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2013/10/18

Uno stivale in soffitta


A quale prezzo?
Leggo sul web che la scorsa settimana “Striscia la Notizia” (non la RAI) ha portato le proprie telecamere in una località della Puglia dove diverse decine di lavoratori bulgari sono impegnati stagionalmente per la raccolta dei pomodori e di altri prodotti agricoli. Il servizio ha mostrato le condizioni in cui vivono questi lavoratori comunitari (ma loro lo sanno i essere comunitari?) che sono non solo fatiscenti ma direi putride: senza servizi igienici, in catapecchie tirate su alla meglio, senza acqua corrente e senza un minimo di igiene, tra escrementi, topi  e rifiuti. Uno sfruttamento vergognoso.



Viene da chiedersi se in quella località non esista un sindaco, un responsabile della polizia urbana, una ASL, un ufficio provinciale del lavoro, un comando dei carabinieri o dei NAS, una questura, dei controlli. Arrivano tranquille le telecamere dove le autorità locali non vedono, non sentono, non sanno. Strano – però - visto che da noi i controlli invece sono quasi fanatici, meticolosi, pronti a sanzionare la più piccola irregolarità: perché queste palesi differenze nell’applicare la legge?

Non solo: in Toscana, a Prato, nessuno controlla centinaia di aziende cinesi irregolari e che notoriamente operano “in nero” semplicemente perché i funzionari addetti al controllo sono stati pesantemente  minacciati durante le ispezioni, nessuno li ha difesi e così adesso tutti si rifiutano di andarci. Anche qui, perchè - prima di affrontare i massimi sistemi - non si risolvono concretamente questi e tanti altri esempi di MANCANZA DI EQUITA’ E LEGALITA’? Perché neppure si dimostra la volontà di applicarla in modo corretto? Questi sono argomenti che potrebbero essere materia da sottolineare e da denunciare a tutela degli imprenditori seri non solo del Nord con potenziali ed evidenti consensi.



E per restare in argomento perché non trattare anche quello che succede in tv? 
Lo sappiamo tutto che sono tempi duri, durissimi, evidentemente non per tutti. Lo scazzo con Brunetta di domenica scorsa ha fatto scoprire a molti teleutenti che Fazio per le sue apparizioni a “Tempo che fa” prenderà dalla RAI nel prossimo triennio “solo” 5,4 MILIONI di euro e – previdente – si è già fatto rinnovare il contratto in anticipo visto che l’attuale scadrebbe solo a giugno 2014. La politica costa e che Fazio faccia politica in TV non si discute visto il taglio che spudoratamente dà alle sue trasmissioni oltre a guadagnare a titolo personale l’equivalente di più di 10 parlamentari oltre che poi recuperare anche tramite le società che “producono” i programmi. 


Non è il solo: per aggiudicarsi il comico Maurizio Crozza la RAI – che ha un bilancio già in rosso - sarebbe pronta a spendere 25 milioni (cinquantamiliardi delle vecchie lire, svalutate finché volete ma sempre tante), altro che tagli. Non capisco perché se ci devono essere dei tetti alla spesa pubblica, allo stipendio di manager e dirigenti pubblici (limiti giustissimi) poi si nascondano e si permetta di sforare in modo così plateale i limiti e il buongusto per veri o presunti “big” che altrettanto platealmente buttano in politica (ovviamente tutta a sinistra) le loro trasmissioni senza che nessuno alzi un dito a protestare. 

Dormono il centro-destra, i garanti, la commissione di vigilanza. Ma Fazio, Littizzetto e compagni sono coccolati perché utili alla sinistra e ringraziano adottando una tattica ormai collaudata.  Non solo hanno infatti il controllo e il monopolio di quasi tutti i talk-show, ma il taglio stesso alle interviste, la scelta degli ospiti, il metodo di usare latte e miele quando ad essere intervistato è un “sinistro” e continuamente interrompere se c’è un avversario permettono così alla sinistra di dribblare ogni “par condicio” e (sempre a spese del servizio pubblico!) farsi pubblicità elettorale a breve e a medio termine dipingendo per simpatico od antipatico o addirittura come cretino qualsiasi interlocutore. 

