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2014/12/29

IO NON CI STO!

No a Prodi, Severino o Amato come prossimo presidente della Repubbica,
no ai ladri ai disonesti, ai corrotti. No a chi ha venduto alla UE il popolo italiano.
Io dico NO, noi, popolo italiano dobbiamo dire no o, forse,
sia questa la volta buona che il popolo si ribellerà!

Infrango solo per un momento il proposito di silenzio stampa fino al 2 gennaio per riproporre qui un articolo di Magdi Cristiano Allam a proposito del prossimo Presidente della Repubblica.
Il servo di Bruxelles Matteo Renzi pensa di candidare Romano Prodi detto il mortadella (con la faccia di culo di cane da caccia), Paola Severino o Giuliano Amato e questo sarebbe inaccettabile.
Urliamo il nostro dissenso davanti al popolo italiano e a quello del mondo intero, questa volta posso affermare con cognizione (ma che sia un pensiero comune):

IO NON CI STO!  


Non mandate al Colle l'ennesimo servo di Bruxelles
I nomi di Prodi, Amato e Severino lasciano allibiti gli italiani che credevano di essersi liberati per sempre di simili personaggi. Ma ci ricordano che proprio da queste persone siamo stati venduti alla Ue

Nessun popolo è stato tradito durante tutta la sua storia dai suoi governanti in maniera così determinata, cinica, perversa quanto gli italiani. Governanti che, a partire dal predominio del cristianesimo, hanno odiato, disprezzato, calpestato i loro sudditi in modo tale che la storia degli italiani potrebbe configurarsi come una «storia per tradimenti».

Se si esclude la breve parentesi del periodo del Risorgimento, non si vede altro che i detentori del potere intenti al disprezzo, ossia a poggiare i piedi sugli italiani come «corpo», come pedana dalla quale slanciarsi per raggiungere i propri scopi, offrendo ai magnati di turno, di volta in volta papi, re, imperatori, dittatori, banchieri, commissari europei, il territorio, l'indipendenza, la civiltà italiana. L'Italia è il loro «mezzo», il loro ricchissimo patrimonio-strumento.

Così ha fatto Prodi da quando si è presentato sulla scena politica offrendo l'Italia alla super loggia di Bruxelles: senza lo Stato italiano, senza il territorio italiano, senza la civiltà italiana, nessuna Europa unita è possibile. Altrettanto ha fatto e sta facendo Renzi: le sue famose «riforme» non sono altro (come ripete con vigliacca soddisfazione il ministro Padoan) che l'esaudimento delle pretese dei commissari europei. Bruxelles, del resto, è talmente sicura che il nostro capo del governo sia al proprio servizio che Renzi può permettersi d'ingannare gli italiani lanciando ogni tanto con la sua abituale villania qualche finta sbruffonata contro l'Europa senza turbare nessuno. Renzi del resto è un politico che aspira alle cariche più alte: l'impero europeo è stato costruito appositamente per questo tipo di politici, calpestando ogni diritto del popolo italiano.

«Meno tasse, meno tasse, meno tasse», grida Berlusconi. Ma il problema delle tasse è nato con gli obblighi dell'Unione europea, con il fiscal compact, con i limiti di bilancio imposti da Bruxelles, con la montagna del debito pubblico, con la rinuncia alla sovranità monetaria, non per un capriccio di Renzi. Berlusconi dovrebbe dire con più forza che il problema vero dell'Italia è la sua appartenenza alla Ue e alla moneta unica. In una democrazia il compito dell'opposizione è quello di opporsi, altrimenti si suicida, ma uccide anche la democrazia. La Consulta ha forse dichiarato che non è valida la sentenza con la quale ha sancito l'illegittimità della legge elettorale?

Un'opposizione degna di questo nome non dovrebbe mai aver paura delle elezioni e avrebbe dovuto obbligare le forze politiche a rientrare con il voto nell'ambito della legittimità. L'attuale degrado anche morale in cui vive l'Italia con gli scandali che scoppiano ogni giorno nell'ambito dei politici e degli amministratori deriva anche da questa atmosfera di abbandono di ogni norma scaturito dall'illegittimità generale. 

Quale validità possono riconoscere i cittadini a un governo non eletto da nessuno, che cambia la Costituzione con un Parlamento illegittimo e che si appresta a nominare il presidente della Repubblica con elettori illegittimi? Sarebbero sufficienti i primi nomi venuti alla ribalta come quelli di possibili presidenti della Repubblica (Prodi, Amato, Severino), lasciando allibiti gli italiani che credevano di essersi liberati per sempre di simili personaggi, a ricordarci invece che proprio da queste persone siamo stati venduti alla Ue e che è ancora dalla Ue che siamo governati.

