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2013/03/18

Occhio alla Truffa !!!



Nota dell'ultima ora: 

Avete presente quella canzone di Lucio Battisti?
Si intitola "Il nostro caro Angelo" inserisco le prime parole per ricordarla ai giovani, i vecchi come me la ricordano di sicuro:
"La fossa del leone
è ancora realtà
uscirne è impossibile per noi
è uno slogan falsità
Il nostro caro angelo
si ciba di radici e poi
lui dorme nei cespugli sotto gli alberi
ma schiavo non sarà mai..."

Ecco, noi schiavi non lo saremo mai, e nemmeno ci faremo sottomettere da chi vorrebbe. Ho ricevuto altre minacce, questa volta con tentativi di phishing e sorpresine varie ma, siccome sono preparato, non ci casco. Ho sporto denuncia all'autorità giudiziaria nella nazione dove vivo in quanto quella italiana magari un occhio sarebbe disposta a chiuderlo.
Voi ricordatevi di Lucio Battisti e della sua canzone (mitica).




In questi tempi di crisi i capitali accumulati dai previdenti risparmiatori italiani sono messi a dura prova da tentativi di attacco di ogni genere. E non mi riferisco solo al vertiginoso dei prezzi a fronte di una crescita degli stipendi ferma ormai da mesi. Il pericolo maggiore a cui sono esposti gli italiani sono le truffe. Truffe organizzate da apparire tuttaltro, così bene da essere in grado di carpire la fiducia delle potenziali vittime e invogliarle a investire denaro in un’attività, oppure acquistare un immobile, oppure subentrare nella gestione di un esercizio pubblico tipo ristorante, bar, affitto moto, auto e altro e non riuscire a capire di essere in mano a millantatori e imbroglioni. Sembra tutto interessante all’inizio poi, quando è troppo tardi ci si accorge della fregatura, di aver perso denaro a causa della propria ingenuità, per esserci fidati di altre persone capaci di costringerci con l’inganno a pagare per un pugno di mosche.

Siamo in crisi, tecnicamente falliti, tenuti in vita solo perchè un tracollo dichiarato dell’Italia trascinerebbe nel baratro gli altri Paesi europei, Germania in testa. Ormai lo sanno anche i muri, molti italiani guardano con interesse a soluzioni alternative, spesso si prende in considerazione un trasferimento nella nazione vicina, oppure, chi dispone di un gruzzoletto consistente guarda un po’ più in là. Le isole spagnole per esempio, soprattutto Baleari e Canarie ma non solo. Me se le prime sono meta di investitori con un discreto capitale, le seconde sono più a portata di mano dal punto di vista finanziario, più adatte a uno stile di vita semplice, ottime per chi ha già raggiunto la pensione e vuole vivere in pace e in modo economico gli anni che restano. Ci sono Forums organizzati al solo scopo di convincere gli indecisi che la migliore soluzione è partire lasciandosi alle spalle tutto il marciume italico. Ci sarebbe da aprire una lunga parentesi sull’argomento, ne parlerò prossimamente anche perché l’argomento sta assumendo proporzioni importanti.

Quelli che cadono nel tranello generalmente sono persone anziane o donne sole, magari divorziate o vedove, meglio se con figli, meglio se stressate dalla vita senza un attimo di respiro a cui sono purtroppo costrette in patria. Non pensate che siano i soli, tutti sono esposti, giovani e anziani, ricchi e meno ricchi. La voglia di lasciarci alle spalle una vita dal futuro gramo, sotto alle righe ci porta a dimenticare le regole elementari per non cadere nel tranello. Sono tanti quelli che vi cadono e non denunciano, quasi mai lo fanno, perché ci si vergogna di essere stati ingenui e creduloni, per non esserci accorti dell’inganno per tempo.

Giusta introduzione per una lettera che mi ha inviato Maria (nome di fantasia), la quale manifesta il suo rammarico per una truffa organizzata ai suoi danni dal furbetto di turno, leggiamola insieme:



Ciao, sono Maria, provo a ricostruire la mia brutta storia sebbene non sia facile per me ricordare con esattezza matematica tutti i vari passaggi.

Allora, nella prima quindicina di ottobre mi sono rivolta spontaneamente a un sitoweb con base nelle Isole Canarie nel quale si promette, con parole suadenti, di aiutare chi desidera trasferirsi in quelle isole per investire denaro o aprire attività commerciali. Mi viene inviato prima di accettare l'incarico una mail che ancora conservo. Opto per la ricerca sull'isola principale (Gran Canaria, NdR). Dopo mia dichiarazione scritta via email come da loro richiesto, eseguo bonifico bancario su un conto corrente.

