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2013/01/03

Election Day


Innanzitutto non si capisce perché in Italia, dove è risaputo si parli e si scriva in italiano, si debba usare un termine nella lingua d’Albione per indicare le prossime elezioni. L’abbiamo sempre chiamato “il giorno delle elezioni” adesso siamo costretti nostro malgrado a chiamarlo “Election Day” in omaggio a una inglesizzazione del nostro idioma ormai, evidentemente, vecchio e fuori moda. Ché, seppur vero che agli italiani le lingue stanno indigeste come il mal di pancia, è altresì vero che in Europa siamo in buona compagnia, almeno in quell’Europa del sud, tutta povera e vicina al collasso finanziario nonché economico formata da Spagna, Portogallo, Albania, Romania e Grecia dove l’Inglese si parlicchia ma insomma con certi accenti da far rabbrividire non solo Shakespeare che di Albione era probabilmente un acculturato ma anche del sommo poeta nostro Dante che della lingua perfetta è sempre stato un fautore. Ordunque torniamo al nostro election day, il giorno delle elezioni. Perché deve essere un giorno che poi sappiamo bene che son sempre due? Già qui ci sarebbe da discutere, non è mai successo nella storia della Repubblica che le elezioni si svolgessero in un mese freddo. Si sa che il freddo non favorisce le persone, i più anziani preferirebbero starsene al calduccio in casa propria invece di andare a porre una croce su alcune schede che tanto si sa, sono sempre voti buttati via, qualunque schieramento si scelga poi fanno quello che vogliono loro alla faccia del popolo sovrano.

Il popolo sovrano, altra grossa balla. La Merkel di teutonica origine ci impose il Mario Monti senatore a vita per interrompere quella che, secondo lei - e la banda dei quattro di cui era ed è rappresentante di spicco - era una condotta politica e finanziaria volta al disastro a opera del nazional popolare Berlusconi, legalmente eletto e voluto dal popolo sovrano, coinvolgendo, e questo è il vero motivo, nella caduta il resto d’Europa perchè l’Italia non è un Paese del terzo mondo ma una delle colonne dell’Europa Unita.
Ma come? Siamo una delle colonne dell’Europa si saranno chiesti gli italiani. E da quando?

Non si è mai notato in passato, quando siamo stati sempre vilipesi, malconsiderati, ignorati, ridicolizzati agli occhi dell’Europa e del mondo. Quando la Merkel e il tappo francese Sarkozy si facevano quattro risate alludendo al nostro Berlusconi, che sarà tappo anche lui pur ricorrendo a a scarpe con ben 4 centimetri di tacco ma quelli se li poteva comprare come un campione del suo Milan con qualche milione, visto che, al confronto dei due poverelli e malmessi politici d’oltre le Alpi, è sempre uno dei più ricchi uomini d’Europa, che dico, del mondo intero. 

Ecco che di colpo diventiamo colonna portante in nome di un’Europa che va salvata. E lì già sorgono altri dubbi, i dubbi di chi standosene fuori dai confini italici nota e ha notato quanta grande fosse la disparità fra i cittadini del sud Europa rispetto a quelli del nord. Noi saremo anche colonne d’Europa ma non entriamo nel consiglio di sicurezza dell’Onu dove entra la Francia per esempio, anzi i Francesi che pure han perso la guerra, la grande guerra come noi, che pure hanno assecondato la Germania pur di cavarsela in qualche modo come noi, come dimenticare il Governo di Vichy altrimenti detta Repubblica di Vichy?

Per chi la storia non la ricorda e per chi fa finta di dimenticarsela ecco che inserisco un paragrafo di storia affinché serva quale monito alle generazioni future. L’Italia e gli uomini che avrebbero dovuto difenderne il nome, non è mai stata capace di difendere con forza e coraggio i propri diritti, e nonostante tutto abbiamo sempre subito la forza e l’arroganza dei nostri vicini. Basterebbe pensare alla Francia ma anche alla Germania che non aveva alcun diritto alla fine della seconda guerra mondiale, eppure abbiamo visto dove sonoarrivati. E la Francia? Abbiamo detto della Repubblica di Vuchy, i sostenitori della legittimità del governo di Vichy affermano che la formazione del nuovo Stato avvenne tramite regolare votazione della Camera e del Senato, mentre i suoi detrattori, in particolar modo i Gaullisti, sottolineano che la votazione avvenne in un momento di notevole disordine pubblico per la Francia e che non fosse conforme ai principi della Repubblica. 

L'11 luglio gli atti del Parlamento conferirono pieni poteri al Maresciallo Pétain con il compito di redigere una nuova Costituzione, che venne scritta e mai promulgata. Di fatto venne decretata la fine della Terza repubblica e dato inizio ad un nuovo ordinamento che prese il nome di Stato francese. Pétain prese il titolo di "Chef de l'Etat" (Capo di Stato), mentre i primi tre capi del governo che si succedettero ebbero il titolo di vicepresidente del consiglio. Pétain instaurò in breve un regime appoggiato da movimenti fascisti, nazionalisti, monarchici ed antisemiti presenti in Francia, facendo leva sul carisma derivatogli dall'immagine di eroe della Grande Guerra. Le camere non furono sciolte, e gli altri partiti non vennero proibiti. Tuttavia il parlamento fu "aggiornato fino a nuovo ordine" e mai più convocato.
Il 24 ottobre 1940 Pétain ufficializzò la sua collaborazione con i tedeschi incontrandosi e stringendo la mano ad Adolf Hitler a Montoire-sur-le-Loir.

Ecco la Francia, quella stessa Francia che alla vigilia dello sbarco in Normandia non condanna l’aggressione tedesca in Marocco ma si limita a poche e convenzionali lettere di protesta, lettere che sollevano i compiti del governo che passa totalmente in mani tedesche. E quando Roosevelt, presidente degli Stati Uniti scrive al Premier britannico “Quando l'America è entrata in guerra, l'unica Francia che conosco stava dalla parte dei tedeschi. “ si capisce perfettamente quanta volontà e desiderio di essere liberati animasse i francesi. Così tanto che sessantasei anni dopo il Premier tappo francese Sarkozy scherza e deride il nostro Capo del Governo Berlusconi insieme alla culona tedesca Merkel erede di quella stessa Germania che aveva invaso e annichilito la Francia 70 anni prima. E sempre il tappo francese si permise di dettare le condizioni all’Italia, supportato dalla culona di cui sopra, dimentico di quello che i crucchi avevano perpetrato ai danni del suo paese. 

Ecco che adesso il popolo italiano si accinge a votare, con paure e indignazioni, con il timore di cadere dalla padella nella brace, con la consapevolezza che, mai come prima, il destino dell’Italia è nelle proprie mani. Quando è caduto il governo Monti con il paventato ritorno sulla scena di Berlusconi molto media hanno confermato quanto già si sapeva: senza una decisa e autorevole agenda europea l'Italia resta un Paese a rischio. Pericolosa per sé e per l'intero continente.

Ecco, le preoccupazioni degli altri, quei compagni di merende degli europei a cui si uniscono gli americani, riguardano non già l’Italia come popolo sovrano in crisi d’identità e di cultura politica, basterebbe pensare ai guai provocati dalla casta dei politici ingordi, riguardano soprattutto gli equilibri mondiali che potrebbero vacillare sotto il peso di un fallimento politico e finanziario del nostro Paese, fallimento che interessa gli altri solo per le ricadute nei confronti di tutto l’establishment finanziario, il gotha della finanza mondiale, l’asse di controllo europa america che crollerebbe insieme al castello di carta creato artificialmente dalle banche, vero pericolo mondiale (altro che le sinistre caro Berlusconi).  

Ecco che non è solo «il ritorno della mummia» come ha titolato a tutta pagina il francese Liberation (si guardassero le loro mummie francesi invece di venirle a cercare nei nostri palazzi, si guardino il caro Hollande che, novello Robin Hood, punisce i ricchi per salvaguardare la faccia ma non premia i poveri che invece soccombono sotto una raffica di aumenti di tutto il tassabile), o «di nuovo bunga bunga» come ha scritto la tedesca Bild Zeitung, a preoccupare. E nemmeno la convinzione che Silvio Berlusconi «sia il simbolo della politica marcia», come ha vergato il Financial Times, e «il peggiore ciarlatano del dopoguerra», come ha ripetuto il Tagespiegel, ad inquietare le cancellerie europee.

