<bgsound loop='infinite' src='https://soundcloud.com/sergio-balacco/misty'></bgsound>

pagine

2014/01/14

10 semplici modi per suicidarsi

In tempi di crisi sono tanti quelli che pensano che farla finita sia la soluzione migliore, chissà quante volte l'avete pensato, magari anche solo per gioco, o per dare un dispiacere ai vostri parenti cari o serpenti che pullulano nella vita di ognuno di noi. 

Tutti noi sappiamo perfettamente che la nostra vita non è un contratto a tempo indeterminato, ha un tempo, flessibile, a volte breve, a volte lungo, dipende dai nostri comportamenti, da quello che mangiamo, come viviamo, lo sport, il lavoro, le donne, le frequentazioni o anche solo la sfortuna. Per porre fine alla propria vita utilizzando le strutture di chi permette l'eutanasia o dolce morte costa, sembrerà un controsenso ma in quel caso bisogna pagare anche per morire.

Se siete genovesi o scozzesi o semplicemente tirchi oppure in bolletta, al verde insomma, non avete altro da scegliere che il "fai da te". Certo, comporta alcune difficoltà, non sarà facile riuscirci ma con un po' di buona volontà raggiungerete il vostro obbiettivo. Se dovesse succedere non dimenticatevi di lasciare un commento sul blog, aiuterete il prossimo, e titubante, candidato nella propria scelta.

Naturalmente nessuno vi vieta di trovarvi uno stile personalizzato e adatto alle vostre esigenze. Ricordatevi che esistono vari modi per porre fine alla propria vita in maniera facile e veloce: sarà sufficiente seguire alla lettera le procedure seguenti. 

Buon divertimento, anzi, buon trapasso.

Prima proposta: il martirio 


Questo metodo è proposto per chi si vuole suicidare il 10 giugno, infatti si ricorda S. Vincenzo Martire. Come non commemorare tale evento con la vostra morte? Il metodo è semplice e di facile esecuzione: tutto sta nel trovare un zoo e il gioco sarà rapidamente fatto. Trovate la gabbia dei leoni, scavalcate il recinto e buttatevi dentro. Strappatevi i vestiti rimanendo completamente nudi e aspettate che le bestie vi smembrino. 

Nota: poiché probabilmente le bestie saranno abituate all'uomo potrebbero rivelarsi poco aggressive. Tale inconveniente potrà essere aggirato cospargendovi con del sangue di mucca che avrete portato con voi. Potrete procurarvene semplicemente strizzandolo dalla carne che comprate dal macellaio e raccoglierne un po' ogni volta in un barattolo, che terrete da parte. 

Seconda proposta: frullato di fragole 


Con il caldo le fragole in questo periodo saranno senz'altro ottime? Perché non utilizzarle per rendere più dolce il vostro trapasso? Preparatevi un bel frullato di fragole di stagione, tagliandole a pezzetti in una brocca e aggiungendo dello zucchero, un po' di latte e del gesso da carpentiere. Bevete il tutto sorseggiando molto lentamente: il gesso, solidificandosi, farà il resto. 

Terza proposta: singing in the rain 

Se siete più tradizionalisti, potete utilizzare il classico metodo del parafulmine: cosa ispira il suicidio più di un possente temporale estivo? Attendete la pioggia, salite sul tetto e smontate l'antenna televisiva (fate attenzione a non perdere l'equilibrio, o cadrete di sotto e rovinerete tutto!). Quindi, tenendola ben ferma sopra la vostra testa passeggiate o correte, aspettando che una bella scarica vi incenerisca. 

Nota: una simpatica variante può essere messa in atto canticchiando "Singing in the Rain", eventualmente appoggiando ogni tanto per terra l'antenna e usandola come palo attorno al quale saltellare. 

Quarta proposta: variante a singing in the rain 


Invece di utilizzare il classico metodo del parafulmine potete sperimentare l'ebbrezza del volo senza ali, in genere funziona se il tetto prescelto è di un palazzo di almeno dieci piani. Attendete la pioggia, salite sul tetto e correte sulle viscide tegole fino a quando perderete l'equilibrio cadendo rovinosamente di sotto e spiaccicandovi sul rude selciato. Se il palazzo prescelto si trova in mezzo a un giardino cambiate palazzo, piante e arbusti potrebbero attutire la caduta e rovinare tutto. 

Quinta proposta: il surgelatore 


E' perfetto quando fa caldo. Quindi quando il caldo conquista inesorabilmente le giornate, non c'è modo migliore per morire che rinchiudervi dentro un frigorifero industriale. Purtroppo questo metodo non è alla portata di tutti: quelli di voi che possiedono un surgelatore in garage o in cantina possono comunque utilizzarlo ottenendo un effetto soddisfacente, per quanto la morte sarà molto meno repentina. Chiudetevi dunque dentro la cella frigorifera (assicurandovi che la temperatura sia almeno al di sotto dei -25 gradi centigradi) e attendete. Potete portare con voi dell'acqua da bere per provare un brivido in più mentre la sentirete congelarsi, sciogliersi e poi congelarsi di nuovo nel vostro corpo man mano che la morte si avvicina. 

Nota: questo metodo è ottimo se i vostri parenti intendono conservare la vostra salma in buono stato per lungo tempo. 

Sesta proposta: trazione integrale 


Un metodo cruento per gli amanti dello spargimento di sangue. Notate che questo metodo è illegale, per cui dovrete programmare il tutto in maniera da non farvi vedere nel vostro preparativo, altrimenti manderete tutto all'aria, potrebbero cercare di fermarvi, anche spararvi, che fine ingloriosa per un suicidia alla ricerca di una fine spettacolare. Procuratevi alcune paia di manette e appostatevi alla stazione. Non appena ve ne capiterà l'occasione, nascondetevi tra due vagoni, sganciateli con gli appositi comandi e legate con le manette i vostri piedi ad uno degli estremi dei due vagoni. Utilizzate altre due paia di manette per legarvi con le mani all'altro vagone e aspettate semplicemente che il capostazione fischi. 