Mi viene chiesto quale sia il mio budget, rispondo 30-40,000€. Dopo pochi giorni la loro prima proposta è un bar in un isola abbastanza frequentata per 30,000€. Prendo qualche giorno per pensarci ma dopo circa una settimana mi telefonano per dirmi che assolutamente la trattativa non si ha da fare perché grazie ad un loro informatore/collaboratore dell'isola principale (il titolare vive in un'altra isola) hanno saputo che il locale rischia il sequestro giudiziario e rischierei di trovarmi con una licenza senza la sede per esercitarla (alla luce di quanto accaduto successivamente credo sia stata una strategia per acquisire maggiore fiducia).

Alcuni giorni dopo propone l'acquisto di un'attività di noleggio quad  al prezzo di 45,000€.

Mi prendo qualche giorno per pensarci. Nel frattempo su internet vedo l'annuncio della vendita di esercizio simile a quello propostomi, anzi praticamente lo stesso ma alla cifra di 28,000€ e da ciò che lui mi ha detto capisco che si tratta della stessa attività. Gli invio il link e chiedo spiegazioni della discrepanza del prezzo. Poco dopo mi chiama e sostenendo di avere parlato con i proprietari mi spiega che 28,000 è il prezzo per richiamare eventuali interessati ma che il vero prezzo è 45,000, 28,000 € sono per la licenza, il resto il valore dei mezzi.

(E già questa sarebbe una truffa, un imbroglio, se fornisco un prezzo senza altra indicazione, il prezzo di vendita deve essere quello e non un altro. Il prezzo dichiarato non si cambia se non con adeguate giustificazioni che vanno documentate e possibilmente anche certificate, meglio se da un professionista, meglio ancora se da un Notaio o la banca a cui ci si appoggia per la transazione. Avrebbe dovuto suonare un campanellino di allarme nella testa di Maria, sappiamo che non è successo, NdR)

Mi rassicura dicendo che avrebbe fatto tutte le verifiche necessarie per accertarsi che la società fosse sana, senza debiti, proficua, con mezzi funzionanti e che i suoi occhi sarebbero stati i miei occhi sottolineando che io l'ho pagato per questo e lo ritiene un suo dovere!! Successivamente mi chiama entusiasta dicendo che è tutto ok e che mi consiglia vivamente di imbattermi nell'impresa.

(questo tipo di ricerche in genere devono essere certificate da un esperto, munito di autorizzazione, meglio se un funzionario pubblico, il notaio, la banca. Non ci si fida del primo venuto ne dell’agente perché parte interessata alla vendita. A volte le nostre naturali difese cadono per colpa della italica refrattarietà alle tasse, o per la paura di dover metter mano al portafogli, oppure per quella di poter perdere il presunto affare, NdR)

Inutile dire che nel frattempo le numerose telefonate intercorse tra noi sono state tutte mirate a far sì che io e mio figlio acquisissimo sempre maggiore fiducia in lui come una sorta di plagio. Più volte ci ha esortati a fare presto perché altre 2 persone erano interessate.

In novembre ci rechiamo nella località prescelta, all'aeroporto ad attenderci il nostro “consulente commerciale”. Ci ha accompagnati al villaggio turistico dove lui stesso aveva prenotato per noi 10gg e a lui abbiamo dato quanto richiesto 480€.

Abbiamo cenato insieme in una pizzeria e durante la cena ci ha rivelato la sua identità ci ha spiegato che nel sito si fa chiamare con altro nome e che anche l'immagine di lui con la famiglia non corrisponde alla realtà per proteggere moglie e figli in quanto sull'isola è scomodo per molte losche persone che vendono beni immobili che in realtà non sono idonei all’abitabilità o sono sotto ipoteca, ecc... (durante tutto il nostro soggiorno riceve in nostra presenza numerose telefonate dalle quali si evince da ciò che lui dice che sta veramente tutelando potenziali investitori) ci spiega di essere risalito al vero motivo della maggiorazione di 17,000€ sul prezzo. A suo dire esiste un “terzo socio” che non compare ufficialmente ma che in qualche modo deve essere liquidato. Ci consiglia di non fare troppi discorsi con i venditori, perché la storia del “terzo socio” è delicata.

Il giorno seguente ci siamo recati con lui e due tizi di un agenzia di intermediazione che doveva rappresentare il terzo socio nel negozio nella città dove si è svolto il compromesso. In tale sede ho pagato in contanti, come da accordi, la somma di 12,000€ (6,000 per i proprietari e 6,000 per l'agenzia , il terzo socio). Tengo a precisare che l'espressione “terzo socio” non è mai stata pronunciata durante la procedura. Nel compromesso era fissato il perfezionamento del contratto di acquisto entro e non oltre il 31/12/12. Vi era altresì scritto che avrei terminato di pagare 11,000€ in contanti per l'agenzia 12,000€ in contanti per i proprietari e 10,000€ con assegno bancario sempre per i proprietari.