Non capisco perché il centro-destra non si accorga che anche così sta perdendo (come sempre)  la “guerra delle parole” . D'altronde proprio il centro-destra ha le sue responsabilità: per 20 anni ha potuto dire la sua sulla gestione RAI, ma oltre che a sistemare attricette, di quella presenza “politica” che cosa è rimasto a livello di informazione? Il datato “Porta a Porta” e poi nessun equilibrio visto che Rai 3 è infeudata a sinistra da sempre e anche le due altre reti RAI si inchinano a quella parte. Comunque un comico c’è ed andrebbe mandato in onda: è il direttore generale della RAI, Gubitosi, che giudica quella di Fazio una informazione “trasparente, seria e di altissima qualità”. 

Balle, direttore, Fazio è di nome e di fatto semplicemente fazioso e non si dovrebbe avere l’impudenza di dire “che porta introiti e pubblicità” perché questo può valere per Mediaset che non costa un centesimo al telespettatore, ma non per la RAI che dovrebbe essere imparziale visto che fa pagare un canone a tutti i telespettatori, compresi quelli che vorrebbero disdettarlo ma non possono farlo per legge (altro sopruso) e sono schifati da questa scorretta conduzione di quello che viene venduto per “servizio pubblico”.

2013/10/15

Povera Italia!

Povera Italia, anche Garibaldi se ne vergognerebbe!


Ma è vero che l’Italia sia in crisi e gli italiani alla canna del gas? 

Un amico mi scrive a proposito di un viaggio che ha compiuto in quell'Italia che ama alla ricerca di emozioni. Mi racconta che ha viaggiato nell’Italia centrale e si è stupito nel vedere alberi da frutto con mele e pere per terra perché nessuno le ha raccolte, così come fichi, noci, zucche e molti ulivi ma soprattutto pomodori. 

Distese infinite di campi di pomodori che cominciavano a marcire perché nessuno li ha raccolti. Milioni di frutti sprecati dopo che le piante sono state pur piantate e concimate giungendo regolarmente a maturazione. Il mio amico allora si è informato, voleva sapere per quale motivo tutto quel ben di Dio veniva lasciato letteralmente marcire senza essere raccolto, mancava forse la manodopera? Assolutamento no, la manodopera gli dicono che è abbondante, la risposta è stata comunque sconcertante: “Non ha più senso raccogliere i pomodori: le industrie di trasformazione importano pomodori dalla Cina a prezzo così basso che ci costerebbe di più raccoglierli rispetto al prezzo che potremmo spuntare, quindi perdiamo di meno a lasciare marcire tutto”. 

Quando Fidel era in auge, a Cuba la gente era precettata a raccogliere canna da zucchero, così come nell’Europa dell’est gli studenti passavano alcune settimane l’anno a lavorare nei campi (anche in Australia al giorno d'oggi, gli studenti con il WHV devono spendere obbligatoriamente un periodo di lavoro in campagna per sperare di rinnovare il visto per un anno ulteriore). Noi italiani siamo diventati così “poveri” e assurdamente scemi da essere incapaci da imporre a livello comunitario di mettere un minimo di dazio per limitare le importazione cinesi e così distruggiamo mercati, agricoltori, filiera a chilometro zero ecc.ecc. che poi la stessa Europa in parte “risarcisce”. 