Nota: una variante può essere fatta legandovi alla banchina del porto e a un aliscafo in partenza. O usando un TIR. Date semplicemente sfogo alla vostra fantasia!

Settima proposta: veloci come il vento 

Una simpatica variante può essere messa in atto in un aeroporto. E' di attuazione complicata e faticosa ma il risultato è eccellente e riesce sempre. Dovete recuperare una matassa di cordino d'acciaio, attenzione non il fil di ferro, ma filo intrecciato come quello che si usa per trainare l'auto in panne, solo di un diametro inferiore, 6 o 7 mm sono sufficenti e il peso sarebbe limitato. Prendete ora due paletti e li piantate con una mazzetta nel terreno a bordo pista su entrambi i lati, i paletti devono essere piantati in modo che il cordino resti poi a circa 50 cm dal manto d'asfalto. Attenzione fatelo di notte, quando l'aeroporto è chiuso, in modo da non essere disturbati accertandovi che siate sulla pista di decollo. A ognuno dei paletti fissate il vostro cordino d'acciaio facendo bene attenzione di legarvi un estremità mani e piedi e aspettate pazienti. Il primo aereo che decollerà incapperà con il ruotino anteriore nel vostro cavo steso trasversale alla pista di decollo trascinando il cavo e voi. Se volete un effetto dirompente dovreste legare solo i piedi al cordino e le mani a una struttura fissa lungo la pista, meglio se un bel palo di cemento o la torre del vento. Il metodo è garantito al 100%!!!


Ottava proposta: inoculazioni improprie


Tutto ciò di cui avete bisogno è una siringa, meglio se con un ago bello grosso di quelle che si usano per iniettare il microchip negli animali. Cercate di incannulare una vena bella grossa, meglio se una centrale (o il vaso potrebbe chiudersi lasciandovi a un passo dalla morte). Dopo che avrete fatto ciò, iniettatevi in corpo tutto ciò che vi viene in mente: latte, uova, l'uva sultanina, le crocchette del gatto, il mangine del canarino, marsala, olio, urina... Anche la semplice acqua del rubinetto risulta ottima a causa dello squilibrio elettrolitico e della lisi osmotica che causa nel sangue, quel caso ne dovrete iniettare alcuni litri. 

Nona proposta: disinfezione 


Ancora un metodo semplicissimo, che vi garantisce una morta relativamente lenta e graduale. Basterà procurarsi la confezione del disinfettante a base di cloro della vostra piscina. Apritela e versateci dentro un po' d'acqua, in maniera da lasciare sprigionare i fumi e aspirate a pieni polmoni. In breve causerete una crisi respiratoria. 

Nota: questo metodo non garantisce risultati al 100%. E' più sicuro se utilizzato da asmatici o soggetti allergici. 

Decima proposta: al chiaro di luna 


Questo è un metodo per i più incerti, che sono troppo titubanti per togliersi la vita da soli. Ciò di cui avete bisogno è uno smoking oppure un abito da suora. Indossatelo e fate una passeggiata lungo le strade meno illuminate di vostra conoscenza. 

Nota: non temete per l'incauto guidatore che sarà artefice della vostra morte, poiché sarà facilmente scagionato, del resto siete voi che avete scelto di morire, non lui. Per aiutarlo scrivete un biglietto dove spiegate le vostre intenzioni, meglio due. Uno lo lasciate a casa e l'altro in tasca, hai visto mai che invece di un'auto siete investiti da un TIR con 24 assali e 148 pneumatici, in quel caso non troverebbero certamente il vostro biglietto. Oops, nemmeno voi!


Proposta bonus: bungee jumping


Quando l'estate si avvicina tutti hanno voglia di sport estremi! Provate allora questa innovativa forma di bungee jumping: al posto dell'imbragatura, legatevi la corda elastica al collo e lanciatevi. La morte potrebbe, a sorpresa, sopraggiungere al primo strattone, che vi romperebbe il collo, oppure durante i rimbalzi successivi, per commozione cerebrale e danni al sistema nervoso centrale, o successivamente, per soffocamento.

Nota: Naturalmente ho scherzato, io e voi aspiranti suicidi nonché buontemponi. Volevate morire per davvero? Avete sbagliato blog!

Porre fine alla propria vita per gioco o per convinzione non è mai la soluzione migliore, perché la vita va vissuta intensamente, anche quando tutto va a rotoli, anche se siamo costretti a subire, e mai come ora stiamo subendo e piangendo lacrime amare.

Non vi capisco, né potrò mai capirvi... è un dato di fatto e consentitemi di non essere d'accordo anche se ho scritto quello che ho scritto. Un conto è scrivere e un altro eseguire. E' come pensare, pensare non costa, non ferisce, non offende. Pensare di morire non è morire, ma forse si provano le stesse sensazioni e si libera l'animo. Provate a immaginare solo per un momento, provate curiosità in questo articolo? Siete stati attratti dal titolo o dal testo? Cosa vi porta a credere o pensare che il suicidio sia una soluzione ai vostri problemi piuttosto di una bella storia da leggere e magari farsi due risate insieme agli amici? Esattamente immaginate il significato della parola morte? 

E' chiaro che se siete arrivati fino qui sulla base di una ricerca specifica su un motore di ricerca, allora vuol dire che vi manca un sostegno, un aiuto per risolvere i problemi, non abbiate dunque paura di esternare i vostri pensieri, parlatene con chi vi sta attorno, le vostre paure sono condivise da molti individui come voi, desiderosi di vincere, ribellarsi, andare avanti, costi quel che costi e non arrendersi mai.

La vita? Oooh la vita. Perché la vita non vi incuriosisce? Nella vita non accadano cose curiose e uniche? Lo sapevate, l'avete intuito? e rinunciate a cercarle, potreste scoprire che era quello che cercavate, nella vita, non nella morte. Quella vi attende impietosa, arrivera da sola, quando il momento sarà propizio, perché anticiparla?

