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2013/09/17

Fuga di massa da Tokyo, città radioattiva come Fukushima

La fotografia non si riferisce a Tokyo ma a Hiroshima (con l'accento sulla o), l'unica città insieme a Nakasaki ma in forma minore, che abbia subito danni importanti da radiazione nucleare (oltre allo scoppio di una bomba H la prima al plutonio la seconda). Nella foto si vede la prefettura di Hiroshima, ipocentro dell'esplosione nucleare. Non molto distante da li, esattamente dove la foto è stata scattata c'è una casa, al tempo casa di passaggio per i viaggiatori, oggi testimone di un evento distruttivo. sta ancora li, dopo 68 anni. A Hiroshima nella primavera del 1946, 8 mesi dopo lo scoppio, sono rifioriti gli alberi, i ciliegi che vedete a sinistra nella foto. Segno inequivocabile che la vita riprende anche dopo un evento nucleare grave.


Una premessa è d’obbligo, non è mia abitudine utilizzare il blog per rispondere pubblicamente agli articoli di altri blog o giornali, questa in effetti è la prima volta che lo faccio in modo così diretto, ma ho deciso di fare uno strappo alla “regola” perché, dopo oltre 2 anni di distanza dallo tsunami che ha sconvolto il Giappone e dall’incidente di Fukushima, mi da il voltastomaco vedere gente che non ha ancora smesso di speculare sulla paura e sull’ignoranza. 

Debbichan, nota ad alcuni lettori del Fatto Quotidiano col nome di Debora Billi  è una fra i tanti “giornalisti da riporto” che in questi anni si sono dati da fare per “informare” gli italiani sulla situazione in cui si trova il Giappone post-Fukushima. Quello “da riporto” è l’esemplare di giornalista più diffuso in Italia, che invece di trovare delle vere notizie si limita a riportare le cose scritte da altri giornalisti, che a loro volta riportano cose riportate da altri, in un lungo “passaparola” nel quale a ogni passaggio la notizia (o non-notizia) viene re-interpretata diventando sempre più surreale. Di recente ha fatto il boom sui social network (dove è di moda condividere informazioni senza verificare se siano vere o false) un articolo di Debbichan dal titolo “Nucleare: Tokio ‘irradiata’ quasi quanto Fukushima?“.

Il titolo già di per se è fantastico, ci da una grande lezione di giornalismo: non diamo una notizia ma piuttosto facciamo una domanda ai lettori in modo da catturare la loro attenzione! Quest’anno Godzilla attaccherà Tokyo? L’imperatore del Giappone e Ultraman sono la stessa persona? La salsa di soia rimpiazzerà il petrolio? Il tocco dell’artista consiste nell’usare una parola ad effetto, anche se priva di reale significato, come “irradiata”… però mettiamola fra virgolette così nessuno avrà nulla da ridire! Debbichan è astuta come una faina, la sa più lunga di tutti! E se questo è solo il titolo, chissà cosa ci riserva l’articolo…

Fuga da Tokyo: nel silenzio generale dei media, la capitale giapponese scopre di essere gravemente contaminata dalle radiazioni della centrale nucleare di Fukushima, al punto da aver provocato l’anomalo surriscaldamento del suolo e del fondale marino. Notizie sconcertanti, che Debora Billi ricava dal “Washington Blog”, una delle fonti americane più informate sui fatti di Fukushima: il newsmagazine statunitense ha sempre riportato in tempo reale, fin dai tempi del disastro, le anticipazioni del giapponese “EneNews”. Alla fine del 2012, il “Washington Blog” fa il punto sulla situazione a Tokyo proprio in base ai moltissimi dati di “EneNews”, giungendo ad una serie di inquietanti conclusioni. Una su tutte: nella baia di Tokyo, il cesio è persino più alto di quello di Fukushima e quasi tutto il fondale del mare che bagna la capitale nipponica sarà contaminato entro il 2014.

«Tokyo – prosegue Debora Billi, citando i due media indipendenti – sta continuando a subire un fallout radioattivo 5 volte superiore a quello delle prefetture più vicine a Fukushima». Secondo il “Japan Times”, l’area metropolitana di Tokyo è una bomba a tempo: «Gli esperti avvisano dell’accumulo della contaminazione da Fukushima, e del potenziale disastro al secondo più grande lago giapponese». Poi il suolo: il terreno di Tokyo è così caldo che dovrebbe essere mandato in una discarica per rifiuti speciali, sostengono i tecnici. «Secondo un esperto giapponese – aggiunge la Billi – oltre alla fuga dalle prefetture vicine a Fukushima, sempre più cittadini stanno abbandonando Tokyo». La “fuga” dalla capitale del Sol Levante sarebbe ormai un fenomeno riscontrabile: gli abitanti della megalopoli ormai hanno paura e non si fidano più della verità ufficiale.