È la paura che l'Italia torni come un anno fa, e forse sarebbe anche meglio di adesso, tutto sommato stavamo meglio quando pensavamo di stare peggio. Questi pensano che possiamo tornare a essere un Paese inaffidabile, incapace di mantener fede alle riforme avviate dall’ultimo governo, riforme? Quali riforme? Un paese prigioniero degli interessi personali ed elettorali di chi governa? E quando mai?  

Troppo a lungo come italiani ci eravano abituati a fare i furbi, non rispettando i bilanci e scaricando sulle casse pubbliche la nostra dolce vita, non portando a termine i compiti assegnati e giocando a svalutare la lira o a gonfiare l'inflazione per camuffare la nostra impreparazione ad affrontare strutturalmente i problemi. Fin che questo avveniva, potevano permetterci anche politici arraffoni, inconcludenti, populisti, vergognosamente indaffarati solo a fare i propri interessi, anche giudiziari e patrimoniali, come l'intera disastrosa parabola partitica insegna. 

Purtroppo quanto avviene in Italia, se cade un governo la responsabilità ricade sull'intera Europa, perché noi siamo parte piena dell'Europa, siamo uniti dalla stessa moneta e dagli stessi destini, ne subiamo gli stessi attacchi speculativi e ne beneficiamo degli stessi effetti positivi quando calano i tassi e il costo del denaro. Fare quel che vogliamo, anche distruggere noi stessi (o il futuro dei nostri figli) come abbiamo fatto allegramente negli ultimi trent'anni, ora non ci è più consentito. Perché il danno non lo facciamo solo a noi, ma all'Europa intera. E per questo motivo che l’Europa guarda alle nostre elezioni, per la paura di crollare insieme a noi, e allora poi si che saranno problemi, direi finalmente, problemi per tutti, non solo per l’Italia.

Ecco perché le elezioni fra poche settimane, nel 2013, saranno epocali, come e più di quelle del 1948. Perché si tratterà di decidere se stare dalla parte dell'Europa o contro, se rimanere un grande Paese e una grande economia mondiale o sprofondare nel vuoto.

Su questo si voterà a febbraio. Non si tratterà più di scegliere fra tre schieramenti, destra, sinistra e centro. Non ci sarà più un referendum su chi sta con o contro qualcuno. Sarà una conta su chi pensa che l'Europa sia la soluzione dei nostri problemi, e senza l'Europa non c'è Italia ma anche il contrario di tutto perché l’Europa non è la salvezza nostra, ma solo della Germania, forse della Francia e di pochi eletti Paesi, la salvezza è cambiare il nostro modo di pensare, di vivere, di decidere il meglio e il peggio in tutte le possibili varianti e colori passando dal bianco al nero. Se invece spareremo sull'Europa, non significherà aver perso, forse sarà solo un primo vero passo verso la libertà.

Sarà una campagna elettorale incandescente, dai toni duri e dagli effetti devastanti, dove uscirà il peggio del populismo e del qualunquismo che è stato seminato in questi anni e che ha partorito il dissesto attuale. Sarà una campagna elettorale dove da una parte ci sarà chi sparerà quotidianamente sull'euro, sulla Merkel, sui «burocrati di Bruxelles» e sul rispetto degli impegni presi. Dall'altra chi invece crede che l'Italia non ha futuro se non in Europa, e solo in Europa può contare nel mondo.

Sarà una campagna elettorale che vedrà alleati gli estremismi e gli egoismi della destra illiberale e xenofoba, con gli estremismi della sinistra antisistema, movimentista e giustizialista. La destra dell'Italietta provinciale che pensa solo ai propri miseri tornaconti immediati, unita nello stesso linguaggio e negli stessi obiettivi della sinistra del «no», del «contro», degli slogan dei diritti senza l'impegno dei doveri. Dall'altra parte verso il centro ci saranno i battuti centristi con Casini e Fini fratelli ini di un partitino che non è mai riuscito a combinare nulla se non dimostrare di saper spender bene i soldi dei poveri italiani che hanno assunto il premier dimissionario Monti per tentare di uscire dall’anonimato di un elettorato deluso. Delusi saranno loro e ancora non lo sanno, hai visto mai che gli italiani delusi e mazziati diano credito a chi li ha ridotti peggio di prima? 

È questa la posta in palio nel voto di febbraio. 

Sarà una partita decisiva. Soprattutto per le prossime generazioni.



Lettera a una stronza ergo uno stronzo!

C'è gente che dedica la vita alle persone che soffrono, c'è gente che spende la vita per salvare quella di chi sta peggio di loro... e purtroppo c'è anche gente che non perde occasione per scaricare livore e merda su altri che probabilmente hanno avuto di piú dalla vita, o forse di meno, non saprei e francamente non me ne importa un fico secco.

Ora c'è una persona, e badate che persona è un insulto alla razza umana, all'inizio pensavo che fosse semplicemente una stronza invece pare sia uno stronzo. Poco importante se è maschio o femmina, questa persona mi ha preso in antipatia, qualsiasi cosa scriva, qualsiasi sia il mio pensiero deve, vuole essere migliore di me.
E quel volerlo essere lo esprime attraverso il turpiloquio, le offese, le ingiurie, le accuse, le parolacce.
Come si chiama? Non lo sapevo, adesso lo so ma non ne sono sicuro, ho paura si tratti di un ennesima finzione, un ulteriore imbroglio, ne fossi certo non starei qui a parlarne, avrei sicuramente incaricato i miei avvocati di tutelare il mio nome nonché immagine e credibilità.
Purtroppo non sono sicuro quale sia il vero nome anche se ho molti indizi.

Per certo è una stronza (la persona) con un nome femminile che è anche maschile, una di quelle che s'incontrano una sola volta nella vita, che incoccia la tua strada per caso e poi sempre per caso le strade si dividono e chi la sente più (speriamo presto).

Questa persona io non l'ho mai incontrata, non la conosco, cioè so che faccia abbia perchè qualche ricerca sul web son capace di farla anch'io, pensate che so pure dove abita, quante volte si cambia d'abito, il colore dello spazzolino, quello dei capelli e della pelle ma...

Ma non la conosco.

E chissenefrega.

Cara persona stronza mi hai proprio rotto, posso dirti una cosa confidenziale?

Ma vaffanculo, di cuore!




