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2015/10/24

Rassegnazione


C’è in giro una gran brutta bestia: la rassegnazione. 

Notizie inaudite che anni fa avrebbero suscitato scalpore oggi sono accolte con fatalismo e nella totale indifferenza. Vale per i migranti morti in mare come per gli scandali e i problemi irrisolti. La gente è stanca, smaliziata, distratta. Ascolta le notizie politiche e non capisce, non si sente coinvolta, cambia canale. E’ nell’indifferenza che nascono però le cose più turpi, con personaggi-macchietta che diventano “opinion leader” perché non li contrasta nessuno. 

Per esempio in Piemonte la sinistra uccise 15 anni fa l’idea di un ospedale unico, oggi sostiene l’esatto contrario ma nessuno sembra ricordarlo, ma è così che muore la politica, la democrazia, la cura per il bene pubblico e nessuno chiede i danni politici ma anche sociali e finanziari a chi impoverì e impoverisce di servizi il nostro territorio. 

 Altro esempio è la nuova riforma costituzionale che accentra e non delega, riporta poteri a Roma togliendoli alle regioni e di fatto cancella ogni spinta federalista e di decentramento che in qualche modo animava le altre riforme costituzionali che si sono poi più o meno esaurite nei decenni passati, ma anche di questo non ne ha parlato quasi nessuno. 

Solo sulla sanità il governo ha tagliato in un anno 4 miliardi di trasferimenti (frettolosamente giudicati “tagli di sprechi”) che stanno facendo saltare i bilanci regionali: Chiamparino si è dimesso dalla conferenza stato-regioni, pochi se ne sono accorti, nessuno ne ha parlato. Giusto o sbagliato che sia (secondo me è profondamente sbagliato) questo nuovo romano-centrismo se da una parte sottolinea gli sprechi delle varie amministrazioni regionali e spesso l’incapacità di gestire i problemi del territorio, dall’altra sbarra la strada ad una riforma profonda della nostra società che dovrebbe stare alla base di un “federalismo della responsabilità” indispensabile per rilanciare almeno quelle zone d’Italia che possono meglio affrontare la crisi e tentare di tornare a crescere il più presto possibile. 


Il popolo italiano assomiglia sempre di più a una rana bollita. 

Ci stanno fregando, sappiatelo.

2015/10/17

IL “CAPOLAVORO”



“Abbiamo fatto un capolavoro” commentano Matteo Renzi e la sua amica il ministro Boschi facendo approvare la nuova riforma del senato. Se tutti concordano che non poteva continuare un sistema parlamentare di “bicameralismo perfetto” il “nuovo Senato” secondo me è però una vera presa in giro. Verranno ora infatti nominati (non eletti!) 95 senatori che siano contemporaneamente già sindaci o consiglieri regionali con compiti molto limitati e un costo complessivo – è già stato stimato – pari a oltre l’80% del bilancio del senato attuale. 

Ma non sarebbe stato molto più semplice e giusto fare eleggere direttamente dai cittadini questi senatori con compiti chiari, specifici e definiti, in numero proporzionale agli abitanti di ogni singola regione? Con questo ulteriore sistema di “democrazia indiretta” invece - guarda caso - 55 dei 95 futuri senatori (gli altri 5 li nomina il Presidente della Repubblica) sarebbero a oggi del PD che con meno del 30% dei voti (pari a poco più del 15% dei cittadini “veri”) ha già anche una maggioranza assoluta nell’altra e unica Camera (anche questa non elettiva e dichiarata incostituzionale!) grazie al premio di maggioranza. 
Conseguentemente la stessa persona è oggi capo del governo, leader del PD, arbitro per eleggere - come è già stato - il presidente della Repubblica, i giudici del CSM, i vertici Rai ecc.ecc. Da domani controllerà completamente anche le maggioranze parlamentari. Questa sarebbe democrazia? Italiani, non fatevi rimbambire dal viso angelico della Boschi, dalle quotidiane interviste no-stop di Renzi, da una stampa e una TV in buona parte prone al gigione di Firenze. 