Nei giorni seguenti sempre accompagnati dal titolare abbiamo svolto tutte le procedure burocratiche per la residenza, per aprire un conto in banca, ecc... notando fra l'altro dell'enorme stima di cui gode nei vari uffici istituzionali dall'ayuntamiento, alla guestoria, all'asesoria ecc... Si muoveva nei vari uffici con estrema disinvoltura dimostrando di conoscere poliziotti, impiegati comunali o chicchessia.

Infine si è anche premurato di farci acquistare il biglietto aereo per tornare a terminare l'acquisto al più presto perché “sarebbe stato stupido perdere gli incassi delle festività natalizie” fissando la data per il nostro ritorno nelle isole per il giorno 5 dicembre. Il 15 di novembre mi telefona e mi invita ad effettuare due bonifici bancari, uno da 5000€ ed uno da 6000€ con la causale “aiuto economico” al fine di non incidere sui suoi redditi. Con questi soldi avrebbe liquidato il terzo socio perché nell'ufficio dell'asesoria non sarebbe stato conforme questo passaggio di denaro. Io mi sono fidata ed ho eseguito.

Preciso che durante il soggiorno "PA” ci ha fatto conoscere la sua famiglia, ha portato a giocare a tennis mio figlio, si è prodigato per aggiustare il ns pc, appariva una persona generosa, disponibile, brillante, piacevole.

È difficile descrivere il modo in cui si è accaparrato tutta la nostra fiducia.

Il 5 dicembre siamo arrivati, lui ci ha accompagnati all’appartamento dove attualmente alloggiamo. Il giorno 7 all'asesoria abbiamo fatto il “traspaso”. Nel frattempo avevo affidato anche l'incarico di marketing (1,500€). Uno dei vecchi proprietari ci ha affiancati qualche giorno ma non abbiamo potuto verificare le vere condizioni in quanto l'isola era deserta. I commercianti accanto al ns negozio ci hanno riferito che nei giorni che precedono le festività è normale che non vi siano turisti. A questo punto (purtroppo ci siamo svegliati tardi) abbiamo rivolto a FS la fatidica domanda “scusa, ma chi e' il terzo socio?” la risposta a questo punto è evidente... “Non esiste alcun terzo socio”...

Nessuno aveva mai contattato i vecchi proprietari per chiedere giustificazione rispetto all'incongruenza del prezzo tra quello pubblicato su internet sugli annunci “la Repubblica” 28,000€ e di 45,000€ pagati da noi. Immediatamente ho digitato sul motore di ricerca del pc il nome del personaggio ed ho realizzato tutto ciò che è successo. Mio figlio ha chiesto spiegazioni senza dirgli ciò che abbiamo letto su internet. Questi si ritiene offeso per la mancanza di fiducia e nega di avere fatto “la cresta”. Dice però che grazie al suo buon cuore (perchè la sua consulenza sarebbe terminata già da un pezzo) ci aiuterà a rivendere l'attività (svendere sarebbe la parola giusta!)

Ho perso in 20 gg circa 5,000€ di incasso perché non possiamo soddisfare le richieste. Dal 10 gennaio ci sarà nuovamente il calo stagionale fino ad aprile.

Aggiungo solo una considerazione personale. Mi vergogno tantissimo per come sono stata ingenua e credulona. A 48 anni...mi chiedo come ho fatto!!!!!!!

Cordiali saluti

La lettera di Maria è emblematica. Maria ha creduto all’imbroglione, al truffatore fra l'altro recidivo come abbiamo potuto verificare sul web, perchè la voglia di lasciarsi tutto alle spalle era troppo forte, non ha nemmeno per un momento considerato le sane regole che vanno sempre applicate, non dico in una amena località vacanzifera ma nella madre patria. Le transazioni non vanno mai, dico M-A-I effettuate senza che un Notaio possa mettere il giusto sigillo, certificare una legalità. Non si versano quattrini a sconosciuti senza aver almeno verificato l’attendibilità delle persone, della società/agenzia e di quello che cerca di venderci un bene che a lui sembra interessante ma che realmente non è. Ci si rivolge a una banca se non si vogliono spendere quattrini con un agente, vanno verificati i contratti, finanche i compromessi. In un compromesso non si versa tutto, anzi per dirla breve non si versa nulla, al massimo una caparra, un piccolo anticipo che serve per bloccare l'affare suscettibile di verifiche successive. Se il venditore ha fretta meglio lasciar correre, in questi casi c'è una situazione anomala, per dirla breve puzza! 

Non fidatevi, se non si fa "quell'affare" ne troverete un altro certamente, non abbiate fretta di chiudere, la fretta nasconde spesso la fregatura, la truffa, l'inganno e come dicono a Roma la "sola".

