mezzo a una marea di connazionali quasi da sembrar di essere a Rimini invece che a Fuerteventura. Leggiamo insieme le frasi salienti di questa intervista e, fra le righe cercate di comprendere quello che viene detto:


“Prima di venir a vivere qui avevo letto blog di italiani espatriati anni prima e tra stupore e compiacimento, leggevo di famiglie finalmente felici, scappate dalla madre patria che ormai non offriva più niente se non un governo corrotto e troppe tasse. Poi una volta venuta qui ed ho vissuto l’isola mi sono resa conto sulla mia pelle che non è tutto oro quello che luccica! .... Io sinceramente credo di essere ancora in Italia e di aver cambiato solamente regione, una splendida regione non c’è dubbio! Il brutto purtroppo è che una buona percentuale degli italiani che vivono qui, non l’hanno fatto per scelta ma sono stati spinti da debiti, Equitalia alle calcagne o sono semplicemente fuggiti dopo l’ennesima truffa ai danni di qualcuno. La cosa peggiore è che non vengono per ricominciare una nuova vita e ripartire onestamente, ma continuano a fare truffe anche qui, spesso e volentieri a spese di altri italiani ignari o novelli.
Gli italiani a Fuerteventura sono quelli che ti affittano case e locali non loro, che aprono un’attività e dopo 5 giorni la mettono in vendita a 50mila euro di gestione. Sono quelli che prima di andarsene dalla casa dove erano in affitto, oltre a non aver pagato le ultime mensilità, si vendono i mobili non loro! Questa purtroppo è la dura realtà. In mezzo a questi c’è gente onesta, venuta qui con la migliore delle intenzioni, per fare un’esperienza nuova, per cambiare e non solo per non farsi spulciare dalle tasse..... Poi dopo alcuni mesi finalmente abbiamo incontrato la persona giusta e si era pronti a partire! Aspettavamo da tempo quel famoso venerdì e una volta entrati dal primo cliente, dopo avergli spiegato il nostro progetto ci siamo sentiti dire: "Bellissima idea, mi piace proprio, è un’innovazione qui ma, mi dispiace io con gli Italiani non voglio più niente a che fare, mi hanno già fregato diverse volte e ho chiuso". Poi il secondo cliente idem e il terzo, e il quarto. È stata una delusione pazzesca, una coltellata in pieno petto!.... Questa è  la nostra storia, la verità nuda e cruda. Le persone che vivono qui e non vogliono far credere al ‘Paradiso’ converranno con me. Prima di partire mi ero iscritta a molti gruppi facebook e mi trovavo spesso a litigare con gente che alle domande degli speranzosi che volevano venire a provare come si vivesse alle Canarie, rispondevano: "Non venite, è uno schifo, il lavoro non c’è e la disoccupazione è alle stelle". Non voglio rubare i sogni a qualcun altro ma quello che dico sempre io è: i problemi ci sono anche qua, il primo tra tutti, manca la serietà delle persone, la professionalità e la voglia di lavorare. Però se hai qualche soldo da parte da investire, non sulla prima cosa che ti presentano, vieni e prova sulla tua pelle. Studia bene le persone di cui ti circondi perchè una percentuale molto alta è pronta a fregarti. Vieni, prova il tuo sogno, almeno potrai sempre dire di averci provato!"











Occhio alla truffa!

Le Baleari

L'altra metà del cielo che aveva deciso di rimanere in Europa, decide probabilmente per le Baleari. Chi non conosce Ibiza, l'isola bianca con Formentera meta preferita dal jet set, vale  dire chi poi conta veramente al mondo, calciatori e starlette in primo piano? E che dire di Maiorca, opulenza ricchezza per attempati turisti armati di portafogli a fisarmonica con scorta armata al seguito e un codazzo di servitù? Rimane Minorca, la meno conosciuta dell'arcipelago, la più spontanea, quella dove gli italiani che vogliono lavorare seriamente preferiscono risiedere.

Tutto bene dunque? 