Ci stanno fregando, ricordatevelo.

DAJE



Le dimissioni di Ignazio Marino a Roma hanno scatenato molti commenti, interessante quello sul fallimento politico da una parte del sistema dei partiti, ma dall’altra anche di quei sindaci come Marino cresciuti e presentati “contro” le strutture partitiche, ricordando che proprio Marino uscì dalle primarie del PD romano come scelta “popolare” o - con il senno di poi – di sola immagine. 

Ma se non vanno bene né i partiti né gli esterni, dov’è allora il futuro della politica italiana? Credo che la risposta sia chiara: non funzionano “questi” partiti senza ideologie e senza “anima”, scheletri vuoti incapaci di dare speranze, ma troppe volte i tecnici che vengono proposti a cariche pubbliche non hanno alle spalle una sufficiente caratura e esperienza “politica” per affrontare le situazioni. Le realtà sono sempre più serie e difficili delle fantasie e soprattutto degli slogan che possono piacere alla “pancia” dei cittadini in campagna elettorale, ma che alla lunga non reggono il peso dei problemi quotidiani.

Il Comune è per esempio una istituzione dove il cittadino si sente coinvolto in prima persona, ma un sindaco che pur voglia migliorare la propria città non può reggere se gli gioca “contro” la struttura comunale (anche se spesso il sindaco avrebbe tutte le ragioni) perché quella stessa struttura lo distruggerà. Il vero potere nei comuni è infatti nell’apparato, nella burocrazia, nei dipendenti (e soprattutto nei dirigenti) che non cambiano quando cambia il sindaco, ma anzi lo condizionano per tutto: i malvezzi e i privilegi indebiti dei dipendenti comunali romani ne sono tragica conferma, perché Marino passa, ma quei privilegiati restano. Alla stesso modo un sindaco cadrà se vorrà andare qualche volta “contro” i partiti che lo sostengono in consiglio comunale e che possono farlo cadere – sfiduciandolo - in ogni momento.

La struttura legislativa del nostro paese infatti è diventata folle e un qualsiasi sindaco di buona volontà e assoluta onestà (l’ho provato sulla mia pelle) si ritrova presto a dover scegliere. Se usa tutti i bilancini delle forme e delle procedure alla fine non combinerà nulla e davanti ai suoi cittadini farà la figura del nullafacente e dello stupido solo perché passerà sempre troppo tempo dall’atto della decisione a quello della realizzazione. Se – invece – il sindaco sarà “decisionista” e romperà le scatole state tranquilli che qualcuno presto lo inforcherà davanti a un Magistrato che riuscirà a bloccare tutto perché - per chi sta a tavolino, vede le carte mesi dopo, non rischia nulla e non vive le quotidiane emergenze di una città - la “forma” è tutto. Non parliamo poi se quel sindaco manderà a quel paese la propria parte politica che magari gli chiede favori più o meno leciti: sarà dipinto come politicamente traditore e pericolo pubblico. 

Credo che la politica oggi si trovi davanti a un bivio: c’è chi la fa per rubare o rubacchiare e mira a un incarico per i suoi possibili vantaggi (e temo allora lo farà sempre, aggirando la legge) ma purtroppo la politica è diventata oggi impossibile da gestire per qualsiasi persona che voglia operare concretamente, velocemente e correttamente. I cittadini credono di eleggere un “loro” sindaco, ma in realtà con le normative attuali spesso eleggono un ostaggio: quanti se ne rendono conto?

Tornando al punto di partenza non si può allora pensare di far eleggere un “tecnico”, un “grande nome” o una più o meno nota e brava persona (Ignazio Marino era un chirurgo) catapultandolo in una situazione dove sono indispensabili anche conoscenze tecnico-politiche e esperienze amministrative. Proprio qui salta fuori tutta la pochezza del sistema politico italiano dove non ci sono più “scuole” di partito e non solo dal punto di vista ideologico, ma anche per la preparazione progressiva all’incarico, facendo un passo alla volta. Per essere buoni sindaci bisogna saper dirigere strutture complesse o macinare anni in consiglio comunale, così come è assurdo eleggere deputati o deputate solo per il loro nome o il bell’aspetto, ma che non sanno nulla di gestione pubblica. 