Ma almeno si mettesse un cartello sulla strada: “Servitevi pure, è tutto gratis...-“. E’ comunque osceno questo spreco, assurdo, anche se forse - se fossi ancora ragazzo - avrei già concordato per raccogliere case di pomodori vendendole a prezzo bassissimo alla gente della zona (non all’industria) pur di raggranellare qualcosa. Una volta si sarebbe fatto senza problemi, oggi probabilmente ASL e leggi lo impedirebbero ma anche per questo evidentemente in Italia - pur con una generazione di disoccupati dichiarati - non interessa a nessuno. 
L'evoluzione dell'Homo Italicus.
Il prossimo ventennio come lo raffigureremo?

Il testo che segue è di una canzone di Franco Battiato, scritto nel 1991, attuale come non mai. Verrebbe da dire che il nostro Paese non cambia mai e gli armadi si riempiono di scheletri che nessuno riesce a scoprire. 






Povera patria (cliccate sul titolo per ascoltare la canzone)
(da "Come un cammello in una grondaia", 1991)

Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
sì che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare.

22 anni dopo scopriamo con dispiacere che non solo non è cambiata, ma è pure peggiorata.


Reato di clandestinità?


Ancora morti nel mare di Lampedusa e l’annuncio della ministro Cecile Kyengie che – sotto l’ondata della commozione e della solita perdurante demagogia - verrebbe presto soppresso  il “famigerato” reato di immigrazione clandestina. Sarebbe questa una vera sciocchezza, come quell’ammalato che aveva la febbre e frantumò il termometro per non farsela provare. La legge Bossi-Fini è in buona parte superata perché sono cambiati i termini del problema, ma soprattutto perché non è mai stata concretamente applicata in mancanza di mezzi, volontà, organizzazione, certezza degli atti impugnati da mille TAR. Credo che dare in futuro  il “liberi tutti” sarà un disastro per il nostro paese (e una gioia per gli scafisti) moltiplicando gli sbarchi con la speranza che l’Italia sia solo una tappa di transito verso l’Europa da parte dei disperati che giungono dall’Africa, peccato che poi non riescano nemmeno a passare le Alpi, a differenza di Annibale non dispongono nemmeno di elefanti. 

Credo sarebbe invece molto più logico applicare meglio e più velocemente il diritto di asilo, dare nuove dimensioni ai flussi di ingresso, snellire la trafila per la carta di soggiorno. presidiare i porti di partenza e non chiedere tanto i soldi all’Europa (che in parte ce  li dà già) ma applicare un identica normativa in tutta la UE. Da ultimo faccio notare che in Italia arrivano in massa dall’Africa soprattutto somali ed eritrei, ovvero da nostre ex colonie. Ma se ogni paese europeo “adottasse” in qualche modo i propri ex territori coloniali - o per lo meno avesse maggior senso di responsabilità e impegno verso quei governi-dittatura ristabilendo laggiù un minimo di pace e giustizia  - parte dei problemi non sarebbero gestiti meglio e risolti alla fonte, soprattutto per aiutare quei cittadini che scappano dal caos e dalla guerra?

Ps: lettori, vi siete ricordati di dare una mano concreta alla Caritas? 

2013/10/07

Il pasticcio degli F-35


Leggo sul web, vivendo all’estero è l’unico sistema per tenermi aggiornato dei fatti italici, e ascolto, sempre sul web, interviste a vari esponenti politici, anche del Movimento 5 Stelle, i cosiddetti Grillini – mi si perdoni il termine – dove tutti, in particolare gli ultimi, parlano e a sproposito del contratto di acquisto degli F-35 bollandolo come un affare inutile. Evidente la notevole demagogia di questo movimento politico, nonostante tutto, che si arroga il diritto di decidere sulla base di carta, penna e calcolatrice, cosa possa essere meglio per gli italiani o no.

La questione degli F-35 non esiste, vi stanno imbrogliando tutti, mettono sul piatto presunte spese che dovremmo sopportare da qui al 2035 e vi inducono a pensare che potremmo risparmiare quei soldi magari investendoli in asili nido.

