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2012/11/08

Attenzione ai Comportamenti: La Diffamazione Online

Internet e molti servizi on line consentono di esprimere il proprio pensiero in molteplici modi: si pensi a social network come Facebook e Twitter oppure a siti di giornalismo partecipativo, e così via.

Però, a volte esprimere la propria opinione può comportare conseguenze spiacevoli se si superano alcuni limiti: quali sono?

Quando, on line, si arriva a commettere il reato di diffamazione?
Quando possiamo parlare di una vera e propria diffamazione a mezzo Internet?

La diffamazione colpisce tutti!

Dal Codice Penale Italiano (ultima edizione disponibile online)

Art. 594 Ingiuria
Chiunque offende l'onore o il decoro di una persona presente è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a euro 1032. Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto mediante comunicazione telegrafica o telefonica, o con scritti o disegni, diretti alla persona offesa. La pena è della reclusione fino a un anno o della multa fino a euro 2065, se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato.
Le pene sono aumentate qualora l'offesa sia commessa in presenza di più persone (NdR: come per esempio in un forum).

Art. 595 Diffamazione
Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1032. Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065. Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità (NdR: incluso quindi un forum pubblico), ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a euro 4130. Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate.

Oggigiorno è normale passare parte della propria vita digitale su forum, gruppi di discussione e social network (come Facebook), che ormai rappresentano a tutti gli effetti strumenti di espressione della propria personalità. In questi ambienti virtuali spesso si parla, come al bar, dei più svariati argomenti, talvolta anche in modo approssimativo facendo poca attenzione a ciò che si scrive e dimenticandosi che il forum, a differenza della chat, è uno strumento asincrono (in quanto i messaggi vengono scritti e letti in momenti diversi) che lascia la comunicazione per sempre, o quasi, in rete.
Raccontare l’opinione che si ha di un individuo o ancor di più delle esperienze negative su un prodotto o un servizio, è un atteggiamento che non piace, soprattutto alle aziende, che fanno del parere degli utenti il cavallo di battaglia del proprio web-marketing.

D’altra parte è anche vero che trattandosi di discussioni che avvengono online, molti utenti coperti dal loro nick-name e forti del fatto di trovarsi dietro a un computer, si lasciano andare a commenti molto coloriti o accuse del tutto gratuite pensando che la rete sia una zona franca dove sia ancora possibile dire (o meglio scrivere) quello che si vuole. Infatti, capita sempre più spesso che gli autori in buona fede di commenti critici e informali, scritti magari di notte sul forum, siano trascinati in un procedimento penale.

Molti potrebbero obiettare che in Italia e soprattutto su Internet, ognuno è libero di esprimere la propria opinione e che scrivere sui boards rientra nel più ampio esercizio della libertà di pensiero.
In realtà non è del tutto vero, facciamo chiarezza!
La diffamazione è un reato strettamente connesso alla persona e al diritto all'onore di cui ogni individuo è titolare ed è previsto dall’articolo 595 c.p. (vedasi citazione sopra).

Esso dispone che chiunque, fuori dai casi di ingiuria, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1.032,00 €. Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a 2.065,00 €. Quindi mentre il reato di ingiuria previsto dall'articolo 594 c.p. punisce chiunque offende l'onore o il decoro di una persona presente, il reato di diffamazione punisce chi offende l'altrui reputazione in modo "indiretto" parlando con più persone e riferendosi, appunto, a una persona che non è materialmente presente.

Trascuriamo i casi in cui ci si può trovare di fronte a un concorso di reato e soffermiamoci solo sulla diffamazione che può realizzarsi in due modi, a "mezzo di stampa telematica" o a " mezzo di Internet". Del primo caso si è già parlato molto sui media nazionali, sia a seguito delle sentenze riguardanti la responsabilità di riviste telematiche, sia tra molte polemiche per il caso del blog sottoposto a un regime equivalente (Trib. Aosta 26/05/2006). Oggetto di questo post, invece, è l’ipotesi che può capitare all'utente comune quando scrive su un forum o su un newsgroup per sua passione o interesse personale.