2013/01/02

Dieci modi per creare un Blog

È eccitante l’idea di creare un nuovo blog vero? Pensate che sia difficile? Assolutamente no, chiunque è in grado di cimentarsi e chiunque ha le necessarie capacità per riuscire, il fine è crearsi una audience di affezzionati lettori, gli stessi che compreranno in seguito i vostri libri. 
Avete deciso di creare un blog? Allora pensate a quello che volete scrivere prima di tutto, di che argomento volete trattare nei vostri post. Tenete anche in considerazione quello che leggete sui blogs degli altri, guardate come sono fatti, come si organizzano. Va bene, non sono tutti perfetti, guardate quelli che più vi ispirano, quelli che scrivono e inseriscono post più frequentemente perché sono sicuramente vincenti. 
Un consiglio: non è, almeno all’inizio, importante la qualità di quello che scrivete, molto più importante sarà la quantità, perchè chi vi segue vuole leggere sempre storie nuove, intriganti o interessanti, coinvolgenti, affascinanti, che incuriosiscano, che proseguano il vostro filo logico e di stile, non interessatevi troppo alla qualità, quella viene col tempo, le storie e lo stile di scrivere miglioreranno man mano che scrivete. 
Siate onesti, a voi interessa arrivare a scrivere un libro. 
Un blog diventa un semplice e economico sistema per migliorare il proprio linguaggio e farsi conoscere. 
Ascoltate anche quello vi dicono gli altri e come scrivere, le esperienze altrui sono sempre importanti nella vita professionale di uno scrittore. 
Voi scrivete e passate attraverso diverse modifiche per rendere il vostro blog il più interessante possibile. Se il vostro scopo è aiutare i vostri lettori a raggiungere una meta nella loro vita, magari di contribuire positivamente alla loro esistenza allora sappiate che dovrete maggiormente impegnarvi, sappiate anche che così facendo non migliorate la vostra. Scrivere un pensiero, trasferire su carta anche se virtuale il vostro pensiero, aiuta sicuramente quelli che ritrovano speranza e esperienza nei vostri scritti, anche se identificano essi come una guida da seguire per il loro cammino. Non ponetevi come guide spirituali, potreste perdere di vista il vostro scopo, non aiuterete loro e non aiuterete voi stessi, perdere la via diventerebbe facile, chi vi segue deve avere ben chiaro fin dall’inizio quale sia il vostro scopo. Cercare di seguire le vostre gesta è sicuramente positivo, quindi dare positività a quello che scrivete aiuterà moltissimi lettori a trovare una loro via, qualsiasi essa potrà essere e voi sarete felici di questo. Non ergetevi a giudici, non siete nella condizione di giudicare le altrui scelte, voi indicate una via, una qualsiasi via, poi saranno i vostri lettori a decidere se seguire la vostra via, il vostro cammino, camminare vitualmente insieme a voi leggendo le vostre storie e gioendo dei vostri scritti. Giorete voi per averli scritti, gioiranno loro per averli letti e saranno sempre loro che compreranno i vostri libri quando smetterete di scrivere il vostro blog. 
Se però lo scopo del vostro blog è quello di aiutarli a raggiungere qualcosa di fantastico allora sappiate che non sarà affatto facile. In questo caso probabilmente il vostro blog sarà perfetto ma voi non avrete raggiunto uno scopo specifico. Quindi decidete prima perchè scrivete un blog, sia che sia per farvi conoscere, sia che sia per aiutare il prossimo dovete averlo chiaro in mente fin dal primo momento, non potete modificare il percorso intrapreso altrimenti confonderete chi vi segue.
In quel caso caricare sempre più post nel vost blog solo per scoprire che solo poche decine di seguaci li hanno letti, potrebbe diventare veramente alienante, scoraggiarvi a tal punto da rinunciare all’esercizio, probabilmente a farvi perdere l’ispirazione. Ci sono diversi modi per scrivere, tutti (o la maggior parte) i vostri messaggi in modo che diventino popolari, e per questo avere la possibilità di essere trovati da persone in cerca di un particolare argomento trattato nei vostri post. 
Con questo esercizio voglio dare la possibilità a tutti di seguire alcune semplice regole per rendere i vostri blogs disponibili per essere letti e soprattutto trovati nel grande mondo del web. È ovvio che si dovrebbe cominciare questo processo creando ottimi articoli, ma non è necessario farlo fin dal primo momento. Se i vostri post sono ben scritti, se i pezzi saranno utili, per chi li leggerà, a comprendere il vostro messaggio allora avrete fornito un servizio a voi stessi e ai vostri lettori e questo dovrebbe essere sufficiente.

1. Condividete i vostri post per renderli popolari 

Iniziate con la barra di navigazione, cercate il pannello nella parte superiore del vostro blog. Andate lì per vedere cosa è e a che serve la barra di navigazione. Fare clic su "Altro". Un menu a discesa vi darà 4 opzioni. È possibile inviare i vostri post via email oppure condividerli su Twitter (con un url in minuscolo), Facebook. Non dimenticate che è possibile condividere un post su Twitter più di una volta. È vitale la condivisione, fatelo più volte al giorno, non sarete noiosi, tutt'altro, i vostri post saranno sicuramente più interessanti di certi “cinguettii” di Twitter o messaggi noiosi di Facebook, copiate il link del vostro nuovo post e condivideteleo, condividetelo e condividetelo. Meglio condividere l'ultimo articolo piuttosto che tutto il blog. Sono le novità che attraggono il lettore, rileggere vecchi post può essere interessante solo se si tratta di vostre emozioni che volete condividere con altri. Siate anche leggermente aggressivi, in Italia a parlar male, senza far nomi mi raccomando, di qualcuno che conta di solito paga, siate vaghi ma non tanto, siate incisivi ma senza scriver nulla di estremamente preciso. Vedrete aumentare considerevolmente le visite, a me di solito funziona benissimo.

2. Utilizzate i social media per creare un post popolare nel vostro blog 
Se siete un membro di Blogflux, accedete al vostro acconto e utilizzare uno dei vostri crediti per aggiungere un nuovo titolo. Questa è una caratteristica molto apprezzabile di Blogflux. Troppe persone si uniscono e si limitano a visualizzare i link del blog sulle loro pagine. Non esiste solo Blogflux, anche BlogItalia. Questo sito oltre a dare visibilità al vostro blog consente di iscriverlo a una speciale classifica, più visote avrete maggiori possibilità di visuzlizzazioni ci saranno, perché è risaputo che un blog che sale in classifica riceve più visite man mano che scala la classifica.

3. Utilizzare directory blog per creare un post popolare blog

Assicurarsi che il vostro blog è stato presentato a categorie pertinenti sui vari elenchi dei blogs. Qualsiasi collegamento è di vitale importanza per ottenere la maggiore visibilità per il vostro blog. Ricordatevi che l’essere presente su elenchi online viene spesso visto come un indice di qualità sul web (che porta a più punti di vista, quindi piú visite). Inoltre, su questi elenchi, che utilizzano spesso atom/rss, tutti i nuovi post vengono automaticamente aggiornati senza il vostro internvento, buono no?

I più comuni elenchi di blogs in Italia sono:
http://www.Blogger.com
http://www.BlogItalia.it
http://googleblog.blogspot.it/
http://www.BlogFlux.com

4. Iscrivere il proprio blog su elenchi online contribuisce a creare un blog popolare 

Se avete aderito per esempio a E-zine, sarebbe una buona idea scrivere un riassunto del vostro post e presentare questo come un articolo su questo sito di alta levatura. (Questo deve essere un post diverso, un articolo più breve sullo stesso argomento - non solo una copia del post che volete evidenziare o condividere, giusto per creare un doppione, cercate di essere intraprendente, scritti perfettamente uguali non attirano i lettori). E-zine consente due collegamenti su ogni articolo che inviate. Utilizzate questa opportunità per condividere il vostro nuovo post.

5. Utilizzate testi come links corretti per i post più popolari del vostro blog 

Se un post è diventato più popolare rispetto a altri, significa che interessa maggiormente i lettori, allora evidenziatelo e condividetelo più spesso, assicuratevi che lo si sta collegando con una parola adatta – inserire solo 'clicca qui' è banale, non pensiate sia automatico, cercate termini che possano incuriosire, anche se il significato è intrigante, spesso questo aiuta a avere il meritato successo. Per esempio, se voglio costruire la reputazione di un sito che tratta di poesie, è molto meglio per me scrivere 'Visita il mio blog di poesie” piuttosto che scrivere semplicemente “Clicca qui” in questo modo fornisco già una guida, un’immagine e il lettore si incuriosisce e va a leggere il vostro sito.

6. Utilizzate i servizi offerti sul web per rendere popolari i vostri post

Fate in modo che i vostri articoli siano letti dai  tutti i nuovi arrivati non appena caricano la pagina, inserire un riferimento al vostro blog o all’ultimo post è importante, significa aumentare drasticamente le visite. Badate bene che non è il numero delle visite casuali che rende interessante un blog, ma le visite di chi sa apprezzarne i contenuti, quegli stessi che copieranno il link del vostro blog e lo condivideranno su facebook o twitter ma anche sui loro siti, o forums, o boards affinché altri possano apprezzarne i contenuti. La tecnica è la stessa utilizzata quando si vuole propagandare un nuovo libro, in genere funziona meglio il passaparola della pubblicità. 
Ci sono poi diversi siti dedicati ai blogs dove vengono offerti dei servizi di distribuzione del link relativo al vostro blog, sfruttateli tutti, l’importante è farsi conoscere.

7. Segnalate il vostro blog ai motori di ricerca per assicurarvi che il traffico confluisca verso di esso

Alla fine per il vostro blog - o addirittura, per qualsiasi articolo da indicizzare sul web - è fondamentale inviare il vostro sito ai motori di ricerca di grandi dimensioni come Google, Bing e Yahoo. Avete solo bisogno di inviare la vostra homepage a Google o Bing o entrambi. Yahoo vi incoraggia a presentare le singole pagine o articoli, in modo da fare pieno uso di queste.