Noi siamo italiani, e qui purtroppo va aggiunto che spesso ci comportiamo all’estero così come a casa nostra. Quindi si evita il notaio perchè costa, non ci si rivolge alla banca perchè altrimenti scoprono che ho portato fuori dall’Italia illegalmente i fondi... e via discorrendo. E i truffatori dall’altra parte lo sanno, sanno che ben difficilmente farete dei controlli, sanno che vi fiderete ciecamente del primo venuto perchè penserete, a torto, che solo in Italia ci sono i disonesti, magari non vi viene in mente che quella persona gentilissima che si fa in quattro per voi, che caso è pure italiana, cercherà di fregarvi alla grande tanto lo sa benissimo che voi, ingenui e creduloni, non vi rivolgerete a nessuno per verificare che tutto sia a posto, che non ci sia la fregatura dietro, ben nascosta eppure perfida e tagliente come una lama di rasoio o i denti affilati e mortali di un serpente.

Il rapporto che lega l’attuale crisi economica a situazioni di minaccia per i tanti risparmiatori ignari, vede uno sfruttamento della situazione di difficoltà economica che molte persone purtroppo vivono proprio al fine di truffare coloro che si apprestano a svolgere determinate transazioni economiche.

Dietro molte occasioni interessanti, uniche, attraenti ma fraudolente possono nascondersi società fittizie, istituti finanziari fasulli o agenzie di consulenza illegali. Ma anche pregiudicati, gente fuggita dall'Italia e magari ricercata, pentiti di qualche mafia, nel nostro Paese si trova di tutto, anche disperati fuggiti con i risparmi degli altri, di clienti ignari della fine che hanno fatto i loro beneamati e sudati risparmi. Spesso queste persone o agenzie svolgono una doppia attività, la prima sicuramente legale per crearsi un’immagine, per farsi conoscere. È questo il caso dell'evanescente personaggio nella lettera di Maria, che mostra all’ignara cliente da truffare le sue “conoscenze” nelle istituzioni pubbliche.  Questo è purtroppo un classico, lo attuano per carpire la fiducia, per eliminare gli ultimi dubbi, per portarci a pensare “Lo conoscono tutti, lo rispettano quindi posso fidarmi”. 
E chissà mai se dopo lo show non sia ripassato per 'pagare' chi ha sostenuto il gioco, purtroppo succede anche questo.

L’attività di questi operatori illeciti si tramuta nelle proposte che risultano essere bassi tranelli a cui troppo spesso gli italiani cadono del tutto inconsapevoli. In questi casi meglio confidarsi sempre con una persona di fiducia prima di impegnare somme di denaro e in ogni caso invitare sempre la persona che propone l'affare a fornire una copia del contratto in visione (prima di firmare) da restituire successivamente per l'eventuale conclusione dello stesso. Sospettare sempre di chi mette fretta.

Diffidate di chi scrive articoli apparentemente innocenti. Di volta in volta non si tratta di uno che si è trasferito all’estero ma sempre della stessa persona che si finge benefattore e frega gli ignavi, coloro che abboccanno all'amo e si affidano a lui, come la nostra amica Maria sopra.

Diffidate di chi non si espone personalmente, la scusa che ha inventato il furbone con Maria non esiste, la maggior parte degli italiani all'estero lavora usando il proprio nome e faccia, non è necessario mostrare la famiglia per trasmettere credibilità, il nome invece significa tutto, mettersi sullo stesso piano con il cliente, altrimenti sembra che si voglia nascondere qualcosa, un episodio da cui fuggire e potrebbero essere tanti, a partire da una multa non pagata fino a una denuncia magari un ladro internazionale, un pentito riparato all'estero, un individuo che fugge da una realtà per lui stretta. 
Diffidate, diffidate e diffidate. 

Diffidate, diffidate perché i benefattori ormai sono diventati rari come i diamanti.
Sappiate che questi furbi possono essere denunciati, non occorre che teniate per voi tutto, sappiate che li potete portare in giudizio e recuperare quanto vi è stato estorto con l'inganno, le Isole Canarie, in questo caso, fanno parte dell'Europa, è una garanzia.

E non pensiate siano casi isolati, l’incremento degli ultimi due anni sembra esponenziale: i casi di truffa ai danni dei cittadini ingenui, a volte disperati, meglio se disperati o con forti motivazioni per cambiare vita, si moltiplicano. Non sono tutti come il nostro caro "angelo" sia chiaro, la maggior parte degli italiani all'estero lavora duro e onestamente ma, lo sappiamo, quando si trova una mela marcia si tende a far di tutte le erbe un mazzo.

Svegliatevi italiani, svegliatevi. Occhio alle truffe, prima di sganciare i soldi accertatevi che sia tutto regolare, accertatevi chi sta vendendo, chi incassa, e mollate i quattrini solo davanti a un Notaio! Capisco che siete così disperati, ma succede sempre così, quando vedete facili guadagni riuscite a cadere in trappole di ogni genere.
In un'epoca di crisi, difficoltà e situazioni anomale, bisogna sempre affidarsi a professionisti esperti.

Il fai da te non s’ha da fare, chiaro!!!

2013/03/16

La grande bufala degli OGM

Parliamo degli OGM, anzi delle false verita' che ruotano attorno agli OGM.
Peche' false? 