Il terzo comma dell’articolo 595 c.p contempla la diffamazione online come circostanza aggravante della diffamazione perchè realizzata tramite internet che viene considerato un mezzo di pubblicità, perchè idoneo e sufficiente a trasmettere un messaggio diffamatorio a una pluralità di soggetti. Perchè il reato si realizzi è richiesta la presenza necessaria e contemporanea dei seguenti elementi: l'offesa alla reputazione di un soggetto determinato o determinabile, la comunicazione di tale messaggio a più persone e la volontà di usare espressioni offensive con la consapevolezza di offendere (c.d. dolo generico).

La reputazione è l'interesse tutelato da parte del legislatore e viene intesa come quella stima di cui l'individuo gode in seno alla società per le caratteristiche che gli sono proprie. Per ledere la reputazione quindi sono necessarie espressioni non vere, offensive, denigratorie o espressioni dubitative, insinuanti, allusive, sottintese, ambigue, suggestionanti, se per il modo con cui sono dette fanno sorgere nel lettore un plausibile convincimento sull’effettiva rispondenza a verità dei fatti falsi narrati. La vittima oggetto della diffamazione deve essere invece una persona determinata o determinabile. L'individuazione dell'effettivo destinatario dell'offesa è condizione essenziale ed imprescindibile per attribuire all'offesa una rilevanza giuridico-penale.

La diffamazione è un reato istantaneo che si consuma con la "comunicazione a più persone". Trattandosi ad esempio di un forum, tale elemento si realizza con il postare il proprio messaggio e si consuma nel momento e nel luogo in cui i terzi percepiscono l'espressione ingiuriosa e dunque, nel caso in cui frasi o immagini lesive siano state immesse sul web, nel momento in cui il collegamento viene attivato (Cass. pen. Sez. V, 21/06/2006, n. 25875). Da sottolineare come si configuri anche nel caso in cui il board non fosse pubblico ma richiedesse una registrazione per leggere i messaggi.

Ai fini della sussistenza dell'elemento psicologico nei delitti di diffamazione, non è necessaria l'intenzione di offendere la reputazione della persona, ma basta la volontà di utilizzare espressioni offensive con la consapevolezza di offendere. Come è facile notare questo tipo di atteggiamento, direttamente rilevabile in base alle frasi e al significato delle parole oggetto di diffamazione, è uno degli elementi che permette di tracciare il limite tra diritto di critica, tutelato ampiamente dalla libertà di pensiero, e la disciplina delittuosa.

L’articolo 21 della Costituzione dispone che "tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" ma tale diritto incontra dei limiti specifici qualora l'opinione espressa giunga a ledere l'altrui onore e reputazione. Quindi il diritto di critica e la libertà di opinione non possono essere equivocate con la libertà d’insulto, di offesa, di diffamazione dell'altra persona. Un principio costante della giurisprudenza è che la critica, per quanto forte e spregiudicata possa essere, non debba mai diventare insulto, dileggio, disprezzo della persona. Qualora ciò avvenga non si è più in presenza di una critica ma di una diffamazione!

Per ciò che riguarda l’imputabilità non dimentichiamoci che la responsabilità penale è personale, pertanto l’hosting provider che consente agli utenti di accedere ad un newsgroup non può essere ritenuto responsabile per i messaggi che passano attraverso i propri elaboratori. Ciò in quanto il provider si limita a mettere a disposizione degli utenti lo "spazio virtuale" dell'area di discussione e non ha alcun potere di controllo e di vigilanza sugli interventi che vi vengono man mano inseriti (Trib. Lucca, 20/08/2007). Allo stesso modo il gestore del forum sarà, caso mai, responsabile solo della negligenza di controllo oppure per la mancata rimozione del commento denigratorio, dopo che gli sia stato fatto notare ed esso sia realmente offensivo.

Diversamente la giurisprudenza ha avuto modo di individuare anche il confine tra critica e diffamazione che emerge dal rispetto di principi quali la continenza espositiva, la verità e la pertinenza dell’informazione. Pertanto, l’autore di messaggi su forum o newsgroup che con i suoi commenti critichi prodotti o servizi, utilizzando un linguaggio educato, non denigratorio o insinuante senza la volontà e la consapevolezza di offendere, non potrà temere nessun tipo di azione legale rientrando la sua condotta nelle libertà di espressione e di critica garantite dal dettato costituzionale.

