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2013/10/25

EU rovina d'Italia

Lo "stato di eccezione" è uno dei concetti chiave della dottrina politica di Carl Schmitt (1).
Si contrappone allo stato di diritto, perché si configura come una situazione in cui il diritto è sospeso. Una situazione di emergenza,di necessità temporanea in cui il potere costituito sospende il diritto una sospensione del diritto quindi legalizzata. 

Da chi?

Sovrano è colui che decide sullo stato di eccezione nel senso che decide se sussiste lo stato di eccezione e che decide cosa si debba fare per superarlo. E chiaro che l'eccezione fa emergere, in tutta la sua forza, la prevalenza (temporanea) del politico sul giuridico, lo Stato sospende il diritto, per volontà e necessità di autoconservazione. Non occorre dire che questo concetto di stato di necessità, travalicando certi limiti che lo giustificano, può diventare molto pericoloso per lo stesso Stato di diritto e per i suoi cittadini. Questo "stato di eccezione", o meglio il suo stravolgimento, è quello che viene costantemente evocato (e applicato) da due anni a questa parte dall'Europa usuraia, il vero sovrano che decide cosa fare e che pone una discutibile (per non dir falsa) eccezione come una regola generale, con la pretesa di identificarla come normalità giuridica.

Stato di eccezione che consente agli usurpatori della sovranità di decidere e imporre quanto vogliono per la loro sopravvivenza, e non certo quella dello Stato privato della sovranità e guidato da meri esecutori di questa sciagurata e distorta visione politica.

Insomma, paradossalmente, siamo in presenza di entità mitologica, un obbrobrio giuridico e politico, la UE, che non è uno Stato, né una federazione di Stati ma in pratica una consorteria finanziaria e affaristica basata su una moneta truffa e che, oltre a confiscare la sovranità, decide pure quale sia l'eccezionalità e quanto deve durare a salvaguardia dei propri interessi, completamente diversi e contrari a quelli dei popoli che tiranneggia. Infatti questa sospensione molto poco temporanea del diritto che giustifica ogni illegalità, può configurarsi come vera e propria dittatura.

La Commissione Europea è l’esecutivo politico di questo cartello usuraio, non siamo noi a eleggerla, è lei che dispone i progetti di legge e non il parlamento europeo, che può solo approvarli. Commissione Europea non eletta dal popolo e che non può nemmeno essere destituita. Per giustificare l'illegalità, l'UE ha costantemente usato l'argomentazione dello "stato di necessità " (su cui si fonda lo "stato d'eccezione"), che autorizza a sospendere la costituzione. Non la sua, dato che non esiste....ma quella dei singoli membri. Lo stato di necessità è dettato dall'imperativo di salvare il sistema oligarchico. Ciò significa che le elezioni vanno evitate a tutti i costi e che il golpe avviato con la nomina di Mario Monti deve proseguire, per assicurare che gli italiani si immolino per salvare l'euro, cioè gli interessi dell'oligarchia e il loro strumento di potere, l'euro appunto.

Nell'estate del 2011, l'UE ha creato uno stato di necessità per l'Italia manipolando il valore dei suoi titoli di stato. La BCE ha prima lasciato cadere i titoli, è quindi intervenuta successivamente per acquistarli al fine di sostenere il governo Monti.

Si ripeterà il giochino con Letta?

È questo che Draghi ha discusso nella cena delle trame? Il suo annuncio al Parlamento Europeo che la BCE è pronta a un'altra mega-iniezione di liquidità per le banche (LTRO) ha a che fare con questo? (2)
Che ha chiesto Draghi in cambio ai suoi commensali? Il Financial Stability Assessment del FMI per l'Italia, rilasciato il 27 settembre, raccomanda l'applicazione del bail-in (prelievo forzoso) per soccorrere le banche italiane. 
Oppure si è limitato a sollecitare le privatizzazioni, in famoso "stile Britannia"?
Intanto questa è  la “ricetta” avanzata dall’élite finanziaria mondiale  tramite i banditi FMI, che nella settimana della crisi-burla ha recapitato a Roma un dossier di 300 pagine in cui il braccio armato della Troika prevede l’imminente fallimento del nostro paese, prenotandone la resa: cessione dello Stato a prezzi di realizzo, smantellamento di quel che resta del welfare, ulteriore compressione degli stipendi. L’Italia deve “costare” meno. Meno soldi per salari, pensioni e servizi, mettendo mano alle “riforme strutturali” neoliberiste sul tavolo di Letta, Alfano e Saccomanni, cioè la “squadra” messa insieme da Napolitano, uno dei principali scafisti degli usurai.