2013/03/09

Servizio Assistenza Online

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2013/03/08

8 Marzo

Mie colendissime lettrici e non di meno eccellentissimi lettori, consentitemi di esprimere un parere, un dolente parere, a proposito della Giornata della Donna.  Mi direte che sono fuori tempo, che la Festa anzi la Giornata Internazionale della Donna era ieri e che mi sono dimenticato di parlarne il giorno prima. Ebbene avete ragione anche se io intendevo, non già festeggiare la donna in quanto tale, ma ricordare all'uomo, casomai se ne fosse dimenticato, che l'altra metà del cielo non è sua ma della donna. E comunque non era dimenticanza, ma decisione e intenzione, e aggiungiamoci caparbietà che spesso mi distingue, di pubblicare il giorno dopo un articolo scritto il giorno prima,  sapete perchè?

Prima io volevo leggermi tutte le promesse, le speranze, i proclami, le proteste, le conferenze, le manifestazioni, gli scioperi, i cortei, i programmi alla tivù e finanche alla radio e tutti i numeri che i media, le istituzioni, la polizia, le associazioni di categoria, le ong, i centri antiviolenza e finanche la Chiesa, rendono pubblici ogni anno lo stesso giorno, per raccontarci la Giornata Internazionale della Donna. Sempre le stesse frasi, sempre le stesse promesse, anche se alla fine, i numeri, quelli cambiano ma sono terribili, aumentano sempre e non diminuiscono mai. 

Un po' di storia

Il Woman’s Day nasce degli Stati Uniti a febbraio del 1909, le premesse non sono quelle di oggi, erano altre, piccole forme, se vogliamo, di violenza nei confronti delle donne.
Al tempo la donna rivendicava le fosse riconosciuto un posto nella società e quindi il diritto al voto. Come sappiamo non tutte le nazioni aderirono alle varie proposte, ancora oggi la donna non ha diritto di voto in alcune nazioni islamiche, non ha diritto di parola, non hanno alcun diritto salvo quello di mettere al mondo la prole che poi diventa un dovere e accudirla. Quasi quanto le bestie con la sola differenza che quelle alla fine si macellano per farne cibo e la donna resta schiava per tutta la vita fino allo sfinimento totale.

Torniamo dunque al Woman’s Day americano. Al tempo del Settimo Congresso dell’Internazionale socialista, tenutosi a Stoccarda nel mese di agosto del 1907 vennero discusse varie tesi fra le altre anche sulla questione femminile e sulla rivendicazione del voto alle donne. Proprio su quell’argomento il Congresso votò una risoluzione nella quale i partiti socialisti si impegnavano a lottare per l’introduzione del suffragio universale delle donne, ma esclusero a priori qualsiasi alleanza con le femministe borghesi che anche esse reclamano il diritto di suffragio. Come potete vedere già da allora i distinguo politici più che umani, scavavano un profondo solco fra le classi sociali non afferrando per intero il concetto, cioè la donna doveva ottenre il suffragio, in quanto tale e non perchè socialista o povera oppure operaia escludendo altre categorie.  

Mi sembra chiaro che non tutti condivisero la decisione di escludere ogni alleanza con le femministe borghesi. Negli Stati Uniti, nel 1908, si scrisse che il Congresso Socialista non aveva alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione. Corinne Brown fu chiamata a presiedere, il 3 maggio 1908 la conferenza tenuta dal Partito socialista di Chicago, a cui tutte le donne erano invitate. Tale conferenza fu chiamata “Woman’s Day”, il giorno della donna. Nel corso di quella conferenza si discusse infatti dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto. In seguito il Partito Socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali di riservare l'ultima domenica di febbraio a partire dal 1909 per l'organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile.

Tralasciamo il resto della storia e, con un bel salto degno di qualche campione olimpionico di salto in lungo, molto lungo, attraversiamo l’oceano e atterriamo in Europa, per la precisione nella Russia zarista ma ancora per poco. A San Pietroburgo, l'8 marzo 1917 le donne guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra. Per questo motivo, e anche a seguito della caduta dello zarismo e con l’intento di fissare un giorno comune a tutti i Paesi, nel 1921 la seconda conferenza internazionale delle donne comuniste fissò all'8 marzo la “Giornata Internazionale dell'Operaia” divenuta in seguito la festa della donna, pardon, la “Giornata Internazionale della Donna”.

Come nasce il giorno della donna in Italia? Innanzitutto va detto che da noi si ebbero le prime manifestazioni solo nel 1922 e come negli altri Paesi su iniziativa del partito comunista. In seguito, ma non vorrei continuare su questo binario, assunse quella connotazione a tutti nota. Non voglio continuare perchè ritengo che raccontare una volta di più come sia nata questa ricorrenza non indora la pillola. La donna, regina del nostro focolare, non ha raggiunto quella posizione a cui anelava. 

