Continuano a dipingere Donald Trump come una macchietta, esaltandone le gaffe, i capelli arancioni, i modi bizzarri e originali… non hanno digerito la bruciante e pesante sconfitta e questo li perderà. I mass media internazionali e i politically correct insistono nel dileggiare e irridere Trump perché non sono riusciti a sconfiggerlo e cercano in questo modo infantile di esorcizzarlo. Ma Trump sta dimostrando in questi mesi che ha una strategia precisa e la sta mettendo in pratica per tenere fede alle promesse elettorali al popolo americano.
Non cerca la popolarità, anzi, non cerca il consenso mediatico, e coraggioso e si arrabbia – legittimamente – quando i giornali dem gli schizzano il fango addosso. A lui interessa solo fare l’interesse del suo popolo, il popolo americano. È riuscito, tra innumerevoli difficoltà a varare il travel ban, ha attuato una riforma fiscale che metterà in crisi l’Unione europea, così come la scelta di riconoscere Gerusalemme capitale dello Stato ebraico segue una precisa logica che Trump e il suo staff perseguono dal primo giorno di insediamento alla Casa Bianca.
Il fatto, per esempio, di aver introdotto un’aliquota più bassa per le imprese e un sistema burocratico molto più semplice, pone gli States molti in vantaggio rispetto all’Europa, anche perché il singolo cittadino non è vessato fiscalmente come in Europa. Non solo: con questa riforma Trump incentiva gli americani a comprare americano, prevedendo una tassa del 20 per cento su quello che acquistano all’estero. Non occorre essere economista per capire che questa onda lunga si abbatterà anche sull’Europa e sulla sua eocnomia. E i giornali che lo prendono in giro per le sue eccentricità, meglio farebbero a approfondire le strategie della Casa Bianca. Così come la questione di Gerusalemme:
Trump e Israele sapevano benissimo che sarebbe scoppiata un’altra, ennesima, Intifada. Ma anziché cercare il dialogo con Israele e gli Usa, tutti i Paesi arabi e – ahimè – anche i Paesi della Ue, sono partiti lancia in resta contro Trump e Israele soffiando – loro sì – sul fuoco dell’odio razzista e religioso. Se Israele ha acconsentito a questa mossa pericolosa, evidentemente è in grado di fare fropnte a quello che succederà, anzi, forse se lo augura. Trump deve aver riflettuto sul fatto che il crescente sanguinario terrorismo islamico in tutto il mondo, America compresa, mette a rischio la sopravvivenza della civiltà occidentale.
Con la sconfitta dell’Isis da parte della Siria e della Russia in Medio Oriente, ci saranno decine di migliaia di foreighn fighters che torneranno nelle loro nazioni di adozione e continueranno a insanguinare soprattutto l’Europa. Allora è meglio chiudere i conti definitivamente: questo deva aver pensato e valutato Trump, e le castagne dal fuoco è meglio che le togla Israele. Continuate pure a considerarlo un matto…
di ANTONIO PANNULLO SECOLO XXIII
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