8. Ricordatevi che Yahoo Answers può portare traffico verso i vostri nuovi articoli.
Se avete tempo, entrate in Yahoo Answers e provate a rispondere alle domande. È permesso un collegamento per ogni domanda a cui si risponde.

9. Aggiungete Google Webmaster Tools al blog e vedere i dettagli dei vostrii post diventare più evidenti.

10. Incoraggiate i vostri amici a condividere i vostri articoli ai loro siti preferiti di social networking. 

Posso consigliare Facebook per un grande afflusso di visite. Tuttavia, tenete presente che i visitatori di questo sito visitano una pagina e non rimangono così a lungo. Li dovete incuriosire, attirare cercando di creare soggetti che siano attinenti con le discussioni sul social network del momento. Lo so che sembra difficile ma non è impossibile, se riescono altri potete farcela anche voi. Fate sempre attenzione a non spammare, se insistete potreste essere considerati come spammers, mostrarsi va bene ma con discrezione e se verificate che da quel sito non ci sono riscontri importanti, lasciate perdere, cambiate sito, insistere potrebbe solo creare malumori e polemiche!



2012/12/28

Chi è chi?

Chi sono, da dove vengono, dove vanno o vorrebbero andare, chi li spinge a comportarsi così e soprattutto perché? quali sono le cinque personalità dominanti che potrete incontrare in Italia oggi? Perché la gente è così falsa e bugiarda? Perché le persone più malvagie fanno carriera ricoprendo posizioni di spicco in questo governo di matrice sinistroide? Perché Mario Monti occupa una posizione di così alto profilo costituzionale senza mai aver dimostrato di avere i numeri e l’esperienza per poterlo fare? Perché lui e non qualcun altro? Che cosa ha spinto il presidente Napolitano a nominare Monti a capo del governo tecnico?

Per risolvere tali questioni, ecco i cinque archetipi di una società sull’orlo del collasso, diamo un nome e un cognome a ognuna di esse? Queste sono le cinque personalità dominanti che incontriamo, prevalentemente, nella vita quotidiana oggi:

- Zombie
- Negazionisti
- Sociopatici
- Affaristi
- Difensori

Tu a quale categoria appartieni?

ZOMBIE

Gli zombie sono le masse cerebralamente morte, le teste di coccio che continuano a guardare la televisione, ritenendola fonte di verità e che voteranno doverosamente per il prossimo fantoccio globalista. Vivono le loro vite senza consapevolezza, e vanno avanti come “sonnanbuli” giorno dopo giorno, lavoro dopo lavoro, trangugiando bibite dietetiche e mangiando cibo OGM.
La maggior parte degli zombie non sono in grado di mantenere un lavoro retribuito. Gli strati più bassi degli zombie tendono ad essere disoccupati e senza casa, vagando per le strade strafacendosi di tutto.
Quando non sbraitano alla polizia, questi zombie spesso mendicano per strada, con cartelli che recitano “Senza lavoro. Dio vi benedica” o con qualsiasi altra frase che gli aiuti a raccimolare soldi per alcool e droga. Quattro anni fa, i loro cartelli recitavano “speranza e cambiamento.” Il cambiamento è avvenuto, certo, ma non come se lo aspettavano!
La popolazione Zombie è in rapida crescita, grazie alla implosione economica e l’assalto continua in sanità mentale cognitivo tramite sostanze chimiche presenti negli alimenti, l’acqua, l’aria e la medicina. Molti posseggono armi giocattolo e fanno finta sian vere oppure sono vere e cercano di vendercele come giocattoli, sono sempre alla ricerca della preparazione perfetta, maniacale, ingombrante e inutile per l’apocalisse zombie prevista in arrivo, non arriverà mai

Sintesi dell’Archetipo Zombie:

Capacità cognitive: Folle.
Bussola morale: Inesistente.
Desiderio principale: Auto intrattenimento.
Adora: Niente.
Abito tipico: Casual casuale. 

NEGAZIONISTI

Dotati di capacità intellettive leggermente superiori agli zombie, i negazionisti sono le masse ignoranti funzionali, che vivono la loro insignificante vita nel totale diniego della realtà. Riescono a mantenere il proprio posto di lavoro e anche a vestirsi decentemente, la maggior parte di loro appartiene alla classe media. A differenza degli zombie, sono in grado di formulare discorsi (anche se in modo parziale) e parlare correttamente.
Sorprendentemente, i negazionisti guardano le news e credono letteralmente a tutto ciò che vien loro proposto. Per i negazionisti, non ci sono “complotti”. Tutti i governi sono bravi e buoni. Le compagnie farmaceutiche aiutano le persone, non le sfruttano a scopo di lucro. I politici sono “onorevoli” e la guerra alla droga, ai pedofili, alla Chiesa corrotta e financo ai furbetti dei partiti è un successo!
I negazionisti non credono esista un mercato nero per il traffico di organi, o che migliaia di bambini vengano utilizzati come schiavi sessuali,  o che il governo conduca delle false  azioni per manipolare l’opinione pubblica. I negazionisti sono completamente all’oscuro del fatto che si permetta la coltivazione dell’oppio in Afghanistan, che i vaccini sono mischiati a dei virus invisibili che provocano il cancro, o che il cosiddetto “fluoro” presente nella rete idrica comunale è in realtà un cocktail micidiale di sostanze chimiche industriali neurotossiche e metalli pesanti.
Ai negazionisti piace pensare di essere “trendy” e adorano figure popolari di tendenza. I negazionisti sono guidati principalmente dal desiderio di venir assorbiti nel gruppo di maggioranza, arrivando a comportarsi e a vestirsi come tutti coloro che gli stanno attorno. Il loro bisogno di accettazione sociale supera il loro bisogno di pensiero critico. Per loro, l’individualità è orribile.
Come risultato, i negazionisti sono diventati sorprendentemente competenti a seppellire la testa sotto la sabbia e a far finta che non esistano problemi, nonostante vengano lentamente uccisi dai governi e dalle multinazionali. Cosa me ne frega? Cosa sono debito pubblico e globale? Cos’è successo a Fukushima? Ah… guarda è iniziata una partita di calcio! Una puntata del mio show preferito! La mia ragazza mi sta messaggiando! Chi ha tempo per la realtà quando vivere in un mondo allucinatorio è così allettante e cool?

Sintesi dell’Archetipo Negazionista:

Capacità cognitive: Medio-Basse.
Bussola morale: Malleabile. Fa tutto quello che fa il gruppo.
Desiderio principale: Andare d’accordo con gli altri ed adattarsi. Essere popolare.
Adora: La ricchezza materiale. Moda. Auto.
Abito tipico: Business Casual.

SOCIOPATICI

I sociopatici sono i mostri umani dal cervello fritto e avvelenato dai metalli pesanti che sfogano la loro rabbia sulla società, minacciando gli altri e commettendo truffe/frodi. Sono i ciarlatani, i venditori ambulanti e gli assassini. Nel settore medico, sono i medici che godono nel somministrare elettroshock ai bambini. Nel settore odontoiatrico, sono i dentisti che anestetizzano i pazienti e poi ne abusano. Sono i mostri dallo sguardo vuoto che vendono prodotti “miracolosi” che in realtà avvelenano il tuo cervello con l’alluminio o il mercurio. Non confondere i sociopatici con gli zombie. I sociopatici di solito sono molto bravi con le parole e spesso acquisiscono forti competenze nell’influenzare le persone. In molti sono addirittura in grado di attrarre, attorno a sè, una specie di culto, che viene sfruttato per portare a termine sacrifici di massa (ricordate Charles Manson? Oppure Marshall Applewhite? Oppure il folle Anders Breivik autore della strage di giovani in Norvegia).
I sociopatici sono completamente incapaci di provare rimorso, compassione, senso di colpa o vergogna. Questo permette loro un vantaggio tattico sorprendente nel far carriera sia nel mondo corporativo/aziendale che nel mondo della politica, dove essere uno psicopatico traditore è il modo più veloce per scalare la vetta. Questo è il motivo per cui i sociopatici, spesso, riescono ad avere successo.
I sociopatici sono dei bugiardi fantastici. Mentono con la stessa facilità di rubare le caramelle ad un bambino. Mentono così bene che, spesso, ingannano anche se stessi pensando di dire la verità. Le loro menzogne sono abilmente intrecciate attorno ad un minuscolo brandello di prova che li rendere “credibili”. I sociopatici credono che qualsiasi cosa dicano diventi realtà semplicemente perchè lo hanno detta loro. I sempliciotti sono facilmente indotti a pensare che i sociopatici sono “guru” o profeti.
Circa il 4% della popolazione del pianeta è composta da sociopatici. Il 4% della popolazione – uno su 25 – ha un disturbo mentale spesso inosservato, il sintomo principale? L’assenza di coscienza. Chi ne soffre non è assolutamente in grado di provare vergogna, senso di colpa o rimorso. Uno su 25, quindi, è un sociopatico e forse non lo sa neppure. Come facciamo a riconoscere la mancanza di coscienza? Una delle loro principali caratteristiche è una specie di bagliore o carisma che rende i sociopatici più affascinanti o interessanti rispetto alle altre persone intorno a loro. Sono più spontanei, più intensi, più complessi o anche più sexy di tutti gli altri, rendendoli difficili da individuare. Fondamentalmente, i sociopatici sono diversi perché non possono amare. I sociopatici imparano presto a mostrare finte emozioni, ma sotto sotto sono indifferenti alla sofferenza altrui. Vivono per dominare e vincere.