Oggi


Mi si dirà che, almeno nel mondo cosiddetto civile, almeno occidentale, la donna ha raggiunto i propri obbiettivi. 
Vorreste dire che adesso la donna vota? Una volta forse, parliamo di un secolo indietro, la donna anelava al diritto di voto per esprimere il proprio punto di vista e vedersi riconosciuti dei diritti e battersi per ottenerli. Ma il voto non risolve tutti i problemi.

La donna moderna, sempre la stessa regina del nostro focolare virtuale domestico, non ha raggiunto una completa parità con l’uomo, no, la donna viene ancora oggi considerata un essere inferiore, un gradino sotto a quello dell’uomo inteso come maschio, inteso come padre padrone di tutte le cose, moglie evidentemente compresa, o figlia o sorella e la lista sarebbe lunga. 
E questa proprietà, badate non parità, proprietà come se fosse un oggetto, il maschio la esprime in vari modi, non ultimo quello della violenza domestica. Leggo sul sito del D.i.RE. (Donne in Rete) che solo in Italia la violenza sulla donna non ha mai cessato di esistere, non è morta e sopolta, no, ancora viva e vegeta e tende a moltiplicarsi e assumere contorni da guerra santa. Peccato che di santo ormai non ci sia nulla, se non la speranza che tutto questo abbia fine prima o poi. Mi scaglio, è perfino evidente, contro una certa parte di persone, benpensanti solo a parole ma non nei fatti che ancora oggi picchiano le proprie mogli. Nel 2012 sono state oltre 14 mila le donne che hanno chiesto aiuto per interrompere situazioni di violenza. Le donne che nel 2012, si sono rivolte per la prima volta ad un centro antiviolenza sono state 9 mila, un numero elevato che conferma la diffusione del fenomeno della violenza sulle donne. Delle donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza la maggioranza erano italiane (68,69%) sfatando lo stereotipo che la violenza sia più diffusa tra le donne straniere. 

Le violenze in ambito familiare sono le più diffuse (88,66%); i maltrattamenti a opera del partner costituiscono il 60,42%, mentre gli ex partner risultano essere il 19,36%, un dato che evidenzia come al momento della separazione c’è necessità di strategie di prevenzione di atti di violenza. 
Il 73,13% delle donne ha subìto violenza di carattere psicologico, nel 59,9% delle situazioni rilevate, le donne hanno riportato episodi di violenza fisica, nel 33,54% si è trattato di violenza economica. Il 15,64% delle donne ha subìto almeno un tipo di violenza sessuale, stupro e rapporti sessuali imposti, e il 13,27% delle donne sono state vittime di stalking. 
Infine resta alto il dato sui femminicidi per cui in Italia viene uccisa una donna ogni 2,5 giorni. Sono state infatti 124 le donne uccise nel 2012, e almeno 10 nei primi 60 giorni del 2013. Gli assassini son sempre gli stessi, mariti, partners o ex, parenti, persone con cui le donne vivono tutti i giorni. Le vittime sono italiane nel 69% dei casi, così come gli assassini 73%. Il 60% dei delitti è avvenuto nel contesto di una relazione tra vittima e autore, in corso o conclusa. Nel 25% dei casi le donne stavano per porre fine alla relazione o l’avevano già fatto. 
Vi rendete conto? È un bollettino di guerra questo, non un semplice resoconto di un anno che è trascorso, un anno di pace e di speranza come diceva il Papa Benedetto XVI che pure ha pensato bene di toglier il disturbo forse spaventato da questo mondo che per quanto si predichi il bene continua a peggiorare. Quante saranno le donne che realmente sono oggetto di violenze domestiche o di lavoro che non denunciano il proprio partner o datore di lavoro per paura di perdere tutto? Pensate che festeggiare l’8 Marzo risolva il problema? Assolutamente no, le statistiche lo dicono, la violenza sulle donne continua imperterrita nonostante le campagna sociali, le manifestazioni, le leggi promulgate per combattere queste deprecabili abitudini.

Sissignori, abitudini. Sono abitudini che l’uomo, il maschio ha appreso fin dalla tenera età, che ha assimilato vivendo in una famiglia ove il padre era violento, oppure se lo porta dietro nel proprio DNA da sempre e per sempre non resisterà alla tentazione.

La violenza contro le donne non si estirpa con quattro leggi o venti congressi sull’argomento, nossignori, bisogna partire da molto più lontano, da noi stessi per trovare quelle giuste motivazioni affinché questi aberranti comportamenti trovino fine.

Festa della donna tra violenze e mimose. 
Che senso ha festeggiare l’8 marzo?





2013/03/06

Le parole che non ti ho detto


Avete presente quel bellissimo film con Kevin Costner e Robin Wright protagonisti? 