Un Forum è sempre un luogo pubblico, dove la gente si trincera dietro un nick e crede o pensa che tutto sia possibile, anche offendere, a creare malcontento e fastidi agli altri utenti, fosse anche contro una sola persona, riconoscibile o meno.
Ciò non toglie che tale persona, cioè chi offende, debba comunque comportarsi secondo le regole del Paese ove risiede. E non mi si venga a dire che magari si risiede all'Estero perchè le norme italiane sono molto blande rispetto a quelle di certe nazioni europee e americane.

Quindi attenti, il rispetto reciproco è la base per una sana discussione, che porti dei validi contenuti e aiuti a chi approccia questo ambiente per sapere, conoscere, dividere, condividere e trarne il massimo giovamento.
Se ritenete che il messaggio di un utente non sia corretto allora scrivetegli in privato e elencategli tutte le vostre ragioni perchè ritenete abbia scritto un messaggio erroneo, sarà poi sua cura correggersi.

Se lo fate voi potreste incorrere in una denuncia penale anche rilevante.

E non pensiate che le autorità non siano in grado di entrare in un semplice forum e cogliere tutti gli aspetti relativi a ciascuno degli utenti, quali nomi e cognomi, email, indirizzi, IP e quant'altro necessario per l'identificazione di chi ha commesso il reato e la conseguente rubricazione alle autorità preposte.
Del resto la Polizia Postale italiana ormai riesce a ottenere tutte le necessarie informazioni anche da un colosso della mistificazione come Facebook.

2012/11/07

La Rompicoglioni

La Rompicoglioni

Il rompicoglioni, o nel caso specifico la rompicoglioni o scassamaroni per non pronunciare un termine volgare che fa rabbrividire le persone è una persona fastidiosa e petulante. 
"Scassare", dal latino "quassare" (intensivo di "quatere", "scuotere") è sinonimo di "rompere", e anche la seconda parte delle due parole si equivale: in entrambi i casi si tratta di organi importantissimi e delicati, anche dal punto di vista simbolico. Nell'apparato riproduttivo maschile risiedono la Potenza e la Fertilità, e dunque il Potere. 

Se poi si pensa che queste "parti nobili" sono fonte di un piacere non da poco, si comprende come chi, come la rompicoglioni, attenta all'integrità e al benessere di esse ci fa il danno più grande che possiamo ricevere. All'inizio la rompicoglioni non si rivela per quello che è. Al contrario, parte bene: è presente, attiva, stimolante. 
Insomma, entra in rapporto. 

Poi però eccede: la rompicoglioni (o "il": il termine, in questa società fallocratica e fallocentrica, è assolutamente bisex) non possiede il senso della misura. Torna continuamente alla carica, senza tener conto del feedback che gli arriva dagli altri. 
Più che il contenuto delle sue argomentazioni, quello che urta della rompicoglioni è la modalità con cui le porta avanti: la sua insistenza diventa inesistenza di possibilità di successo. 

Nonostante la flessibilità e la tolleranza altrui, il suo atteggiamento rompe: "scassa" davvero tutto. Il motto della rompicoglioni è: "repetita juvant". Peccato (per lei) che non sia così: l'insistenza non paga. Quando si dice (o si chiede) qualcosa, è Ok accertarsi che sia stata compresa: ma per questo bastano due volte, non di più. Se poi l'altro non dà corso alla richiesta, è perché non può, o non vuole farlo. Insistere (detto più crudemente: scassare i …..), ottiene il solo scopo di esasperare l'altro, alterando il rapporto (si pensi alle dinamiche genitori/figli). 

Ma se alla gente la rompicoglioni non piace, va detto che la cosa è reciproca: la gente non piace alla rompicoglioni. Lei gli altri non li guarda nemmeno. Se lo facesse, si accorgerebbe che il proprio stile da bulldozer non dà alcun risultato, e cambierebbe strategia. Ma lei non vede niente: va avanti per la sua strada, concentrata esclusivamente su di sé. 

A volte la rompicoglioni dà l'impressione che il suo vero obbiettivo non sia ottenere ciò che chiede in modo insistente, ma non ottenere: o addirittura, essere presa a calci per la sua eccessiva insistenza. Nella sua scarna socialità, la rompicoglioni non deve essere confusa con la determinata, che fa della battaglie di principio che la portano all'isolamento, e qualche volta ad essere soggetta a mobbing.