“Gli abitanti di Tokio cominciano a fare i conti con le conseguenze dell’apocalisse di Fukushima, e molti fuggono dalla città”. Un momento, un momento… ho letto bene? L’articolo è datato 30 dicembre 2012, quindi a quasi due anni dall’incidente, con Tokyo in completa sicurezza (è riconosciuto da tutte le misurazioni della radioattività, sia quelle ufficiali che quelle indipendenti, che a Tokyo non vi è alcun pericolo), la gente avrebbe cominciato a fuggire dalla città? Non so se Debbichan abbia mai messo piede a Tokyo in vita sua, ma vi posso garantire che da li nessuno sta scappando.

“Tokio sta continuando a subire un fallout radioattivo 5 volte superiore a quello delle prefetture più vicine a Fukushima”. Tralasciando il fatto che continua a scrivere “Tokio” invece di Tokyo, questa sul fallout è veramente grossa. Quali sarebbero i dati a sostegno di un’affermazione così forte e incredibile? Non ci è dato saperlo, infatti non viene citata nessuna prova e nessuna misurazione che possa dare un minimo di credibilità a quanto scritto.

“Il terreno di Tokio è così caldo che dovrebbe essere mandato in una discarica per rifiuti speciali”. Ma cosa significa così “caldo”? Esiste qualche misurazione che provi che il terreno di Tokyo è radioattivo? Non ci è dato saperlo, anche in questo caso Debbichan la spara grossa ma non ci spiega quali sono le misurazioni che dimostrerebbero questa presunta contaminazione.

“Secondo un esperto giapponese, oltre alla fuga dalle prefetture vicine a Fukushima, sempre più cittadini stanno abbandonando Tokio”. L’esperto giapponese ha un nome e cognome o è un Mr. X a caso? Da Tokyo non mi risulta stia scappando nessuno, sono tutti li, c’è qualche dato che dimostra che i cittadini di Tokyo stiano fuggendo? Provate ad indovinare… non ci è dato saperlo, Debbichan si impegna a spararne una più grossa dell’altra, ma non cita nessun nome e nessun numero, l’unica fonte riportata è quella di un sito web americano chiamato “Washington Blog“.

Duro il mestiere del giornalista, vero? Mettiamoci a leggere un po’ di blog stranieri e quando troviamo una “notizia” che ha un buon potenziale per vendere copie o per portare visitatori sul sito facciamo una bella traduzione dall’inglese all’italiano senza porci il problema di verificarne l’attendibilità, ovviamente aggiungendo qualche personale interpretazione per dare più colore alla storia e tenere i lettori col fiato sospeso.

“I residenti dell’area di Tokio riportano sempre più frequentemente la presenza di cisti e noduli, mentre i dottori minimizzano”. Questa è la più grossa che potesse scrivere, ormai abbiamo capito che di citare qualche dato non se ne parla, ma come si fa a minimizzare qualcosa che non esiste? Nessuno a Tokyo si sognerebbe di affermare che cisti e noduli sono in aumento, a meno di due anni dall’incidente. Anche se, per assurdo, prendessimo per buone le tesi di Debbichan, in seguito ad una contaminazione ci vorrebbero diversi anni prima che comincino a manifestarsi patologie causate dalle radiazioni, e ci vorrebbe ancora più tempo per avere a disposizione dati statistici che dimostrino un’effettivo incremento di queste malattie. Quindi i dottori chiamati in causa, che cosa minimizzano?

“Secondo gli scienziati giapponesi, il quantitativo di radiazioni è “salito in modo significativo” nell’area di Tokio dopo Fukushima”. Lungi da me considerarmi al pari di “scienziati giapponesi”, non meglio identificati, ma se cercate dei dati sulla radioattività di Tokyo ve li posso dare anche io. In questi anni sono state fatte migliaia di misurazioni praticamente in ogni angolo della città, sia da enti governativi che da associazioni indipendenti, oltre che da singoli cittadini. I dati sono disponibili online, e dicono tutti pressapoco la stessa cosa, la radioattività di Tokyo è tutt’oggi a livelli più bassi della gran parte del territorio italiano, è infatti compresa fra 0,02 e 0,08 microsievert/ora. La radioattività di Roma, per fare un esempio, si approssima sui 0,25 microsievert/ora, notevolmente superiore a quella rilevata nella capitale giapponese.

Potrei andare avanti ancora molto ma direi che può bastare, c’è solo un dubbio che rimane: perché mai Debbichan ha deciso di scrivere tutte queste falsità? Che cosa avrebbero da guadagnarci lei e quelli come lei, che diffondono informazioni false sui giornali e sul web?

La ragione si chiama audience, ve lo spiego in due righe conclusive. Se avete un blog provate a scrivere un articolo dal titolo “A Tokyo regna la normalità” e condividetelo sui social network. Poi scrivetene un altro con il titolo “Fuga di massa da Tokyo, città radioattiva come Fukushima” e fate la stessa cosa. Quale dei due secondo voi riceverà più click, like e condivisioni, portando tantissimi visitatori sul sito?

Evviva il web!

fonte italiajapan.net

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