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2014/06/09

L'ASSALTO AL CILIEGIO - ESTATE 1977




A Dalmine, in un giardino che ometto di dire dove ubicato per rispettare la privacy, c'era uno ciliegio gigantesco. Grossi frutti amaranto pendevano da questa enorme pianta invitando noi ragazzini come le sirene di Omero. Passavamo pedalando ipnotizzati e attratti dal grave carico pendente della pianta che ogni giorno si incurvava sempre di più sul peso enorme dei suoi stessi frutti.

Non si può dire che non ci avesse provato nessuno a chiedere al proprietario di prenderne una manciata, il quale però era burbero e scorbutico come un rottweiler con l'orchite, e non permetteva a nessuno di avvicinarsi a quel miracolo della natura. Essendo il mastino stesso incredibilmente disinteressato al frutto della sua gigantesca pianta la quale non faceva altro che sganciare a terra frutti enormi, succosi e zuccherini destinati a marcire o alla meglio a venir mangiati dai merli. Condizione insopportabile. Cadevano a terra facendo un sordo "Splat", quasi da pesca matura. Era un suono pari ad una pugnalata al cuore per qualsiasi giovincello che avesse provato almeno una volta le dolcezze di quel mostro fruttifero. A peggiorare le cose c'erano le ciliegie vendute al mercato del Giovedì o quelle che raramente arrivavano nei negozi del quartiere, le quali a confronto con quelle angurie rosse che crescevano sulla pianta del mastino, sembravano acidi semi di chissà quale pianta esotico-tropicale.

Le leggende sulle ciliegie di quella pianta rasentavano il paranormale. Si narrava di frutti grossi come pesche e croccanti al punto che nel mangiare tali frutti i semi in essi contenuti, segnale inequivocabile che il pantagruelico pasto era finito tutto nello stomaco, erano scomparsi quasi del tutto.

Fu così che la frustrazione raggiunse il suo culmine. Bisognava agire. L'oratorio fu la sede della prima riunione carbonara del gruppo d'assalto. Il piano prevedeva un diabolico attacco al tramonto. Obbiettivo: mangiare l'intero raccolto in una sera!

Il mastino era uso nell'andare a dormire ad orari piuttosto gallineschi, e d'estate significava avere la pianta praticamente incustodita nelle fasi immediatamente antecedenti il crepuscolo, il che consentiva a qualche "dolce" ladruncolo di arrampicarsi sulla pianta in sicurezza e al chiaro. Poi, con il calare della sera, essendo già all'altezza adeguata, mangiarsi in santa pace l'intera pianta.

Tutto fu organizzato nel minimo dettaglio. Al calar del sole, la luce del bagno del mastino si doveva accendere, poi spegnere, poi accendere quella della camera da letto, poi spegnere, bisognava aspettare 10 minuti, e il caratteristico russare (la finestra era aperta) era il segnale per l'assalto. Basisti del colpo erano alcuni non-partecipanti per evidenti limiti di età (16-17 anni) i quali avevano agito rocambolescamente negli anni precedenti e conoscevano il campo di battaglia.

Furono diligentemente distribuiti i ruoli e le gerarchie. Non meno di 40 ragazzi fra gli 8 e i 13 anni erano coinvolti nell'attacco frontale. La discussione dei ruoli causò alcune animate discussioni che finirono ovviamente con delle litigate furibonde con orecchie rosse e guancie in fiamme. Poi, una volta ristabilito l'ordine, si stabilì la data dell'assalto. Il Mastino sarebbe andato a dormire fra le 8 e le 9 di sera, sicuramente il martedì. Non che si sapesse il motivo del martedi in particolare, ma tutti si fidarono di quello che dicevano i veterani.
Insomma, vestiti scuri, se possibile e tanta pazienza.
Nella fase iniziale tutto si svolse come da copione. Luce accesa in bagno, luce spenta. Luce accesa in camera, luce spenta. Russare profondo. Via.

I primi a salire, silenziosissimi e veloci come il ghepardo furono i tre fratelli Bordin (NdB: nome di fantasia, molto meglio delle X dell'autore), i quali essendo magri e agili arrivarono laddove i rami erano più ricchi di succosi frutti. Subito dopo fu il turno di Mario e Robertino, addetti alla parte medio-alta della pianta, e in seguito, con audaci movenze pari solo a certi artisti del circo, fu il turno della terza linea di raccolta, formata da alcuni dei più dotati fisicamente ma meno agili. Il loro compito era quello di portare con il massimo del silenzio possibile una trentina di sacchetti bianchi a marchio "Vegé" in blu, meticolosamente raccolti nella settimana antecedente il colpo a tutti i componenti della banda. 

