Gli attentati di Parigi della scorsa settimana hanno portato almeno ad un aspetto positivo: la gente si sta interrogando sul rapporto tra le religioni, la situazione della sicurezza in Europa, l’inaccettabile violenza che scuote il mondo.
Mi trovo in difficoltà perché come cristiano vivo una contraddizione: da una parte giustifico la reazione contro chi ammazza senza motivazione (vale per tutti e non solo contro gli integralisti islamici), troverei giusto bloccare le frontiere e espellere persone, dall’altra credo debba valere la legge del vangelo la cui prima regola è di amare il mio prossimo, perdonare le offese, accogliere e non discriminare.
Ciascuno di noi - se riflette su sé stesso con un minimo di impegno - vive questo dubbio e impegnandosi potrà trovare risposte più o meno coerenti.
Ci sono però alcuni punti che vanno sottolineati, altrimenti saremmo degli sciocchi.
In primo luogo noi ci indigniamo alcune volte, mentre tanti altri contesti scivolano via nell’indifferenza. 12 morti a Parigi fanno notizia, più di 2,000 morti in Nigeria - quasi tutti cristiani, ma anche musulmani – uccisi in nome della religione meritano poca attenzione e vanno in pagina solo per il raccapricciante particolare di bimbe-kamikaze che si fanno saltare in aria. Quanto siamo vicini a questi fratelli che soffrono?
Allo stesso modo assistiamo ed abbiamo assistito silenti a bombardamenti, atrocità, esecuzioni, danni collaterali e disastri in tutto il mondo senza farci molte domande. Spesso chiudiamo gli occhi davanti alla realtà quando ci disturba.
Così come nessuno vuol prendere atto che con gli attuali tassi di crescita demografica tra 50 anni (non tra 200!) l’Europa sarà a maggioranza musulmana.
Rileggere oggi cosa scrivevano solo 10 anni fa Oriana Fallaci, Magdi Allam e lo stesso Terzani non fa che confermare che quanto essi affermavano, ovvero che l’aumento della violenza, del terrorismo ma anche di un Islam sostanzialmente inarrestabile e in ascesa sarebbe stato ineluttabile di fronte al disinteresse europeo e questo è quanto sta puntualmente accadendo.
Voci che però erano state emarginate e ironizzate, eppure avevano ragione.
Si parla di cancellare gli accordi di Shenghen: la libertà di un continente intero si piega a due terroristi “fai da te”? Non deve succedere, anche se quei patti vanno cambiati e aggiornati, ma soprattutto i controlli vanno approfonditi alle frontiere europee più ancora che al suo interno.
Solo poche righe sui giornali di questi giorni per ricordare che nel 2014 di oltre 3.000 minori sbarcati in Sicilia si sono perse le tracce, così come di circa la metà dei 105,000 profughi e clandestini arrivati per quella stessa via.
Chi c’era o poteva esserci tra loro? Non lo sappiamo e di loro non abbiamo nomi, foto, impronte: nulla.
L’Europa vuol bloccare Shenghen e non si cura di questi numeri imponenti, che peraltro sono ancora marginali rispetto agli arrivi attraverso le frontiere bucate dell’Est europeo, anche solo dal Medio Oriente? E’ totalmente assurdo!
Per cominciare è quindi necessaria maggiore consapevolezza, documentazione, interesse degli europei per il loro futuro o la nostra sarà solo una guerra di retroguardia destinata alla sconfitta.
Nulla può giustificare la violenza, gli attentati, gli assassini e va tutelata in modo intransigente la libertà di stampa e di satira. Questa satira, però, dovrebbe anche meritarsi questa tutela perché una barzelletta su Dio spesso fa ridere, ma una vignetta in cui Nostro Signore viene sodomizzato in modo volgare non mi fa sorridere, mi indigna e - se pur devo tutelare chi le disegna - mi chiedo che uso faccia quel caricaturista della propria libertà. Nessuno deve offendere il prossimo, soprattutto in campo religioso, in modo sguaiato e volgare, nemmeno Charlie Hebdo.
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