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2014/04/20

Disordine pubblico


Impazzano sui media la foto e le polemiche per un poliziotto in borghese che a Roma ha preso a calci una manifestante. Fatto senza dubbio da biasimare, ma nessuno sembra porre analoga attenzione all’evidenza che sabato scorso, per l’ennesima volta, centinaia di violenti – come peraltro abbondantemente previsto - abbiano potuto bloccare il centro della capitale, pestare e ferire carabinieri e poliziotti, distruggere tutto il possibile, terrorizzare la gente e i turisti barricati negli alberghi di Via Veneto con il bilancio finale di solo 4 fermati. 

Evidentemente, nonostante foto e filmati, i soliti violenti che un paio di volte l’anno si recano in gita di protesta a Roma da tutta Italia possono e potranno continuare a farlo impuniti. 

Ben diversa la faccia feroce mostrata dallo stato contro i 24 “Serenissimi” veneti che risultano tuttora in galera, non si è capito alla fine neppure perchè. Due pesi e due misure tra violenti veri e secessionisti presunti, che non fanno onore né al governo nè al ministro dell’interno Alfano che si congratula sempre con tutti (ormai è una sua litania) ma poi non mi pare risolva i problemi di ordine pubblico. 

Circa poi la proposta demenziale di “numerare” i poliziotti perché non la si applica invece al contrario ovvero diffidando i più violenti dal partecipare a nuove manifestazioni, numerandoli per poterli riconoscere più facilmente e – ove fossero nuovamente coinvolti in scontri e sprovvisti di “numerazione” - automaticamente arrestarli. 

Viene fatto per i tifosi di calcio che vengono diffidati a assistere alle partite, con squalifiche pesanti alle società anche solo per gli slogan razzisti di una minoranza (anzi, adesso anche solo per slogan “territoriali”!) e non si applicano le stesse misure per i violenti di piazza, magari già schedati? 

Mi sembra davvero un assurdo.

2014/04/19

Pinocchio Renzi

Renzi parla bene, benissimo. Coltiva prima di tutto la sua immagine, piace alla gente, preannuncia soluzioni condivise che entusiasmano e molti pensano “finalmente!”. A essere obiettivi va anche detto che è sorretto da un coro monocorde di elogi di stampa e TV dove appare ovunque, altro che “par condicio”. Provate a immaginare una presenza così massiccia del Berlusconi dei tempi d’oro: sarebbero state polemiche e proteste, ma per Renzi tutto è dovuto, i media si inchinano negli applausi.

Oddio… non proprio tutto è ok se consideriamo che all'effetto annuncio e all'operazione immagine non segue spesso la realtà. Qualche esempio? La vendita "on line" delle auto blu va lentamente e non rende come si sperava, certo il primo lotto è andato a ruba ma si trattava di poche auto, una briciola in contronto delle cinquantaseimila ancora nel bilancio dell'amministrazione, i "bravo" e gli "evviva" che secondo la nostra stampa hanno accompagnato le applaudite visite di Renzi in Germania, Francia, Gran Bretagna e a Bruxelles avrebbero dovuto rendere qualcosa e invece - a parte qualche pacca sulle spalle - l’Europa continua a dire “nein” all'allargamento della borsa.  

E che dire di quella promessa dal sapore elettorale degli 80 euro in busta paga era ormai obbligatoria dopo essere stata strombazzata così tanto, ma costa strappi e tagli da altre parti, compresa la spesa sanitaria che è importante soprattutto per gli anziani e i più deboli. 

Intanto il premier abbatte il risparmio - che viene supertassato - e alla fine anche la tanto sbandierata cancellazione delle province si è rilevata  una bufala con nessun vantaggio effettivo per la spesa pubblica. Se Renzi “vende” come risultato le quote rosa imposte negli Enti di Stato a grattare la vernice si vede subito che è soprattutto questione di facciata visto che comunque a comandare sono gli amministratori delegati – sapientemente lottizzati dal PD - e non i presidenti, così come contano poco le "capolista rosa" democratiche per le elezioni europee dove si vota comunque con la preferenza.