2014/12/20

Natale è Rinascere


Tra pochi giorni è Natale anche se ce lo ricorda soprattutto la petulanza della pubblicità forsennata che ne ha distrutto il senso. Fermiamoci invece un attimo a riflettere e cerchiamo di ricordarci cosa sia e cosa possa significare “Natale”. Vale per i cristiani, ma in fondo anche per tutti: Natale è il simbolo del rinascere, del ricominciare, dell’affermare e credere che tutto sia possibile anche quando “Non c’è posto” e quindi si nasce in una stalla.

Ciascuno deve allora trovare un po’ di tempo per riflettere dentro di sé sulla difficoltà di far “rinascere” sé stesso. Se ne comprendiamo l’importanza e la necessità proprio per questo non possiamo e non dobbiamo abbandonarci al pessimismo, al solito tran tran, alla pancia piena, al dimenticare le radici che sono l’essenza della vita. Soprattutto dobbiamo chiederci quale possa essere il nostro contributo a chi ci sta intorno.

L’invito del Natale è di riscoprire sentimenti di amicizia, di pace, di solidarietà, non scambiarsi telefonini nuovi o panettoni. Ma soprattutto è la sfida a volersi ripulire “di dentro” di tanti pesi e di tanti sbagli che abbiamo fatto per cercare di ripartire rinnovati, rinfrancati, guardando le cose con gli occhi puliti di quando eravamo bambini. L’augurio che quindi mando a tutti i lettori di "Più Alto e Più Oltre" è di avere “occhi nuovi per una terra nuova” e che il vostro, il nostro Natale sia così un voler ricominciare, nonostante tutto, perché solo rinascendo e migliorando - prima di tutto dentro di noi - ha un senso la festa che viene. 

"Più Alto e Più Oltre" si ferma durante le feste di Natale e fino al Nuovo Anno per tornare a deliziarvi a partire dal 3 Gennaio 2015.

A tutti un caro Augurio di Buon Natale e Felice Anno Nuovo.





2014/12/14

DI male in peggio!


Giusto tre anni fa veniva cacciato il governo di Silvio Berlusconi. Lo spread era inspiegabilmente salito in poche settimane alle stelle e – si diceva - la sua caduta era indispensabile per rilanciare l’economia e salvare l’Italia dalla bancarotta. 
Si è scoperto poi che era tutta una manovra politico-finanziaria, che quell’indice era volutamente “gonfiato” per allontanare l’inquilino da palazzo Chigi (con grande lavorio sotterraneo di Giorgio Napolitano, quello che oggi fa tanto il verginello dicendosi nauseato dalla politica…). Il bilancio successivo è sotto gli occhi di tutti: l’Italia non è economicamente cresciuta né in questi anni è uscita dalla crisi nonostante abbia avuto 3 governi, tutti dati regolarmente affidati a persone NON elette alle elezioni. 

I numeri non sono opinione ma realtà, ed è una realtà impietosa se - dopo Monti, Letta ed ora Renzi - la disoccupazione è salita di 4 punti, quella giovanile raddoppiata, il PIL è andato in recessione e continua a scendere, il debito pubblico è esploso anziché ridursi, la pressione fiscale è passata dal 41 al 43,3% ed è in crescita, le tasse sulla casa rasentano la follia, c’è un caos quotidiano di leggi caotiche e sovrapposte, sono state annunciate riforme che non arrivano, sono ora ipertassate pensioni e previdenza e il governo è ingolfato di “deleghe” (l’ultima quella dello Jobs Act) ma non ne conclude nessuna. 

Non solo: pensate a quanti marchi, aziende, industrie, imprese italiane sono state vendute a stranieri in questi 3 anni con una perdita incalcolabile per il “made in Italy” e per le generazioni future e si capisce cosa sarà del futuro della nostra economia. 

Il Cavaliere (anzi, ormai ex anche di questo titolo) può essere molto criticato, ma la realtà è che i suoi successori stanno facendo - almeno in campo economico - ben peggio di lui e bisognerebbe avere il coraggio di ammetterlo. Certo viene da chiedersi soprattutto il “perché” di quella scelta così fortemente voluta dal Quirinale, complici gli omini di Bruxelles e la manina di Berlino. 

Ovvero quelle stesse banche che - come in Grecia – pensano prima di tutto a fare buoni affari.