I tre fratelli Bordin in cima alla pianta avrebbero ricevuto i sacchetti una volta messa in sicurezza e assestata la loro postazione di assalto, riempiendoli con il tesoro e passandoli, una volta pieni, alle postazioni più in basso. Ai piedi della pianta c'erano a questo punto alcune staffette che maschiamente avrebbero dovuto recuperare i sacchetti trabordanti il maltolto, staffettando verso la rete di recinzione ove un nutrito gruppo di ciclisti in erba avrebbero dovuto portare il bottino in un luogo sicuro convenuto precedentemente.

Insomma, tutto si svolse come nei piani almeno fino alla prima parte.

Il Mario probabilmente era soggetto ad una forma di colite che lo affliggeva già in tenera età, ed era suo uso emettere delle violente sonorità per le quali si era reso famoso ben oltre i confini del quartiere, facendosi soprannominare da tutti "Rombo di tuono". Nemmeno in questa occasione mancò di esibirsi in tale performance, e fu l'inizio della Caporetto dei ciliegiai dalminesi. Una piccola parentesi: alcuni amici con i quali sono ancora in contatto oggi, asseriscono che Mario, letteralmente scomparso alcuni anni dopo, non solo era soggetto attivo in questa singolare disciplina musicale, ma ne era vittima in quanto per una misteriosa malattia ereditaria era praticamente costretto ad abbandonarsi alla performance ogni qualvolta si fosse presentata, diciamo così, l'occasione. Una bomba ad orologieria, praticamente. Si mormora che sia partito per l'India, dove tale pratica non è soggetta a tabù come da noi, ma anzi, è usanza comune. Chi lo sa.

Immaginatevi perciò, nel silenzio operativo, un boato di Mario mentre tutta la truppa era schierata nelle postazioni di combattimento. La pianta ebbe un fremito improvviso. Ognuno dei combattenti ora lottava per trattenere le risate che si facevano largo prepotentemente oltre ogni ragione. Il prezzo da pagare sarebbe stato altissimo, se il Rottweiler si fosse svegliato.

Mario pensò bene di dare nuovo slancio alle sue ragioni con un'altra bordata di potenza inusitata. Ormai due dei tre fratelli in cima alla pianta erano partiti a ridere cercando di trattenersi il più possibile, e gli altri ragazzi sui rami di mezzo non erano molto lontani dall'esplosione. Qualcuno di quelli a terra si indignò per quello che stava accadendo sibilando: "Mario! Mòchela docà!". Lui rispose con un "pota..." e con un'altra botta che causò il tracollo definitivo. Luce accesa in camera. Segnale d'allarme. "Via via!!"

Tutti i presenti ai piedi della pianta riuscirono a dileguarsi, mentre gli scalatori rimasero appollaiati sulla pianta in attesa che le acque si calmassero. Ma il rottweiler fece la sua comparsa in giardino. "Tò èst! Ti ho visto! Cognòse tò pàder! Ghèl dighe! Tà ederèt!" (Conosco tuo padre, glielo dirò, vedrai!) urlava nel buio il mastino.

Poi, una volta verificata l'integrità della rete di recinzione, non senza aver pronunciato dei sonori porconi destinati a farsi sentire nei dintorni, sicuro di essere ascoltato, il mastino se ne tornò verso l'ingresso di casa. Ma a questo punto accadde l'inpensabile: da una delle postazioni mediane il povero Robertino, che insieme agli altri 10 o 11 e con la complicità del didietro di Mario sulla pianta aveva mantenuto il più rigoroso silenzio, persè l'appiglio e rovinò a terra proprio davanti ai piedi del mastino.
Costui, sorpreso dalla caduta di una ciliegia di così importanti dimensioni, non ci mise troppo tempo a scoprire che la massa informe che stava ai suoi piedi era il cucciolo di un essere umano, e nemmeno tanto carino.

Accertatosi prima di tutto che il poveretto caduto dall'alto non si fosse fatto male più di tanto (era balzato in piedi come una molla subito dopo aver toccato il suolo, a riprova della sua natura gommosa), il mastino prese le notevoli orecchie del malcapitato così come si afferra un'otre carico d'acqua, e sollevandolo di peso lo portò oltre il cancello d'ingresso, calciandolo fuori quasi fosse un pallone da rugby verso la porta avversaria. Robertino, che a dispetto del nome aveva una massa adiposa in costante crescita, si ritrovò a galleggiare a mezz'aria per alcuni istanti, per poi ricadere poco distante. Era la sua seconda esperienza di volo in meno di 10 minuti.
A questo punto il mastino aveva realizzato che la sua pianta contava più abitanti di Guzzanica. Disse, con voce ferma: "Egnì zò..." (venite giù). "Egnì zò PORCO .....!!" Silenzio. Si diede inizio così ad una breve trattativa.

"Me egne zò, però te ta ma lasèt indà!" (Io scendo, ma tu mi lasci andare!)

"Te cumincia e ègn zò!" (Tu comincia a scendere!)

"No me ègne mia zò perché te ta ma pìchet. Me stò ché" (No, io non scendo perché tu mi picchi. Io sto qui.)