Renzi è furbo e si guarda bene, per esempio, di applicare le stesse quote rosa nell’Italicum, il nuovo sistema elettorale con il trucco dove saranno invece i (bloccati) minicapilista di collegio ad essere poi i veri futuri eletti in parlamento, tutti di nomina dei leader di partito e alla faccia del parere della gente.

Ma i guai veri per Renzi sono altri: l’economia non cresce, il bilancio non pareggia, la disoccupazione incalza. “Una riforma al mese” aveva annunciato, ma quella del senato è impantanata così come quella elettorale. I giorni corrono e sicuramente l’immagine renziana renderà al PD soprattutto per le imminenti elezioni, e poi? Dall’altra parte il centro-destra appare spappolato e diviso, incapace di trovare nuovi leader credibili e fili conduttori di una politica comune, mentre Grillo insiste con la quotidiana demagogia, che paga in termini di audience e speriamo bene, teso allo spasimo a raccogliere proteste e consensi sapendo che ci guadagna dal derby quotidiano con il premier e con il grande vantaggio di non essere mai verificato alla prova dei fatti (per ora).

2014/04/18

Ordine e disordine

Da una parte il popolo, dall'altra le istituzioni.
E' sempre stato cosi', il popolo non ha mai contato poi troppo fino a quando non prendeva in mano i bastoni per cacciare le istituzioni corrotte.
E' andata proprio cosi' nella Francia del 1789, la famosa presa della Bastille, il carcere dove venivano relegati gli oppositori messo a ferro e fuoco e poi raso al suolo dal popolo inferocito che gridava e pretendeva liberta', uguaglianza e fraternita'.
Ma il popolo dei giorni nostri che se ne fara' della fraternita'?
Abbiamo concesso a questa manica di corrotti di tutto e di piu' e adesso ci presentiamo a chiedere conto del loro operato e questi mandano contro le forze dell'ordine (o del disordine?). 

Italiani contro italiani affinche' sia rispettato l'ordine costituito nel rispetto delle istituzioni. Dove iniziano gli uni e dove finiscono gli altri? Sarebbe da chiedersi "chi controlla il controllore?". Da quale parte dello schieramento dovremmo schierarci e per quale credo dovremmo combattere e siamo noi altrettanto certi di essere dalla giusta parte o come atomi impazziti giriamo a vuoto inconcludenti per arrivare a definire vincente o perdente, ordinato o disordinato cio' che in realta' non e' l'uno e nemmeno l'altro?

Chi comanda? Chi e' il sovrano di questo scempio? Siamo noi il popolo sovrano o siamo solo diventati pedine di un gioco perverso alla distruzione sulla nostra pelle? Abbiamo il controllo oppure non siamo che carne da macello da mandare avanti contro un ipotetico nemico, noi stessi, a combattere i nostri stessi ideali in una sorta di auto distruzione della specie fino a quando ne restera' uno solo e forse nemmeno quello?
Partiamo da un punto fermo, da quell'euro di cui oramai tutti si lamentano.

Secondo il popolo la crisi viene dall'euro e questa europa, secondo altri che non rappresentano il popolo, dovrebbe favorire il processo di rinnovamento delle istituzioni, insomma attuare le riforme. Secondo me ben supportato nel pensiero da ben altri economisti di fama non è poi vero che bisogna stare nell’euro per fare le riforme. E qui salta subito all'occhio l'evidenza che e' vero esattamente il contrario: oggi i criteri di Maastricht, il Fiscal Compact, le imposizioni della Troika impediscono ai singoli Paesi di adottare le misure che sarebbero necessarie per rilanciare davvero l’economia, primo fra tutti il nostro Paese.

Oggi invece siamo in una situazione in cui la Troika invita i Paesi a far di più per la crescita ma al contempo impone misure di austerità così dure, draconiane, insensate da rendere impossibile un rilancio dell’economia. Anzi, quelle misure finiscono per peggiorare la situazione. E poi, considerato che nessun Paese riesce  a rilanciare – perché é impossibile, a meno di violare le leggi della natura – la stessa Troika incolpa gli stessi Paesi, che in realtà sono incolpevoli perché da anni stanno seguendo – inutilmente! –  la volontà di Bruxelles (come l’Italia, le cui entrate correnti sono da tempo superiori alle uscite correnti. A proposito: lo sapevate?). Ecco perché la situazione è molto diversa da quella descritta dall’establishment e dalla maggior parte dei media.

