Nove giorni e nessuna risposta alla domanda con la D maiuscola: chi, la sera di sabato 25 febbraio, ha deciso che, ad uscire in mare per controllare quel barcone segnalato da un aereo di Frontex nel mare Ionio, dovessero essere le motovedetta della Finanza e non i mezzi specializzati della Guardia costiera?
Chi ha deciso che, per quella che era in tutta evidenza una imbarcazione che trasportava migranti, doveva essere avviata una operazione di polizia e non di soccorso?
Prima alla Camera e poi al Senato, strappando una standing ovation che stride (quantomeno) con la gravità della vicenda, Matteo Piantedosi non chiarisce assolutamente nulla sulla catena di comando che, nelle sei ore antecedenti al naufragio di Cutro, avrebbe potuto cambiare le sorti di quel barcone lasciato solo nel mare in tempesta con il suo carico di 180 vite, più di metà delle quali andate perdute.
Si autoassolve il ministro dell’Interno, non spiega, partecipa allo scaricabarile di Stato che fa risalire alla segnalazione di Frontex tutte le scelte fatte nelle ore successive. E, soprattutto dà risposte che, oltre ad ignorare prassi consolidate nel soccorso in mare, sono palesemente false.
Una su tutte: “L’attivazione di un soccorso – afferma Piantedosi - non può prescindere da una segnalazione di una situazione di emergenza. Solo ed esclusivamente se c'è tale segnalazione, si attiva il dispositivo Sar. Laddove, invece, non venga segnalato un distress, l'evento operativo è gestito come un intervento di polizia. È esattamente quanto avvenuto nel caso in questione".
Ignora evidentemente il ministro dell’Interno non solo le regole del Piano Sar, riscritto dalla ex ministra dei Trasporti Paola De Micheli nel 2021 e attualmente vigenti, ma ignora soprattutto quella che da anni è una delle linee guida indiscusse della Guardia costiera, sancita peraltro da innumerevoli sentenze della magistratura: e cioè che tutte le imbarcazioni che trasportano migranti “devono essere considerate subito in distress, in ragione del fatto che sono sovraccariche, inadeguate a percorrere la traversata, prive di strumentazione e del personale competente”.