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2016/03/12

COME SI DISTRUGGE LA DEMOCRAZIA




Snaturare i referendum e le “primarie” significa uccidere un sistema più moderno e diretto di democrazia, impedire alla gente di esprimersi e costringerla a rimanere sempre più dipendente dai vertici di partito allontanando i cittadini dalla politica partecipata e impedendo che possano esprimersi direttamente sulle persone e le questioni importanti.

E’ un discorso serio e complesso ma che va affrontato perché gli italiani non sono più degli elettori analfabeti o ideologizzati e sono sempre di più quelli che volta per volta vogliono distinguere il valore delle singole persone e sui temi etici scelgono di testa propria, senza essere condizionati - come una volta - dai vincoli e dalle indicazioni di partito.

Il REFERENDUM PROPOSITIVO (e non solo abrogativo) sarebbe un sistema eccellente e democratico per sentire il parere degli elettori, ma va tenuto su temi etici chiari o importanti, su “linee di indirizzo” che il Parlamento dovrebbe poi osservare varando leggi conseguenti, non umiliando il sistema referendario che si sta riducendo solo a pareri su questioni di nessun interesse. 

Vi sembra logico spendere centinaia di milioni di euro per votare il 17 aprile sul “Divieto di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in zone di mare entro dodici miglia marine. Esenzione da tale divieto per i titoli abilitativi già rilasciati. Abrogazione della previsione che tali titoli hanno la durata della vita del giacimento” ? A parte la grammatica claudicante non si capisce nulla della questione e come potrebbero mai i cittadini comuni esprimere un parere sensato su una materia così tecnica? 

Alla fine voterà meno del 20% degli elettori, non si raggiungerà il quorum e quindi il referendum sarà nullo, ma intanto si saranno buttati tempo e denaro. 

Aspetti che non sfiorano una Magistratura sofista che riesce a cancellare tutte le questioni vere per ammettere il voto solo questioni del tutto marginali e questa insensibilità di Magistrati in ermellino la dice lunga sul perché dei problemi del nostro paese. 

Oltretutto il prossimo referendum ha aspetti surreali: la mia regione non si affaccia neppure sul mare, quindi su cosa mai dovrei votare? 

E cosa volete capiscano del quesito gli italiani residenti in Australia o in Argentina, pure loro chiamati a queste dispendiosissime elezioni? (Già, votano anche loro!)

Ma perché i cittadini non dovrebbero piuttosto esprimersi su ben altre questioni, tipo se vogliono o no una repubblica presidenziale, se condividono la nuova legge elettorale, se accettano la porcheria delle liste bloccate con l’eliminazione del Senato. Oppure, perché non si vota sulla eliminazione delle regioni a statuto speciale, il federalismo fiscale, la riduzione dei parlamentari, la responsabilità dei magistrati, le coppie di fatto ecc.ecc. 

Questi sì che sarebbero temi “di indirizzo” importanti e che una nuova Costituzione dovrebbe poi recepire, non un semplice “si” o “no” a un testo costituzionale già preconfezionato – come saremo chiamati a votare in autunno - dove ci sono ovviamente cose buone e meno buone ma che fatalmente diventerà uno scontro politico pro o contro Renzi, pro o contro il PD e quindi non terrà conto della sostanza? 

Una Costituzione deve durare nei decenni, che senso ha il “prendere o lasciare” su un testo votato da un Parlamento tra l’altro delegittimato (perché dichiarato incostituzionale il sistema elettorale che lo ha eletto) e per di più da parlamentari che spesso hanno cambiato bandiera passando da uno schieramento all’altro solo nella speranza di auto-conservarsi?

Ancora più incredibile che per il referendum costituzionale non servirà neanche il “quorum” (che ci vuole invece per le trivelle in Adriatico!) ovvero basterà una minoranza per decidere per tutti e così cambiare la Costituzione: ma vi sembra logico?

LE PRIMARIE sono un altro sistema per permettere di individuare candidati a sindaco graditi agli elettori, ma quello che sta succedendo è semplicemente vergognoso, sia a destra che a sinistra. 

Eppure le primarie sarebbero utili visto che con l’attuale sistema elettorale amministrativo il sindaco dovrebbe avere un ruolo sganciato dai partiti che invece vogliono condizionare ogni aspetto della vita comunale e quindi è importante avere dei candidati che rappresentino la realtà del corpo elettorale..

Ma le PRIMARIE fatte così sono assurde con il PD si sta auto-massacrando cadendo nel ridicolo e è triste vedere il maggior partito italiano che a Napoli sia in evidente collusione con gentaglia che ne falsa il risultato, mentre a Roma migliaia di schede bianche vanno e vengono dai conteggi solo per dimostrare una falsa partecipazione al voto un po’ meno scarsa della desolante realtà. 

Non che a destra si stia meglio: Berlusconi le “primarie” non le ha mai volute, a nessun titolo e a nessun livello, ma il suo “voglio – posso - comando” ha ormai fatto il suo tempo, anche se lui evidentemente non se ne rende conto. 

Anche per questo milioni di elettori restano poi a casa sconfortati, prendendo atto di contare meno di una zoccola che passeggi dalle parti di Arcore.

Nel caos e senza regole condivise tutti si inventano allora le consultazioni “fai da te” con risultati scontati in stile Corea del Nord, ricorsi, candidati sconfitti che corrono comunque per conto proprio. Risultato? Spappolamento degli schieramenti, moltiplicazione dei candidati e nessuna loro vera credibilità. 

Non solo, nei piccoli centri si è scoperto che chi si candida a sindaco - anche prendendo pochi voti e sapendo in partenza di perdere - ha comunque più possibilità di diventare almeno consigliere comunale e quindi di fatto ovunque è tutto un fiorire di auto-candidature.