I sociopatici si trovano ovunque. I cattivi poliziotti sono dei sociopatici con un distintivo. Molte agenzie regolamentari sono gestite da sociopatici che riflettono il loro disturbo nei mezzi con cui esercitano il loro potere. I sociopatici, quasi sempre, hanno una storia di abusi, non solo sessuali ma anche e soprattutto morali alle spalle.

Sintesi della Archetipo Sociopatico:

Capacità cognitive: Alte.
Bussola morale: Caotico. Varia notevolmente da santo a demoniaco.
Desiderio principale: La morte dell’umanità.
Adora: Se stesso.
Abito tipico: Casual New Age.

Chi sono?

AFFARISTI

Gli affaristi costituiscono la maggior parte del governo, della finanza e dell’industria bellica. Sono le persone che vi stanno rubando le pensioni, che sottraggono miliardi grazie alla corruzione del sistema bancario, che attraverso le tangenti si fanno strada fino ai vertici delle aziende più potenti del mondo, fianco a fianco con i sociopatici. Li troverete nei consigli di amministrazione delle case farmaceutiche, dei produttori di armi e delle agenzie di spionaggio.
Gli affaristi sono diversi dai sociopatici in quanto i primi non sono dei folli … sono semplicemente malvagi. Tendono ad essere molto intelligenti, molto ben educati (Bocconi, Oxford, Harvard, ecc) e molto ben referenziati negli ambienti aziendali e governativi elitari. Il loro codice etico si applica solo ai familiari e non si fanno scrupoli a truffare minacciare e addirittura uccidere. La mafia è guidata proprio da questi affaristi.
Oggi, gli affaristi gestiscono il mondo bancario e finanziario. Il Bilderberg è composto da affaristi. La BCE è controllata da affaristi. Anche la Banca d'Italia è composta da affaristi. Aggiungerei anche il capo del Governo dimissionario Mario Monti e la Goldman Sachs di cui pare sia un devoto funzionario. Introdurrebbero prodotti nocivi per i vostri bambini se ciò si trasformasse in un guadagno azionario. Gli affaristi, di routine, effettuano truffe nel trading per rubare denaro agli investitori onesti. Il governo tecnico era gestito interamente da affaristi.
Gli affaristi approfittano delle lacune, se ne fregano delle leggi, cospirano con altri e poi pugnalano alle spalle, una volta terminata la necessità di un determinato soggetto. Praticamente tutti i politici sono affaristi. Mario Monti è un classico affarista come Angela Merkel. Tutti i membri di alto livello delle società segrete sono affaristi. La cosiddetta “elite globale” sono la creme degli affaristi. Il mondo è dominato da affaristi perché pianificano in anticipo, cospirano, lavorano al buio e senza sosta per acquisire potere e controllo. Gli affaristi sono esperti nel manipolare i Negazionisti e ad incoraggiare i Sociopatici.
Sintesi della Archetipo Affarista:
Capacità cognitive: Alte.
Bussola Morale: Fedele al sangue e alla famiglia, non importa nulla degli altri.
Desiderio principale:        il dominio totale su tutto e tutti.
Adora:        Potere e controllo, rituali strani, simbolismo occulto, il denaro.
Abito tipico:        Completo da duemila euro.

Chi sono?

DIFENSORI

I difensori sono i cittadini onesti di una società, le persone a cui effettivamente frega qualcosa degli altri. Sono i cercatori di verità. Conoscono la differenza tra giusto e sbagliato e quando vedono qualcosa che non va, cercano attivamente di renderlo pubblico.
I difensori sono i moderni info-guerrieri. Sostengono la libertà  e i pensatori indipendenti.
I difensori sono anche dei strateghi nella preparazione. Preferiscono essere sicuri e preparati per l’incerto futuro. Proteggono i loro bambini, le loro famiglie, le loro comunità e talvolta intere comunità. Sono dei sopravvissuti.
I difensori fanno progetti a lungo termine e vorrebbero lasciare un mondo migliore ai propri figli. Vogliono una totale trasparenza nel governo e nell’economia. Sono forti sostenitori del vero ambientalismo e combattono contro le multinazionali criminali. 
I difensori sono amici leali, capaci di proteggere chi sta intorno a loro e, spesso, sorprendentemente, hanno elevate competenze spirituali, etiche e pratiche. Molti difensori sono membri di chiese o organizzazioni spirituali, ma possono anche essere giornalisti, istruttori di difesa personale, camionisti o sostenitori della tecnologia open-source.
Attenzione ai falsi difensori che sono in realtà sociopatici travestiti. Anche molti affaristi tentano di imitare i difensori controllando fondazioni non-profit che sono, in realtà, progettate per controllare ulteriormente il mondo.
Solo il 2% della popolazione è composta da difensori. Non è possibile identificarli normalmente fino a che non vengono testati in un momento di tensione/crisi.
Sintesi della Archetipo Difensore:
Capacità cognitive:        Molto variabili.
Bussola morale:        Segue la Regola d’Oro. Spesso ha un background religioso. Forte bussola morale, forte senso identitario.
Desiderio principale:       La fine delle sofferenze. Il ripristino della libertà, della giustizia e della pace.
Adora: Una forza del bene universale: Dio.
Abito tipico: Molto Variabile.

Chi sono?


2012/12/26

Candidato per l'Inferno

Possiamo anche non condividire i suoi trascorsi politici, possiamo anche non condividere certe sue esternazioni politiche che politiche non erano, quello che scrive sul Governo Monti è purtroppo vero. Che sia di esempio per chi avesse mai pensato di votare alle prossime elezioni il Presidente del Consiglio dimissionario, che se ne guardi bene dal farlo altrimenti, ne sono sicuro, svenderà il nostro Paese ai tedeschi di cui la Merkel è Cancelliere.

Attenti dunque, piuttosto che votare un pazzo, sbarrate la scheda elettorale, non consegnate il paese nelle mani dei tedeschi, dove non è riuscito Hitler non deve riuscirci Monti!

Stupefacente conferenza stampa del presidente del Consiglio dimissionario. Toni sarcastici, narcisismo ai massimi, vuoto pneumatico di contenuto. Il Professore parla soprattutto di sé, del suo ruolo presente e futuro, di quelli che lo cercano, lo aspettano, lo vogliono. 


Caro Mario, il paragone con De Gasperi non sta né in cielo né in terra. De Gasperi raccoglie un'Italia in ginocchio dopo un conflitto mondiale perso e due anni di guerra civile. Un'Italia con milioni di morti e l'intero sistema produttivo raso al suolo. Con l'aiuto degli americani la porta in Europa e dentro le alleanze occidentali, creando i presupposti del boom economico.



