Di web si può anche morire. Morire di solitudine, morire chiusi in sé stessi. Morire perché non si è più nulla per cui vale a la pena di vivere. Internet per uscire dalla solitudine, Internet per cercare una via d’uscita alla propria esistenza. Tragica ma pur sempre uscita. Così si può scegliere di navigare in rete per cercare l’informazione più adatta al tipo di morte che s’intende scegliere.
Un uomo ha deciso di utilizzare la rete per cercare, e drammaticamente trovare, il modo migliore per togliersi la vita. La sera del suicidio, è uscito di casa dicendo di andare ad un concerto. Poi è sparito. I genitori hanno cercato invano di rintracciarlo al cellulare e successivamente hanno deciso di controllare al computer la cronologia dei siti internet consultati dal figlio. Tra gli ultimi siti c’erano proprio quelli che spiegano i modi più veloci e indolori per togliersi la vita. Un sito ha rivelato che con il monossido di carbonio poteva morire, senza soffrire. E lui dopo averlo comprato in un ipermercato, si è chiuso in macchina per imbottirsi di farmaci.
Il padre chiese che tutti quanti quei siti che forniscono il prontuario per il provetto suicida venissero immediatamente chiusi. Evidentemente però il dolore spesso cerca giustificazione anche in inutili misure, inadatte ai propri sensi di colpa. Se invece di Internet ogni suicida trovasse l’ascolto vero e sincero delle persone care, la presenza fisica, materiale, calda, di chi si vuole bene, si lascerebbero da parte modem e tastiera, e si andrebbe volentieri a dare due calci a un pallone e alla noia.
Poichè nessuno è un’isola chiusa in se stesso, così anche noi in certi momenti ci sentiamo diminuiti da una foglia che cade.
Che posso dire... qual è il miglior metodo di suicidio?
Questa è una domanda che sicuramente hanno fatto molte persone che hanno contemplato il suicidio. Ma è la domanda sbagliata! La domanda giusta è: come faccio a fermare il dolore che ho dentro?
Pensare a un metodo di suicidio è un sintomo, molto probabilmente di depressione.
Il suicidio non è mai la risposta giusta.
Ovviamente, se avete intenzione di suicidarvi e siete capitati in questa pagina a tale scopo, quello che vi voglio dire è: parliamone! Parliamo dei miei e dei vostri problemi e cerchiamo insieme una soluzione. Non sto scherzando! sono mesi che ci penso e capisco che anche voi avete pensato e non da oggi ma da giorni o da mesi e che siete arrivati alla conclusione che non esistano altre vie d'uscita, siatene certi non è così! Eppure quella del sucidio continua a sembrare la soluzione migliore, per non soccombere sotto il fardello delle responsabilità, delle delusioni, della vita nemica.
E' solo che quando stiamo male e non abbiamo nessuno accanto, non riusciamo a vedere soluzioni! Anche se non le vediamo, le soluzioni ci sono però!
Quindi coraggio, apritevi senza paura. Parliamone a ruota libera. Io e voi, aiutiamoci a vicenda, i vostri motivi non saranno mai banali, sono anche i miei, e per nessuno dovranno esserlo, e nessuno oserà giudicarci, e qualcuno alla fine che vorrà starci vicino lo troveremo.
Tutti meritano di avere qualcuno accanto, nei momenti disperati della vita. Tutti!!
Il suicida come un vampiro condannato a vivere una maledetta vita eterna. Vivere una non-morte, il senso della esistenza, della non-vita. Nessuno può dare una spiegazione o mostrare una via. Nessuno!
Il suicidio è una disgrazia o una fortuna e la distinzione è data solo da un senso morale che ognuno deve trovare da sé, dal percorso che decide di seguire.
Il più delle volte il suicidio è la conclusione di un vissuto interiore personale, doloroso e dilaniante, in cui frequenti sono i dubbi sul porre in essere o meno il suicidio. In realtà l’occasione è solo un pretesto per trovare delle motivazioni etiche al proprio agire disperato. La morte intesa positivamente. Il suicida è un non-morto. Suggerire delle ragioni impalpabili per vivere in contrapposizione a molte altre reali e concrete per morire, serve solo a provare che il suicida ha ottime ragioni per morire!
Il suicida non è che non conosce le cose belle della vita: le conosce eccome, e le sa apprezzare! Ma non può o non riesce mai a raggiungerle.
Quindi semplicemente riproporre l’esistenza di “motivi validi” per vivere, tutti noti al suicida non fa altro che riprospettare l’esasperazione di un non-vita condannati a non godere di felicità esistenti, ma da sempre irraggiungibili. Neppure spronare il suicida a lottare per ottenere la felicità serve più di tanto: il suicida ha già dato tutto in questo intento ed è quello che è perché ormai è stanco. Un ulteriore sforzo improduttivo, porterebbe comunque a ritornare nei medesimi passi con maggiore decisione.
Una non-vita non può diventare vita solo perché ci si convince che è tale. Come il Male non può essere capovolto in Bene solo preché si è speranzosi che è così.
Una strana e serena gioia, quella del vampiro (suicida) che finalmente si libera di una vita maledetta.
“Allora Sansone invocò l’Eterno e disse: «O Signore, o Eterno ti prego ricordati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, o DIO, perché possa vendicarmi con un sol colpo dei Filistei per la perdita dei miei due occhi».” (Giu 16:28)
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