Un’altra bruttissma notizia per la nostra comunità umana e politica: Alvaro Bocchini, storico segretario della sezione del Movimento Sociale Italiano di Colle Oppio, “Istria e Dalmazia”, se ne è andato prematuramente. Era nato nel 1949 e le esequie dsi sono tenute ieri nella parrocchia di San Giovanni Leonardi al Casilino. Inoltre, dal 1976 al 1981 ha lavorato presso il quotidiano Secolo d’Italia, e era amato e benvoluto da tutti. Sposato con Nicoletta Grossi, anche lei storica esponente missina, ha avuto tre figli. Alvaro lavorava al comune di Roma, nella sede di via Prenestina. Alvaro fu segretario della Colle Oppio, proprio negli anni di piombo, quando l’estrema sinistra riteneva che uccidere un fascista non fosse reato: innumerevoli furono gli assalti, le bombe, gli incendi perpetrati dagli intolleranti della sinsitra contro la sede. Ma essa è ancora lì, anche oggi, grazie all’impegno e al coraggio di ragazzi come Alvaro.
Voglio pubblicare la bellissima lettera che i figli hanno scritto per Alvaro e letto in chiesa:
Dì qualcosa, sto rinunciando a te. Sarò l’unico per te se tu mi vorrai. Ti avrei seguito ovunque. Dì qualcosa, sto rinunciando a te. Inciamperò e cadrò e sto ancora imparando ad amare.
Cosi recita una bellissima canzone che mille volte mi ero promesso di imparare per poterla cantare nel momento di dirti addio. E allora eccoci qui, in quel momento, solo che io non sono pronto e non ho imparato la canzone, perché in fondo in questo momento non mi ci sarei mai voluto trovare.
Eppure sapendo che prima o poi sarebbe arrivato, ho pensato centinaia di volte a cosa avrei detto nel momento in cui ti avrei dovuto dire addio per provare a condividere il mio dolore con gli altri, ho pensato diverse volte a quale sarebbe stato il comportamento da dover tenere per far finta di essere forte e sorreggere gli altri nascondendo il dolore interno, ho pensato molte volte a come e quando suonarti e cantarti questa canzone, ho pensato mille volte a come sarei dovuto arrivare pronto ad affrontare il tuo addio. Ma la realtà è che io ora in questo momento non sono pronto.
Ora che sono qui, davanti a te, la verità è che il dolore è così strettamente proporzionale all’amore che ho per te, che non c’è lettera che possa solo anche minimante provare a spiegare quanto quell’amore sia immenso e di conseguenza il dolore cosi devastante,che non c’è recita che tenga per nasconderlo, non c’è canzone che spieghi il perché, non c’è previsione che ti possa preparare ad affrontare tutto questo. La realtà è che io ora in questo momento non sono pronto, e mi sento cosi vuoto, cosi debole e cosi perso.
Perché tu per me sei sempre stato il faro, il sostegno, la guida, ciò che mi dava la forza di sembrare forte agli occhi di tutti, mi hai insegnato ad amare ma anche ad odiare all’occorrenza, mi hai forgiato come si fa con le spade insegnandomi a rimanere nel fodero per gran parte del tempo e sguainarmi solo quando veramente necessario solo per nobili motivi e solo per difendermi. Mi hai insegnato che un uomo può piangere, amare, soffrire ed essere un vero uomo proprio per questo. Mi hai insegnato che il sacrificio è tutto, e tu hai sacrificato tutto per noi.
Mi hai insegnato che solo gli stupidi non cambiano idea, per questo non scorderò mai che quando tutto il mondo mi dava addosso per il tatuaggio sul braccio in quanto politicamente sconveniente e tutti si ergevano a paladini dei buoni consigli su cosa fosse giusto e sbagliato, io tutto fiero correvo da te convinto che almeno tu lo avresti apprezzato essendo in fondo quel simbolo parte di te e invece mentre mangiavi uno yogurt mi dicesti: sei un idiota perché se fra 20 anni cambi idea? Eccola la tua grandezza.
Non hai avuto una vita facile e fino all’ultimo giorno hanno provato a buttarti giù, ma tu hai sempre reagito a volte con più vigore a volte con più stanchezza, ed è per questo che non hai mai perso tempo a insegnarmi come si fa a non cadere ma ti sei concentrato sull’insegnarmi a come ci si rialza e i frutti di tutto questo avrai modo di ammirarli da qualunque posto tu sia ora, sulle tue piccole nipoti che spero possano riprendere da te anche solo una delle tue innumerevoli qualità. Amavi scrivere libri e lettere, e in una delle ultime scrivesti “spero che la vostra vita sia migliore della mia”, e forse sarà cosi ma sicuramente ora sarà più difficile.
Negli ultimi tempi inoltre mentre un po’ ti indurivi, mentre un po’ cedevi allo sconforto, mentre sembrava che a volte non avessi più voglia di combattere, mi hai insegnato a sorreggerti quando tu ne avevi bisogno, anche se mi sento di non averti sorretto abbastanza, anche se ultimamente eravamo tutti un po’ arrabbiati con te, anche quando eri testardo, anche quando non ci vedevamo per giorni o settimane perché io avevo sempre da fare e ora vorrei tornare a quei giorni e sedermi li vicino a te anche solo in silenzio, anche quando sentivo di non avere abbastanza forza per sorreggerti cosi a lungo, tu eri li e inconsapevole mi insegnavi tutto questo, anche ad ammettere di non farcela anche ad essere tenero per questo ogni volta che ci sentivamo al telefono mi salutavi dicendomi un bacio a te e un bacio immenso alle tue donne, che amavi da impazzire.
Ed è vero che non sono pronto, ma forse alla fine mentre tento di continuare a scrivere su una tastiera piuttosto bagnata, tu oggi mi hai insegnato ciò che mi serviva in questo momento, perché proprio mentre ripensavo a te per scrivere queste parole mentre tutti mi raccontavano di quanto fossi fantastico, mi sono reso conto che alla fine oggi tu mi hai insegnato anche ad essere finalmente pronto, perché proprio come dice questa canzone:
Ingoierò il mio orgoglio, tu sei l’unico che amo, e ti sto dicendo addio
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