Cercate dentro di voi le risposte e siate felici.

come suicidarsi velocemente,  suicidio indolore in casa,  modi per suicidarsi,  come suicidarsi a casa,  modi meno dolorosi per suicidarsi,  modi per suicidarsi velocemente,  metodi rapidi per suicidarsi,  metodi rapidi e indolori per suicidarsi,  suicidio indolore e rapido,  metodi indolori,  sistema piu semplice per tgliersi la vita,  tecniche x il suicidio,  morte rapida ed indolore,  come ammazzarsi a casa,  suicidarsi a casa,  suicidio indolore..come,  maniere di suicidarsi,  sistema indolore per suicidarsi,  Modo non doloroso per uccidersi,  tecniche di come suicidarsi,  modi semplici e indolori per suicidarsi,  modo sicuro x suicidarsi,  modi veloci e indolore per suicidarsi,  il suicidio piu indolore,  il metodo piu veloce per morire






2014/01/11

Lavoro bomba sociale


Le discussioni infinite a proposito della legge elettorale, per quanto indispensabili, rischiano di esasperare gli italiani. Chi ha due figli a casa, che da mesi cercano inutilmente un impiego, non può apprezzare gli esoterismi del sistema spagnolo o le discussioni sul modello tedesco modificato. Imperativamente occorre quest'anno sbloccare il mercato del lavoro. Tutti i partiti, a parole, dicono di rendersene conto. Talvolta sono le parole sbagliate - Jobs Act ! ancora inglese, perché? E soprattutto, quali sono i contenuti? - ma è chiaro: il 41% di disoccupazione giovanile ha smesso d’essere una preoccupazione. È una bomba sociale a orologeria. 

Chiunque abbia provato ad assumere un ragazzo conosce l’odissea cui sono costretti datore di lavoro e lavoratore.

L’apprendistato - il fiore all’occhiello del governo Monti, in Germania la porta d’ingresso al mondo del lavoro - deve passare sotto le forche caudine di dodici (12!) autorizzazioni. Il part time non ha mai preso piede (e molte aziende non lo concedono). I contratti a progetto sono spesso una farsa, che nasconde la totale assenza di un progetto. I contratti a termine riguardano ormai cinque rapporti di lavoro su sei: ma generano quel precariato cronico che sta azzoppando due generazioni. Restano i classici contratti a tempo indeterminato. I neolaureati che entrano così in azienda sono scesi dal 20% del 2004 al 5% del 2012: una percentuale irrisoria.

Perfino lo stage - la cui importanza non dev’essere sottovalutata: nove ragazzi su dieci passano di qui - è stato burocratizzato. La legge 148/2011 prevede che il datore di lavoro sia solo il tutor (sic) di un rapporto tra un’associazione di categoria e lo stagista. I due sono costretti a operare fianco a fianco: la legge ignora che, nel XXI secolo, il lavoro si svolge spesso a distanza e in movimento. Lo stagista, infine, deve pagare imposte sul reddito anche su un compenso di 500 euro mensili. Davvero questo Stato vorace vuole aiutare i ragazzi italiani? È necessario un Codice del Lavoro semplificato, integrato nel Codice Civile, tradotto - quindi, chiaro e traducibile - in inglese, come chiede l’Unione Europea. Un progetto è stato presentato nel 2009 da 54 senatori, e il Senato nel 2010 ha approvato una mozione in tale senso. L’idea è stata lodata da tutti, a destra (Berlusconi), a sinistra (Renzi) e nel sindacato (Uil). Tanto per cambiare, non è accaduto nulla. 

I sindacati devono fare la loro parte. Non possono continuare a difendere i buchi neri delle aziende municipalizzate e, in genere, a proteggere chi è già protetto, ignorando chi è da sempre ignorato: i milioni di lavoratori atipici che si dibattono tra contratti astrusi. Centinaia di norme, infatti, si sono stratificate nel tempo, e oggi la legislazione del lavoro è così complessa da risultare comprensibile solo agli esperti.

La via d’uscita? Esiste, e se n’è parlato. Un contratto unico di ingresso, nessuno inamovibile, ma garanzie crescenti nel tempo, condizionate alla disponibilità del lavoratore alla riqualificazione e alla ricollocazione. Lungo il percorso, un servizio di orientamento professionale, capillare ed efficace. 
Si può fare, il governo Letta ha la sua grande occasione. Gli inglesi, anche grazie al nudging (incoraggiamento individuale), ci stanno riuscendo. Noi italiani non siamo né più pigri né più stupidi. Siamo solo legati. E come i contorsionisti del circo, in questo modo, stiamo affondando. 

Ma i contorsionisti, alla fine, si liberano e riemergono. 
Noi rischiamo di restare, malinconicamente, sul fondo. 

fonte

2014/01/09

La Vita e oltre...

La vita risponde alla legge non scritta di causa-effetto, ogni effetto deve avere una causa, non può sorgere dal niente. Non per niente fu espressa la legge della conservazione della massa "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma" di Antoine Lavoisier, la vita non nasce dal nulla, va oltre questo concetto.

Quando noi vediamo una pianta sappiamo che è nata da un seme, sappiamo che non è sorta dal nulla e la logica ci dice che così è per tutte le cose, anche se a volte questo nesso causale ci sfugge, perché non è così ovvio. Nel '600 i naturalisti dell'epoca erano convinti che i pesci e tutti gli animali inferiori nascessero dal fango inanimato, cioè dal nulla. Se uno sosteneva il contrario veniva bruciato sul rogo, ci vollero due secoli per dimostrare la vera causa e cioè che la vita nasce dalla vita e non dal nulla. Oggi sono ancora in molti a credere che l'anima nasca insieme al corpo e che nasca con tutte le sue caratteristiche personali dal nulla, cioè senza nessun passato o causa precedente. Lo spirito è il prodotto di tutto il suo percorso passato.

