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2013/05/31

Lo Schifo del Turismo Sessuale


Vi siete mai chiesti per quale motivo i voli diretti dall'Europa in Thailandia sono stracolmi di attempati uomini per lo più single, in gruppi, in comitive formate da persone con le stesse passioni?
No? Ebbene adesso vi illustro la situazione pertendo da una mia personale esperienza.
Tranquilli, la mia "esperienza" è quella di un viaggiatore che si trova, suo malgrado, a dover dividere parzialmente il volo verso casa con queste orde di assetati violentatori di ragazzine e ragazzini thailandesi.
Procediamo con ordine e calma.
Martedi 28 Maggio 2013, l'aereo di una famosa compagnia teutonica decolla in orario da Saigon, Vietnam, diretto a Bangkok capitale della Thailandia. A bordo il settanta per cento sono thailandesi che lavorano in Vietnam, un altro venti per cento turisti vietnamiti che sperano di trascorrere una bella vacanza a due passi da casa. C'e' da dire che fra Thailandia e Vietnam non esistono grandi differenze. Il vietnamita va in Thailandia per il gusto di poter dire d'esserci stato.
Il resto dei viaggiatori sono sia turisti che lavoratori che rientrano in Europa.

A Bangkok si scende tutti, riforniscono l'aereo, lo puliscono, sostituiscono l'equipaggio, tutto nuovo. La sosta è di poco più di un'ora.
Martedi 28 Maggio il gruppo più numeroso è costituito da un centinaio di uomini, per la maggior parte tedeschi e italiani, soli, apparentemente non si conoscono fra loro. All'imbarco occhiate sfuggenti, risolini, ammiccamenti. Appena a bordo ecco che viene fuori la verità. Nel 747-400 ci sono, in business e in prima classe tre coppie di sedili, in economica 3-4-3.
Accanto a me un uomo dall’apparente età di una cinquantina d’anni. È italiano. Io parlo con il personale di bordo in inglese, leggo un giornale in inglese, ho in mano riviste in inglese, il viaggiatore non intuisce la mia nazionalità. Capisce che se parla italiano io non posso capire. Siamo seduti nella fila di sinistra, io accanto al finestrino, lui sul corridoio. Alla sua destra un altro assatanato, anch’egli italiano. Dietro altri due, altri della stessa comitiva sono in classe economica. Al momento del decollo tutti ai propri posti, in silenzio e forse anche paura (non io che volo da trent'anni).
Decollo perfetto, quasi non ci si accorge che il mastodontico re dell’aria si solleva progressivamente nel cielo fino a non riconoscere più la forma della città immersa nel buio della notte asiatica. 

Entriamo nelle nuvole, qualche turbolenza, la spia “allacciate le cinture” resta illuminata qualche minuto più del solito, a bordo non vola una mosca.
Non appena la spia si spegne ecco che la vita a bordo rifiorisce, si riaccendono le luci, qualcuno si alza, il mio vicino di sedile si alza incurante dell’hostess che gli si avvicina con il vassoio delle bibite. Lui si ferma a chiacchierare con l’altro uomo nel primo sedile oltre il corridoio. Da quello che posso sentire parlano delle conquiste, delle vittime, delle povere, è il caso di dirlo, ragazze e non solo, che sono cadute sotto le fauci affamate di questi conquistatori sessuali che non provano alcuna vergogna in quello che fanno. Sicuri che nessuno li capisca parlano anche alzando il volume, un altro passeggero si avvicina, ascolta, poi partecipa alla discussione, ricordando particolari scabrosi, dettagli vomitevoli, parlano di ragazze ma anche di bambini, di giovani vite strappate alle famiglie per quattro soldi che per le famiglie delle giovani vittime rappresentano i bisogni di mesi e per gli orchi un pasto in un buon ristorante europeo e forse nemmeno quello. 

Mi vergogno per loro, sono certo che altri su quell’aereo dividono le stesse vomitevoli esperienze. Sono scioccato. Ancora di più quando scopro che anche i due attempati turisti, all’apparenza, tedeschi, hanno le stesse esperienze, conoscono gli italiani, ridono e scherzano insieme e quando il tedesco accenna a qualche parola in inglese dato il proprio livello limitato di italiano, gli altri lo zittiscono immediatamente, altri potrebbero capire. Si scopre così che sono ancora tanti gli italiani, nonostante ci siano le leggi contro questo tipo di reati, che continuano a recarsi all’estero, utilizzando vettori stranieri, per farla franca, per non essere riconosciuti all’arrivo, che viaggiano per cercare emozioni forti, un turismo sessuale che continua a crescere e che troppo spesso riguarda anche minori di età. In diverse zone del mondo, quelle più povere e in cui regna l’ignoranza. E dove a dettare legge è solo il denaro.

