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2014/11/02

Tributo a Stefano Cucchi

La sentenza dell'altro ieri per il caso di Stefano Cucchi dove in appello sono stati assolti forze dell’ordine, polizia penitenziaria e medici - tutti in qualche modo legati alla sua morte - mi ha lasciato sconcertato.

Non mi interessa se per qualcuno Cucchi fosse un “balordo” o peggio, era comunque un cittadino che era stato arrestato (e quindi affidato allo Stato!) e che in pochi giorni è morto di botte, non curato, dimenticato in modo vergognoso da chi aveva il dovere comunque di assisterlo. Mi pare un caso di sconcertante omertà, una pagina nera non tanto della giustizia (che non può condannare in campo penale nessuno senza prove personali certe) quanto dell’intero “sistema” che ha vergognosamente coperto e nascosto i fatti.

Una bruttissima vicenda che getta un’ombra grave sul nostro sistema inquirente, penitenziario e sanitario visto che non si è voluto fare chiarezza, anzi, si sono volutamente confusi i fatti. In una società che si dice civile tutti devono avere i propri diritti e doveri perché prima di tutto siamo delle persone e dei cittadini ed il “sistema” non deve mai coprire chi ha sbagliato e soprattutto nascondere la verità, per imbarazzante che possa essere. Questa brutta storia di Stefano Cucchi è e resterà davvero una vergogna italiana.


Spostati Silvio !!!


Consueto appuntamento settimanale con la politica di casa nostra. Noto con dispiacere che da noi i politici sono "per sempre" mentre all'estero preferisconofarsi da parte per far posto alle nuove generazioni. Parliamo del sempreverde - a parole ma non nei fatti - Berlusconi, che intende ricandidarsi per affossare ancora un po' la destra. Allora il titolo appropriato a questo post potrebbe essere "Spostati Silvio". Vai via, lascia un pizzico di autodeterminazione a questo paese martoriato dai tuoi errori e di quelli che sono venuti prima e dopo. Lascia a noi la scelta di capire quale potrebbe essere la strada corretta, lo capiremo prima o poi, anche senza la balia. Troppo comodo adesso dichiarare che le scelte di Renzi (che non sceglie) erano le vostre, quando eri tu li come mai non hai attuato quelle riforme? Lo sport della dietrologia in Italia non muore mai, come la mamma degli imbecilli. 
Adieu Silvio!

Berlusconi ha annunciato per primavera il “rilancio” di Forza Italia mentre molti segni danno per possibile un riavvicinamento almeno elettorale dei diversi partiti del centro-destra, unico modo per opporsi allo strapotere di Matteo Renzi, che peraltro afferma concetti sempre più vicini al centro o addirittura al centro-destra che non alla sinistra. Credo però che per riproporre nel centro-destra una alleanza seria, organica, potenzialmente capace di tornare a vincere, si deve passare però attraverso 2 strettoie: il ritiro di Berlusconi dalla politica attiva e un sistema elettorale che torni a premiare la qualità degli eletti, come dovrebbe essere un obbligo programmatico per chi sta a destra e tendenzialmente crede nella qualità, nella selezione e nel valore del singolo.

Resti un Berlusconi “presidente onorario” e certo non sbeffeggiato, che continui a essere parlamentare “a vita” se gli servisse per essere tutelato dai colpi di coda dei giudici, ma che non sia più “dominus” di una situazione politica che con lui in campo – anzi, addirittura capitano della squadra – rende le cose molto più complicate.  Giusto o sbagliato che sia e piaccia oppure no, per la stragrande maggioranza degli italiani – anche a destra - Silvio Berlusconi non è più credibile, è diventato un formidabile tappo al rinnovamento, al rilancio, al far apparire all’orizzonte della anti-sinistra persone nuove che proprio del Cavaliere (ex) ne possano e sappiano continuare l’impegno.

Coraggio, Presidente! Abbia la forza di un passo indietro ben sapendo che è difficile, duro e forse anche ingiusto, ma questo suo ritiro è necessario. Lo legga come un suo sacrificio per l’Italia che dice di amare e poter così riproporre una parte politica che frantumata e divisa non va da nessuna parte ma che con lei ancora alla testa è purtroppo condannata a perdere, soprattutto perché dimostra di non sapersi rinnovare. Perché non si comincia a chiedere e a sostenere questo aspetto a tutti i livelli, perché si tace quando questo concetto è invece condiviso dalla stragrande maggioranza degli italiani? Sembra che nessuno abbia il coraggio di vedere che “Il re è nudo”, però quando quel bambino della fiaba cominciò a dirlo, tutti se ne accorsero e condivisero!

E qui scatta il secondo blocco: il sistema elettorale presente (e futuro, se non si cambia) che premierà solo gli yesman a destra come a sinistra e questo è profondamente sbagliato perché fermerebbe l’Italia con la sua definitiva condanna alla serie B. In questo senso l’accordo Renzi-Berlusconi è pericoloso per tutti, una stretta mortale al rinnovamento e che a oggi premierebbe tra l’altro solo e soltanto Matteo Renzi che ha capito da tempo le debolezze di Silvio e intelligentemente lo seduce salvo poi proporre disegni non graditi all'esimio quanto decaduto partner virtuale. Spostati Silvio, lascia libero il campo, lascia che siano le generazioni future a gestire il paese, quelle passate ormai hanno perso la grinta e lo smalto e incamerato fortune gigantesche in conti svizzeri e caraibici. Ordunque, lascia che altri riempiano i loro forzieri di idee non già quattrini, quelli ormai te li sei fregati tutti tu e la tua cricca dalle tasche degli italiani.