Insomma, la cosa andò avanti fino ad un certo punto, quando il mastino si rese conto che la massa presente sull'albero avrebbe avuto la meglio sulla sua voglia di prenderli a scarpate uno per uno.

"Alura, pudì tirale zò, se ùlif. MA GHI TEMP DES MINUCC!!" (Allora, potete tirarle giù [le ciliegie] se volete, ma avete dieci minuti di tempo!)

Fu così che al punto di raduno, dove si stavano facendo le ipotesi più funeree sulla fine dei poveri soldati rimasti sulla pianta, abbattuti al pari della "piccola vedetta lombarda", lo stupore fu immenso nel veder arrivare il gruppo degli scalatori con ben 4 sacchetti del "Vegè" pieni di succulente ciliegie.
Il povero Robertino era corso a casa dolorante, con il 45 abbondante del mastino stampato sul didietro, un grosso livido sulla coscia destra e le orecchie in fiamme.

Fu un'estate straordinaria, come tante altre estati straordinarie e primavere ricche di profumi e di gente che ride, o come gli inverni dove il freddo ti tiene incollato al termosifone o alla stufa, o quegli autunni dove non vedi altro che le castagne che scoppiano una-si-e-una-no, una si, e una no. Bastava tagliarle, o chiedere a mio nonno. Lui le cuoceva senza tagliarle e senza farle scoppiare. Mah.

Chissà dove siete finiti tutti voi, bambini del ciliegio...

(Da un racconto di Aldo Villagrossi, pubblicazione autorizzata dall'autore).

2014/05/24

Chi mi ama mi segua


La vita assume significato solo se hai uno scopo che ti guida. Senza uno scopo, non saprai perché stai vivendo, non riuscirai a dare significato alle cose che ti accadono. Non è che devi sempre avere in testa quello che vuoi da ogni singola situazione da adesso e per sempre! Ma di chiedertelo per le situazioni meritevoli. Come nella scelta del lavoro, del partner, della gestione del tuo benessere fisico e mentale. Ci sono cose che è bello e giusto che ti sorprendano e ti stupiscano. Ci sono cose invece che vuoi direzionare, influenzare e realizzare. Allora è bene chiederti: "Che cosa voglio realmente da questa situazione?"

Se non hai uno scopo chiaro e definito, rischi di rimanere in balia degli eventi. E' come salire in auto e, a motore acceso e marce inserite, schiacciare l'acceleratore ma senza toccare il volante. L’auto si muove, ma senza una direzione: è solo uno spreco di energia, non porta da nessuna parte, è pericoloso per te e per chi è sulla tua strada. È come molti vivono la loro vita. Si agitano, fanno mille cose, ma senza una direzione precisa. Persone che faticano tutto il giorno, tutti i giorni, ma senza sapere perché, per chi, e dove li avrà portati tutto questo. Senza essere veramente impegnati in qualcosa di importante per la loro vita.

Le persone ti seguiranno solo se sai dove stai andando, e se quello sembra un buon luogo dove andare. Conoscere la direzione offre sicurezza, e la sicurezza crea il margine di vantaggio del vincente. La percezione che le persone hanno di te nasce dal grado di sicurezza che trasmetti. Le persone sono attratte in modo naturale dalle persone sicure. E la tua sicurezza è data dal conoscere la direzione, dall'avere uno scopo nella vita. Nel perseguirlo e nel far percepire che tu sei una persona che sa dove sta andando e che quello è un posto migliore!


Per raggiungere ciò che vuoi devi esserne sicuro. Non basta desiderarlo, lo devi volere, e devi credere di essere capace di ottenerlo e di meritarlo. Presto o tardi coloro che vincono sono coloro che credono di poterlo fare. Anche se non sai ancora come farai, devi credere di poterci riuscire. Di poter diventare la persona capace di realizzare ciò  che vuoi. Tutto si basa sul tuo grado di sicurezza. Se sei sicuro tutto ti riesce meglio. Quando pensi a un nuovo obiettivo da raggiungere, ci sono tre livelli di convinzione necessari per poter sviluppare il giusto grado di sicurezza. Per ognuno dei tuoi obiettivi, devi pensare intensamente che: è possibile, ne sei capace e te lo meriti. L'unico limite a quanto in alto possiamo andare, è quanto crediamo di poter salire.

2014/05/17

La spallata

Autunno 2011: Berlusconi lascia sotto la grandinata della speculazione internazionale che sta affossando finanziariamente l’Italia. Non servono parolone tipo “golpe” o di colpo di stato ma solo guardare alla realtà e rendersene conto.

L’Italia di Matteo Renzi oggi è economicamente molto più debole di allora. Ci sono il 42% di famiglie “povere” in più, la disoccupazione giovanile è cresciuta di quasi il 50%, la pressione fiscale aumentata, il PIL è peggiorato (anche nel primo trimestre del 2014, da tempo sbandierato per essere l’anno della ripresa!), il debito pubblico vistosamente aumentato… eppure lo “spread” oggi è meno della metà di allora: come mai?