Un gioco generale al massacro che alla fine premia marginalmente i partiti d’opinione che possono candidare chiunque sapendo che con la loro quota di voti “politici” possono sperare di andare al ballottaggio e poi magari addirittura vincere perché tra i pochi che votano al secondo turno, sempre di meno, prevale l’antagonismo del “contro” (tipo che chi è di destra vota Grillo per far perdere il PD, e viceversa). 

Risultato? Candidati di poca credibilità e nessuna capacità, crisi senza fine delle istituzioni e lenta agonia della democrazia. Sono cose di cui tutti ci accorgiamo ogni giorno, ma sembra che non ci sia più nessuno che veda queste cose e abbia un minimo di contatto con gli italiani normali.

CI STANNO FREGANDO, SAPPIATELO

2016/02/21

Maro', 4 Anni!


Il 19 febbraio sono trascorsi esattamente QUATTRO ANNI da quando i nostri due marò sono bloccati dalla “giustizia” indiana. Quattro anni di privazione preventiva della libertà senza neppure che a oggi siano state formulate contro di loro delle accuse chiare e circostanziate, un capo d’accusa e tantomeno si sia svolto un processo.

E’ inaudito che l’Italia si stia facendo prendere in giro in questa maniera non solo dopo aver svenduto ogni credibilità internazionale, ma soprattutto dopo essere stata fatta fessa per quattro anni da governanti indiani evidentemente molto più astuti dei nostri responsabili politici.  

Basta, per favore,  con i belati di certe fanciulle che – come la Mogherini – due anni fa ci raccontarono “Li riporteremo a casa”: questa è una vergogna mondiale che a causa di politici incompetenti sta coprendo di ridicolo il nostro paese. 

Immaginatevi se gli indiani avessero sequestrato due militari statunitensi, russi od israeliani! Ma noi ci siamo abituati a tutto, non abbiamo un minimo di spina dorsale, di decisione… per questo già sappiamo già che finirà debitamente insabbiata e nel nulla anche l’inchiesta sul nostro connazionale ucciso recentemente al Cairo. 

2016/02/08

Le verità nascoste di Schengen



Le immagine drammatiche che accompagnano i vari TG non possono lasciarci indifferenti e troppo semplicistica è l’opzione di sbarrare (ma regolarmente solo a parole) le frontiere europee. Abbiamo a che fare con esseri umani come noi e il dovere dell’accoglienza è sacro. L’Europa deve saper accogliere, ma proprio per poterlo fare deve darsi organizzazione, fondi e imponendo delle regole, facendole poi applicare e i governanti – a cominciare da quelli italiani – devono togliersi dalla testa l’idea di fare i furbi. Viviamo in una realtà simile a quando si scatena il panico in una sala chiusa: se scappano tutti insieme verso le uscite la gente si schiaccia da sola, se il deflusso è ordinato tutti si salvano.

Bloccare Schengen allo stato attuale significherebbe – al di là della retorica sui sentimenti europei - che l’Italia continuerà ad accogliere un illimitato numero di migranti dal “fronte sud” (e tra poco probabilmente anche dall’Adriatico), migranti che troveranno sbarrate le vie del nord e quindi – respinti – rimarranno in Italia. La prima cosa da fare è quindi decidere o almeno cercare di concordare una linea comune, ma poi soprattutto applicarla.

Se stabiliamo che in Europa devono arrivare solo profughi “politici” bisogna informare tutti gli altri che non saranno più ammessi, ma allora poi gli altri - purtroppo - bisogna veramente respingerli, e non lasciarli quindi partire. Gli oppositori a regimi totalitari (i “politici”) se invece saranno ammessi vanno “verificati” fuori dall’Europa ed incanalati in modo organizzati. Giusto quindi aiutare la Siria e creare l’ “avamposto” in Turchia e/o i centri di identificazione, ma chi non dà le sue generalità controllabili e complete deve sapere prima che non verrà accolto.

A monte il problema è comunque ridurre il numero dei profughi e per fare questo deve risorgere una Europa “politica” ovvero capace di trattare e discutere nel proprio interesse con i vari governi “esterni” a cominciare dalla Siria. E’ criminale sollecitare le guerre civili interne (Libia, Siria) e poi lamentarsi delle conseguenze. Intanto prendiamo atto una volta per tutte che la democrazia e il metodo parlamentare non sono sempre è merce esportabile, che l’ISIS se ne frega di queste cose e quindi imporre i nostri canoni di pensiero agli estremisti religiosi e fanatici è semplicemente impossibile.

In questo quadro l’Italia ha per anni fatto la furbetta sperando che i migranti – incontrollati – sparissero poi al più presto verso Nord e passando così ad altri il problema. Gli altri paesi non sono stupidi e non ci stanno più, ci chiedono di identificare chi arriva (il che tuttora non sempre si fa) e farlo concretamente, non a chiacchiere. A oggi non stiamo riuscendo ma neppure vogliamo riuscirci anche perché è nato e cresciuto il “business del profugo”, la malavita siciliana ci sta sguazzando da un pezzo sui transiti e sulla pelle dei poveracci e non è stato mai lanciato chiaramente l’avviso “Non si entra”, facendolo applicare.

Deve valere questo per i migranti “economici”, termine spaventoso per indicare quelli che comprensibilmente cercano un futuro migliore, ma senza alcun altro titolo per farlo. Certo sono essere umani con i loro diritti ma se si stabilisce che non sono ammessi se non in numero prefissato devono capire che per emigrare bisogna rispettare quote e caratteristiche, basta con l’anarchia.