Andiamo con ordine. GLi F35 andranno a sostituire aerei militari da caccia, ricognizione, sorveglianza dello spazio aereo e vari altri ruoli in servizio attualmente alle forze armate quindi Aviazione e Marina. Gli aerei che sostituiranno sono principalmente i Tornado MRCA e gli AMX, sostituiranno anche gli Harrier che sono obsoleti e gia' alienati dalla Aviazione della Marina Militare. A questi poi si aggiungono gli F16 che l'aviazione militare ha preso in leasing negli USA e che prima o poi dovra' restituire. Tutti questi aerei (sono circa 210) sono monoruolo o, come nel caso del Tornado MRCA, multiruolo, ma troppo vecchi. Il Tornado infatti risale al 1974 (primo volo), concettualmente il progetto era dei primi anni 60, quindi vecchio e pericoloso, non adatto a contrastare adeguatamente gli aerei del nemico.

Di cosa stiamo parlando dunque? Il Lockheed Martin F-35 Lightning II o Joint Strike Fighter-F35 è un cacciabombardiere di 5ª generazione monoposto, a singolo propulsore, con ala trapezoidale a caratteristiche stealth e capacità multiruolo, utilizzabile per ruoli di supporto aereo ravvicinato, bombardamento tattico e missioni di superiorità aerea. Caratteristiche stealth significa invisibile dai radar, un caccia che la nostra Aeronautica militare non ha mai posseduto (e forse nemmeno sognato).

Ricordo a chi mi legge che l’Italia ha “tenuto” in servizio per 46 anni dopo il primo volo, l’F104 Starfighter, un caccia intercettore che noi utilizzavamo in particolare per la sorveglianza dello spazio aereo anche se non era quello il motivo per cui erano stati progettati. L’USAF (United States Air Force) ha radiato l’F104 nel 1969, l’Aeronautica Militare italiana si è decisa solamente nel 2004 dopo si erano resi conto che mantenerli operativi e in volo sarebbe costato molto di più che sostituirli con un nuovo tipo di aereo, l’F35 appunto. L’F104 era anche chiamato dagli addetti ai lavori “bara volante” o “fabbrica di vedove” a causa dell’alto numero di incidenti, oltre il 30%, con punte del 50%, che subirono quegli aerei in tutti i paesi dove furono utilizzati Italia compresa.

Sono sicuro che a qualcuno quello che ho scritto non piacerà e io non sarò contento anche se costretto, poiché le mie sono opinioni personali, a accettare ogni critica meglio se sostanziale e non sterile.

Per quale motivo l'acquisto degli F35 dovrebbe essere annullato?

Per nessuna vera ragione che non fosse quella, ma è solo una scusa, di risparmiare tredici miliardi di euro. Badate bene che quei tredici miliardi sono un valore altamente aleatorio poiché non si tratta di tredici o quattordici oppure dodici ma, per ora, di 155.5 milioni di dollari per aereo, quindi moltiplicato per 90 aerei porta il totale a 13,995 milioni di dollari equivalenti, a valore di cambio attuale a circa 10,311 milioni di euro.

Che andranno pagati grossomodo in venticinque anni, da qui al 2034.

Facciamo due calcoli?

10,311/25 (perche' 25? Perche' due anni sono gia' trascorsi) fanno circa 412 milioni annui circa. Anzi saranno ancora meno perche' nei primi 3 anni e' previsto un pagamento totale di 2 miliardi di dollari/1,473.5 miliardi euro di cui 1 miliardo di dollari già pagato. La differenza sara' versata in rate uguali negli anni a seguire, grossomodo seguendo le consegne degli aerei.

Adesso prendiamo in considerazione la costruzione degli aerei, in tutto il programma prevede la costruzione di circa 1800 aerei, l'Italia ne assorbira' come si e' detto 90 anche se l’ordine iniziale era di 131 e non è detto che poi ne arriveranno solo 90 ma se ne parlerà in seguito, la parte del leone la fanno gli USA. Oltre agli Stati Uniti, principale cliente e finanziatore, partecipano al progetto e hanno contribuito anche Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Turchia, Australia e Danimarca.