Ma se fino qui avete condiviso il mio ragionamento vi rendete conto come sia assurdo il nuovo sistema elettorale – l’ “Italicum” - che Renzi ha appena imposto, dove non si eleggono ma si “nomineranno” persone (chi sarà messo a capolista nel collegio di fatto sarà automaticamente eletto). Non importa se saranno intelligenti o cretine, oneste o disoneste, con esperienza o meno: conterà soltanto l’essere un giocattolo nelle mani dei leader. Ma se il sistema non funziona e viene perpetuato con leggi elettorali scritte apposta perché continui a non funzionare, come potrà mai migliorare la gestione del nostro povero paese?

2015/10/11

Ipocrisia



La London University ha deciso: non avrà più alcun legame accademico con i colleghi israeliani per protestare contro l’occupazione dei territori palestinesi. Anche il comune di Reykjavik – capitale dell’Islanda – boicotterà Israele e i suoi prodotti agricoli e industriali per lo stesso motivo. 

Siamo veramente alla follia: si potrà criticare tutto di Israele tranne che sia l’unica democrazia vera del Medio Oriente eppure questi saccenti soloni “democratici” non sollevano il problema degli assassini del Califfato e dell’ISIS, le norme barbare della Jihad islamica, gli attentati di Al Quaeda, le distruzioni di Palmira o in Iraq, le decapitazioni in Arabia Saudita e le impiccagioni in serie in Iran, le condizioni della donna dal Pakistan alla Nigeria, oppure i vari regimi stile Corea del Nord in giro per il mondo…no, i “cattivi” di questo mondo sembrano solo gli israeliani. 

Chissà se in Islanda sanno che il loro boicottaggio includerà quindi anche i parlamentari arabi liberamente eletti alla Knesset, o le imprese ebraiche o palestinesi che operano in Israele con le loro decine di migliaia di lavoratori che proprio solo lavorando in Israele trovano il modo di sfamare le proprie famiglie. Immaginate invece, al contrario, i commenti se a boicottare Israele fosse stata una università o una città tedesca… ci rendiamo conto dell’incredibile cumulo di ipocrisie e di tabù che ci accompagnano ogni giorno?


2015/10/10

La truffa delle Poste Italiane



Ha ragione Corrado Passera, che in anni non lontani è stato capace di trasformare Poste Italiane in una struttura agile ed efficiente rispetto al lento e tardo carrozzone inefficiente di prima: LA PRIVATIZZAZIONE DI POSTE ITALIANE E’ UNA TRUFFA AI DANNI DEI CITTADINI. 

Le poste sono un servizio pubblico da gestire bene e far rendere, non da svendere ai privati (stranieri, per di più!) per i loro interessi secondo una logica di mero profitto. 

I risultati sono sotto gli occhi di tutti: chiudono gli uffici periferici e montani, peggiora il servizio con le lettere che saranno recapitate non più in 24 ore ma in 4 giorni, mentre dal 1 ottobre (ma non lo ha detto nessuno) l’affrancatura di una lettera è aumentata di un altro 20% passando a 95 centesimi (erano 70 centesimi un anno fa: + 36% !). 

Altro che asfissiante pubblicità sul “cambiamento siamo noi”: gli italiani (tutti) perdono un patrimonio ed è assurdo che nessuno lo dica, ne parli, si preoccupi. Sta succedendo lo stesso malaffare come con la CASSA DEPOSITI E PRESTITI, l‘altro grande “salvadanaio” italiano a cui Renzi ha cambiato i vertici per motivi incomprensibili, salvo che far fare gli affari a pochi furbetti. 

In Poste Italiane è la grande cassa del risparmio postale che fa gola a tutti ma questi temi non appassionano, non hanno spazio sulla grande informazione. Certo che se Berlusconi avesse fatto queste cose chissà che clamori, ma questo è un governo di “sinistra”, con l’iperipocrita maghetto di Firenze che fa e disfa quello che vuole…