Se resti non puoi crescere e verrai continuamente rimproverato, punito. Non hai speranza. Se esci torni ad essere libero di riformare l’economia, di liberare la forza dell’imprenditoria oggi avvilita, di riprendere il controllo della propria moneta.  E, non appena ridato forze a un’economia oggi anemica, di tagliare gli sprechi, di tenere sotto controllo il deficit, di ridurre davvero e in modo duraturo il debito pubblico. Insomma, puoi giocartela.

Torniamo dunque a quell'ordine e disordine di prima. 

2014/04/11

Il diritto di procreare!


Tutti abbiamo il diritto di procreare. Nel dettaglio sarebbe che io essere umano, dotato di tutto quello che serve, decido di continuare la mia stirpe e mettere al mondo un figlio che mi appartiene affinché egli potrà portare avanti nei secoli il mio nome, le origini, quanto di buono da me realizzato. Pensiamo solo al bene, per carità di male ce n'è abbastanza.

E nel caso non fossi, io essere umano, genericamente eletto al rango di un signor numerino in cima o in fondo o dove volete voi a una lista lunghissima di esseri umani trasformati anch'essi in altrettanti numerini a far massa e popolo bue o sovrano 'che tanto è lo stesso, dicevo che se non fossi in grado di procreare sarei destinato a vivere per sempre con questa mancanza? Sarei destinato a morte certa anzitempo corroso dalla pena di non aver saputo o potuto procreare e quindi proiettare la mia stirpe e origine o entrambe in quel futuro a cui tutti guardano tanto per parlarne e invece poi tutti dimenticano?

Ahi noi poveri essere indifesi in mano a chi è parte di noi stessi. E' il nostro volere che agisce contro di noi e di questo non ce ne rendiamo affatto conto. Deve essere stato su questo principio che un signor politico di fama e di rango e anche con un bel portafoglio a fisarmonica decise un bel giorno di varare la legge sulla procreazione assistita e vietare quella eterologa perché, si disse, era corretto così.
Corretto per chi?

Una legge crudele e antiscientifica con divieti assurdi a proposito della fecondazione assistita che colpiva l'uomo in quanto essere umano e la donna che è sua compagna, la cui identità, nella sua realtà più intima è stata stravolta da un legislatore che si è eretto a supremo giudicante e censore delle nostre intimità. 
Le nostre o le sue?

Che violenza perpetrata ai danni di chi si trovava in difetto, colpevole di una colpa non voluta, madre natura selvaggia e crudele, rimasto a domandarsi infine se madre natura avesse una coscienza? E mi risulta, continuando un ipotetico e alquanto imperfetto discorso mai esplicitato, che a suo tempo, sempre troppo tardi, nel 2012 la Corte di Strasburgo giudicò lesivo della Carta dei diritti dell’uomo quel famigerato articolo 40. Una pena di morte a un figlio mai nato, ucciso sulla carta da chi non ha mai compreso le pene e il dolore di chi non può avere figli. Ma non era un diritto?

Le nostre leggi riconoscono il diritto di ognuno di decidere liberamente della propria vita affettiva, se e quando avere figli quanti e quando. Negli anni novanta, proprio mentre le tecniche mediche di fecondazione stavano diventando sempre più evolute e mentre si diffondevano sul territorio italiano centri specializzati, alcuni parlamentari deviate da un cieco odio - che fossero sterili o impossibilitati a procreare? – ancorché cattolici di destra e che orrore di sinistra, si coalizzarono per imporre delle leggi dogmatiche da Stato etico, come la legge 40 quando sappiamo benissimo che di etica in Italia non esiste nulla, men che meno nella classe politica. 