Nemmeno un po'. Nelle Baleari si replica, con minore impatto, le stesse situazioni già osservate nelle Canarie. Minore perché in definitiva chi le abita tutto l'anno non sono solo gli italiani, oltre agli spagnoli beninteso, ma anche i tedeschi, in prevalenza, anche loro fuggiti da tasse esose, quelle che frau Merkel vorrebbe appioppare a noi italici, ma anche da cavillosi sistemi finanziari o dagli stipendi che scendono vertiginosamente invece di salire. Gli italiani onesti sono presenti, alcuni hanno creato un piccolo impero basato sul lavoro duro, sacrifici e nel tempo sono riusciti dove altri hanno fallito. Anche loro sono costretti a combattere contro i fantasmi dei furbi italiani, quelli che hanno fregato praticamente tutti, quelli che venderebbero anche la madre al maggior offerente.

Nelle Baleari va di moda la vendita degli immobili, meglio se in multiproprietà, meglio se in residence famosi. I furbi, i truffatori hanno l'apparenza di uomini d'affari, sono sagaci, voraci, preparati. Riescono a produrre un'infinità di documentazione che fregherebbe anche il più arguto degli acquirenti. Inutile dire che quando il colpo va in scena, loro sono già spariti col malloppo un attimo prima che il truffato si accorge di esser stato truffato.












Occhio alla truffa!
  
(continua...)


2013/03/28

Occhio alle truffe (2)

Sempre la stessa storia


Un parente di mia moglie che vive in Canada le ha inviato una e-mail contenente un link a un sito con un articolo su una mamma di Spokane negli USA che fa migliaia di dollari al mese utilizzando il suo computer. 


All'inizio non c'è nessun indizio che faccia pensare a una truffa all'orizzonte. Poi, se cadete nel tranello ve ne accorgete da soli, meno male che il grande mondo del web vi mette sull'avviso.

Ho scaricato l'immagine della mamma di Spokane a nome Melissa Johnson dal sito e ho cercato utilizzando Google.

Et voila, tanti nomi una sola immagine: 






Eppoi notate i siti!! Danno l'apparenza si tratti di siti di notizie. Un paio di loro un po' onestamente visualizzano l'inserzione sotto la voce "Pubblicità" o "Redazionale" in alto, ma non è così evidente. Non si presenta come Kathy, o chiunque altro, non ha intenzione di fare migliaia di dollari con il suo computer, non lei certamente, gli ideatori della truffa invece si. E i polli da spennare sarete voi!





Questa truffa ha iniziato a circolare sul web da un paio d'anni e si ripete con regolarita' perche' i polli non mancano mai, in tempi di crisi poi....

All'apparenza sembra essere una notizia. Si paga un po', e sono tanti che lo fanno, con l'idea di guadagnare soldi, qualcuno pensa anche che potrebbe diventare ricco, s'immagina (se sei stato tu a fare gli annunci falsi), alla fine rimarrete con un bel pugno di mosche in mano e il conto svuotato di 80 euro (grossomodo).

Fate attenzione, i truffatori sono molto furbi e non si fermano davanti a nulla!

2013/03/22

Pericolo Offerte di Lavoro - Danger Jobs Scam


PERICOLO OFFERTA DI LAVORO TRUFFA
L’idea di questo articolo nasce da una lettera che un amico ha ricevuto qualche mese fa prima delle festività natalizie. Il motivo dell’articolo non può che essere evidente, sono troppe le offerte di lavoro che ci arrivano per email che si rivelano essere delle vere e proprie truffe. Il fine, sappiatelo, è sempre lo stesso: intascare illecitamente denaro, piccoli importi, mai oltre ai duecento euro, raramente e per casi eclatanti si arriva a trecento. Immaginate quei trecento per il centinaio di allocchi che abboccano e potete capire quanto conti questo fenomeno per chi organizza le truffe. Poi il truffato raramente ammette, spesso per vergogna, di esser stato truffato e il gioco continua. Immaginate quanti sono quelli che cadono nel tranello, a volte anche subdolo perché l’offerta arriva a chi un lavoro non l’ha e magari lo cerca disperatamente da mesi, e sono molti quelli che sono disposti anche a pagare piccoli importi pur di averne uno e poter continuare a sperare, perché lavoro significa sopravvivere. Che saranno mai duecento euro si dicono in molti, se questo rappresenta uno stipendio fisso di mille, duemila e più euro al mese? E qui il gioco perverso, duecento euro a persona, considerando quanti sono quelli che ingenuamente ci cascano fanno molte miglia di euro al mese che sono illegamente incassati dal truffatore di turno, organizzazione o illusionista che sia.

