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2015/04/21

Rifugiati


L'onda della marea dei rifugiati, non un semplice passo di oche selvatiche, gli occhi di carbone nei vagoni merci, le facce smunte, e in particolare lo sguardo fisso dei bambini emaciati, gli enormi fardelli che traversano i ponti, gli assali che cricchiano con un suono di giunture e di ossa, la macchia scura che passa le frontiere sulle carte geografiche e ne dissolve le forme, come succede ai corpi dei morti dentro le fosse di calce, o come fa il pacciame luccicante che si disfa sotto i piedi in autunno nel fango, mentre il fumo di un cipresso segnala Sachenhausen, e quelli che non stanno sopra un treno, che non hanno muli o cavalli, quelli che hanno messo la sedia a dondolo e la macchina per cucire sul carretto a mano perché da tempo le bestie hanno lasciato i loro campi al galoppo per tornare alla mitologia del perdono, alle campane di pietra sui ciottoli della domenica e al cono della guglia del campanile aranciato che buca le nubi sopra i tigli, quelli che appoggiano la mano stanca sulla sponda del carro come sul fianco del mulo, le donne con la faccia di selce e gli zigomi di vetro, con gli occhi velati di ghiaccio che hanno il colore degli stagni dove posano le anitre, e per le quali c'è un solo cielo e una sola stagione nel corso di un anno e è quando il corvo come un ombrello rotto sbatte le ali, si sono tutti ridotti alla comune e incredibile lingua della memoria, e questa gente che non ha una casa e nemmeno una provincia parla delle fonti limpide e parla delle mele, e del suono del latte in estate dentro le zangole piene, e tu da dove vieni, da quale regione, io conosco quel lago e anche le locande, la birra che si beve, e quelle sono le montagne dove riponevo la mia fede, ma adesso sulla carta, che è simile a un mostro, altro non si vede che una rotta che ci porta verso il Nulla, anche se sul retro c'è la veduta di un posto che si chiama la Valle del Perdono, dove il solo governo è quello dell'albero dei pomi e le forze schierate dell'esercito sono gli striscioni di orzo all’interno di umili tenute, e questa è la visione che a poco a poco si restringe dentro le pupille di chi muore e di chi si abbandona in un fosso, rigido e con la fronte che diventa fredda come le pietre che ci hanno bucato le scarpe e grigia come le nuvole che, quando il sole si leva, si trasformano subito in cenere sopra i pioppi e sopra le palme, nell'ingannevole aurora di questo nuovo secolo che è il vostro.

(Derek Walcott)

2015/04/16

La Guerra delle Parole


In Italia stiamo vivendo un esempio lampante di come la realtà sia ben diversa da come viene fatta apparire. 


Matteo Renzi, per esempio, è sicuramente persona in gamba, ma soprattutto è capace di trasmettere sensazioni. Parla un italiano semplice e diretto, affronta i problemi con parole condivisibili, porta immediatamente a sottolineare la sua presunta diversità con un mondo politico pieno di muffa e ragnatele. Da applausi.

Se poi si va seriamente a controllare l’esito delle promesse, lo stato vero dell’economia, le leggi approvate oppure no dal governo rispetto a quelle promesse il risultato è ben diverso, ma il messaggio collettivo che passa è quello di una “novità positiva” perché è questo il messaggio che appunto viene fatto passare dai media. 

Il caso più straordinario è quello della nuova legge elettorale che è profondamente antidemocratica, ma pochi lo dicono e quasi nessuno lo ha capito. Per esempio mai Berlusconi avrebbe potuto presentarla: sarebbe stato tacciato di dittatore al primo vagito, ridicolizzato, inchiodato dalla Magistratura.

Per Renzi è l’opposto: tuttora non ho ascoltato un dibattito approfondito e preciso che spieghi agli ascoltatori le conseguenze concatenate di una riforma che metterà nelle mani di uno solo (Renzi) il potere politico e il controllo sul governo, il parlamento, la magistratura, la presidenza della repubblica, le nomine pubbliche. Nessuno che accenni a palesi incompatibilità di equilibrio democratico.