L'Italiano

Nessuna popolazione di nessun paese dell'area europea si lamenta e si lagna come fanno gli italiani.
All'Italiano medio interessano poche cose, tutte vicine a lui e chiama questo gruppo di cose Italia. Tutto il resto puo' anche scomparire, l'importante che queste cose rimangano. Non esiste Patria, Nazione, Stato o Popolo, non esiste una cultura del Pubblico, del condiviso, del bene collettivo. Non siamo nemmeno un popolo, ma un insieme di famiglie, di citta' al massimo. Siamo l'unico popolo che non si incazza per cose che basterebbero a far capovolgere qualsiasi altro Stato. O meglio, a parole sono tutti incazzati, al bar specialmente, sui social forum o su forum come questo, a parole naturalmente. poi a fatti tutti hanno paura di fare qualcosa, tutti hanno troppo da perdere. Troppo cosa? Una vita vera? Certo, non tutti possono permettersi di mollare tutto e cambiare Paese o Continente, questi "non tutti" sono gli stessi che non provano nemmeno a cambiare il posto in cui sono. Nonostante questo ci si lamenta sempre.

A lamentarsi l'Italiano e' bravissimo. In casa propria come altrove.
L'Italiano e' in grado di adattarsi a tutto, sempre e al peggio ancora. Una situazione che oggi e' di merda e domani lo sara' di piu', non cambiera' di una virgola per l'Italiano, semplicemente perche' non la vede. Non la vede perche' non la vuole vedere.

Io mi sento Italiano, sono nato in Italia. Non condivido pero' quasi niente con queste persone che per anni hanno lasciato in mano di pochi un paese intero, fregandosene se va tutto a puttane e allo stesso tempo riuscendo a far finta che vada tutto bene, nonostante tutto. Un cocktail, una macchina pulita il Sabato sera, una camicia alla moda e un lavoro "sicuro".

Il lavoro sicuro, altra str***ata: semplicemente non esiste piu', e' un concetto superato, andato, vecchio. Anche se hai un contratto, l'azienda puo' chiudere da un momento all'altro.
Gli Italiani sono assolutamente indietro, mentalmente, socialmente, economicamente, su tutto. Qualsiasi infrastruttura, modo di pensare, settore pubblico, modo di fare le cose e' vecchio. I nostri "leader" sono bambini idioti che litigano tutto il giorno per cose inutili e inesistenti e gli Italiani stanno a guardare, a volte, perfino, divertendosi, senza capire che nella vita reale la loro vita se ne sta andando e, quel che e' peggio, quella dei loro figli.
L'Italiano siede davanti alla TV da talmente tanto tempo che ormai non riesce a distinguerla dalla realta'.

Puoi tranquillamente uccidere un Italiano semplicemente mostrandogli una troia nuda che balla durante una moviola e lui stara' fermo e tranquillo a prendersi l'ennesima coltellata. O l'ennesimo c***o in culo, a seconda dei vostri gusti.
E' peggio l'assassino o chi lo copre chiudendo gli occhi?

L'Italiano di oggi sbava per un contratto da ottocento euro al mese senza benefit di alcun genere, credendo di essere arrivato in cima. E' disposto ad archiviare ogni titolo di studio pur di lavorare per qualcuno, credendo anche di fargli un favore. L'Italiano ha paura di uscire dall'Italia come un leone ha paura di uscire dalla gabbia in cui e' cresciuto, anche se trova la porta aperta, sposando il ragionamento "la gabbia almeno e' sicura, la fuori, chi lo sa...". L'Italiano si lamenta di tutto, ma aspetta sempre che qualcuno risolva i problemi al posto suo, perche' farlo in prima persona sarebbe un ulteriore problema.

L'Italiano e' quella famosa rana in quella pentola piena d'acqua che diventa sempre piu' calda.
L'Italiano e' arrivato ad essere orgoglioso dell'Italia (pochi purtroppo) pur non sapendo elencare i motivi per cui esserlo, escludendo il cibo. L'Italiano ignora mille segnali negativi in favore di uno positivo. Quello che i clinici chiamano delirio.

Quando qualche cinese lo mangera' come antipasto salato, allora forse smettera' di lamentarsi. Solo che ormai, qualcuno lo stara' gia' masticando, magari trovandolo perfino mediocre.