Che schifo, che schifo, che schifo.

Leggo su internet che il turismo sessuale avanza, quello relativo ai minori rappresenta ogni giorno che passa una fetta più importante del “mercato”. Sono diversi i Paesi dove con pochi euro è possibile comprare un bambino, la Thailandia non rappresenta l’unica piazza dei traffici abominevoli di questi maniaci del sesso con i minori, una vera orda di malati che vanno fermati al più presto, il Laos dove la povertà si sente, si annusa, si incontra a ogni angolo di strada, sulle vie del centro di Vientiane o nelle estreme periferie visitate ancora da pochi turisti la cui maggior parte sembra sia costituita da moderni orchi appassionati di sesso estremo con bambini di ambo i sessi, in questo trucido mercato del sesso e della violenza dei minori non ci sono grandi differenze. 

Che schifo, che schifo, che schifo.

Restano il Brasile, per esempio, la Repubblica Dominicana anche Haiti dove il terremoto ha contribuito a acuire il senso di disagio e bisogni della popolazione anche attraverso la vendita di giovani vite ai moderni orchi.
E poi Cambogia e Filippine. E nessuno fa niente: le autorità locali troppo spesso hanno altro di cui occuparsi. Conoscono il fenomeno, ma si voltano dall’altra parte: fanno finta di non sapere.

PS Alla fine quando stavamo preparandoci per sbarcare a Francoforte mi sono girato e ho salutato in perfetto italiano il maiale a fianco a me, è sbiancato come se fosse stato lavato col dixan.

Riscaldamento del pianeta? Bufala globale!


Nel 1988 uno scienziato americano della NASA, tale James Hansen disse ai parlamentari americani riuniti al Congresso, che il riscaldamento globale antropogenico era alle porte e che i suoi effetti disastrosi si sarebbero manifestati entro il 2100, il National Geographic azzardò un annuncio ancora più clamoroso: cioè che i ghiacci del polo Nord sarebbero spariti completamente, un grande mare nemmeno tanto freddo al loro posto, addirittura nel 2009. Spa-ri-ti. Che dire? Siamo nel 2013 e il Polo Nord sta ancora li, e ci siamo accorti, dato l’inverno che non accenna a finire, abbiamo anche notato che la primavera è praticamente inesistente e l’estate sospettiamo arrivi in ritardo (speriamo di no).
Al tempo tuttavia si impegnarono proprio tutti a venderci la più grande bufala che mente umana potesse mai concebire: Il Riscaldamento globale.

BUCO DELL'OZONO
All’inizio fu il buco dell’Ozono, se si fosse realmente verificato tale evento oggi i tumori della pelle e quelli superficiali avrebbero ucciso la metà della popolazione del pianeta, evento che, come sappiamo, non si è verificato. Basterebbe avere pazienza e aspettare fino al 2100 per vedere se realmente saremo in quella catastrofica situazione prospettata nel 1988: facciamoci un nodo al fazzoletto e riparliamone dopo le vacanze. Che poi non vi viene un dubbio? Quanti avrebbero potuto nel 1988 verificare se realmente la catastrofe si fosse avverata? Nessuno, nemmeno i nuovi nati di quell’anno avrebbero vissuto abbastanza (112 anni) da potersi ricordare la profezia e affermare con sicurezza che il Mr. Hansen aveva visto giusto. E se mi chiedete come poter fare fronte alla, a questo punto, imminentissima, disgrazia, non saprei proprio che ricette darvi.

Certo che l’annuncio deve aver rotto un bel po’ di uova nel paniere degli ambientalisti. Sicuramente li ha spiazzati non poco. L’ambientalismo è servito per decenni come migliore scusa per il controllo delle azioni dei singoli individui, ricattandoli con avvertimenti del tipo: fai questo per la salvezza dei tuoi figli o, se non ne hai, per la salvezza delle foche. Col riscaldamento globale è stato tutta un’altra forza:  fallo per la salvezza dell'intero pianeta, il tuo comportamento qui a Milano ha conseguenze a Pechino. 