La nostra rovina, infatti, è l’Europa dell'euro nella quale ci hanno traghettato gli scafisti dell’oligarchia sinistroide. La cricca affaristica che si spaccia per “sinistra” ha saputo solo provvedere agli interessi usurai (e suoi) con leggi “ad partes” e appoggiare criminali frange economiche mondiali, veri campioni di vampirismo economico sociale, tipo Bilderberg e Trilateral, di cui molti di questa "sinistra" fanno e han fatto parte e nella quale non è mai entrata per esempio la destra, stranamente esclusa da un'organizzazione fantasma che tiene le fila in nome di una apparente giustizia sociale che evidentemente non è.

E così, tornando all'amena cenetta a casa Scalfari, troviamo Draghi, Letta e Napolitano, tutti membri del "più Europa oligarchica" e meno democrazia per i popoli . Subito dopo il picnic, la Pizia Eugenia ha impartito gli ordini di marcia in un accorato sermone sul tazebao del bancarottiere e evasore, nonchè massone De Benedetti. Dopo aver sentenziato in puro stile fascio illuminato che "la massa non fa progressi", frate Eugenio lancia l'allarme: si sta cercando di mettere in discussione "l'esistenza dello stato di necessità" che giustificò il governo UE  di Mario Monti prima, e di Enrico Letta poi. C'è il rischio che Letta sia costretto da ricatti vari (e di Berlusconi...questo non può mancare mai...) a adottare una politica di anti-austerità, anti-euro.


 Ma, conclude lo squadrista: Letta, Napolitano e Draghi "sono i nostri tre punti di forza, che hanno l'Europa come obiettivo preminente per l'avvenire di tutti. Se questa realtà è chiara, occorre operare, ciascuno nell'ambito delle sue competenze, affinché si realizzi”. 
Capito....?!?! Quest'altro scafista sinistrato, laureato in fesserie filosofico politiche e delirio di onnipotenza? Questi sarebbero i tre punti di forza (più lui naturalmente), invece degli affossatori della Repubblica Italiana che sono in realtà!! Tre diversi gradi di servitù, pardon quattro, con la Pizia... quel Scalfari che come pennivendolo sta nel gradino più basso e vergognoso.

E così abbiamo trovato un altro predicatore dello "stato d'eccezione" che deve proseguire per l'avvenire di tutti i suoi amici oligarchi, magari rendendolo definitivo e abolendo qualsiasi Costituzione. Il sol dell'avvenire scalfariano!
Nella vecchiaia malvissuta manco senatore a vita, poverino, si è tanto prodigato in lecca lecca presidenziali! Sembra rinascano i furori giovanili, ma è solo fuffa, conformismo, leccaculismo a fin di male, puro confronto dettato dal bisogno i emergere a quel mare di merda ove, nonostante tutto, è riuscito a cacciarsi da solo.
Fascista era e tale é rimasto anche se fa finta di essere dell'opposta fazione.

Ma un fascista poco aristocratico (come a lui piacerebbe), bensì arrampicatore, e opportunista lo è sempre stato, pure durante il periodo bellico, e come sappiamo, anche dopo. Sempre bene ricordarlo ai tartufi del foglio vespasianeo dell'Inquisizione Scalfariota (lettori compresi). Scriveva  il Vate Fochettaro in preda stavolta al leccazampismo: 

"Noi siamo pronti a marciare, a costo di qualsiasi sacrificio, contro tutti coloro che tentano di fare mercimonio della nostra passione e della nostra fede. E ancora oggi è la stessa voce del Capo che ci guida e ci addita le mete da attingere. Gli imperi quali noi li concepiamo sono basati sul cardine di razza escludendo perciò l'estensione della cittadinanza da parte dello Stato Nucleo alle altre genti".