No? Allora, va detto che il titolo è "Le parole che non ti ho detto" ma solo in Italia, perchè il titolo originale era "Message in a Bottle". In pratica Kevin Costner nella parte di Garrett Blake è un costruttore e riparatore di barche che, da quando sua moglie è morta, fa vita ritirata. Theresa Osborne interpretata da Robin Wright, è una ricercatrice del "Chicago Tribune", divorziata e con un figlio. Un giorno, mentre si allena facendo jogging, trova sulla spiaggia una bottiglia con un messaggio d'amore firmato "G". La donna resta colpita dal testo e, senza volerlo, fa nascere un caso giornalistico al punto di essere incaricata dell'individuazione del misterioso "G". Scopre Garrett e i due si innamorano ma qualcosa impedirà il lieto fine. 

Questa la sintesi, naturalmente la trama è più complessa. Ve la racconto:

Theresa Osborne (Robin Wright), è una ricercatrice al Boston Times, è stata lasciata dal marito, che ha preferito un'altra donna, e dedica la sua vita al figlio Jason e al  lavoro. Durante una vacanza, mentre corre lungo la spiaggia sola, il figlio si trova con il padre, trova una bottiglia con dentro una lettera toccante indirizzata ad una donna di nome Catherine. La tentazione di risalire all'autore è grande. Il direttore del Chicago Tribune ne fa un articolo, e tanti lettori scrivono al giornale per saperne di più. Con tenacia, Theresa arriva ad individuare una località, Outer Banks nella Carolina del Nord, e un nome, quello di Garret Blake.
L'autore della missiva è un fabbricante di barche che vive una solitaria esistenza accanto al padre Dodge. Viene a conoscenza che Catherine era la moglie di Garret, morta, lasciando in lui un senso di colpa senza fine. Garret è anche ossessionato dai parenti della moglie che rivorrebbero i quadri di lei, pittrice dilettante.
Tra i due nasce una corrisposta simpatia ma la figura di Catherine pesa come un macigno sul loro rapporto. Theresa torna a Chicago e invita Garret a raggiungerla nella sua casa. Lui ci va, ma scopre la bottiglia e vede l'articolo pubblicato sul giornale. Scopre anche che Theresa ha rintracciato un messaggio, credendolo scritto da lui, mentre in realtà è stato scritto da Catherine. Dopo una discussione con Theresa, lui lascia la casa e ritorna dal padre.
Un anno dopo, Dodge rintraccia Theresa e la informa che Garret è morto in mare: in una tempesta, mentre rischiava di naufragare, cercava di salvare una famiglia di tre persone, con madre, padre e figlia; con il suo atto di coraggio riuscì a salvare la vita al padre e alla figlia, ma nel tentativo di salvare la madre, Garret perse la vita.
Nella barca, viene ritrovata una bottiglia con un messaggio all'interno, e così Theresa scopre che è stato scritto la sera prima della morte di Garret in cui chiede scusa a Catherine. Theresa dice di aver trovato in lui un vero amore, un amore per cui deve lottare.

Questo il film che ho trascritto solo per allietarvi nella lettura di questo articolo che, mi sembra logico, vuole occuparsi di altro visto che di mestiere non sono critico cinematografico. Le parole che non ti ho detto si riferiscono a tutti, politici o VIP, sportivi e starlette, piccoli e grandi personaggi pubblici famosi condannati a sottostare alle perfide leggi mediatiche del nostro Paese, bistrattato finchè si vuole ma bugiardo nel profondo. 

La bugia, il mentire da noi fa scuola, diventa uno sport popolare, non parliamo di mezze verità come spesso troviamo nei titoli di certi giornali stranieri. Titoli che attraggono, che invitano a leggere l'articolo salvo poi trovare descrizioni leggermente diverse, no, da noi, in Italia, si mettono in bocca ai personaggi maggiormente esposti al momento, dal punto di vista mediatico, intere frasi non solo parole, parole che nessuno ha detto. E con questo portano avanti un discorso, che poi viene ripreso da altri che controbattono, che rispondono per le rime e via in un continuo alternarsi di frasi mai dette, di parole mai pronunciate, anche di offese.


Ci si può fidare dei media nostrani? In genere piccole bugie quando si parla di cronaca locale, non dico siano ammesse, ma ci si può passar sopra se queste attirano consensi, se sono in grado di dare al cittadino maggiori informazioni relativi al proprio ambiente, dove vive, magari dove lavora. Sono peccatucci veniali ammissibili ma da non ripetere in un contesto dell'informazione che non decolla. Ma se permettiamo queste piccole bugie, cosa c’impedisce di pensare che di fronte alle “grandi storie” i giornalisti non cadano più facilmente in facili tentazioni? Purtroppo succede spesso, anzi, ultimamente troppo spesso, è diventata la norma in questo clima politico farcito di polemiche a non finire, di accuse e contro accuse, di paura della vecchia classe politica che sente il suolo tremare sotto i propri piedi, che ha paura si apra una voragine e se li porti via tutti. 

