Il tintinnar di manette che contraddistingue - come sempre - le campagne elettorali italiane sono musica alle orecchie di Grillo e del premier Matteo Renzi. Come non gradire, per loro, un TG che “apra” sulle tangenti di Milano, prosegua con Scajola arrestato e come terza notizia annunci che Renzi da Genova (in visita a un ospedale!) prometta che dal prossimo anno sparirà il modello 740, tra gli applausi generali?
Come non essere tentati da un Beppe Grillo che nei comizi urla contro tutti, interpretando demagogicamente - ma alla grande - il generale sentimento di rabbia degli italiani contro i politici per le loro porcherie e le tante, troppe cose che non vanno? Pochi però hanno il coraggio di grattare sotto la vernice, per esempio sottolineando che in 14 mesi i grillini non hanno fatto in Parlamento una sola proposta concreta, sensata, documentata, attuabile e condivisibile per risolvere qualcosa.
Espulso il dissenso è più facile - in una necessaria “escalation” mediatica e per farsi notare facendo dimenticare il silenzio sulle questioni serie - ammanettarsi e urlare in aula ormai una volta la settimana pur di fare notizia. Tanta immagine ma poca sostanza, come il Matteo Renzi che aveva promesso “una riforma al mese” e che in 100 giorni avrebbe “rivoltato l’Italia come un calzino”.
Di giorni ne sono già passati ottanta ma dopo mille proclami i risultati sono tuttora in divenire. Una cosa ovvia perchè le riforme serie non si fanno in 100 giorni e soprattutto perché (e questo non è colpa di Renzi) infinite sono state e saranno le resistenze, gli strappi, i ritardi, gli intoppi burocratici e delle caste potenzialmente danneggiate.
Ma la superficialità di “spararle” grosse, dare le cose per fatte contando soprattutto sull’effetto-annuncio sono obiettivamente la specialità di Matteo Renzi. Intendiamoci: condivido – come quasi tutti gli italiani – che quanto propone il leader del PD siano spesso cose giuste, sacrosante e perfino ovvie ma – appunto – un conto è dirle e un conto è risolverle.
Bilancio? La riforma elettorale (impantanata) impedirebbe l’elezione diretta dei deputati e assegnerebbe comunque un pingue premio di maggioranza, ovvero andrebbe in totale contrasto con la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il “porcellum”.
La riforma del Senato (impantanata) è un vero guazzabuglio e ha quindi molte più ragioni Calderoli quando propone di eleggere i senatori insieme alle elezioni regionali risparmiando ma facendo votare e scegliere le persone anzichè – anche qui – nominarle dall’alto.
La riforma fiscale non è impantanata, ma è totalmente ferma, le province sono nel limbo, la riforma della pubblica amministrazione sembra interessare solo il taglio di 60 prefetture mentre gli ultra pubblicizzati 80 euro al mese per i medio-poveri sono parzialmente senza copertura, (checchè ne dica il governo hanno ragione i tecnici del Senato, lo sanno tutti gli addetti ai lavori) e per trovare i soldi si sono aumentate le tasse sui risparmi. La “riforma del lavoro” pomposamente annunciata non risolve nulla salvo cose marginali e comunque non è approvata, mentre ok per i tagli ai super-manager pubblici ma alla prova dei fatti i tagliati “veri” sono rimasti in pochissimi così come quasi nulla ha reso la strombazzata vendita on line di una pattuglia di “auto blu” che in pratica non ha comprato quasi nessuno.
Annunci e fatti, quanta differenza! Chi per esempio non può che applaudire il Premier quando sostiene “Bisogna rilanciare l’economia tagliando gli interessi e i costi bancari e aumentando il credito alle imprese”? Sembra la scoperta dell’acqua calda, ma intanto i tassi non calano e contro un euribor al tasso dello 0,26% (minimo storico) i tassi offerti in Italia alle imprese sono il 5-8% sui mutui a medio termine e dal 10 al 21% sullo scoperto dei conti correnti, ovvero da 50 a quasi CENTO volte di più dell’euribor, con in aggiunta di solito anche il 2% annuo – un altro 800% del tasso di riferimento europeo – solo come ex commissione di massimo scoperto che, dichiarata illegittima per legge, è rientrata dalla finestra come obbligo ben più pesante per tutti, da pagare anche se non si utilizza il credito!
C’è stata forse in merito una iniziativa concreta del governo per cambiare l’andazzo? No! Allora Renzi sfrutta alla grande la sua bella immagine, ma soprattutto la spasmodica ossequiosità e visibilità offerta dai media e - anche come capo del PD - ne fa ovviamente buon uso pre-elettorale.
D’altronde tutti possono verificare che non si era mai visto uno spazio così ampio e osannante concesso a un singolo personaggio politico, di solito senza un minimo di critica e ricordando per esempio - a confronto - il quotidiano massacro contro Berlusconi quando l’ex Cavaliere era premier.
Pensate alla notiziola qui di sotto se fosse stata una scelta del governo di centro-destra: è un piccolissimo esempio ma da meditare, visto anche che il Corriere della Sera di sabato 10 maggio le ha dedicato solo 11 righe – diconsi undici! – in un pezzettino quadrettato relegato in basso e in pagina interna… Quale notiziola? Non l'avete letta? Evidente, se il Corriere della Sera non rientra fra le vostre testate preferite, anche a causa della improvvisa dimenticanza di tutti gli altri quotidiani, bisognerebbe fare colletta e fornir loro adeguate scorte di integratori vitaminici. Eccola qui, dunque, per sollazzarvi un po' e gridare ancora una volta allo scandalo.
La dott.ssa Antonella Manzione, 50 anni, è da qualche giorno la nuova responsabile del Dipartimento Affari Giuridici del Governo a Palazzo Chigi, una posizione strategica e di grande responsabilità tanto che venerdì partecipava già al rituale pre-consiglio dei ministri.
La Manzione è forse un’avvocato di Cassazione, una dirigente legislativa di Camera o Senato, una docente universitaria di diritto?
Macchè, è solo la comandante dei vigili urbani di Firenze.
Invano la Corte dei Conti aveva espresso riserve su titoli, costi, esperienza: Matteo Renzi ha fortemente voluto questa nomina, si è opposto ai giudici amministrativi e oplà la Manzione è stata nominata. Trasparenza, esperienze, curriculum? Diciamo che quando si vuole e si può, tutto diventa un optional.