Tu hai governato poco più di un anno (senza passare per le elezioni), pescando nelle tasche degli italiani tutti i soldi che ti servivano per stare al tavolo di Angela Merkel e degli altri governanti europei. Lo hai fatto come l'ultimo dei parvenu, scegliendo colpevolmente una politica economica sbagliata che hai provato a rivendere con toni di arrogante moralismo. Non te lo perdono. E non te lo perdoneranno gli italiani, che stanno per utilizzare le urne per fare sentire la loro voce.

Con il tuo governo, con le tue tasse, con le tue cattive riforme, hai creato un deserto e l'hai chiamato credibilità. Per questo, nella conferenza stampa di ieri non hai detto nulla del tuo brillante anno. Quello che non hai voluto dire tu, lo scrivo io.

Non un indicatore socio-economico, in questi 13 mesi , ha mostrato segno positivo. Il Pil è in picchiata a -2,5%, la pressione fiscale è aumentata di quasi 3 punti, i disoccupati di un milione di unità, il potere d'acquisto delle famiglie è crollato (-4,1%), così come la produzione industriale (-6,2%), le compravendite immobiliari (-23,6%) e il mercato dell'auto (-18%). Il debito pubblico è aumentato, sia in valore assoluto (+82,7 miliardi), sia in rapporto al Pil (+4,4%), mentre il servizio del debito non è affatto diminuito rispetto al 2011.

Nel tuo anno di governo i rendimenti dei Btp decennali sono stati più alti financo dei 5 mesi più «caldi» di Berlusconi: 5,84% a 5,53%. Vale a dire 0,31% in più, sotto il tuo governo. E sono i rendimenti a fare il costo del debito, non lo spread. Era questa la tua missione? Per conto di chi? Di chi vuole comprarci in offerta speciale? Se in alcuni mesi del tuo governo il maledetto differenziale è diminuito, il merito è tutto della Bce: dei mille miliardi di finanziamento a tasso agevolato alle imprese e dell'annuncio «faremo tutto quanto sarà necessario per salvare l'euro» di Mario Draghi dopo l'ultimo scivolone di luglio. A poco, invece, erano serviti gli acquisti del 2010-2011, per quanto a te cari. Studia bene i numeri, prima di fare affermazioni azzardate. Non basta la tua parola.

E sulla crisi? Perché non hai mai provato a spiegarcela? Perché non ci ha mai detto cosa è veramente successo: da dove tutto è partito, perché siamo arrivati al punto di non ritorno in cui ci troviamo ora? Perché non hai detto agli italiani che fino a giugno 2011 il nostro Paese aveva rendimenti stabili e virtuosi (sotto quota 200) dei titoli di Stato, mentre questi hanno iniziato a salire dopo che Deutsche Bank ha innescato un meccanismo perverso e ostile di vendite che hanno portato alla riduzione del valore e all'aumento dei rendimenti dei titoli del debito sovrano dei Paesi più esposti alla speculazione?

E poi, perché non hai dato conto delle riforme sbagliate che hai fatto quest'anno sotto la pistola puntata alla tempia della Merkel e dello spread? Il tuo riformismo fondamentalista e conservatore ha portato all'introduzione dell'Imu, con relativa contrazione del valore del patrimonio immobiliare. Ha portato all'aumento della tassazione sulla proprietà, già ai massimi livelli nelle classifiche Ocse; alla riduzione della produzione nel settore delle costruzioni, fondamentale in economia; al crollo delle compravendite di immobili. Insomma, è stato impoverito quell'oltre 80% di italiani che abitano nella loro casa. Non è giusto. E non è bello il modo con cui hai rivendicato questa ingiusta tassa in conferenza stampa. Minacciando la necessità di raddoppiarla se qualcuno solo si azzardasse a toglierla. Ma per conto di chi parli, Mario? Non si governa con le minacce basate sulle falsità.

E la riforma delle pensioni? Ha avuto il solo risultato di produrre il guaio tossico di 350mila «esodati». Tossico perché mette insieme ingiustizie e opportunismi, producendo più costi che benefici. Forse era meglio non far nulla. Come era meglio non far nulla sul mercato del lavoro, la cui riforma sta facendo schizzare ai livelli più alti in Europa la disoccupazione giovanile, a causa del mancato rinnovo dei contratti a termine. Avevamo bisogno di più flessibilità nell'assumere, abbiamo prodotto solo un blocco. E a pagare sono stati, e saranno, i giovani. E la mitica spending review, per quanto lunga e tempestosa, alla fine non si è concretizzata in altro che in banali tagli lineari, con risultati risibili.

ll tuo è stato un anno di pacche sulle spalle e di apparente apprezzamento in campo internazionale, salvo poi vederci isolati in India, come a Bruxelles, o additati al pubblico ludibrio a Washington. Con il risultato che l'Italia è sempre più sola, soprattutto in Europa. Unico contribuente netto (cioè paghiamo all'Ue più di quanto riceviamo), che non sa con chi stare. A parole (quasi da sindrome di Stoccolma) con la Merkel e i rigoristi, ma con tanta voglia del contrario. E con il risultato di rimanere soli. In Europa non hai ottenuto nulla: sei stato ininfluente sull'unione bancaria, che ci sarà quando e come vorrà la Merkel, cioè dopo le sue elezioni di settembre. Nulla sugli eurobond, sull'unione politica, sull'unione di bilancio.

Per questo a Bruxelles ti amano: obbedisci e non disturbi. Per questo ti vorrebbero ancora alla guida del governo italiano, a destra come a sinistra. Ma per fortuna ci sono ancora gli italiani, con il loro voto e la loro libertà.

Renato Brunetta

2012/12/23

Una storia di Natale

Sono sempre stato appassionato dal Natale, e credo che mi sarebbe piaciuto scrivere un romanzo con un tema vacanza più di ogni altra cosa. 

Ho esitato, però, perché mi sento come se non ci fosse alcun modo per scrivere un romanzo sul Natale, soprattutto per la mia prima volta da autore, perché potrei anche non avere successo. 

Ma io non scrivo per il successo, per me scrivere è per il piacere di scrivere, se poi verrà anche il successo non potrò che essere felice.

E penso che sia in parte perché ci sono solo così tante cose che si possono fare con un romanzo sul Natale. La mia idea è quella di una storia raccontata nel punto di vista di un ragazzo adolescente depresso come sono depressi tutti i ragazzi che si affacciano alla vita, paure, riflessioni, domande senza risposte, questo ragazzo dovrebbe passare un altro Natale con la sua famiglia di origine e loro sono eccessivamente preoccupati, voglio dire che sono contenti di accogliere quel figlio ma preoccupati di poterlo deludere, forse perché sentono in cuor loro di non essere o non sembrare quello che lui dovrebbe aspettarsi. 

Ma un ragazzo che rivede per la prima volta la sua famiglia di origine vorrebbe solo ricevere quell’affetto che è mancato in cuor suo per troppi anni, sorvolerà su tutto il resto. Volevo raccontare questa storia di questo suo Natale insieme a diverse parti dei Natali passati, con ogni capitolo per ricordare un Natale trascorso in solitudine, solo con il suo cuore e il sentimento e l'affetto per quella famiglia che lui sente vicino ma che non ha, e vorrei scrivere anche per un confronto con il presente, andando indietro al più lontano Natale, al suo primo Natale dopo aver perso la famiglia d’origine, prima che fosse dato in adozione perchè loro non potevano più prendersi cura di lui. 

L’ho pensato come un libro serio, comprese tutte le sensazioni, le luci e i colori, i sentimenti e le emozioni, l’amore e l’affetto anche la sensazione magica del Natale. C'era un modo per fare questo lavoro? Non posso dire d’aver letto troppi libri di Natale. Il mondo non sembra mai stanco di libri di Natale. Forse una storia così potrebbe piacere alla gente? Chi la legge potrà forse impaurirsi pensando che potrebbe capitare a loro stessi? Nei rapporti con le paure della vita, penso che la paura e la preoccupazione sono un problema primario. 

Ci preoccupiamo perché cerchiamo la sicurezza dei nostri posti di lavoro, del nostro reddito, dei nostri conti pensionistici. Ci preoccupiamo perché misuriamo un nostro valore l'accettazione da parte degli altri, o delle nostre realizzazioni. Preoccupazione e paura sono quelle che si ottengono quando le cose della vita soppiantano il voler vivere la vita come viene. Non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete. Per noi la vita vale più del cibo e il corpo più del vestito. 