Veniamo dunque alla lettera del mio amico che è in inglese, a una prima lettura sembrava ben fatta, così bene che quando lui me la inviò per un commento gli dissi di accettare al volo l’offerta, sembrava veramente una grande occasione. Subito dopo, rileggendola, sorse un dubbio, parti del testo erano scritte in rosso, molto strano per una lettera di lavoro, sembrava quasi volessero attirare l’attenzione su specifici paragrafi, alcuni innocenti istruzioni generiche un altro, e solo quello, per evidenziare che, se si voleva accedere all’offerta di lavoro, bisognava pagare. Controllando meglio scoprii che il logo del proponente sembrava realizzato con un semplice copia e incolla e nemmeno di buona qualità. Insomma una struttura professionale che non possiede carta da lettera intestata in forma elettronica? Scorrendo il testo, ripeto molto ben concepito da sembrare realistico, scopro che si richiedono anticipazioni in denaro per ottenere il NERF (mai sentito prima) che il proponente (apparentemente a nome di un noto hotel londinese a cinque stelle) giustifica come un codice di registrazione per nuovi assunti. Tutta la lettera ruota attorno a questo “fee” (tassa) che riassume in poche parole, anzi in una sola, tutta la ‘fatica’ della lettera stessa. Tu paghi io godo e ti fotto.

Evidente che non c’era alcuna offerta di questo albergo (uno dei migliori della capitale inglese). Per essere certo ho inviato la lettera all’ufficio personale ricevendo un adeguato e gentile messaggio di risposta che sostanzialmente negava ogni coinvolgimento, lo sapevo, volevo solo una conferma.

GUARDATEVI DALLE OFFERTE DI LAVORO TRUFFA



L’attuale condizione del mercato del lavoro in Italia non sta certamente aiutando coloro che hanno la necessità di trovare un’occupazione seria e rapidamente, il problema riguarda anche la cattiva gestione imprenditoriale del mondo del lavoro, lo sfruttamento attuato e la politica inacettabile degli stipendi troppo bassi rispetto al resto d’Europa, quasi da terzomondo nel quale l’Italia viene ormai collocata, a livello della peggiore repubblica delle banane. In queste condizioni di precarietà diffusa molte persone finiscono per cadere nel tranello delle offerte di lavoro allettanti solo all’apparenza, nella realtà inesistenti, un vero incubo. Una quantità di falsi annunci di lavoro che sta aumentando in maniera preoccupante. Tutti ne parlano, su molti forum compaiono storie che raccontano di offerte di lavoro rivelatesi ingannevoli o truffaldine, evidentemente false a partire dallo stesso annuncio che seppur ben congeniato dovrebbe essere chiaro fin da subito a chi lo riceve. Eppure...

Eppure abboccano ancora in molti, troppi.

Dobbiamo chiederci per quale motivo questo genere di offerte trovino tanto spazio sul web per quale motivo continuano a proliferare questi annunci truffa capaci di raggirare la gente con evidenti necessità di lavorare, magari da casa o sul web. Proprio il web offre molte possibilità, tuttavia non bisogna dimenticarsi che la mancanza del contatto fisico fra chi offre il lavoro e chi ha il lavoro porta a questo tipo di situazioni in quanto non esiste un contatto fisico fra chi offre e chi riceve. Una volta si veniva chiamati dalla società che offriva il posto di lavoro, ci si rendeva conto della reale (ma anche apparente) consistenza del proponente, e poi si effettuavano delle scelte.


Oggi invece succede che si viene contattati per telefono o email, per via elettronica ti arriva tutto, l’offerta, il contratto, il biglietto aereo o del treno, il visto sul passaporto. Alla fine rischi di non incontrare mai il tuo datore di lavoro se questo risiede in un paese diverso da quello dove andrai a lavorare.

Non si può più accettare o prendere per buono tutto uello che si riceve, servono accorgimenti per identificare con certezza gli annunci farlocchi, truffaldini, che si presentano bene, con titoli accattivanti e nascondono lavori malpagati quando c’è un lavoro.

Se pensate che l'offerta che avete ricevuto sia falsa, una truffa, piuttosto che rimanere nel dubbio, inviatela all'azienda a cui si riferisce, in genere rispondono subito per informarvi della grande sfortuna in cui incorsi. Esiste un sito del consolato onorario in Cameroun che smaschera le offerte di lavoro che provengono dall'area africana, questo il link: Ambasciata Italia Cameroun
Verificate anche li se la vostra offerta rientra fra quelle truffaldine, farlocche! 
Altri links utili:
Servizio antibufala
Scam warners 
 

Ecco allora qualche suggerimento pratico per stabilire la veridicità o meno di annunci ed offerte.