Solo un paio di settimane fa scrivevo un articolo sul tema della violenza alle donne. Fatalità proprio in quei giorni un bruttissimo episodio è capitato proprio nella mia città ideale, dove ho vissuto qualche anno, dove ho amici e tanti ricordi. Nello specifico, o meglio, come hanno raccontato i giornali, una modella sudafricana (Reeva Steenkamp), viene uccisa a colpi di pistola dal fidanzato Oscar Pistorius, un famoso atleta paraplegico che con cabarbietà e determinazione era riuscito a partecipare alle olimpiadi e pure a vincere qualche medaglia (non offendetemi se il ricordo difetta, potrei anche sbagliarmi). La modella fu uccisa in circostanze mai veramente chiarite, la polizia e gli inquirenti sudafricani non sono quelli italiani, notizie non filtrano ma… I giornali, i media, devono pur vendere, devono pur guadagnarci sulla vicenda e quindi ci ricamarono su alla grande, sminuendo alla fine una storia di violenza domestica, abitudini sbagliate, maschilismo allo stato puro. 

I media italiani invece si sono preoccupati dell'atleta ferito nel morale e non della vittima, ne fiore degli anni, con una vita tutta in discesa davanti. Una pessima figura. Questi pennivendoli dei nostri media falsificano la realtà per vendere i giornali? Oppure per quale altra a noi oscura ragione cercano di aggirarla? 

I media italiani descrivono nei loro articoli una parte della realtà in modo tale che i lettori arrivino ad esprimere consenso a una o all’altra parte e si creino un opinione completamente deviata? Si, certamente, non può essere che così. Stiamo parlando di vera e propria spazzatura. La notizia analizzata rappresenta un pezzo di giornalismo criminale che mette ancora più in evidenza la corruzione di quelli che vengono fatti passare per giornalisti, in realtà politici travestiti che hanno il solo scopo di influenzare le masse come pecore - avete presente le pecore? - sospinte dal cane pastore.

E così scopriamo "le parole che non ti ho detto" a proposito di una intervista del leader del M5S rilasciata a un giornale teutonico, che vengono riportate sui nostri giornali in modo totalmente distorto per favorire Bersani o Berlusconia scapito di altri schieramenti. Un Grillo che ai tedeschi giura che non garantirà mai la fiducia all'altro contendente che ha vinto le elezioni, diventa il contrario di tutto, che si, la fiducia potrebbe anche votarla, e quindi il Beppe nazionale si infuria, a ragione, e rinnega le dichiarazioni mendaci del giornale italiano colpevole, e via discorrendo, potrei scrivere sull'argomento non già un blog, un libro!


E torniamo al punto di partenza.

Ogni giorno leggiamo sui giornali di piccoli e grandi fatti di cronaca, di politica, dello sport, di religione. Quanto sono attendibili? Ci sono giornalisti che forse non escono neppure dalle loro redazioni e ricamano le storie sui verbali messi loro a disposizione dalla polizia o che leggono e mal traducono da siti stranieri. Ci sono giornalisti che inventano di sana pianta una storia partendo da uno stupido dettaglio solo per essere osannati dal pubblico e dall'editore che potrà vendere giornali.

Successe a me anni fa, nel 1989. 

A quel tempo lavoravo principalmente in Medio Oriente. Mi recai in Irak per una missione di lavoro e rientrai in Italia giusto un giorno prima dell'invasione del dittatore irakeno ai danni del Kuwait. Il giornalista che scrisse l'articolo ebbe la possibilità di leggere una lista passeggeri, credo dell'Alitalia, dove risultava il mio nome in partenza da Roma per Bagdad giusto dieci giorni prima dell'invasione. Io rientrai in Italia via Bahrain con la Gulf Air, l'Alitalia non aveva quindi una lista dove risultavo uscito dal paese. Il giornalista mise a confronto le liste (spero) scoprendo che io ero entrato e non uscito. E su quello imbastì il proprio articolo, andando anche a intervistare mia madre che non ne sapeva assolutamente nulla. L'articolo che venne fuori fu pubblicato in prima pagina su un quotidiano che adesso non esiste più, "Il Giorno", credo fosse di proprietà  ENI.

Naturalmente nessuno si prese la briga di verificare se realmente ero ancora in Irak, magari prigioniero delle milizie di Saddam Hussein dittatore padre padrone del suo paese e in seguito giustiziato dopo un processo farsa. Naturalmente nessuno mi informò. Come scoprii di esser diventato una star? In volo da Milano a Copenhagen, per una breve vacanza, i piloti o le hostess scoprirono il mio nome sulla lista passeggeri e sul giornale. Ebbi il mio momento di gloria, ammesso in cabina di pilotaggio per pochi minuti ma abbastanza per poter godere di una vista riservata a pochi e tutto per un'immane bugia, per vendere qualche copia di giornale in più.

A chi giova?