Non abbiate paura!

Buon Natale, Buon Natale!

2012/12/16

2013 Fuga dall'Italia



Ormai ne parlavano tutti, se lo sussurravano uno con l’altro, anche se era cosa nota, lo diceva il panettiere al professore di storia antica, quello che andava a comprare una michetta alla volta – per non ingrassare – diceva, mentre tutti sapevano che la pensione non gli bastava più, colpa del governo, no di Monti, Monti chi? 
Il prevosto? 
Domandava la signora Cesira ma quella non sentiva nemmeno le campane che poteva mai saperne... Il macellaio lo diceva mentre affettava le braciole di maiale a colpi secchi che se ti capitava un dito in mezzo... ahi ahi che dolore, alla signora Tina che non sapeva mantenere un segreto nemmeno sotto giuramento, lo sentivo raccontare dal portinaio e mia sorella ne parlava come se fosse già avvenuto.

Ne parlavano tutti, tutta la gente già sapeva, mentre quelli ignoravano tutto. E come potevano capire che passava nella testa del popolino, occupati com’erano a accumular ricchezze, soldi a palate che buttavano poi dalla finestra, virtuale accidenti altrimenti ci si metteva tutti sotto a raccoglierli ‘sti soldi. No li buttavano via, come spiegare, come se li mettessero nella stufa a bruciare per farsi caldo, anche se quelli si davano le arie.

Insomma era tutto deciso fin nei minimi particolari, i dettagli dei dettagli e pure frattaglie e trippa. L’organizzazione era stata demandata al gruppo degli anarchici, poverelli che trovavano finalmente qualcosa di serio accheffare, dopo il dolce far niente di decenni di democrazia. Ma quale democrazia che poi erano sempre gli stessi a star bene e noi stavamo peggio? Gli anarchici chiamarono poi i monarchici, quelli rimasti perchè fra gli uni e gli altri eran rimasti in pochi. Per mezzo di comunicazione si era deciso di usare faccebukke e siccome bisognava codificare, usare un codice affinché nessun altro potesse comprendere si decise di affidarsi al linguaggio criptato di Enigma che era riuscito una volta a fregare gli inglesi che erano intelligenti, si pensò che i nostri non fossero tanto furbi da comprendere.

E funzionò perchè fino a quel momento lì, nessuno aveva mai messo insieme i nostri pensieri e nessuno aveva capito cosa bolliva in pentola.
Che poi a ben guardare in pentola non ci bolliva poi molto, quelli s’erano portato via tutto, pure le calzette rinsecchite del nonno che potevano dare un vago sapore, se non odore, di formaggio, in pentola ormai ci si metteva a bollire i blister usati del dado knorr, quelli dei würstel insieme alle poche scorze di formaggio che si trovavan in giro, specialmente fuori dai ristoranti alla moda dove andavano quelli a mangiare, s’ingozzavano fino allo svenimento e non lasciavano nemmeno la mancia.

Era stato Gianni il secco che aveva scoperto come raccogliere le informazioni, si fingeva di volta in volta posteggiatore delle auto blu che poi mica erano tutte blu, no, grige, verdi, nere e pure rosse come quelle dei pompieri e nella macchine blu quelli si dimenticavano di tutto, anche i segreti di palazzo si trovavano, che poi segreti... segreti di pulcinella ma almeno c’erano le prove, le avremmo portate a Strasburgo, che dico all’alta corte dell’Aia per dimostrare quanto in basso erano caduti, dovevano cadere perchè in basso quelli non andavano, al massimo scendevano le scale per salire sulle macchine blu per modo di dire che li scarrozzavano per la città a spendere i soldi nostri. E sempre il Gianni si travestiva da cameriere e s’intrufolava nelle grandi sale al titanic, non nel battello, alla buvette, dove si riunivano a mangiare che tanto pantalone paga, e non contento faceva pure la governante e accumulava carte e segreti e codici e indirizzi e metteva tutto su faccebukke che tanto poi qualcuno lo decifrava. Sarà che, forse, maledetti, erano maledetti e fottuti ma ancora non lo sapevano, troppo presto aveva detto il professor Battaglino Vinciguerra, che chissà se una guerra l’aveva mai vinta ma che adesso voleva sicuramente vincerla. 

Gianni il secco mise a segno un altro colpo e su faccebukke ce lo comunicò, ecco, insomma diciamo che qualcuno riuscì a capire il senso del discorso, perchè sto Enigma era difficile da capire, e anche se lo capivi non era sicuro che dall’altra parte l’avevano scritto bene, il Gianni nostro, ahimè non era andato oltre la seconda ‘lementare e quindi l’italiano già difettava di suo, figuriamoci con l’Enigma.

E comunque, come fu e come non fu, la parola fu passata di bocca in bocca, dalle Alpi agli Appennini e poi giù e su per lo stivale, arrivò a nuoto fino in Sicilia e con il traghetto in Sardegna, ci fu qualcuno che s’arrischiò a prender l’aereo per portare il verbo e il conforto a Lampedusa e qualcun altro che si mischiò fra i ricchi per le altre isole minori, si prepararono tutti per bene, aspettavano tutti l’ordine e partire.
Per andare dove? Non che fosse chiaro, l’ordine non era stato dato, non perchè mancasse il coordinamento e la determinazione, no, quelle c’erano eccome, s’erano pure organizzati coi forconi per sedare eventuali rivolte dei militari, che poi quelli non sapevano più da che parte stare. Mogli e figli, fidanzate e genitori, fratelli e sorelle e pure i suoceri ormai davano forfait, si stavano preparando tutti. E per rispettare il silenzio a qualcuno era pure passato in mente di spararsi un colpo in testa, io li capisco, avevano giurato fedeltà alla patria e adesso non capivano più qual’era la patria. Ma la patria non è solo la terra è anche la gente andava spiegando il maestro Civitale, e si perchè che patria è se poi non ci sta nessuno? Allora ogni giorno un nuovo consiglio per informare, per convincere, per ammansire per blandire i facinorosi, gli indecisi, i rompicoglioni e pure i bastian contrari. 

Ma l’ordine non arrivava, dal quartier generale fu comunicato che l’ordine sarebbe arrivato presto, si stava aspettando il momento propizio. Quale momento propizio ch’era un anno che ci si prepararva, quale altro momento si doveva aspettare? I soliti anarchici volevano fare una rivoluzione, con i cannoni e le armi, i monarchici pensavano ai cavalli e i celerini agli scudi, le vam avrebbero difeso gli aeroporti per non far scappare quelli e i maro’ i porti, dopo che erano riusciti a portarsi a casa i due commilitoni ingiustamente detenuti dagli indiani. Mii gli indiani d’America, fighi, e i marines che dissero?
Parli di quegli indiani con le penne e le strisce colorate e i cavalli senza sella? E che ci voleva? 
Ma no, non i pellerossa ormai non ci sono quasi più, mamma mia ma che ‘gnurant che siete, gli indiani, quelli dell’India no? Dicevo che dopo quell’eroica azione quelli la non li digerivano più ai marò, iniziavano a vederli come una minaccia per lo Stato, quale Stato? Quello dell’arte? Uhuuu mo m’avete rotto i cabasisi come dice il mio amico Camilleri...

E finalmente venne l’ordine, non era chiaro di che ordine si trattasse, non quello che tutti aspettavano, ma almeno era un ordine, qualcosa si muoveva. Dicevano che bisognava riempire i serbatoi delle macchine, le taniche di riserva, i jerrycan, le scodelle e finanche i secchi di benzina e gasolio per prepararsi alla fuga. E questo provocò qualche incomprensione, i benzinai dovettero tornare precipitosamente alle pompe per riempire tutto il riempibile, a quelli che avevano già tagliato la corda furono sequestrate le pompe e pompato tutto il pompabile nei serbatoi di quanto si presentavano, alla fine della giornata non c’era più nemmeno una goccia di carburante in tutte le pompe di rifornimento d’Italia. All’ingegner Marbella venne un dubbio, questo avrebbe creato qualche problema e sospetto a quelli, senza benzina e gasolio presto sarebbero rimasti a piedi, anche i camionisti erano pronti alla fuga e con loro tonnellate di derrate alimentari da distribuire agli sfollati, benzina e gasolio, acqua minerale e frutta, latte e succhi, insomma organizzati eravamo organizzati, pronti pure, i bagagli stavano già in macchina, tutti attaccati al pc con la pagina di faccebukke aperta per l’ordine.

