Su richiesta di un amico, pubblico questo articolo in ricordo di Gianluca Buonanno.
Buonanno mi viene descritto come un politico attento ai bisogni della gente, non uno di quei mezzibusti appiccicato con l'attaccatutto al fondo della poltrona ma sempre in prima linea contro i sopprusi. Non lo conoscevo personalmente ma quello che di lui ho letto l'ho apprezzato. Ciao Gianluca.
Uno schianto e domenica scorsa GIANLUCA BUONANNO, europarlamentare della Lega Nord e sindaco di Borgosesia, è morto improvvisamente in un pauroso incidente stradale e con una dinamica ancora oscura (Ndr: Adesso la dinamica è chiara, Gianluca si piegò per recuperare un oggetto non accorgendosi dello sbandamento dell'auto e della Mercedes ferma in corsia di emergenza, l'urto con la quale gli fu fatale). Permettetemi di ricordarlo in amicizia perché Gianluca non era solo quello delle sparate demagogiche - come è stato superficialmente presentato - ma un (ex) ragazzo che a differenza di quasi tutti non si limitava a “dire” ma soprattutto si dedicava a “fare” .
Ci conoscemmo negli anni ’90. “Il suo consigliere si è barricato da due giorni in consiglio comunale” mi sussurrò una voce al telefono. Era il segretario comunale di Serravalle Sesia (VC) che mi comunicava come l’allora consigliere comunale del MSI-DN Gianluca Buonanno avesse litigato con il sindaco minacciando di non uscire più dall’aula finchè non gli avessero dato ragione e il povero segretario – che non sapeva più pesci pigliare – mi telefonò disperato.
Ero allora consigliere regionale, uno dei pochi esponenti del partito conosciuti nella zona e arrivai di volata a Serravalle dove la piazzetta del comune sembrava un set cinematografico: Gianluca stava in aula e calava un cestino dalla finestra che la gente riempiva di cibarie, con le TV che inquadravano e lui che - ovviamente - finì forse per la prima volta su tutti i giornali.
Cominciammo a frequentarci e lui “soffriva” i dirigenti di AN di Vercelli che obiettivamente erano tre dita meno in gamba di lui. Litigi continui, polemiche. Volevano espellerlo, lo salvai, lo feci chiamare a Roma da Fini che gli fece una ramanzina (sorridendo, però) pregandolo di calmarsi e parlando di disciplina e spirito di gruppo: sembrava convinto. Gianluca mi chiamò alla sera “Grazie, Marco, ho già fatto un comunicato stampa dove ho scritto che Fini mi ha dato ragione su tutto…” Ovviamente in AN non era più aria e lui era incerto se aderire all’ allora UDC di Casini o alla Lega. Eravamo buoni amici e quindi mi chiese consiglio. Ci trovammo a parlarne e gli consigliai la Lega perché avrebbe avuto ben altri spazi di crescita e visibilità per quella che fu evidentemente una buona scelta.
Gianluca è stato consigliere comunale, provinciale e regionale, sindaco e parlamentare italiano e europeo, riusciva contemporaneamente a fare tutto perché ci credeva e non solo per una questione di immagine.
Pochi mesi dopo il suo debutto “pubblico” con la famosa occupazione del consiglio cambiò la legge elettorale, lui si candidò a sindaco e fu subito sindaco di Serravalle, poi a Varallo e ora a Borgosesia, ma indubbiamente a Serravalle - in pochi mesi – grazie alla sua nomina era già davvero cambiato tutto, a cominciare dalle sagome di cartone a dimensione naturale con lui raffigurato in divisa da vigile urbano sistemate nei punti strategici per indurre a rallentare le auto di passaggio.
Arrivammo una volta per una manifestazione a Serravalle Sesia con Maurizio Gasparri (allora sottosegretario all’Interno) e a un certo punto Gianluca sparì. “Ero andato a chiudere i cancelli dei cimiteri” - spiegò poi - e era proprio così, perché lui era onnipresente e nell’interesse del comune faceva di tutto.
A Varallo, entrando in paese, colpiva per esempio un gigantesco cartellone che – oltre a vietare alcuni costumi islamici – invitava a telefonare al sindaco in caso di necessità con il suo numero, ovviamente, che chiamai una volta alle 4 del mattino mentre andavo a pescare a Rimasco e lui, pronto, rispose subito. Perché questo era il “vero” Gianluca Buonanno, uno che certo si metteva fin troppo in mostra, ma soprattutto lavorava ogni giorno e stava concretamente dalla parte della “sua” gente che lo amava e da vent’anni - ogni volta - puntualmente lo copriva di voti.
Certo che a volte esagerava e si era creato un personaggio, ma i suoi atteggiamenti avevano sempre un fondo di buon senso e di ragione. Ridemmo insieme quando fu espulso dall’aula a Montecitorio per la famosa spigola sventolata dal suo banco e lo presi in giro tacciandolo di plagio perché mi aveva copiato, visto che era stato uno dei pochi a ricordarsi che una volta ero stato proprio io a spedire per posta (in piena estate) dei pesci a Rosy Bindi, allora ministro della sanità, che per problemi burocratici non voleva riaprire la pesca sul Lago Maggiore.
Con nostalgia penso fatalmente all’ultima volta che l’ ho saluto a Borgosesia nel suo ufficio da sindaco, un sabato pomeriggio invernale in orari non certo “d’ufficio” anche perché per lui non c’erano orari, come sanno peraltro tutti i sindaci autentici.
Parlavamo del futuro e gli dissi che – visto anche il deserto generale nel centro destra piemontese - l’avrei visto bene proporsi come presidente della Regione Piemonte la prossima volta (in fondo era una carica che ancora gli mancava). Lui sorrise e ovviamente commentò con un “si vedrà…”
Il destino non ha voluto, ma in qualche modo la sua unicità, amicizia e simpatia resterà sempre con noi. Arrivederci, Gianluca.
Ps. Il presidente del Consiglio Comunale di Verbania (del PD) martedì sera non ha concesso di commemorare Buonanno e neppure di osservare il consueto minuto di silenzio a inizio seduta, come richiesto dai consiglieri della Lega Nord. Parte dei consiglieri e del pubblico si sono comunque alzati in piedi lo stesso pur mentre proseguivano i lavori.
Meglio evitare di commentare certe miserie.
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