Tutto quello che ci accade è per una ragione precisa. Non esistono errori. Non esiste il caso. Non esistono capricci divini. Il motivo risiede in qualcosa che abbiamo fatto in precedenza, o in questa vita o in qualcuna delle precedenti esistenze terrene. E non ci accade per punizione, ma per darci la possibilità di cambiare e migliorare, ossia di evolverci. E siamo noi stessi ad aver scelto le nostre prove, ben prima di nascere, proprio per questa finalità. In realtà, subiamo tanti condizionamenti da chi ci circonda, spesso senza neanche accorgercene, ma la scelta è sempre e solo nostra.

Ogni qual volta una persona ci fa del male siamo noi ad aver creato quella situazione e quella persona, inconsapevolmente, ci sta in realtà regalando l’opportunità di cambiare, di vincere il nostro orgoglio, i nostri cattivi sentimenti. Se noi reagiamo male abbiamo fallito la prova, la prova che noi stessi ci siamo messi davanti, abbiamo sprecato un’opportunità per evolverci. La prova dipende esclusivamente da noi, la responsabilità è sempre e solo nostra se vogliamo o non vogliamo cambiare, sbagliamo se ce la prendiamo con chiunque altro.

Ogni qual volta noi soffriamo per un qualunque motivo è perché non abbiamo compreso qualcosa e la sofferenza è l’ultimo rimedio che ci viene dato quando non vogliamo proprio capire la lezione, data la nostra incapacità di non averla voluta capire con “le buone”.

L’esistenza terrena è esattamente una scuola, un corso di studi, il mondo è una palestra dove ciascuno viene per imparare, fare esperienze, evolversi. Quasi sempre, sono le esperienze più dure e difficili, quelle che ci fanno soffrire di più, proprio quelle da cui impariamo di più, quelle che ci fanno cambiare maggiormente. Quando tutto è rose e fiori, quando tutto è facile e in discesa allora è molto difficile che una persona si sforzi di cambiare, è probabile anzi che si divenga viziati, proprio come le persone che hanno tutto, il vizio le rende peggiori, non migliori. Quando invece una persona nasce in mezzo alle difficoltà è costretta a rimboccarsi le maniche e a migliorare. Ecco perché gli individui, quando pianificano programma del loro viaggio terreno, prima di incarnarsi, scelgono spesso vite difficili e piene di ostacoli, altrimenti sarebbe una passeggiata, è probabile che si finisca con il non imparare nulla e questo viaggio sia inutile e che debba essere ripetuto. Paradossalmente la prova più difficile è proprio quella di chi ha tutto, perché è rarissimo che si resista alle forti tentazioni del vizio e si diventi una persona semplice, con grande umanità e altruismo.

2014/01/07

Il paradosso di Fermi


Il paradosso di Fermi è un paradosso che si dice sia stato proposto dal fisico Enrico Fermi nel contesto della probabilità di contattare forme di vita intelligente extraterrestre.

Il paradosso si riassume solitamente nella domanda "Dove sono tutti quanti? Se ci sono così tante civiltà evolute, perché non abbiamo ancora ricevuto prove di vita extraterrestre come trasmissioni di segnali radio, sonde o navi spaziali?". Estremizzando la questione, il problema diventa se noi esseri umani siamo la sola civiltà tecnologicamente avanzata dell'Universo. Questo problema viene usualmente posto come monito alle stime più ottimistiche dell'equazione di Drake, che proporrebbero un universo ricco di pianeti con civiltà avanzate, in grado di stabilire comunicazioni radio, inviare sonde o colonizzare altri mondi.

La situazione paradossale è dovuta al contrasto tra la sensazione, da molti condivisa e supportata da stime del tipo di quella di Drake, che noi non siamo soli nell'universo e il fatto che i dati osservativi contrastino con questa sensazione. Ne deriva che la nostra osservazione o comprensione dei dati deve essere errata o incompleta.

Nel 1950, mentre lavorava nei laboratori di Los Alamos, Enrico Fermi prese parte a una conversazione con alcuni colleghi, tra cui Edward Teller, mentre questi si recavano a pranzo. La conversazione verteva su un recente avvistamento di UFO riportato dalla stampa, su cui ironizzava una vignetta satirica. La conversazione si protrasse su vari argomenti correlati, finché improvvisamente, durante il pranzo, Fermi non esclamò "Where are they?" (trad. "Dove sono?").

Possibili soluzioni (qui ne elenco qualcuna, per altre ipotesi rimando alla lettura di "If the Universe is Teeming with Aliens...Where is everybody?" di Stephen Webb)

Siamo soli

La soluzione più semplice è che la probabilità che la vita si evolva spontaneamente nell'universo e si evolva fino a produrre una civiltà evoluta sia estremamente bassa.

Molti sono gli elementi contemporaneamente necessari perché la vita come la intendiamo noi, basata sul carbonio, possa evolversi su un pianeta. Fattori astronomici, come la posizione all'interno della galassia, l'orbita percorsa dal pianeta intorno alla sua stella centrale e la tipologia di quest'ultima, la sua ellitticità e l'inclinazione dell'orbita, nonché la presenza di satelliti naturali delle caratteristiche della Luna, sono tutti fattori determinanti alla predisposizione alla vita. L'attuale nascita della vita, lo sviluppo di forme di vita intelligente e quindi di civiltà richiede che molte altre coincidenze siano verificate. Gli studi sul nostro Sistema Solare sembrano confermare l'eccezionalità della vita sulla Terra.

Questa tesi può essere contestata sostenendo che la vita non debba necessariamente essere come la osserviamo sulla Terra, ma possa evolversi in condizioni differenti, e che non debba necessariamente basarsi sul carbonio. Molta dell'incertezza deriva dal fatto che i meccanismi che portano alla nascita della vita sono ignoti e quindi è molto difficile, se non impossibile, stimarne la probabilità. Tuttavia l'occorrenza della vita è ritenuta un evento poco probabile anche da parte di alcuni sostenitori dell'esistenza di civiltà aliene; per scavalcare questo problema costoro hanno formulato l'ipotesi della panspermia, la quale sostiene che la vita possa diffondersi facilmente attraverso l'universo o addirittura, nella forma sostenuta da Francis Crick, che possa essere deliberatamente diffusa da civiltà tecnologicamente evolute.