Perché questa Europa di banchieri senz’anima né coscienza sceglie un paese politicamente “antipatico” e comincia a specularci sopra con profitti spaventosi. Una banca che comprò titoli di stato italiani tre anni fa – magari dopo aver fatto diffondere notizie catastrofiche e orientato i “declassamenti” finanziari sta guadagnando oggi un rendimento che è il doppio di quello corrente e se l’investimento allora fu decennale per altre 7 anni continuerà a prendersi interessi principeschi pagati dallo Stato italiano e pure esentasse.

Chi insomma tramava e sapeva “prima” che Monti sarebbe poi andato al governo speculò alla grande guadagnando ancora oggi mucchi di soldi. Certo che Berlusconi e Tremonti erano scomodi, meglio tenersi un “professore” obbediente come un gattino sulle ginocchia!
Golpe? Semplice realtà dei fatti e se Napolitano ci tiene oggi a far sapere che lui non ne sapeva nulla (e volete dicesse il contrario?) o non è vero, dovrebbe allora licenziare subito i suoi sprovveduti collaboratori che non se ne erano accorti.

Gira e rigira è questo modello di Europa e di moneta unica che proprio non va, bisogna pesantemente riformarlo e bene fa chi chiede nel suo programma anche una agenzia di rating europea che dia valori più certi e onesti agli Stati e alle loro economie, ma una struttura che sia gestita e verificata delle banche nazionali di tutti i paesi europei - e non solo dai tedeschi - o non cambierà nulla. 

Le elezioni europee di domenica prossima sono un momento fondamentale per dare una svolta a una Europa che in dieci anni ha perso i propri valori per trasformarsi solo in un brutto affare economico: basta con un’Europa così, non è quella che abbiamo sperato!

Diamogli una spallata e ricominciamo da dove siamo partiti: dal popolo italiano!

2014/05/16

La prova costume


Arriva l'estate e puntualmente si moltiplicano i consigli per mettersi in mostra senza doversi vergognare di maniglie e inestetici anelli di pingue grasso all'altezza dello stomaco, delle coscie, del sedere per non parlare del flaccidume alle braccia e le signore anche attorno alle guance, collo, seno, grasso in eccesso accumulato, come gli orsi, durante l'inverno e che deve essere eliminato nel minor tempo possibile, pena grandi figuracce e sensi di colpa. Come ogni estate vi parlo ancora un volta di dieta.

Chi non è stato mai a dieta alzi la mano! Che cosa associate a questa “terribile” parola? Tristezza, sofferenza, sacrificio, rinuncia, volontà debole, conta di calorie, visite di controllo e la bilancia quotidiana?
La parola “dieta” deriva dal greco. Tradotto ha quindi significati come “vita” e “modo di vivere” piuttosto che “assumere poche calorie”, che è una delle sue tristi e riduttive deviazioni moderne. Riportiamo questo bellissimo termine al suo senso originario: fare una dieta significa avere il desiderio o la necessità di cambiare il proprio stile di vita, ovvero le proprie abitudini, al fine di stare meglio.

Mettiamo subito le cose in chiaro: per dimagrire non c'è bisogno di soffrire la fame o ammazzarsi in palestra. Il concetto chiave per dimagrire è non mangiare, per non mangiare bisogna non soffrire la fame. Non soffrire la fame è difficile ma esistono molti modi e vedrete che sarà semplicissimo.

REGOLA 1: NON MANGIARE CIBI LIGHT

Forse l'avrete già sentita, ma è opportuno ripeterlo perché è importante. I cibi light non contengono zucchero è vero, ma non ci si nutre solo di zucchero! Le fibre e i dolcificanti usati per produrre questi cibi non solo fanno ingrassare quasi quanto un cibo normale (la percentuale effettiva di grassi in meno è minima) ma in più non saziano e non sono buoni.
Quindi dopo aver mangiato un cibo light il nostro corpo non è soddisfatto e richiede altro cibo e alla fine si mangia di più. Se avete proprio voglia di uno snack mangiate un pezzo di cioccolato (nero non al latte!), un frutto, un panino.... Molto meglio mangiare poco e bene, che tanto e male!

REGOLA 2: NON STRAFOGATEVI DI MERENDINE

Leggete bene il titolo: c'è scritto non strafogatevi, no non mangiate. Non date la colpa allo snack che mangiate alla 11:00 per le vostre maniglie dell'amore! Mangiare è un piacere, uno snack ogni tanto non fa male a nessuno, conta la quantità. C'era uno che mangiava anche 15 Fiesta al giorno e mi riferisco alla gente come lui in questo momento, cioè a quelle persone che per combattere i morsi della fame vanno a prendersi le bibite e le patatine ai distributori automatici. Se fate così, voi pensate di mangiare poco, ma se poi fate il conto delle calorie a fine giornata avete mangiato molto e male. Quindi se voi siete maniaci degli spuntini semplicemente non comprateli! E mi riferisco anche ai cracker che sono pieni d'olio e alle bevande gassate che sono piene di zuccheri (per non parlare delle light). Se volete proprio mangiare mangiate del pane, un frutto o delle fette biscottate. Ripeto ciò non significa non mangiare mai le merendine, ma 1 o 2 al giorno al massimo!