In Italia o comunque nel vostro Paese di residenza

Diffidate delle aziende che non indicano ragione sociale e IVA: denotano scarsa serietà e non vi offrono la possibilità di effettuare ricerche online, nel Registro Imprese della Camera di Commercio sul sito dell’Agenzia dell’Entrate. Inoltre, attraverso la chiave di ricerca “nome azienda + truffa” potete verificare se la società in questione abbia già un passato di dispensatrice di fregature.

Falsi annunci e false promesse.

Le offerte a nome di aziende che chiedono contributi economici o rimborsi a priori probabilmente non hanno intenzione di offrirvi un lavoro (è la ditta che offre e paga, non viceversa).
Non acquistate alcun kit di prodotti dimostrativi ”indispensabili” per avviare l’attività richiesta.
Diffidate da coloro che vi chiedono di compilare form generici con dati personali, indirizzi email e recapiti telefonici, con la promessa che verrete ricontattati. Spesso si tratta solamente di catene di Sant’Antonio, Multilevel o cose simili.

Le realtà affidabili non nascondono nulla e descrivono da subito in cosa consiste il lavoro presentato, quali sono i requisiti e il probabile compenso anche se, come nel caso del mio amico era proprio perfetta, c’era tutto, anche lo stipendio, peccato che fosse una truffa. In genere le aziende serie pubblicano i loro annunci su portali di reclutamento a pagamento per loro o si affidano a agenzie anche queste serie o che hanno dimostrato di esserlo.

Le aziende serie vi fanno leggere e firmare un contratto prima di iniziare qualsiasi sorta di attività.
Diffidate di chi vi promette guadagni facili e vi rimanda a siti colmi di informazioni sul “lavoro da casa”.
Può capitare che qualche azienda si faccia pagare per corsi o training di avviamento al lavoro. E’ molto raro, ma in questa eventualità il costo verrebbe detratto dal primo stipendio e non dovreste essere voi ad anticipare dei soldi. Una società che vi offre un’occupazione (in ufficio o da casa), certamente vorrà prima vedere il vostro curriculum vitae e le vostre referenze, oppure un portfolio con alcuni esempi dei vostri lavori passati.

Assolutamente non inviate mai alcun pagamento o rimborso in denaro a priori. Mai!

E se avete avuto esperienze di lavoro negative oppure conoscete altri accorgimenti da adottare in situazioni simili, raccontate la vistra esperienza su facebook, sul blog, in tutti i siti che parlano di offerte di lavoro false, truffaldine. Aiutate la vostra coscienza e voi stessi a metabolizzare la fregatura subita.

Un esempio fra tanti:

Buonasera!



Internet sondaggi hanno mosrtato che maggioranza abitanti di Suo regione Non e soddisfatta del reddito settimanale.

Le invitiamo a lavorare un`po in florido mercato della` pubblicita` on-line.

Se ha a giorno per collocare 1-2 ore in annunci pubblicitari internet.

Lei guadagnera su questo il pagamento garantito piu` percentuali di vendite.

Quando ricevete questo tipo di proposte di Lavoro cestinatele subito e non rispondete assolutamente!

La truffa in rete si arricchisce di una nuova figura professionale, se c’è chi svuota il conto bancario online, ora c’è l’intermediario che mette a disposizione il proprio conto per lavare e far sparire il danaro. Il fenomeno del cosiddetto phishing è quello che oramai impazza nelle email di tutti i giorni. Ti chiedono i dati del tuo conto online, compresa password per entrarvi, spacciandosi per la tua banca. E poiché non si sa quale sia la banca dove hai i tuoi soldi, le e-mail sparano nel mucchio con tutti i più importanti istituti bancari.  

Persino il famoso sito delle compravendite online eBay è nel mirino dei truffatori per non parlare di Paypal. Sperando che tu sia un venditore online, ti arrivano delle e-mail di persone incavolate perché non hai proceduto ad inviare la merce per cui ti si chiede la password per entrare nella tua personale home page della compra-vendita. L’obiettivo è quello di usare i tuoi parametri per vendere il "nulla" a poveri sfortunati. Una truffa nella truffa.

Ma il giro si fa più importante perché arrivano false offerte di lavoro. E’ quello che è capitato a una signora disperata dopo aver accettato una di queste “offerte di lavoro” ed averci rimesso circa € 10.000 e anche una denuncia.