E’ il risultato di una “guerra delle parole” ben condotta e di cui sempre la sinistra è maestra controllando anche la RAI, i programmi di approfondimento, i maggiori quotidiani, le radio, il mondo della scuola, la stessa magistratura.

D'altronde – anche in questa occasione - il centro-destra non può che piangere su sé stesso. Solo oggi Forza Italia sostiene che le riforme elettorali e costituzionali non vadano bene, dimenticando che è stata proprio FI a permetterne l’approvazione al senato – tre mesi fa – concedendo “gratuitamente” i propri voti determinanti: Renzi – cinico – ne ha approfittato illudendo gli azzurri sull’elezione del Presidente della Repubblica salvo poi scaricare il Cavaliere come un taxi a fine corsa.

Non solo: la spregiudicata manovra di Renzi ha diviso il centro-destra, affossato FI, distrutta l’immagine del Cavaliere tra polemiche, scissioni ed abbandoni. Un esempio da manuale su come si combatta e si vinca in politica dove Renzi è oggi protagonista assoluto, praticamente senza avversari, chissà per quanto tempo. 

Il governo è palesemente insufficiente (o complice) nei rapporti con i “poteri forti” , le grandi lobby che a dispetto dei proclami continuano a fare i loro affari. Il prezzo della benzina in Italia è il più caro d’Europa nonostante il crollo del prezzo del petrolio, così come le assicurazioni, molti servizi, l’energia, le società autostradali. 

Un esempio? Cantone (che dovrebbe essere una specie di censore degli sprechi, ma è ascoltato solo quando conviene) poche settimane fa è stato molto chiaro sulla proroga delle concessioni autostradali introdotta a forza con il decreto sblocca-Italia, sottolineando che andrebbero fatte delle gare per garantire la concorrenza, le pari opportunità per le aziende e le migliori condizioni per lo stato e gli automobilisti. Una opinione sottolineata già nell'ottobre 2014 anche dalla Banca d'Italia, e dall'autorità della concorrenza e dei trasporti. Nonostante questo, il governo Renzi ha tirato dritto non solo concedendo a gennaio nuovi ed ingiustificati aumenti dei pedaggi (+ 70% in 14 anni), ma ponendo le premesse per un regalo da 16 miliardi (una intera finanziaria!) agli attuali concessionari nessuno dei quali è tale per aver vinto una gara. Ecco questioni su cui non indaga nessuno…


2015/04/10

BLUFF

Vi ricordate quei giocatori con le tre carte che stazionavano davanti agli Autogrill per alleggerire i fessi di passaggio che - puntando diecimila lire - dovevano indovinare dove stava la carta vincente ma perdevano sempre, complice la velocità di girare le carte e il “palo” che faceva da sponda?

Me li hanno ricordati Matteo Renzi presentando la sua fantastica manovra economica che è stata presentata come un successo dove vincono tutti, non perde nessuno e “I sacrifici sono terminati”.

E’ in fondo lo stesso gioco delle tre carte: lo Stato taglia ai comuni e sostiene “non aumento le tasse”, però poi gli aumenti sono costretti a farli gli Enti Locali per non finire in dissesto e mantenere il patto di stabilità e così alla fine il cittadino perde sempre. 

Solo nel 2014 con QUESTO governo la tassazione fiscale è infatti aumentata di un altro 1% rispetto ai redditi complessivi, record assoluto e superando - secondo l’ISTAT - il 50% di tutto il valore dell’intera ricchezza prodotta dalla nazione. 

La stampa e la TV stanno al gioco di Renzi e fanno da “palo” evitando di porre domande imbarazzanti forse perché sono in vista le elezioni regionali, “Tutto va bene madama la marchesa” e il giochino deve continuare.