Come abbiamo saputo dai media il Canada e la Norvegia hanno rinunciato all’acquisto dei caccia. Le motivazioni sono diverse, entrambe le nazioni giustificano la scelta attraverso i differenti impegni strategici, oltre che economici, nel loro ambito. Che significa? Il Canada ha stipulato da diversi anni un patto di mutuo soccorso con l’ingombrante vicino, gli USA che provvederanno a difendere il popolo canadese in cambio di denaro fresco e contante (sono illazioni, in effetti non se ne conoscono i termini), la Norvegia considera di essere indubbiamente lontana dallo schacchiere caldo europeo, quel mare Mediterraneo sul quale si affacciano Italia e Turchia ai quali gli aerei serviranno sicuramente visti gli equilibri costantemente in discussione sia nella regione europea orientale che nord africana.

I costi totali sono stimati in più di 40 miliardi di dollari (coperti in gran parte dagli Stati Uniti), mentre l'acquisto dei 1,800 esemplari previsti è stimato in ulteriori 200 miliardi di dollari. Le, a questo punto, sette nazioni partner principali prevedono di acquistare più di 1,400 esemplari entro il 2035.

E torniamo all’Italia e ai detrattori dell’F35 Lightning. Come pochi sanno e forse nemmeno immaginano, nessun Paese può dare per scontata la propria sicurezza. Uno Stato debole e inerme corre sempre il rischio di essere aggredito o ricattato da chiunque sia pronto a fare uso di qualsiasi mezzo per raggiungere i propri fini. La migliore polizza, per chi può permettersela, è una forza nazionale bene armata e bene addestrata con un forte grado di autonomia. Ma vi sono Paesi di media grandezza che non possono o non vogliono adottare questa soluzione. Per ragioni storiche, finanziarie e culturali (un diffuso pregiudizio antimilitare della propria opinione pubblica) l’Italia appartiene a questa categoria e ha scelto, sin dall’inizio della guerra fredda, di affidare la propria sicurezza a una alleanza guidata dalla maggiore potenza militare del mondo. 


Ma neppure le alleanze sono gratuite. Per garantire la propria sicurezza l’Italia ha concesso agli Stati Uniti una parte del proprio territorio e si è impegnata a assicurare, in caso di necessità, un contributo proporzionato alle proprie dimensioni e possibilità finanziarie. Non è tutto. Mai la parola «pace» è stata pronunciata con tale frequenza e altrettanto fervore. Ma le armi restano, nonostante tutto, l’ultima «ratio regum », l’ultimo argomento dei sovrani; e l’influenza politica di uno Stato dipende ancora dalla sua capacità di buttare sul tavolo, al momento opportuno, la propria forza militare. Ne abbiamo avuto la prova in Somalia, in Kosovo, in Afghanistan, in Libano, in Lybia e eravamo vicini anche in Syria. 

L’invio di un corpo militare è il biglietto d’ingresso che l’Italia ha pagato per sedersi al tavolo della diplomazia. Qualcuno potrebbe osservare che i risultati raggiunti sono stati modesti, se non addirittura insignificanti, ma nessun Paese che abbia un benché minimo orgoglio e non abbia perduto di vista l’interesse nazionale può restare indifferente di fronte alla possibilità che una soluzione politica, nelle aree a cui è interessato, venga presa a sua insaputa.

Ancora una osservazione. Piaccia o no i maggiori progressi tecnologici sono oggi collegati al mercato della sicurezza. Niente aguzza l’ingegno umano quanto la necessità di evitare le insidie del nemico. Ora che ha superato le numerose difficoltà sorte durante la sua fabbricazione, l’aereo F35 conterrà uno straordinario numero d’innovazioni, anche pacifiche; e i primi a servirsene saranno quelli che lo avranno comperato.