E sì, perché coloro che sono riusciti a svuotare il conto ad ignari malcapitati, cercano ignari assistenti online che mettano a disposizione il proprio conto corrente su cui far transitare i soldi delle truffe da convogliare su quello di altri amministratori online anche tramite trasferimento contanti (wester union ecc) che creano dei conti correnti vergini (a zero) per ricevere i pagamenti e fare a loro volta bonifici. La signora è stata avvertita dalla sua Banca che quelle operazioni potevano essere sospette e la signora ha sporto denuncia alla Polizia Postale e dietro loro consiglio ha bonificato rendendo indietro i soldi ricevuti agli ignari correntisti. La signora, anche se in buona fede, si è trovata con una denuncia penale.

Carrellata delle truffe più frequenti sul web


Per riconoscere una frode sul web bisogna capire come funziona e come si presenta, tenendo presente che ognuna "sfrutta" i punti deboli degli utenti gabbati (bisogno di soldi, necessità di trovare un lavoro, voglia di cambiare vita e così via).

Ecco la top 10 delle truffe online più diffuse


Agevolazione nella ricerca di lavoro

La truffa consiste nel proporre un impiego su misura con frasi del tipo: "Il lavoro perfetto per te ti sta aspettando. Noi ti aiutiamo a ottenerlo". Così, le vittime sono spinte a pagare delle cifre, a volte piuttosto alte, per avere accesso al posto di lavoro sognato. Che poi, naturalmente, non arriva. Oppure, per essere messi in lista d'attesa per il lavoro richiesto, ai malcapitati viene domandato di fornire i propri dati bancari con il pretesto della raccolta delle informazioni personali necessarie all'assunzione.

Servizi per ridurre i debiti

I truffatori si propongono come persone in grado di aiutarvi a cancellare o a ridurre i vostri debiti. In cambio di una percentuale di quello che dovete alle banche o in genere ai vostri creditori, promettono di estinguere o rinegoziare gli obblighi finanziari che avete contratto. Il risultato? I consumatori gabbati si trovano ad avere debiti più elevati rispetto a quelli di partenza.

Lavoro da casa

In questo caso, il raggiro punta a convincere le vittime che lavorando da casa si possono avere guadagni migliori che in ufficio. I criminali propongono, sotto pagamento, di insegnare i segreti per fare soldi online acquistando prodotti da rivendere a prezzo più alto oppure invitano a diventare un acquirente "fantasma", pagato per testare la qualità delle merci e dei servizi delle aziende. I bersagli di queste truffe sono gli impiegati stanchi del lavoro d'ufficio: in molti casi, senza saperlo, diventano dei mediatori per la rivendita di beni rubati. In altre parole, ricettatori. Alla fine, anziché guadagnare denaro, si finisce con il perdere migliaia di euro in azioni legali contro i delinquenti.

Intermediazioni immobiliari


Avete bisogno di vendere la vostra casa al mare ma non avete il tempo per farlo? Affidatevi a noi e in cambio di piccole commissioni porterete a termine la vendita con successo e in poco tempo. Con slogan del genere, i frodatori che si fingono agenti immobiliari riescono a raccogliere migliaia di euro in commissioni e poi, nel momento in cui le compagnie truffaldine devono vendere gli immobili scompaiono con il bottino. E le case restano invendute.

Offerte di prova gratuite (ma non troppo)

Uno degli inganni online più diffusi. Nelle mail, sono presenti inviti a provare gratuitamente dei prodotti o dei servizi. Il pagamento degli stessi beni offerti avviene solo se si accetta di continuare a usufruire di quanto proposto. Il problema è che anche quando i clienti non vogliono proseguire nell'utilizzo delle merci offerte, i truffatori fanno in modo che diventi quasi impossibile cancellarsi dal meccanismo e, dopo la prima "promozione", continuano a spillare soldi ogni mese.

Riparazioni domestiche

Donne, è arrivato l'arrotino online. Si potrebbe sintetizzare così questo tipo di frode su Internet. Ecco cosa succede: sedicenti aziende che si occupano di fare riparazioni in casa si propongono di fare lavori di tutti i tipi (dall'aggiustare il tetto a tagliare gli alberi) per tariffe dimezzate rispetto a quelle di mercato. L'obiettivo dei truffatori, in questo caso, è quello di ottenere degli anticipi in denaro prima ancora di fare i lavori. Perché, ovviamente, quei lavori non verranno mai effettuati, lasciando i malcapitati con la casa ancora da riparare e il portafogli "più leggero".