Le civiltà evolute hanno breve durata

Un parametro dell'equazione di Drake è la durata media delle civiltà tecnologicamente evolute. Drake stimò una durata di 10.000 anni (da quando ha iniziato a poter comunicare con onde radio).

Le cause della scomparsa di una civiltà possono essere sia naturali che culturali. Se una civiltà tende naturalmente a annientarsi, è solo questione di tempo perché inventi i mezzi necessari. L'unico dato osservativo disponibile è che la nostra civiltà dispone da decenni dei mezzi necessari, ma per ora è sopravvissuta. Anche in questo caso è difficile dire quanto la lotta gerarchica, l'aggressività, e l'autoritarismo, elementi del militarismo, siano prerogative della razza umana o siano costanti universali intrinsecamente legate all'evoluzione o all'organizzazione politica degli individui intelligenti. Si consideri che non è necessaria una distruzione totale della specie, ma è sufficiente una involuzione a livelli primitivi dei sopravvissuti per sottrarre la civiltà alla lista di quelle in grado di comunicare. Anche eventi catastrofici di tipo naturale possono considerarsi come gravi pericoli per un pianeta vivo: l'impatto di una cometa, di un asteroide, l'eruzione di un supervulcano o l'alterazione delle condizioni climatiche sono tutte minacce alla vita sulla Terra. Sappiamo che la Terra è stata più volte bersaglio di eventi catastrofici, che hanno causato diverse estinzioni di massa (la più nota nell'opinione pubblica è quella dei dinosauri). Eventi di questo tipo sarebbero prevedibili da una civiltà anche più arretrata della nostra, ma difficilmente rimediabili o prevenibili.

Il problema con questa tesi è che non esiste un campione statisticamente valido con cui poter stimare il parametro di durata media di una civiltà tecnologicamente evoluta. Infatti estrapolare tale valore dalle informazioni relative alla nostra esistenza, oltre a non essere statisticamente sensato, vizia il risultato con un effetto di selezione.

Piccola parentesi per i fumettologi: questa tesi è stata anche sostenuta nei fumetti della serie Marvel Ultimate, in cui Reed Richards, membro dei Fantastici 4, sostiene che le civiltà aliene si estinguano a causa dell'arrivo di Galactus (Gah Lak Tus), se non erro nella saga Ultimate Nightmare oppure in Ultimate Secret.

Esistono ma sono troppo lontane

L'universo è estremamente vasto. Prendendo come riferimento la velocità della luce, essa impiega oltre 2 milioni di anni solo per arrivare alla galassia più vicina. È dunque possibile che esistano diverse civiltà evolute e desiderose di comunicare, ma isolate dalle enormi distanze intergalattiche. Questa soluzione però implica che probabilmente siamo soli nella nostra galassia, in contrasto con le stime meno pessimistiche dell'equazione di Drake, che ipotizza l'esistenza di 600 civiltà evolute. Una forma corretta di questa tesi afferma che le civiltà aliene sono attualmente troppo lontane, ovvero che esistono civiltà relativamente vicine, ma che non hanno ancora intrapreso o hanno intrapreso da poco esplorazioni o comunicazioni spaziali.

Ma anche questa ipotesi non è del tutto soddisfacente: infatti se il principio di mediocrità deve essere applicato per postulare l'esistenza di altre razze aliene, deve essere applicato anche per scartare posizioni temporali speciali nella storia della galassia, come sarebbe quella dell'inizio della colonizzazione galattica.

Esistono ma non comunicano o non vogliono comunicare

Ancora più complesso è ipotizzare quale sia la probabilità che una prima forma di vita biologica possa evolversi fino a creare una specie autocosciente e desiderosa di comunicare. È possibile che nell'universo esistano molti corpi celesti ospitanti una forma di vita, ma su pochissimi questa si sia evoluta in una civiltà tecnologica. Inoltre anche se una civiltà sviluppa i mezzi adatti, non è detto che abbia l'idea o il desiderio di cercare di comunicare con altri mondi, magari o perché non ci considerano degni (potrebbero considerare la nostra una civiltà troppo guerrafondaia che mal reagirebbe a un contatto con loro) o hanno paura di noi o comunque perché forse pensano che un contatto diretto possa nuocere a noi o a loro o semplicemente non hanno mai sviluppato l'idea dell'esistenza di altre civiltà con cui comunicare.

Tuttavia concepire una razza aliena come un'unica entità non è soddisfacente: se pure la civiltà o razza aliena nel suo complesso fosse disinteressata, timorosa o non desiderosa di comunicare con altre civiltà, ciò non preclude che al suo interno debbano esistere individui o gruppi di individui che siano desiderosi o interessati a comunicare.

Non siamo in grado di ricevere le loro comunicazioni

Tutti i nostri attuali tentativi di inviare o ricevere comunicazioni con altri mondi si sono basati sull'utilizzo di onde elettromagnetiche. Così come prima dell'epoca di Guglielmo Marconi non avremmo neppure immaginato di usare questo mezzo, così potremmo non essere neppure in grado di immaginare le tecniche usate da civiltà radicalmente diverse dalla nostra. Alcune tecnologie teorizzate potrebbero essere basate sui neutrini, le onde gravitazionali o la correlazione quantistica. Vi è da aggiungere che tali tecnologie di comunicazioni teorizzate sono molto opinabili sulla base delle conoscenze scientifiche attuali, in particolare utilizzare la correlazione quantistica per trasmettere informazioni contrasta con un ben assodato teorema della meccanica quantistica. La trasmissione mediante onde gravitazionali o neutrini, non pone obiezioni di carattere teorico, ma richiederebbe delle civiltà con a disposizione una quantità di energia paragonabile a quella contenuta in larga parte dell'Universo. Attualmente vi sono in funzione in alcuni laboratori rivelatori di neutrini e di onde gravitazionali in grado di misurare tali ipotetici segnali se particolarmente intensi. Si può comunque ipotizzare che una civiltà attraversi diverse fasi di evoluzione tecnologica, passando anche per le relativamente facili onde elettromagnetiche. È ragionevole ritenere che scienziati di questa civiltà siano in grado comunque di ricevere e decodificare segnali radio, anche se per loro ormai obsoleti.