REGOLA 3: SI FRUTTA, NI VERDURE

Non sono scemo: ho scritto apposta "ni" verdure. Quello che voglio dirvi è che mentre la frutta è dolce e buona, quindi più ne mangiate meglio è, la verdura non è così saporita e quindi la si mangia condita con olio e aceto. Ora, la verdura va mangiata ma per carità, senza olio! La potete condire in mille modi, col sale, con l'aceto.... ma non con l'olio. Veramente: molta gente a dieta mangia delle insalate stracondite con olio, uova e tante altre cose che non sono adatte per chi è a dieta. E così anziché dimagrire ingrassano. Conditele pure le vostre insalate ma sono assolutamente da evitare:

- olio
- salse (di qualsiasi tipo)

Se proprio non potete farne a meno allora non mangiate proprio la verdura e concentratevi sulla frutta. A meno che non condiate anche quella!

REGOLA 4: BERE MOLTA ACQUA! 

(ma non durante i pasti)

Questo è molto importante: se voi ci pensate il corpo umano è fatto per il 70% di acqua. E se voi continuate a pensarci vi accorgerete che il cibo vegetale (frutta,verdura e legumi) è composto per il 90% d'acqua mentre la carne e il pesce per il 70% come l'uomo. Quindi quando voi mangiate qualsiasi alimento in realtà state bevendo per lo più acqua. Anche quando pensate di aver fame in realtà non avete fame: avete sete!

Perciò perché anziché mangiare un pollo non bevete una bottiglia d'acqua che è la stessa cosa e non fa ingrassare? All'inizio di questo post vi ho detto che vi avrei fatto dimagrire senza soffrire, ecco il concetto chiave: saziatevi con l'acqua! Suona strano ma è molto semplice:
Quando avete fame bevete 1 bicchiere o 2 di acqua. Spesso la fame è soltanto uno stato mentale quindi aspettate 5/10 minuti prima di mangiare o bere ancora, cercate di pensare a una bella nuotata al mare, in piscina o male che vada nella vostra vasca da bagno. Se dopo questo tempo la fame non cessa bevete altri 3 o 4 bicchieri d'acqua. Aspettate ancora 5 o 10 minuti se dopo questo tempo la fame non passa potete mangiare qualcosa. Qualcosa, non qualsiasi cosa:

- riguardo merendine o altro vale la regola 2.
- assolutamente no cibi light.
- verdura scondita come dice la regola 3
- qualsiasi frutto
- no cracker che sono pieni d'olio ma pane o fette biscottate.

Ovviamente non è che dovete mangiare solo questa roba ma questi sono gli stuzzichini con cui potete rompere la fame. Per i pasti e i cibi da mangiare vedremo dopo. Fate conto che dovrete arrivare a bere fra i 2 e i 4 litri d'acqua al giorno. Quindi vi consiglio quando andate a lavoro o a scuola di portarvi una bottiglia d'acqua da due litri, la potete riempire dal rubinetto se è potabile.

Errore diffuso: bere durante i pasti.

Un’infelice abitudine. Quando ero piccolo era proibito, ma solo oggi comprendo le ragioni di questa vecchia regola quasi dimenticata. Quando masticate intensamente si crea parecchia saliva che ha importantissime funzioni digestive. Un adulto dovrebbe produrre circa 9 litri di succhi digestivi totali nelle 24 ore. Pensate che impegno; saliva, succhi gastrici, succhi biliari, epatici e infine la produzione delle infinite cripte di Lieberkuehn nell’intestino tenue e crasso. Tutti questi liquidi per favorire la scissione del cibo nei suoi mattoncini di base, che vengono finalmente assorbiti. La digestione è quindi una sorta di “terminator” che ha il compito di smontare le meravigliose composizioni di madre natura; perché il nostro corpo accetta solo materie prime come appunto aminoacidi, di e tripeptidi, mono e disaccaridi, acidi grassi. Con questi mattoncini-base (tipo Lego) il nostro corpo costruisce e ricostruisce i nostri organi; un meraviglioso e continuo processo creativo.