Premi già vinti


L'esca in questo tipo di raggiro è semplice: "Hai vinto 5.000 euro. Ecco come fare per intascarli". In pratica, si fa credere alle vittime di essere i vincitori di una lotteria o di un ricco concorso a premi, specificando che l'unico step necessario per passare alla fase della riscossione è quello di pagare le tasse relative alla vincita. Chi cade nella trappola, paga il tributo perché vede che è molto inferiore alla somma promessa. Quella cifra però non arriva mai. Ma nel frattempo la tassa è già stata versata. E l'unico a festeggiare è il truffatore.
 
Prestiti

"Hai bisogno di un prestito? Nessun problema. Noi sappiamo come fartelo avere". Attraverso promesse del genere, i protagonisti di questi raggiri riescono a spillare denaro alle vittime sotto forma di "commissioni per avviare la pratica". E le cifre trafugate possono arrivare anche a migliaia di euro. Come prevedibile, alla fine i prestiti non vengono mai concessi.
Restituzione di piccole somme di denaro

Questa tecnica, meno diffusa di altre, è tra le più raffinate. I truffatori riescono a carpire dati sugli ultimi pagamenti in entrata ricevuti dai bersagli delle loro frodi. A quel punto, fingendosi i soggetti che hanno versato le somme comunicano alle vittime che nella transazione eseguita è stato inviato più denaro rispetto a quello dovuto. E aggiungono: "Siete pregati di restituirci questa piccola quota aggiuntiva che non vi spetta". Trattandosi di importi molto bassi, alcuni consumatori tendono a fidarsi e mandano la cifra richiesta. Non si accorgono, però, che il destinatario di quel denaro non è l'individuo o la società che li ha pagati ma un impostore.

Furto di identità

I delinquenti propongono affari online non chiedendo nessuna somma in denaro ma solo la conferma di alcuni dati. Ovviamente, tra quei dati ci sono anche quelli bancari o le informazioni sensibili (tra cui le password) utili ad aprire linee di credito presso le banche del soggetto truffato o direttamente per rubare soldi. I furti di identità sono quelli che costringono le vittime a passare più tempo nel tentativo di riparare a tutti i danni fatti dai ladri.
Con molta probabilità chi ha perso il lavoro, e chi ne cerca uno, utilizzerà il web per la sua ricerca. I siti che offrono annunci di lavoro gratuiti sono moltissimi e per tutti i tipi. Ma attenti, perché non sempre dietro un'allettante offerta si nasconde un vero affare. 

In questi anni sono aumentati i casi di truffa da “annuncio di lavoro”, ragione che ha indotto i principali portali del settore a stilare un breve vademecum per difendersi.
Ammesso che se da un lato è impossibile controllare ogni singola inserzione dall'altro lato però è possibilissimo imparare a difendersi contro quelle che puzzano di truffa. Diffidare dagli annunci di lavoro incomprensibili: quando non si capisce la mansione da svolgere o chi è l'azienda o l'imprenditore richiedente o manca un qualsiasi riferimento telefonico. È chiaro che molte inserzioni sono veritiere e che forse dietro un'apparente imperfezione si nasconde solo un difetto di comunicazione. 

Ma se ci si imbatte in un “cercasi credit manager o brand manager” sarebbe anche opportuno capire di che lavoro si tratta, quali saranno i compiti da svolgere, e quanto si verrà pagati. Tutti questi vuoti informativi rendono la ricerca di lavoro molto difficile nonostante il web sia nato per semplificare le cose.
Accanto a inserzioni che dicono poco ci sono quelle invece che parlano troppo, come nel caso di annunci con un testo talmente lungo e persuasivo da farlo sembrare una pubblicità più che un'inserzione di lavoro. Aggiungiamoci che sempre più spesso vengono richieste una serie di abilità, oggi definite skill, così generiche da oscurare il messaggio di partenza. 

Cosa vuol dire bella presenza? Richiesta indirizzata soprattutto alle donne. La bellezza è soggettiva, e ha canoni diversi a seconda dell'occhio di chi guarda. Un annuncio che prevede la bella presenza per lavori non di modella o che includa un età massima di 26 anni si presta a essere letto con un bel punto interrogativo, senza contare che è una palese violazione della Costituzione, che vieta discriminazioni in base al sesso o all'età. Per non parlare della famosa frase: “siamo una realtà giovane e dinamica”. Che significato può avere per una persona che ha 50 e passa anni e cerca un impiego la parola “azienda giovane”?