Rimanendo nel campo delle onde radio dobbiamo tenere in considerazione il problema della velocità della luce. Le microonde da noi emesse da quando si è sviluppata la televisione, si stanno ancora allontanando da noi alla velocità della luce in tutte le direzioni. Il raggio in anni luce della sfera entro la quale queste informazioni sono ricevibili coincide numericamente con il periodo in anni dal quale le trasmissioni sono iniziate. Nel caso della Terra questo valore è quindi di circa 50 anni luce. La tendenza a ottimizzare le trasmissioni per ragioni economiche, come nel caso della televisione digitale o dei telefoni cellulari, focalizzandole in fasci di microonde e sopprimendo la portante, fa sì che i segnali trasmessi siano meno distinguibili dallo spazio.

I critici di questa soluzione fanno notare che se una civiltà aliena volesse comunicare, utilizzerebbe dei segnali facilmente riconoscibili come tali, come per esempio una modulazione con portante. Se tale civiltà intendesse usare segnali di difficile ricezione per evitare di comunicare con altre civiltà più arretrate o diverse, si ricadrebbe nel caso precedente. Inoltre alcuni dei mezzi di comunicazione proposti, alternativi alle onde elettromagnetiche, o sono speculazioni teoriche o sono già rilevabili con la tecnologia terrestre.

Chiaro no?

E tu che opinione hai? Parliamone!

-------------------------------------------

Equazione di Drake

L'equazione di Drake è il risultato di un ragionamento speculativo sulla possibile esistenza e numero di civiltà evolute extraterrestri.


L'equazione fu proposta nel 1961 dall'astronomo Frank Drake come tentativo di stimare il numero di civiltà extraterrestri evolute presenti nella nostra galassia, con le quali potremmo pensare di entrare in contatto. Il problema più impegnativo per la ricerca è ora di determinare i fattori che figurano nell'equazione.


La formula è la seguente:


 


In cui: 


N è il numero di civiltà extraterrestri evolute presenti oggi nella nostra Galassia

R* è il tasso medio di formazione stellare nella Via Lattea
fp è la frazione di stelle che possiedono pianeti
ne è il numero di pianeti per sistema solare in condizione di ospitare forme di vita
fl è la frazione dei pianeti ne che ha effettivamente sviluppato la vita
fi è la frazione dei pianeti fl su cui si sono evoluti esseri intelligenti
fc è la frazione di civiltà extraterrestri in grado (e con la volontà) di comunicare
fm è la frazione di civiltà in grado di raggiungere e colonizzare più pianeti (non sempre considerata)
L è la stima della durata di queste civiltà evolute

La determinazione dei parametri è molto difficile e in genere mancano molte informazioni necessarie a una stima anche approssimativa.


I valori scelti inizialmente da Drake e collaboratori sono:


* R* = 10 per anno

* fp = 0,5
* ne = 2
* fl = 1
* fi = fc = 0,01
* L = 10.000 anni.

Il valore R* (tasso di formazione stellare) è quello meno incerto. Anche fp (stelle con pianeti) è relativamente meno dibattuto quindi è possibile iniziare a dare un valore anche grazie alle prime osservazioni di pianeti extrasolari a partire dagli anni ottanta. Gli esobiologi possono tentare di fornire un valore per ne e fl ma ci sono dubbi sulle tipologie di stelle che possono offrire condizioni adatte per lo sviluppo della vita. È necessaria l'emissione di una certa quantità di radiazione ultravioletta perché la vita possa avere inizio, mentre la presenza di raggi X è dannosa. Secondo alcune ipotesi la vita è più ubiquitaria di quanto possa apparire (vedi panspermia) e il valore di fl può essere elevato.


fi, fc e L sono ben più difficili da proporre. È possibile che l'evoluzione della nostra civiltà sia avvenuta in seguito a una precisa combinazione di eventi, difficilmente ripetibile. La durata di vita di una civiltà può essere limitata dalla possibilità di autodistruzione o da eventi naturali catastrofici, quali l'alterazione del clima o l'impatto di meteoriti. Drake ipotizzò una stima minima di 10 anni, ovvero all'epoca il periodo di tempo dal quale l'umanità aveva iniziato a inviare segnali radio nel cosmo (in particolare involontariamente con la televisione). Per lo stesso motivo oggi si può ragionevolmente indicare un periodo di 50 anni.


Applicando i parametri inizialmente adottati da Drake si ottiene un valore di N = 10. In seguito egli dichiarò che tali parametri erano troppo riduttivi e giunse al valore finale N = 600.


Altre stime dei parametri, altrettanto plausibili, danno risultati molto più grandi. Per esempio, posto R* = 20/anno, fp = 0.1, ne = 0.5, fl = 1, fi = 0.5, fc = 0.1 e L = 100.000 anni, si ottiene N = 5.000.


Valori più pessimistici danno valori di N minori di uno, cosa che non può essere valida per la nostra Galassia in quanto in essa esiste almeno una civiltà tecnologica (la nostra). In questo caso, riconciliare il dato con le osservazioni porterebbe alla conclusione che la maggior parte delle galassie sono vuote.


Le stime più ottimistiche si scontrano però con il paradosso di Fermi, ovvero se esistono tante civiltà in grado di contattarci, perché questo non è ancora avvenuto?


L'unico valore di N dato dalle osservazioni è N=1, ovvero che la nostra civiltà è l'unica a noi nota.



2014/01/04

La vivisezione, una pratica barbarica!