Peccato che a Pechino l’aria è irrespirabile causa inquinamento, tanto che lo smog si potrebbe tagliare a fette come un formaggio molle, ma fosse solo lì, in tutte le maggiori città asiatiche ormai ha raggiunto livelli da guerra chimica. La gente si rinchiude in casa e sigilla con nastro adesivo le fessure di porte e finestre e quelli che non ne possono fare a meno si infilano mascherine e maschere antigas e si avventurano in motoretta super inquinante nei centri cittadini, peraltro soleggiati a differenza dei nostri ancora sotto la morsa del freddo inverno.  Quegli avvertimenti degli ambientalisti hanno anche il vantaggio di favorire il superamento dell’irritante ostacolo delle sovranità nazionali. Il riscaldamento globale, insomma, è la realizzazione perfetta del sogno ambientalista: esercitare il controllo totale sulla società e sui comportamenti individuali. Il problema del riscaldamento globale, poi, è così gigantesco che, in realtà, nessuna soluzione è sufficiente a risolverlo, e qualunque cosa si faccia non è mai considerata abbastanza: l’inutilissimo e costosissimo protocollo di Kyoto, ad esempio, è “solo un primo passo” mentre il secondo è stato quel simposio e congresso di Copenhagen che ha sancito come il cittadino, il singolo e non gli Stati sovrani, sono responsabili del degrado e quindi è giusto che paghino aumenti di tasse e balzelli per risanare le sole tasche di chi vorrebbe farci credere che solo così si potrà risanare il clima, che dire, il pianeta tutto. Ma per favore...
Se fossero veri i timori propagandati, la risposta dovrebbe essere una sola: non basta ridurre, ma bisognerebbe interrompere, senza se e senza ma, i nostri consumi delle risorse energetiche del pianeta. 

Se si vuole evitare che il clima impazzisca, anche le generazioni future dovrebbero astenersi dal servirsi di quelle che, a questo punto, “risorse” non possono più chiamarsi: la logica ambientalista, insomma, privando dello stato di “risorsa” l’oggetto delle attenzioni degli ambientalisti, toglierebbe a costoro il loro potere venefico. Ecco perché i primi passi sono tutto ciò conta: un veleno, per mantenere il proprio potere, deve essere somministrato in piccole dosi. Se no si muore avvelenati e addio potere. Invece, somministrata la prima dose politicamente accettabile di veleno, e digeritala, si passa alla seconda. La campagna sul clima è insidiosissima a questo proposito: si comincia col vendere l'imminente pericolo e la necessità di agire, quindi si prospettano azioni successive, tutte costosissime e totalmente inutili. Quando la loro inutilità sarà evidente, si dirà che non è stato fatto abbastanza, e che quello precedente era solo un primo piccolo passo. E via di questo passo: in ogni momento, naturalmente, la parola d'ordine è “agire subito”. Tutto questo mi ricorda la famosa pubblicità di un’altrettanto famosa crema per ridurre la cellulite delle donne, ma anche degli uomini, che ne soffrono. Come sappiamo la cellulite è causata da un anomalo accumulo di grasso adiposo in determinate aree del corpo, la natiche le cosce per le donne, la pancia e le maniglie dell’amore per l’uomo. 

Ora la convinzione che una semplice pomata possa guarire, quindi rimuovere quelle cellule grasse dal corpo altro non è che una pia illusione, e nemmeno tanto pia. Ora chi la prova è avvisato, anche nel corso della pubblicità che il non seguire pedissequamente i dettami e le regole applicative della pomata non porta i risultati sperati. Tralasciamo quello che dicono, noi sappiamo che in un campione di cento individui, venti avranno dei miglioramenti  non già per effetto della miracolosa pomata ma solo per mutate condizioni, autosuggestione chiamiamola, di alimentazione, un’altra ventina perché vengono aumentate le pratiche sportive per accelerare l’effetto (placebo) del miracoloso unguento e la rimanenza non vedrà alcunché per il semplice motivo che avranno sicuramente commesso degli errori che ne hanno inficiato l’efficacia. Funziona tutto a questo modo nel mondo. Non vi hanno forse raccontato le stesse storielle per vincere alla lotteria? O per diventare scrittori provetti? O per essere campioni di sci, di calcio o di lippa?

Ecco cosa dovevamo aspettarci, quelli del National Geographic hanno fatto cadere a terra molto dall’alto per donare all’evento maggiore enfasi, l’intera fiala di veleno: dobbiamo solo aspettare che agisca il suo effetto. Non possiamo più “agire subito’, perché non c’è nulla da fare: abbiamo solo da aspettare 3 mesi. Pazienza, quindi. E memoria. Ma i tre mesi di allora sono trascorsi senza che nulla succedesse, e allora?