REGOLA 5: NON FATE PASTI COMPLETI

Con pasti intendo il mettersi a tavola a mangiare varie portate di cibi, che è quello che noi tutti facciamo normalmente. La cosa non è furba perché quando noi pranziamo o ceniamo non riusciamo a digerire i cibi che ingurgitiamo durante il pasto e quindi non ne siamo sazi.
Tradotto: il nostro corpo non ha bisogno di tutto quello che mangiamo, se no non ingrasseremmo. Durante i pasti se mangiamo per primo un piatto di pasta ci potremmo già dir sazi ma perché mangiamo anche un secondo? Perché non avendo digerito la pasta (per digerire ci vogliono almeno 3 ore) il nostro corpo non sa che ciò che abbiamo mangiato basterà e quindi ci spinge a mangiare di più.

Quindi sarebbe buona cosa non pranzare né cenare ma anche questo non è del tutto giusto perché non si può vivere di soli spuntini.
Il mio consiglio è: fate solo 1 pasto al giorno rigorosamente a pranzo, il più presto possibile (fra le 12:00 e le 12:30). Questo pasto non deve però essere striminzito e non dovete seguire nessuna dieta dei punti o dei fantini vari....
Non soffrite, mangiate un pasto normale, come siete abituati con le quantità a cui siete abituati (ovviamente non 10 Kg di pasta ma agite con intelligenza), e non mangiate tanto solo perché pensate che sarà l'unico della giornata, mangiate come siete abituati se non ci fossero diete.
Questo pasto deve essere costituito da:

- un primo (pasta o riso conditi come volete)
- un secondo (carne o pesce : ricordatevi di non abbondare con le salse)
- pane meglio fresco, al limite qualche fetta biscottata ma non zuccherata
- 1 frutto qualsiasi

- acqua, vino, birra come siete abituati ma non bevande gassate e peggio zuccherose solo lontano dai pasti, almeno un'ora dopo. Tranquilli, dopo che vi sarete abituati non soffrirete affatto.

REGOLA 6: GLI SPUNTINI

Già nella regola 4 vi ho anticipato qualcosa riguardo gli spuntini. Gli spuntini diventano qualcosa di importante non potendo fare pasti, ma molto meno di quanto sembra. Infatti voi pensate che sarete distrutti dalla fame durante questa dieta, ma non è così. 
La regola fondamentale è bere: se voi bevete vi passa la fame.
Cominciando dal risveglio subito vi viene detto di fare colazione, che è importante ma non è indispensabile, se non avete fame non mangiate; se ne avete poca, e comunque difficile che siate affamati al mattino, bevete e seguite quanto detto nella regola 4 e se poi proprio siete affamati, allora mangiatevi un frutto, degli ortaggi (un peperone giallo tagliato a fettine senza olio e al massimo un pizzico di sale diventa un toccasana nello stomaco).
Per i vari spuntini che avrete nel corso del giorno non prendete cibi dai distributori automatici, portatevi qualcosa da casa.
Quando dico portatevi qualcosa da casa non intendo una teglia di lasagne. Portatevi:

- della frutta,
- se non vi piace  la frutta allora verdura come pomodori o carote,
- se non vi piace la verdura allora delle fette biscottate,
- se non vi piace nulla di tutto quello sopra allora del pane, fresco.

Potete anche (sarebbe meglio) portare un giorno un alimento e un giorno un altro, e ancora meglio sarebbe portarle tutte e fare dei cambi.
Ricordatevi poi che queste cose non sono da mangiare sempre e comunque, anzi meno ne mangiate meglio è. La regola la ripeto:

Se vi viene fame bevete 2 bicchieri d'acqua e aspettate 5/10 minuti; se la fame non passa bevete 4 bicchieri d'acqua e aspettate 5/10 minuti; se non passa mangiate qualcosa.
Nella tarda mattinata poi pranzate e sarete a posto tutta la giornata. 

Ho un amico che quando era giovane, diciamo quando non era vecchio, aveva preso l'abitudine di far colazione al mattino presto e a pranzo mangiarsi un bel piatto di pastasciutta. Condita in vari modi ma sempre e solo pasta. La sera andava a dormire presto e la mattina alle 6 era visto e pronto per ricominciare con una dura giornata lavorativa. mentre io facevo sacrifici per mantenere il peso, correvo le mie 3 miglia giornaliere e cercavo di evitare tutto quello che poteva farmi ingrassare, inutilmente, lui dimagriva. In tre mesi perse oltre dieci kg. 
Incredibile vero? Ah proposito, durante i pasti non beveva mai.

REGOLA 7: CIBI SAPORITI

I pasti devono essere il più sazianti e nello stesso tempo il più leggeri possibili: per farlo bisogna condire i pasti con decisione e intelligenza. Le vostre paste e le vostre carni quindi dovranno essere riempite di vari elementi che ne aumentino il sapore ma non ne intacchino la pesantezza.
Sono benvenute:

- tutte le spezie possibili e immaginabili
- il sale e ogni tipo di minerale (con moderazione, il sale ha un pessimo effetto collaterale: fa salire la pressione!)
- pepe, peperoncino....e qualsiasi spezia che cominci con "pepe"
- ogni tipo di verdura
- ogni tipo di frutto (non avete mai provato pasta con ricotta e arance?)
- ogni tipo di legume
- aceto e ogni liquido non contenga grassi

Sono banditi:
- olio e derivati (come la maionese e tutto ciò che si fa con l'olio o che contenga olio)
- burro e derivati
- lardo e strutto
- uova e derivati

Esistono poi dei trucchetti per rendere i vostri pasti sfiziosi con poco: anzichè usare la pancetta per fare la carbonara perchè non usate le zucchine (viene buona uguale)? Certe ricette le potete trovare facilmente su internet.
Mangiare è un piacere: mangiare bene non è mai un male, conta la quantità.