Queste subdole discriminazioni sono un problema molto italiano. Salterellando dall'Italia al Regno Unito, ma anche in paesi orientali, come l'India ad esempio, si notano differenze enormi rispetto ai nostri annunci di lavoro. Sul sito JobServe la retribuzione è segnata a parte e le competenze richieste sono molto chiare e semplici. Nel Bel paese la maggior parte delle inserzioni invece mancano di un'accurata informazione sul tipo di contratto offerto e la retribuzione proposta. Gli esperti del settore invitano a diffidare di pubblicazioni simili. Ma nonostante ciò, e di sottobanco, sconsigliano di chiedere prima quanto verrà pagata la propria professionalità. Quasi a sottolineare quella posizione di forza che le aziende che offrono lavoro hanno sul mercato. Eppure le imprese lamentano di non trovare professionalità adeguatamente competenti. 

E la ricerca continua...

Per finire.
 
Poche cose sono immorali quanto truffare chi è in cerca di lavoro e, bisognoso di uno stipendio e spesso inesperto del mondo dell'occupazione, ripone la propria fiducia in organizzazioni fittizie e senza scrupoli, nate col solo scopo di estorcere denaro ai malcapitati.
Io credo fermamente nel diritto al lavoro. Mi ritengo fortunato di vivere in un'epoca in cui viene riconosciuto a tutti il diritto a lavorare. Nessuno può essere formalmente escluso dal mondo del lavoro per la sua religione, per il colore della sua pelle, per la sua zona di provenienza, perché uomo o perché donna, o perché non iscritto a un partito unico, come avveniva in periodi nefasti della nostra Storia. Nel nostro tempo, probabilmente, consideriamo troppo scontato tutto questo, quando invece non lo è stato per quasi tutta la storia del genere umano. Credo in questo diritto al lavoro. Credo tuttavia che nessun cittadino si possa sentire in diritto di chiedere allo Stato che gli venga dato un posto perché è un suo diritto. Credo che a decidere quali posti di lavoro devono essere occupati, creati o distrutti debba essere il mercato. Un mercato contro i cui fallimenti si può intervenire, e che può essere certo corretto (purché si verifichino costantemente i risultati di tale attività), ma a cui non ci si può sostituire. E sono convinto che non deve vedere come un diritto il suo posto di lavoro un fannullone, o un incapace, o uno che rifiuta di aggiornarsi, o uno che approfitta del suo posto per rubare o commettere qualche crimine.

Il sito lavoratorio.it, in un documento scaricabile liberamente (per leggerlo o scaricarlo cliccate direttamente sul link), lancia delle direttive per individuare nella pila chilometrica delle offerte di lavoro quella imperfetta. Si parte col dire che le inserzioni anonime, ossia quelle dove non compare il nome dell'azienda o chi per lei, vanno già lette con diffidenza. Solo le agenzie di lavoro interinale possono diffondere annunci in anonimato, però in questo caso ne sono direttamente responsabili. Il problema sorge quando ci troviamo di fronte a uno dei tanti portali presenti sul web che raccolgono centinaia di annunci di lavoro.
Opuscolo a disposizione della Polizia di Stato: Occhio ai truffatori

E per finire veramente ricordatevi sempre:

Diffidate dagli annunci che vi offrono cifre ragguardevoli, allettanti, la crisi è ovunque, non solo in italia. Gli stipendi si sono dimezzati all'estero rispetto a pochi anni fa. Le cifre che si potevano guadagnare una volta in paesi come il Qatar o Arabia Saudita oggi sono irraggiungibili. Diffidate se sembra tutto molto semplice e bello, nella realtà non lo è mai, nemmeno quando va tutto a buon fine.
E non fornite MAI a terzi (conosciuti o sconosciuti) i vostri dati bancari via internet, postali o password e numeri per accedere al credito! 

Sotto trovate la copia della lettera ricevuta dal mio amico di cui accenno all'inizio. Da notare il riguadro rosso e la freccia rossa. 
E, a proposito, il logo del Dorcester fu modificato qualche anno fa, probabilmente i truffatori non lo sapevano...
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