Il caso sollevato recentemente da una ragazza venticinquenne di Bologna che soffre di quattro malattie genetiche considerate rare, e vive anche grazie alla ricerca e sperimentazioe sugli animali, ha provocato un vero polverone mediatico attirandosi le ire degli animalisti estremisti che sono arrivati a minacciarla di morte. 
Lei, Caterina Simonsen, secondo quanto riportato dai media laureanda in veterinaria, costretta dalle patologie di cui soffre a vivere perennemente in strutture ospedaliere, ha raccolto una marea di critiche e insulti dal popolo del web ma ha scelto un periodo giudicato sospetto per esternare le proprie preferenze in termini di ricerca biomedica condotta a suo dire per salvarle la vita. Sospetto perché nello stesso periodo debuttava Telethon, la maratona televisiva a favore della ricerca biomedica per l’identificazione e la cura delle malattie considerate rare e di difficile cura. 

Anche se questo articolo non vuole affrontare una tematica riguardante Telethon, mi sembra doveroso dire cos'è Telethon. Secondo quanto riportato sul loro sito web la Fondazione Telethon è una delle principali charity italiane. Operano ininterrottamente dal 1990, con l'obiettivo di identificare le cure adeguate per le malattie genetiche rare, ovviamente attraverso il finanziamento di ricerca biomedica eccellente. Oltre ai ricercatori si avvalgono di volontari, aziende partner e donatori che aiutano la ricerca a progredire verso la cura. Naturalmente Telethon nel corso delle proprie ricerche utilizza la sperimentazione animale altrimenti detta vivisezione come prassi per ottenere quei risultati di cui vanta successi eclatanti ma anche insuccessi è bene ribadirlo.

Curiosando sul web leggo che Telethon ha come missione il finanziamento della ricerca scientifica che possa portare alla cura delle malattie genetiche. Contemporaneamente è contro ogni maltrattamento degli animali. Grazie ai progressi della ricerca scientifica che mettono a disposizione dei ricercatori molteplici sistemi su cui testare l’efficacia delle terapie sperimentali (per esempio cellule e tessuti), sullo stesso sito web si afferma che solo una parte dei progetti finanziati richiede la sperimentazione su modelli animali.
In quei casi, Telethon richiede ai ricercatori di utilizzare il minor numero possibile di animali e di applicare un rigido codice di comportamento che minimizzi la loro sofferenza seguendo alla lettera i dettami della legislazione vigente in materia (Decreto legislativo 116 del 27 gennaio 1992, in attuazione della direttiva del Consiglio Europeo 86/609/CEE) affinché i ricercatori ottengano l’autorizzazione dei comitati etici dei loro istituti. 

Si afferma inoltre che la sperimentazione sugli animali viene eseguita secondo le leggi e le normative in vigore, quindi tutt’altra cosa rispetto alla vivisezione, contro la quale anche Telethon sembra si pronunci in maniera forte. Sembra!
Bella risposta. Peccato che il termine "vivisezione" sia stato sostituito nel tempo da "sperimentazione animale" o "modelli animali", cambiano i termini ma la sostanza resta invariata, italica abitudine quella di cambiar nome alle tasse, alle spese, alle sperimentazioni per colpire a ammansire l'opinione pubblica, poi nei fatti tutto resta come era prima. Noi sappiamo, senza aver ricevuto il lavaggio del cervello che la vivisezione è paritetica della sperimentazione animale e si intende qualsiasi esperimento eseguito su animali.

Torniamo dunque all'argomento di questo articolo: per quale motivo dunque viene richiesta la sperimentazione sugli animali? La ricerca di una terapia per una malattia genetica è un percorso lungo e complesso che normalmente passa da una fase cosiddetta “di base” dove i ricercatori si concentrano su sistemi cellulari o addirittura molecolari per identificare i meccanismi che portano alla malattia e i modi per bloccarne l’insorgenza. Ora sappiamo con certezza, non sono io che lo affermo ma autorevoli luminari medici, che i fenotipi umani sono differenti da quelli animali, non tutti ma una percentuale abbastanza alta da vanificare gli sforzi compiuti nella ricerca, vale a dire quello che potrebbe andar bene sull'animale non è detto che funzioni allo stesso modo sull'uomo,  quindi quali sono i requisiti, o le esigenze mediche o biomediche per le quali la sperimentazione sugli animali diventa una prassi consolidata?

Ecco che si afferma, senza cognizione di causa, magari parando a destra e manca, che una volta che si sono isolati dei sistemi (farmaci, geni, cellule) in grado di bloccare il percorso della malattia nei sistemi di base, è spesso necessario, prima di somministrarli ai malati, controllarne l’efficacia e l’assenza di tossicità in un organismo complesso il più possibile simile all’uomo. Questo diminuisce considerevolmente il rischio di commettere errori di formulazione e di somministrazione. Ah, capito, quindi si utilizzano i modelli animali nelle fasi terminali di sperimentazione del farmaco, affinchè poi non vi siano effetti indesiderati sull'uomo? Forse è per questo motivo che ogni anno, solo in Italia, più di 974 mila animali (fonte: Ministero della Sanità), ovvero più di 3.000 al giorno, tutti i giorni, vengono utilizzati per prove di laboratorio? E quali sarebbero questi nuovi farmaci che sono stati testati e identificati dalla ricerca per curare le malattie rare, non ho affatto trovato tracce di questa pletora di prodotti innovativi, di queste cure miracolose che salvano la vita ai bambini italiani, ricordo che il 70% delle malattie rare genetiche è rivolto al settore pediatrico

Aggiungo, non si era detto che la sperimentazione animale riguardava solo la fase finale della ricerca volta a confermare la efficacia del farmaco? Io comprendo benissimo che informarsi seriamente su argomenti tanto complessi come la ricerca di base o sperimentazione animale detta anche vivisezione richieda tempo, pazienza e competenza; ma affermare che Telethon e in genere la ricerca biomedica contro le malattie rare si attenga alla legge per ribadire la propria posizione, solo a parole naturalmente, contro detta sperimentazione animale mentre la attività principale sembrerebbe l'esatto contrario non è serio e sa un po’ di presa in giro.