REGOLA 8: POCA ATTIVITÀ FISICA

Con "poca attività fisica" non intendo che meno ne fate meglio è. Voglio solo dire che ne basta poca (veramente poca) per ottenere grandi risultati. Sì, perchè l'attività fisica in sè non fa dimagrire: correre 1 ora significa bruciare 1 panino che poi puntualmente mangerete perchè il corpo non può stare senza cibo.

L'attività fisica serve per 2 motivi:

- trasferire il grasso corporeo dalle masse grasse a quelle muscolari (che non significa perdere kg ma essere comunque più sani e belli)

- far sì che il metabolismo sia abituato a bruciare più velocemente (chi fa attività fisica mezz'ora al giorno brucia a riposo il 56% di calorie in più di chi non lo fa)

Ora so benissimo che molti di voi non si alzano dalla poltrona neanche sotto minaccia, ma basta veramente poco: mezz'ora di attività fisica (qualsiasi attività fisica) al giorno tutti i giorni. Camminare a passo svelto e percorrere 5 km, credetemi è più facile farlo che scriverlo, permette al cuore di mantenere vigore tiene i muscoli in efficienza, toglie quegli inestetici gonfiori, in particolare dalle gambe e piedi e diminuisce la pancia, provare per credere.

Con attività fisica io intendo qualsiasi cosa in cui si impegna il corpo:
corsa, passeggiata veloce, flessioni, addominali, qualunque sport, body-building, salto della corda, step (salire e scendere da un gradino), attività sessuale, andare in bici, non sono contemplate attività in cui non si sforza il corpo come lo yoga o lo stretching.

Non dovete per forza andare in palestra e se non volete neanche essere visti da tutti mentre correte o andate in bici potete fare addominali a casa. E se siete troppo pigri per addominali e flessioni potete fare step veloce (salire e scendere da un gradino). Se poi non avete voglia di fare mezz'ora potete cominciare la prima settimana facendo 10 minuti, la seconda facendone 15, poi 20, poi 25 e infine 30. E non si sa mai che la cosa cominci a piacervi e a fare quindi 1 ora tutti i giorni.

Queste erano le 8 semplici regole per dimagrire sicuro. Come vedete non ci sono grandi rinunce, nè sacrifici; anzi ci sono anche dei punti che vi incitano a mangiare ben condito. Vi assicuro che non soffrirete la fame e neppure di altre forme di isolamento sociale cui sono costrette molte persone che fanno una dieta stretta.

Naturalmente se preferite cibi legati alla dieta mediterranea, avrete sicuramente un giovamento ma, limitando quello che ingurgitate, eccedere non porta mai a nulla di buono.

Di più non posso dirvi auguro a tutti una buona dieta e una vita felice!

2014/05/15

Pochi fatti, tanto fumo

Il tintinnar di manette che contraddistingue - come sempre - le campagne elettorali italiane sono musica alle orecchie di Grillo e del premier Matteo Renzi. Come non gradire, per loro, un TG che “apra” sulle tangenti di Milano, prosegua con Scajola arrestato e come terza notizia annunci che Renzi da Genova (in visita a un ospedale!) prometta che dal prossimo anno sparirà il modello 740, tra gli applausi generali? 

Come non essere tentati da un Beppe Grillo che nei comizi urla contro tutti, interpretando demagogicamente - ma alla grande - il generale sentimento di rabbia degli italiani contro i politici per le loro porcherie e le tante, troppe cose che non vanno? Pochi però hanno il coraggio di grattare sotto la vernice, per esempio sottolineando che in 14 mesi i grillini non hanno fatto in Parlamento una sola proposta concreta, sensata, documentata, attuabile e condivisibile per risolvere qualcosa. 

Espulso il dissenso è più facile - in una necessaria “escalation” mediatica e per farsi notare facendo dimenticare il silenzio sulle questioni serie - ammanettarsi e urlare in aula ormai una volta la settimana pur di fare notizia. Tanta immagine ma poca sostanza, come il Matteo Renzi che aveva promesso “una riforma al mese” e che in 100 giorni avrebbe “rivoltato l’Italia come un calzino”. 

Di giorni ne sono già passati ottanta ma dopo mille proclami i risultati sono tuttora in divenire. Una cosa ovvia perchè le riforme serie non si fanno in 100 giorni e soprattutto perché (e questo non è colpa di Renzi) infinite sono state e saranno le resistenze, gli strappi, i ritardi, gli intoppi burocratici e delle caste potenzialmente danneggiate. 

