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2014/09/25

Secessione?


Il risultato del referendum scozzese è stato accolto con euforia dai vari governi europei, timorosi che regioni intere del rispettivo paese fossero spinte a seguire l’esempio di Edimburgo in caso di una vittoria dei “si”.

Forse in Scozia si era chiesto troppo e una parte dell’elettorato ha avuto paura ad avallare una secessione, certo l’Europa non ha futuro se non capirà che è solo dando maggiori autonomie alle singole regioni o aree storiche di ogni paese che ha senso lo stare insieme di un continente così diverso e variegato. 

Io sono contro le secessioni e mi sento profondamente “italiano” e non “padano”, ma credo fortemente nelle autonomie e se alcune funzioni di governo (difesa, politica estera, sicurezza) non ha senso siano decentrate non accetto più che i vari governi non abbiano però il coraggio di prendere con forza la strada di un decentramento responsabile che permetta sul serio un risparmio burocratico, una maggiore vicinanza con i cittadini, una gestione diretta di molti servizi.

Lasciamo perdere gli elmi celtici e le acque del Po che sono sciocchezze e stiamo sul concreto. Mai come ora aree intere del nostro paese fremono chiedendo un sistema amministrativo più efficiente, tempi rapidi di risposte, mani libere per poter lavorare in pace e tentare così di superare la crisi. 

Serve togliersi lacci, ritardi, burocrazia inutile e questo lo si può ottenere solo decentrando la gestione della cosa pubblica per creare una legislazione su misura alle diverse necessità e caratteristiche dei singoli territori...

Salvini - che ne ha le capacità – abbia il coraggio di andare avanti su questa strada, porti sempre di più la Lega su posizioni razionali perché la macroregione del Nord ha tutto l’interesse ad autogestire molte funzioni oggi in mano allo sconclusionato e assurdo mondo romanocentrico che assomma inefficienze a sprechi e mancanza di controlli.

Sui queste basi ci sarebbe uno grande spazio politico dove conquistare adesioni, ma soprattutto costruendo qualcosa di utile e positivo per tutti. Chissà se il centro-destra capirà l’opportunità di non perdere questa ennesima, grande occasione.

E' tutta una questione di lobbies.

Se lo volesse davvero il governo avrebbe dei mezzi immediati per rilanciare l’economia aiutando le imprese, per esempio cominciando con l’incidere sui costi dei trasporti e dell’energia che in Italia sono maggiori che non all’estero. La benzina italiana è la più cara del mondo, ma negli ultimi 2 mesi - pur con un Euro che per lungo tempo è stato supervalutato rispetto al dollaro - il prezzo al barile del petrolio grezzo è ribassato di oltre il 12%. 

Vi risulta che vi sia stata una riduzione del prezzo dei carburanti? Assolutamente no, mentre è evidente come nel disinteresse di ogni autorità le principali compagnie – accumulando profitti - facciano “cartello” per mantenere alti i prezzi e non farsi concorrenza a vicenda. 


2014/09/20

La pantofola


Una giornata come martedì 16 settembre, presa a caso. 
Si comincia alla mattina presto con le news televisive che dedicano l’80% del tempo alla querelle con l’Europa e Matteo Renzi nelle parti del prode difensore degli italici diritti. Segue “La Stampa” che titola a tutta pagina “Meno tasse per gli artigiani”. Bella notizia, strano che nessun altro quotidiano ne dia conto. Leggi e scopri in una pagina interna solo che “E’ allo studio un taglio delle tasse per gli artigiani”. Al concreto nulla, una “notizia-non notizia” che certo non meritava il taglio di apertura, ma giustifica la “marchetta” del solito titolone “pro Renzi” del quotidiano Fiat. 

In serata si accodano tutte le TV in un’orgia di presenze PD nei talk-show televisivi. Verso le 21.30 contemporaneamente si possono vedere Prodi, le ministro Tiraboschi e Serracchiani e Renzi stesso, con riprese pur vecchie di due giorni, riproposto da Bari. Non mi scoccia l’evidente violazione di “par condicio” (ma se qualche anno fa la destra avesse mai solo osato fare lo stesso, quante galline sarebbero insorte denunciando la morte del pluralismo informativo?!) mi irrita il tono melenso delle interviste tutte uguali, ammiccanti, senza mai una domanda “vera” o un poco imbarazzante. D'altronde l’inginocchiatoio è intasato, c’è la coda per baciare la pantofola alla corte di Renzi. Perfino il primo giorno di scuola è stato “vernissage” per capi, capetti e sotto-capetti di governo con le TV al seguito ad immortalare.