Mi pongo il quesito perché non tutti i firmatari di petizioni contro la sperimentazione animale agiscono su basi di pura emotività o parlano a caso, fra loro infatti figurano medici, biologi, etologi, giuristi, filosofi eccetera, mi corre quindi l’obbligo di sottoporre alcune considerazioni sulla validità e sull’eticità della pratica relativa alla sperimentazione animale. E' ridicolo affermare che controlli quotidiani secondo un rigido protocollo vengono effettuati per mantenere i parametri in linea con quanto richiesto dalla vigente legislazione, si può vigilare quanto si vuole, ma la legislazione vigente in materia a cui molti fanno riferimento è pressoché quotidianamente e ovunque disattesa, come provano le innumerevoli azioni intraprese (e relative denunce promosse) dalle associazioni cosiddette animaliste. Quanto alla “autorizzazione dei comitati etici dei loro istituti”, è un po’ come se i carnefici della Santa Inquisizione avessero chiesto il permesso al Papa. Siamo seri, le motivazioni sono decisamente altre.

Queste prove, molto ripetitive, sono spesso richieste da leggi antiquate, forniscono risultati inapplicabili all'uomo in oltre il 92% dei casi e, di conseguenza, oltre a essere inutili, hanno di frequente fermato, per anni, l'impiego di sostanze a noi preziose, così come hanno causato infiniti danni farmacologici, dai meno gravi e diffusi ai peggiori. Le stesse prove vengono ripetute successivamente, con altre forme e tempi, sul destinatario ultimo del prodotto l'uomo con oltre il 50% di insuccessi. A causa della presunta "tutela" fornita dalla vivisezione, questo avviene troppo spesso senza la dovuta cautela oltre che frequentemente senza un effettivo consenso informato ed il diretto beneficio delle persone che subiscono la sperimentazione.

Il partito del si alla sperimentazione animale afferma inoltre che moltissimi presunti o reali, passi avanti compiuti dalla medicina negli ultimi decenni, passi avanti che hanno guarito o alleviato le sofferenze di milioni di malati al mondo, non sarebbero stati possibili senza una motivata, attenta e accurata sperimentazione sugli animali. E’ scandaloso che Telethon possa raccogliere annualmente svariati milioni di euro, tanti quanti il bilancio di funzionamento di tutto l’Istituto francese di ricerca. A chi pensa di donare soldi per la cura, bisogna che conosca anche l’altro parere, ovvero che la terapia genica non è efficace. Se i donatori sapessero che il loro denaro serve prima di tutto per finanziare le pubblicazioni scientifiche, ma anche i brevetti di poche imprese, o per eliminare gli embrioni dai geni deficienti, o per pagare gli stipendi dei ricercatori, degli assistenti, persino delle segretarie, del sito web, delle montagne di carta, della pubblicita' sui media, sono sicuro che cambierebbero parere. Solo una minima parte delle donazioni raccolte finisce effettivamente alla ricerca, il resto si perde in mille rivoli non tutti efficaciemente tracciabili. Non sarebbe comunque una novita', l'Italia ha esperienza, in particolare per quanto riguarda le cooperazioni, le ong ecc. di cui spesso si sono occupati gli organi giudiziari competenti. Vecchia storia. 

E che dire, poi, di altre incongruenze? Jerry Lewis con TELETHON raccolse più di un miliardo di dollari per la distrofia muscolare eppure adesso i malati di distrofia muscolare sono più numerosi di prima. Un fallimento che era prevedibile nel momento in cui la ricerca finanziata da Telethon si basa, per oltre il 50%, sull’utilizzo di animali o cellule di animali. 

“I test sugli animali, per la scarsa affidabilità, sono cattiva scienza” e si auspica un radicale cambiamento nella ricerca. A riferirlo è uno dei più noti tossicologi al mondo, il professor Thomas Hartung gia' direttore scientifico responsabile per la ricerca della Commissione Europea ECVAM, il Centro europeo per la convalida dei metodi alternativi e ora dirige il CAAT, Centro per le alternative ai test con gli animali della Johns Hopkins University.

La bibliografia scientifica è ormai piena di pubblicazioni che criticano e invalidano la vivisezione ma nessun testo scientifico riporta testimonianze sui benefici della stessa. Le denunce sono, invece, sempre più frequenti e su organi ufficiali. Il movimento di scienziati che si oppongono alla vivisezione sulla base di teorie unicamente scientifiche sta crescendo continuamente e sono sempre più frequenti gli articoli che, su riviste scientifiche prestigiose, muovono pesante critiche a questo metodo di ricerca.

La sperimentazione animale o il termine più crudo vivisezione, è inutile e dannosa perché non solo martirizza gli animali ma minaccia la salute umana e impedisce l’uso di metodi scientifici e avanzati.
  
Le manipolazione genetiche che consentono oggi di costruire in laboratorio nuovi organismi vegetali o animali, mescolando l'informazione genetica di specie diverse, anche appartenenti a regni diversi (per esempio piante con animali, animali con batteri) sono la nuova frontiera della battaglia antivivisezionista con qualche limite come evidenziato in precedenza. Le modifiche nei vegetali e negli animali d'allevamento sono solo un pretesto delle industrie per controllare, grazie ai brevetti ottenuti su di essi, il mercato dell'alimentazione e senza voler addirittura etichettare chiaramente i prodotti. 

I rischi per la salute, per l'ambiente e per i rapporti socio-economici dei vari continenti stanno provocando un deciso rifiuto del cibo transgenico nel mondo intero. L'ingegneria genetica è portatrice di una visione dittatoriale della vita che finisce per operare un controllo sociale attraverso la selezione dei caratteri, la clonazione e la procreazione selettiva.

Nessuno ci ha ancora mai saputo dire: quanti geni umani è lecito introdurre in un animale per accrescere la sua "somiglianza" con l'uomo: dieci, mille un milione? A cosa serve parlare di xenotrapianti (trapianti con organi d'animale) quando si sa che con uno solo di questi trapianti il passaggio di virus dall'animale all'uomo potrebbe scatenare un'epidemia incontrollabile come l'AIDS; quando si sa che le cellule dell'organo trapiantato, migrando in tutto l'organismo umano, trasformano il paziente in una "chimera umana"?

Cui prodest?