L’8 aprile, dopo 10 anni di lotte nei tribunali  da parte di associazioni di pazienti infertili e di coppie portatrici di malattie genetiche, quel famigerato articolo 40 è tornato davanti alla Corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi sul divieto di fecondazione eterologa (ovvero con gameti donati alla coppia) dove finalmente ha trovato pane per i suoi denti. L’articolo 40 è dunque morto, godete donne, godete uomini indifesi davanti alla legge, esso è stato ucciso dalla certezza che non si doveva nemmeno proporre tale legge, ucciso dalla consapevolezza che un periodo della nostra storia era finalmente concluso. 

Mentre in tutto il mondo si studiano le staminali embrionali e quelle adulte senza preclusioni e la ricerca va avanti, noi abbiamo perso tempo prezioso nell’attesa di decidere che cosa fare di alcune migliaia di embrioni “abbandonati”. Alla fine non resterà più nulla di questa legge se non il danno creato a tante coppie in questi dieci anni, un danno non risarcibile. 

E resterà nella storia l’ignoranza del legislatore italiano che ha preferito mantenere accordi di convenienza piuttosto che riconoscere i diritti delle persone.


2014/04/09

Serenissimi amici miei...


Si vedrà alla fine se la poderosa inchiesta che ha visto impegnati per mesi forze dell’ordine e  magistrati e che portato in carcere qualche decina di “serenissimi veneti” sia una bufala o una cosa seria, certo che pensare di conquistare il Veneto con un trattore taroccato da carro armato trasportato (come?) in Piazza San Marco sembra più impresa da “Amici Miei” che da sovversivi.

Se poi le “prove” sono intercettazioni telefoniche in cui si dice “ci vorrebbe la dinamite” aiuto aiuto perché ogni giorno le patrie galere scoppierebbero di gente che sostiene “Ah, ci vorrebbe di nuovo Lui!” (Mussolini, non Berlusconi…) tutti pericolosi e potenziali golpisti. Forse sarebbe meglio preoccuparsi un po’ di più dei MOTIVI per cui la gente è esasperata, al nord come al sud. Anche perché in Val di Susa le bombe le mettono davvero, Roma in un anno è stata due volte teatro di violenze, incendi e distruzioni ma i Magistrati hanno prontamente messo fuori tutti: non è che una volta di più si usino due pesi e due misure? 

Volevano emulare le gesta del commando di otto persone che il 9 maggio del 1997 occupò Piazza San Marco a Venezia con un carro armato artigianale. Di più: questa volta volevano coinvolgere centinaia di persone, armi in mano, per una azione popolare e sovversiva nella famosa piazza lagunare. Avevano predisposto tutto: anche un trattore trasformato in un mezzo corazzato e dotato di un cannoncino da 12 millimetri.

Avevano invece abbandonato il progetto di fare degli attentati ai tralicci, mentre progettavano di colpire sedi di Equitalia, la "bestia nera" della protesta anti-fisco veneta e non solo. Ma prima che l'azione diventasse concreta sono arrivati i Ros dei Carabinieri che hanno arrestato tutti. Così è stato fermato il piano dei Serenissimi, gruppo che da sempre professa la secessione del Veneto. E infatti tra gli arrestati ci sono proprio due dei condannati per terrorismo che provarono l'assalto a San Marco, Luigi Faccia e Flavio Contin. "Velleitari ma pericolosi", ha sintetizzato il comandante del Ros, generale Mario Parente.

Tra gli arrestati anche il fondatore della Liga Veneta, l'ex parlamentare Franco Rocchetta, secessionista della prima ora e fortemente critico con l'eccessiva morbidezza della Lega Nord. Rocchetta era appena tornato sulle cronache per aver promosso il referendum dell'indipendenza del Veneto.


Ma l'associazione sgominata dai carabinieri dei Ros non era composta soltanto da veneti: oltre al gruppo dei Serenissimi e Veneto Stato, gli appartenenti di Brescia Patria e del movimento indipendentista sardo Disubbidientzia. Insieme erano pronti a inscenare non una azione simbolica come nel 1997, visto che i coinvolti nell'operazione avrebbero anche radunato armi leggere e progettavano una vera e propria azione militare "con resistenza armata" non soltanto a Venezia ma anche a Brescia e in altre città con l'obiettivo di dichiarare l'indipendenza e "innescare un processo insurrezionale più alto".