Ma la superficialità di “spararle” grosse, dare le cose per fatte contando soprattutto sull’effetto-annuncio sono obiettivamente la specialità di Matteo Renzi. Intendiamoci: condivido – come quasi tutti gli italiani – che quanto propone il leader del PD siano spesso cose giuste, sacrosante e perfino ovvie ma – appunto – un conto è dirle e un conto è risolverle. 

Bilancio? La riforma elettorale (impantanata) impedirebbe l’elezione diretta dei deputati e assegnerebbe comunque un pingue premio di maggioranza, ovvero andrebbe in totale contrasto con la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il “porcellum”. 

La riforma del Senato (impantanata) è un vero guazzabuglio e ha quindi molte più ragioni Calderoli quando propone di eleggere i senatori insieme alle elezioni regionali risparmiando ma facendo votare e scegliere le persone anzichè – anche qui – nominarle dall’alto.

La riforma fiscale non è impantanata, ma è totalmente ferma, le province sono nel limbo, la riforma della pubblica amministrazione sembra interessare solo il taglio di 60 prefetture mentre gli ultra pubblicizzati 80 euro al mese per i medio-poveri sono parzialmente senza copertura, (checchè ne dica il governo hanno ragione i tecnici del Senato, lo sanno tutti gli addetti ai lavori) e per trovare i soldi si sono aumentate le tasse sui risparmi. La “riforma del lavoro” pomposamente annunciata non risolve nulla salvo cose marginali e comunque non è approvata, mentre ok per i tagli ai super-manager pubblici ma alla prova dei fatti i tagliati “veri” sono rimasti in pochissimi così come quasi nulla ha reso la strombazzata vendita on line di una pattuglia di “auto blu” che in pratica non ha comprato quasi nessuno.

Annunci e fatti, quanta differenza! Chi per esempio non può che applaudire il Premier quando sostiene “Bisogna rilanciare l’economia tagliando gli interessi e i costi bancari e aumentando il credito alle imprese”? Sembra la scoperta dell’acqua calda, ma intanto i tassi non calano e contro un euribor al tasso dello 0,26% (minimo storico) i tassi offerti in Italia alle imprese sono il 5-8% sui mutui a medio termine e dal 10 al 21% sullo scoperto dei conti correnti, ovvero da 50 a quasi CENTO volte di più dell’euribor, con in aggiunta di solito anche il 2% annuo – un altro 800% del tasso di riferimento europeo – solo come ex commissione di massimo scoperto che, dichiarata illegittima per legge, è rientrata dalla finestra come obbligo ben più pesante per tutti, da pagare anche se non si utilizza il credito!

C’è stata forse in merito una iniziativa concreta del governo per cambiare l’andazzo? No! Allora Renzi sfrutta alla grande la sua bella immagine, ma soprattutto la spasmodica ossequiosità e visibilità offerta dai media e - anche come capo del PD - ne fa ovviamente buon uso pre-elettorale.
D’altronde tutti possono verificare che non si era mai visto uno spazio così ampio e osannante concesso a un singolo personaggio politico, di solito senza un minimo di critica e ricordando per esempio - a confronto - il quotidiano massacro contro Berlusconi quando l’ex Cavaliere era premier. 

Pensate alla notiziola qui di sotto se fosse stata una scelta del governo di centro-destra: è un piccolissimo esempio ma da meditare, visto anche che il Corriere della Sera di sabato 10 maggio le ha dedicato solo 11 righe – diconsi undici! – in un pezzettino quadrettato relegato in basso e in pagina interna… Quale notiziola? Non l'avete letta? Evidente, se il Corriere della Sera non rientra fra le vostre testate preferite, anche a causa della improvvisa dimenticanza di tutti gli altri quotidiani, bisognerebbe fare colletta e fornir loro adeguate scorte di integratori vitaminici. Eccola qui, dunque, per sollazzarvi un po' e gridare ancora una volta allo scandalo.

La dott.ssa Antonella Manzione, 50 anni, è da qualche giorno la nuova responsabile del Dipartimento Affari Giuridici del Governo a Palazzo Chigi, una posizione strategica e di grande responsabilità tanto che venerdì partecipava già al rituale pre-consiglio dei ministri. 
La Manzione è forse un’avvocato di Cassazione, una dirigente legislativa di Camera o Senato, una docente universitaria di diritto? 
Macchè, è solo la comandante dei vigili urbani di Firenze. 

Invano la Corte dei Conti aveva espresso riserve su titoli, costi, esperienza: Matteo Renzi ha fortemente voluto questa nomina, si è opposto ai giudici amministrativi e oplà la Manzione è stata nominata. Trasparenza, esperienze, curriculum? Diciamo che quando si vuole e si può, tutto diventa un optional.