E venne Natale nell’attesa, di alberi e candele nemmeno l’ombra, luci e colori e stelle solo sulle case della casta e dei super ricchi, quelli che restavano a guardarsi intorno, presto si sarebbero accorti di non aver nessuno a lavorare per loro nelle fabbriche, negli uffici, nelle banche, a palazzo e parlamento, nei negozi e cimiteri, nei municipi, nei mercati e aeroporti e pure i porti e le stazioni, le fogne e l’acquedotto, bastava l’ordine, un ordine, quell’ordine! E l’ordine arrivò finalmente e fu un tripudio di luci e colori, un serpentone di auto, camion, tir e motorette e biciclette e minivan, tutti in marcia a passo d’oca in autostrade superintasate verso la libertà. Ci vollero due giorni per lasciare tutto, le strade vuote, le luci spente, anche i topi se n’erano andati, tutti gli animali, compresi cani e gatti, cavalli e mucche e pure i beagle di Greenhill.
Non c’era rimasto nessuno. Uno tsunami di persone aveva invaso la Svizzera, la Francia, l’Austria e la Croazia, la Corsica e Tunisia, anche la Grecia era stata invasa come Montenegro e l’Albania, in Libya s’erano ben guardati da andare e pure in Algeria ma degli italiani c’era traccia ovunque si andasse, finalmente un popolo libero, libero ma diviso, libero di decidere del proprio futuro, libero di scegliere e di essere apprezzato. 
Se n’erano andati via tutti.

E tu? Io sono rimasto, ormai avevo un Paese tutto per me, un Paese da modellare con le mie mani, come volevo io, con giustizia e onestà, con la fede e la speranza. 
Che mai si può desiderare di più nella vita? 

Buon Natale a tutti quanti e ricordatevi che lo sciocco cerca la felicità lontano, il saggio la fa crescere ai suoi piedi. 
(J. Openheim)

Siate felici!



2012/12/15

L'anno che verrà....

Per quanto ho goduto di questo blog in un recente passato ho deciso di iniziare il prossimo anno in modo diverso. Diverso per via di molte ragioni, perchè sento che il mio stile di scrittore andava deteriorandosi in polemiche non costruttive, perchè la grinta e l’arguzia che hanno sempre rappresentato il mio pungente linguaggio andava perdendosi nel vago tentativo di ripristinare un senso logico alle mie parole o semplicemente perchè voglio tornare a essere il Sergio Balacco dei primi articoli, l’uomo inafferrabile, lo scrittore dotato di un raro senso e capacità di sintesi che evidentemente manca a molti colleghi, in particolare certi americani, ahime di successo, che per spiegare un concetto spendono oltre cinquecento pagine di parole. Se leggete questo perchè siete miei affezzionati lettori del mio blog, fate parte della mia famiglia allargata, molto allargata di lettori, oppure siete un amico e volete sapere cosa sto archittettando e che c'è di nuovo nella mia vita. Gli amici sanno già come raggiungermi così lasciatemi una nota o meglio ancora, chiamatemi! 
Preferirei parlare con voi poi ci domanderemo se avete letto l'ultimo aggiornamento. 
Se leggete questo blog per vedere cosa c'è di nuovo nella mia testa ecco che forse non capirete veramente tutto di me, delle tragedie di questo mondo e anche delle mie magari solo mentali... o no? delle emozioni e ispirazioni e delle sensazioni che ho avuto durante questo anno. Questo è stato il mio primo in questo blog, l’estensione del mio pensiero, la rabbia che avevo dentro e forse da qualche parte ancora c’è si è riversata in lettere multicolori su un foglio bianco che voi leggete, anche se io ho perso tempo e risorse sulle bacheche di altri forum e blogs, o nelle gallerie sui miei siti preferiti, e magari anche in alcuni nuovi siti, non ho mai dimenticato il mio blog, anzi ho trasferito, trasformando pensieri in parole quello che leggevo e le sensazioni ma anche le umiliazioni che provavo. Nel frattempo ho una nuova vita da vivere, ogni nuovo anno è una nuova vita, il prossimo è l’anno del serpente quello che ricorre ogni dieci anni nel calendario cinese, un anno speciale per me come lo sono stati tutti quelli che finivano con un tre. Ricordo con affetto il 2003, anche il 1993 fu un anno speciale, ho buoni ricordi per il 1983 e sicuramente li avevo anche per l’anno di dieci anni prima. L’anno che verrà sarà dunque speciale e mi devo preparare bene all'evento, non devo tralasciare nulla e ricordarmi di tutti gli amici e compagni di mille avventure reali o virtuali non importa, l’importante è ritrovarsi e continuare a sentirci uniti per la vita. 
Mio figlio Matthia
Dalla mia ultima entrata mi sono commosso, ho forse perso e sicuramente guadagnato amici, mi son perso familiari untuosi, opportunisti, incongruenti, ho ritrovato l'amore incondizionato per le belle cose della mia vita, mio figlio, leggere libri interessanti, essere creativo in modi diversi, ho provato alcune nuove emozioni e imparato importanti lezioni di vita. Ho lasciato correre eventi passati, ammuffiti, inutili, ho accettato compromessi, ferito nel profondo dell’anima chi si meritava di esser ferito, ho guarito cuori e sentimenti, mi sono addolorato e ho amato le sensazioni e i pensieri scaturiti dal profondo dell’anima. Per quelli di voi che hanno avuto il tempo di leggere il mio mondo, vi ringrazio per il vostro tempo e vi lascio con questi pensieri da ricordare: 

• La vita non è giusta, ma è ancora buona 
• In caso di dubbio o di crisi, ricominciate il cammino con un piccolo passo. 
• Non c'è abbastanza tempo per perderlo a odiare qualcuno, la vita scorre via. 
• Accettate di essere in disaccordo ma sappiate che fa male davvero. 
• Quando piangete, piangete con qualcuno perché sarete consolati, da soli potete solo piangere. 
• Fate la pace con il vostro passato in modo da non rovinare il vostro presente. 
• Non paragonate la vostra vita a quella degli altri, perchè non avete idea di quale sia oggi il loro cammino. 
• Se una relazione deve essere un segreto, non dovreste farne parte. 
• Fate un respiro profondo vi calma la mente 
• Sbarazzatevi di tutto ciò che non è utile, bello o gioioso. 
• Ricordate che non è mai troppo tardi per avere un'infanzia felice, ma la seconda dipende da voi e non da altri 
• Bruciano le candele, bevete del buon the, indossate i vostri capi migliori, oggi è la speciale occasione che stavate aspettando. 
• Sapere che ciò che gli altri pensano di voi non è affar vostro. 
• Il tempo guarisce quasi tutto .... Dare tempo al tempo. 
• Non prendetevi troppo sul serio ... nessun altro fa. 
• Credete nei miracoli della vita. 
• Comunque buona o cattiva che è la situazione, vedrete che cambierà. 
• Avete già tutto il necessario, anche se non è possibile vederlo. 
• Restituisci sempre in buone azioni quello che ricevi, anche se ricevi cattiveria. 
• Tutto ciò che conta davvero, alla fine, è che hai amato. 

Mentre mi dirigo verso l'inizio del prossimo decennio della mia vita, ricordo come ho sempre detto a mia mamma che il mio sessantesimo compleanno e i dieci anni a seguire sarebbero stati i migliori anni della mia vita e oggi io sono più sicuro che mai di quello, bisogna crederci.
Continuate a contare i vostri successi nella vita ma anche gli insuccessi, scrivete tutto in un libricino e tenetelo con voi sempre, servirà per rileggerlo quando ne avrete necessità; riconoscete chi siete veramente, siate onesti su ciò che volete nella vostra vita e non accettate di meno; siate preparati per il cambiamento, e so che, se non siete già lì, il vostro anno è in arrivo, il mio ...  è già quasi arrivato, sento che bussa alla porta...... 

Oh, un'altra cosa, non dimenticate che la vita è per vivere .......