PICCOLA ERA GLACIALE 
Da un po' di anni abbiamo inverni freddi e macchie solari che si sono ridotte, quindi sembra possibile una correlazione diretta, alcuni analisti non mettono però in dubbio l'esistenza del riscaldamento globale. L'inverno che ancora non se ne vuole andare è stato freddo, con nevicate abbondanti e temperature a lungo sotto lo zero in gran parte dell'emisfero settentrionale. È fuorviante dire che siamo alla vigilia di una nuova era glaciale ma, secondo alcuni scienziati britannici, il calo delle temperature medie invernali potrebbe essere collegato alla diminuzione dell'attività solare, come già avvenuto circa 350 anni fa quando, in corrispondenza della diminuzione e in alcuni anni della scomparsa delle macchie solari, iniziò la cosiddetta "piccola era glaciale".

MINIMO
Alcuni studiosi non coinvolti con Al Gore (meno male) ritengono che esista una connessione tra la scarsità di macchie solari e le condizioni atmosferiche. Questi ricercatori, in uno studioapparso su Environmental Reserarch, si sono avvalsi dei dati registrati dal Cet (Central England Temperature), che risalgono fino all'epoca del Minimo di Maunder, un periodo compreso circa tra il 1645 e il 1715, durante il quale le macchie solari scomparvero quasi del tutto, che coincise con la parte più fredda della piccola era glaciale. In questo lasso di tempo l'Europa, l'America settentrionale e anche l'Asia, subirono inverni decisamente freddi e secondo gli scienziati sta accadendo nuovamente qualcosa di simile.

MACCHIE SOLARI.
L'attività solare nel corso dei millenni ha sempre avuto la tendenza ad aumentare lentamente per un periodo di trecento anni per poi decrescere velocemente nel corso di un secolo. La diminuzione di attività attuale è iniziata nel 1985 e al momento siamo a metà strada verso le condizioni del Minimo di Maunder. Le macchie solari sono aree della superficie del Sole che appaiono più scure del resto della nostra stella, a causa di una temperatura minore rispetto a quella circostante. Il numero delle macchie è correlato con l'intensità della radiazione solare. Negli ultimi cinquant'anni sono stati registrati i valori più elevati.

CORRENTI A GETTO
 La scarsa attività del Sole causa un blocco delle correnti a getto, ovvero i forti venti che soffiano a 7-12 chilometri al di sopra della superficie terrestre. Ogni emisfero ne ha una alle alte latitudini e una meno intensa verso l'equatore. Quando la corrente che riguarda il nostro emisfero viene bloccata, sull'Europa arrivano gelidi venti dall'est. (Vi ricorda qualcosa?) E non a caso scritti risalenti al periodo del Minimo di Maunder testimoniano proprio la presenza di forti venti orientali durante gli inverni più freddi, il che rappresenterebbe una conferma delle conclusioni dello studio di questi ricercatori indipendenti. La ragione per la quale il Sole causa l'attenauazione o il blocco di una corrente a getto sarebbe collegata alla quantità di emissioni ultraviolette prodotte dalla stella. I raggi ultravioletti riscaldano la stratosfera, in particolare quella equatoriale che si estende da 20 a 50 chilometri sopra la Terra, dando origine a venti d'alta quota. Altri studi hanno dimostrato che le condizioni di riscaldamento della stratosfera influenzano ciò che avviene nella troposfera, che è lo strato dell'atmosfera nella quale agiscono le correnti a getto.

RISCALDAMENTO GLOBALE
E' bene ricordare che l'inverno che ancora non trascorre è stato catalogato come il quindicesimo più freddo degli ultimi 160 anni in Europa, ma in realtà viene anche classificato come il quarto più caldo di sempre. Il 1864 fu l'anno con le temperature invernali più rigide, ma l'anno successivo, ancora in una fase di scarsa attività solare, fu registrato il terzo inverno più caldo dei 351 anni di dati del Cet.


Tutte e quattro le agenzie che registrano la temperatura della Terra, tre in Usa e una in Gran Bretagna, riferiscono che questa è diminuita di 0,9 gradi Celsius nel 2012, il cambiamento più rapido finora registrato con strumenti, che ci fa tornare alla temperatura del 1930. ''Se la temperatura non torna presto a risalire, dobbiamo concludere che il riscaldamento globale è finito”.

2013/05/22

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