Il mio sogno è una Europa geografica neutrale, una «grande Svizzera». Sono dunque in contraddizione con me stesso? Non credo. La neutralità (chiedetelo alla Svizzera e alla Svezia) è una scelta credibile soltanto quando può essere difesa con le armi.

2013/10/06

Il Re è nudo....


"Se Berlusconi fosse stato un gay, nessuno lo avrebbe toccato con un dito" ha detto il presidente Putin durante un'intervista....
Se ancora una volta, a modo suo, avesse vinto Silvio Berlusconi, avesse, alla sua maniera, vinto il leader fino a Ferragosto “incontrastato” di dieci milioni di italiani?
Se avesse vinto ancora una volta “l’estraneo” (per sua stessa definizione) al “teatrino della politica” che però la politica l’ha rivoltata come un calzino per vent’anni? E continua a condizionarla?

La vita e la storia non si giudicano mai con i “se”,  certo vedendo le brutte figure collezionate dal Cavaliere in questi giorni confermo nella mia impressione che si sia circondato da persone davvero di basso profilo. 

Peccato per questa fine ingloriosa, che in buona parte Berlusconi si è andata a cercare e che segna la vittoria di una certa Magistratura che alla fine ce l’ha fatta ad abbattere l’unico che l’aveva attaccata con fermezza. Come uno scomodo ingombro del passato in pochi giorni il Cavaliere sembra già un reduce, una cosa vissuta e da mettere velocemente da parte mentre fremono i nuovi leaders del PDL e del PD che hanno in comune una forte radice democristiana giustificata dall’eccezionalità della crisi e dei tempi.

Rileggo le riflessioni delle ultime settimane – puntualmente confermate dai fatti – e non ritenendomi né uno stratega né un genio mi chiedo però come mai il buonsenso sia diventata merce così rara. Che cosa ci ha guadagnato Berlusconi a non dimettersi tre settimane fa? Che faranno ora gli ex colleghi deputati PDL tutti corsi a dimettersi (per finta) solo otto giorni fa? Non credo saranno coerenti e velocemente la polvere si depositerà sulle loro missive che però non depongono a favore di chi poche ore dopo il baciamano si affrettava già a smentire il padre-padrone. Onore ai pochi che dissentivano e una pernacchia a chi in poche ore ha fatto il consueto dietrofront annusando e fiutando il vento, in un vezzo di viltà tutta italiana.

Non c’è dubbio che il futuro si chiami “grande intese” perché è la cosa più ragionevole, ma non sempre quanto è più logico od obbligato scalda il cuore. D'altronde tutto intorno alla “grande intesa” sembra  politicamente evaporare: la Lega che si è spenta, una Destra che non c’è più, un Movimento 5 Stelle dicono demagogo: come non sperare che siano i Letta, i Lupi, i Mauro a toglierci dai guai? 
Comunione e Liberazione forever, finchè non pesteranno i piedi a qualche Magistrato.

Resta l’amarezza di vedere in giro tante macerie politiche e morali. L’IVA è al 22% e la questione è già digerita, per l’IMU si vedrà ma la maschereranno – più cara – da “Service Tax” perché in inglese fa comunque più fino. Bene o male si andrà avanti sperando che una ripresina riscaldi il morale e tra le strizzate d’occhio dell’informazione e dei media che le “larghe intese” le ha costruite come stato di necessità e d'altronde sono viste con favore da tutto il mondo produttivo che cerca solo di salvare la barca ed ha bisogno di stabilità. .

Riforme serie, radicali, tagli robusti della spesa pubblica, legge elettorale, riforma della costituzione? Si vedrà, forse, con calma, passo passo, intanto “ il potere logora chi non ce l’ha” diceva Andreotti e nell’autunno incipiente in Italia è passato di mano. 

“Cavaliere, chi?” si dirà tra qualche tempo: era un re nudo ma la folla lo osannava, poi l’hanno visto gli occhi di un bambino…