Bravo, bis! Non male, rispetto a oggi! Anche questo lo mettiamo nel cocuzzaro di tutti quegli intellettuali di sinistra (dopo) che si facevan le ossa qualche anno prima, gridando W il Duce. Eccoli qui i novelli riformisti attenti alle purghe all'olio di ricino e al portafogli, possibilmente sempre pieno di dollari, gli euro sono per i poveri.
Lasciamo ora questo sussiegoso e vecchio avanzo da "sotto tutte le bandiere " ora quella dell'Europa usuraia, era tanto per far capire chi ne sono certi difensori.

Tornando a bomba, in realtà gli usurai della Ue e i loro esecutori italioti, hanno continuamente bisogno di agitare questo straccio della "situazione di eccezione" e di "necessità", in una sorta di continuo terrorismo mediatico.
Ciò che infatti temono, insieme ai loro servi, è che il sentimento anti austerità nella popolazione italiana possa sfociare in un definitivo voto anti-euro in caso di nuove elezioni (già in Francia e altri paesi è una certezza), e ancor di più che la protesta sfoci in aperta guerriglia, ciò che non gioverebbe alla loro causa, basata sulla mistificazione e sull'accettazione passiva delle popolazioni. Questo timore è ben esplicitato, tra gli altri, dalle parole del giullare europeo Letta:

"Rischiamo i avere il maggior Parlamento europeo "anti europeo" di sempre. Il grande rischio è che il 25% del Parlamento europeo sia composto da movimenti anti euro o anti Europa". "La crescita del populismo è oggi il primo problema sociale e politico. Combattere il populismo è una missione oggi in Italia e negli altri Paesi"

Non voglio nemmeno commentare queste fesserie, ormai è talmente abituato a dirne tante. Reprimere tali rivolte, stante il clima a loro generalmente ostile (nonostante gli accaniti sforzi dei pennivendoli per dissimularlo), sarebbe un colpo mortale alla loro finta immagine a favore dei popoli e non farebbe altro che incrementarle.

Coraggio italiani, il fronte antieuro si va via via incrementando in tutta l'Europa dei popoli, facciamo la nostra parte e cacceremo tutti questi profittatori, sguatteri compresi.

Note:
(1)  -  Lo Stato di eccezione è uno dei concetti chiave nell'ontologia politica di Carl Schmitt. Partendo da concetti primordiali come terra, mare, amico, nemico, egli arriva poi alle differenze tra legalità e legittimità e correla strettamente la sovranità con lo stato di eccezione. Da alcuni punti di vista lo stato di eccezione si contrappone allo stato di diritto, perché si configura come una situazione in cui il diritto è sospeso. D'altro canto esso tende a situarsi in una posizione intermedia tra lo stato di natura e lo stato di diritto, assumendo un aspetto pre-giuridico. 

Questa situazione in cui il potere costituito sospende il diritto è sotto certi aspetti speculare al diritto di resistenza altra situazione in cui legalità e legittimità si differenziano, però a favore del popolo e non del potere costituito. Lo Stato d'eccezione anche noto come "Stato totale per energia", si contrappone allo Stato totale per debolezza a cui Carl Schmitt faceva riferimento come Stato creato dal compromesso liberal-democratico, ritenuto incapace di decisione politica, di sovranità, pur occupandosi di ogni ambito della società. Lo Stato d'eccezione si configura come soggetto politico che deve avere e pretendere per sé il controllo totale di ogni ambito della società (Stato che Schmitt vedrà realizzato nel Terzo Reich).

Doveva basarsi su tre punti: Popolo (diviso per ordine razziale); Partito (manifestazione dell'energia politica vitale del popolo appartenente a quello Stato); Stato (ambito formale in cui si dà l'ordine concreto). Il concetto è stato ripreso in tempi recenti da Giorgio Agamben in un libro omonimo, in cui analizza tale stato come un vuoto giuridico, una sospensione del diritto paradossalmente legalizzata (un ius-stitium che è differente dalla dittatura). Egli trova lo stato d'eccezione molto diffuso nella realtà di oggi.

(2) - A pezzi anche il nostro sistema bancario: sta ancora in piedi solo grazie ai finanziamenti della Bce di Draghi, che però non dureranno all’infinito. Sempre il FMI spiega che i bilanci delle banche stanno diventando insostenibili per via del crollo del valore degli immobili detenuti come garanzia, mentre i crediti non esigibili da aziende e privati sono arrivati a 140 miliardi di euro, cifra che rappresenta il 10% del Pil.

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