E l’opposizione? Scusate, ma quale opposizione? Messa purtroppo la mordacchia a Salvini e alla Meloni è un assordante silenzio che sottolinea incertezza, divisioni, soprattutto incapacità. Al dilagare di Renzi si può forse pensare di opporsi e di costruire una opposizione seria riproponendo ancora Berlusconi? Evidentemente no, anche perché i due ormai vanno a braccetto, ma con il principale della ditta (ovvero Renzi) che ha capito da tempo come tenersi buono lo spompato ex Cavaliere. Renzi spopola soprattutto perchè di oppositori veri e credibili non ce ne sono, nessuno che abbia un minimo di idee alternative, che esprima volontà di riscatto diventando speranza per il futuro e che, soprattutto, abbia lo spazio per poterlo esprimere. Accomodatevi, prego, il carro del vincitore forse ha ancora qualche posto, ma bisogna affrettarsi. 

Pur con queste premesse trovo comunque squallido e volgare attaccare Renzi per vicende personali legate a suo padre: quando la smetterete con la malapolitica dei pettegolezzi? Così come noto che - perlomeno - Renzi a parole chiede e propone cambiamenti giusti, direi spessi ovvii e trasversali, ma i freni tirati contro ogni rinnovamento sono espressi proprio nel suo stesso partito, quel PD che sta diventando una palla al piede per chiunque cerchi di cambiare l'Italia cui si accodano SEL (e è comprensibile) ma anche il M5S il che non solo è incomprensibile, ma una grande delusione. 

Qui sta infatti tutto il gioco e soprattutto il bluff di Matteo Renzi: proporsi con riforme di buon senso, con frasi “di destra” che colpiscono l’immaginario collettivo anche di chi non lo ha votato. Un quotidiano “effetto-annuncio” ampiamente riportato e amplificato dai media cui però (purtroppo) non fanno seguito azioni concrete. Non sempre è poi facile capire se le “colpe” sono sue o di chi gli impedisce di riformare oppure – nel rincorrersi di un grande gioco – se a Renzi non facciano perfino comodi i freni della Camusso, delle lobby e dello stesso PD perché così può scaricare su altri i suoi fallimenti al grido di “Io vorrei, ma vedete bene che non mi lasciano lavorare!”

Certo i risultati di Renzi sono per ora praticamente nulli mentre i mesi corrono e l’Italia sta precipitando, come tutti  possono prenderne atto. Le riforme saranno capaci di reallizzarle in 10000 giorni?


2014/09/13

Montezemolo uno, treno e quattrino (la spallata 2)

Tutti si saranno fatti un’idea, al di là delle prediche che da sempre impartisce a tutti, su quanto effettivamente “valga” (o meno) Luca Cordero di Montezemolo, ovvero un uomo che sicuramente si vende e si presenta bene, ma soprattutto “pro domo sua”. 
Non mi pare che l’azione di Montezemolo abbia mai portato a dei risultati eclatanti – né in politica né quando era presidente di Confindustria o in campo industriale  - ma sicuramente non chiude in perdita la sua corsa alla “Rossa” visto che la sua liquidazione è stata principesca trattandosi di 27 milioni di euro e dopo aver percepito alla Ferrari uno stipendio di circa 100.000 euro al mese. 

D'altronde Montezemolo - mentre presiedeva a Maranello - era comunque impegnatissimo e distratto da ben altro. 
Non è un caso che (sembra) andrà ora a fare il presidente della nuova Alitalia, anche perché è già vice-presidente di Unicredit (altro stipendio) banca a cui l’Alitalia deve un bel pacco di milioni di euro. Da questo punto di vista sembra proprio che i conflitti di interesse contino solo in politica.  

Intanto Montezemolo è impegnato anche con i suoi trenini di “Italo” e la “Montezemolo e Partners” che gestisce i fondi Charme, con indennizzi adeguati. 
“Uno, tri(e)no e quattrino” potrebbe essere il suo motto e tutti lo hanno capito anche perché, dopo tante promesse e false partenze, alla fine non è mai sceso in campo neppure in politica pur avendolo preannunciato molte volte: meglio pensare a rendite e patrimonio. 

In un aspetto però Montezemolo è bravo e non per nulla si occupa anche di treni: sa scendere alla svelta da quelli in corsa dopo essersi fatto pagare bene, così – se poi magari deragliano, come il partito di Monti – non è mai colpa sua.  

Se fossi il partner arabo di Alitalia, mi preoccuperei.