2014/10/27

Mamma, dona i miei occhi, il mio cuore...


La lettera alla madre di Reyhaneh Jabbari, la 26enne impiccata il 25 ottobre a Teheran perché si era difesa dall'uomo che voleva violentarla.

«Cara mamma,
oggi ho scoperto che è arrivato il mio momento di affrontare la Qisas (1) . Mi fa male pensare che tu non mi abbia informato che ero arrivata all’ultima pagina del libro della mia vita. Perché non me l’hai detto? Perché non mi hai dato la possibilità di baciare la tua mano e quella di mio padre? 

Il mondo mi ha concesso di vivere per 19 anni. Quella notte terribile sarei dovuta essere uccisa. Il mio corpo sarebbe stato gettato in qualche angolo della città e dopo qualche giorno la polizia ti avrebbe portato all’obitorio per identificarmi e solo in quel momento avresti capito che sono anche stata stuprata. 
Non avrebbero mai trovato l’assassino visto che non siamo ricchi come lui. Tu avresti vissuto soffrendo e vergognandoti e saresti morta per colpa di questo dolore.

Con quel "maledetto colpo" la mia vita è cambiata. Il mio corpo non è stato gettato da nessuna parte, ma nella tomba della prigione di Evin e della sua sezione di isolamento. Poi in quella di Shahr-e Ray. Ma arrenditi al destino e non lamentarti: tu sai bene che la morte non è la fine. Proprio tu mi hai insegnato che si vive per fare esperienze e imparare. Ogni persona che nasce ha sulle spalle una responsabilità. Ho imparato che a volte bisogna lottare.

Mi ricordo quando mi hai detto che l’uomo che guidava la carrozza ha protestato contro l’uomo che mi stava fustigando, ma poi mi hai detto che lui l’ha colpito con la frusta in testa e in faccia, ed è morto. Mi hai insegnato che se uno crede in un valore ci deve credere fino alla morte.

Quando andavo a scuola mi hai insegnato che dovevo sempre comportarmi “come una signora” davanti alle discussioni e alle lamentele. Ti ricordi quanto ci tenevi a questa cosa? Questo tuo insegnamento è sbagliato. Quando mi è successo questo incidente, il tuo insegnamento non mi è stato d’aiuto. Come mi sono presentata davanti alla corte mi ha fatto sembrareun’assassina fredda e premeditatrice. Come mi hai insegnato tu non ho pianto, non ho implorato perché credevo nella legge.

Ma sono stata anche accusata della mia indifferenza davanti a un crimine. Tu lo sai, io non ho mai ucciso neanche una zanzara, per liberarmi dagli scarafaggi li sollevavo prendendoli dalle loro antenne. E ora sono diventata un’assassina volontaria. Il modo in cui trattavo gli animali è stato interpretato dal giudice come un comportamento maschile, ma non si è nemmeno preoccupato di notare che nel momento dell’incidente avevo lo smalto.

Che ottimista colui che crede nella giustizia. Il giudice non hai mai contestato il fatto che le mie mani non sono ruvide come quelle di uno sportivo, di un pugile. E questo Paese che amo grazie a te, non mi ha mai voluto. Nessuno mi ha sostenuto quando incalzata dagli inquirenti piangevo e gridavo per quei termini così volgari. Quando ho perso anche il mio ultimo segno di bellezza rasandomi i capelli, sono stata ricompensata: 11 giorni di isolamento.

Cara mamma, non piangere per queste parole. Il primo giorno in cui alla stazione di polizia un agente vecchia zitella mi ha schiaffeggiato per le mie unghie, ho capito che la bellezza non è per quest’epoca. La bellezza di un corpo, dei pensieri, dei desideri, degli occhi, della bella scrittura e la bellezza di una voce. 
Cara mamma, i miei ideali sono cambiati e non è colpa tua. Le mie parole sono eterne e le affido a qualcuno così quando verrò impiccata da sola, senza di te, saranno date a te. Ti lascio queste parole scritte come eredità.

Comunque, prima della mia morte, vorrei qualcosa da te. Qualcosa che mi devi dare con tutte le tue forze. In realtà è l’unica cosa che voglio da questo mondo, da questo Paese e anche da te. Lo so che hai bisogno di tempo per questa cosa, ti prego non piangere e ascolta. Voglio che tu vada in tribunale e dica a tutti la mia richiesta. Non posso scrivere questa lettera dalla prigione perché il capo non l’approverebbe mai, soffrirai ancora per me. È una cosa per cui potrai anche implorare, anche se ti ho sempre detto di non implorare per la mia salvezza.

Mia dolce madre, l’unica che mi è cara più della vita, non voglio marcire sottoterra. Non voglio che i miei occhi o il mio giovane cuore diventino polvere. Prega perché venga disposto che non appena sarò stata impiccata il mio cuore, i miei reni, i miei occhi, le mie ossa e qualunque cosa possa essere trapiantata venga data a qualcuno che ne ha bisogno, come un dono. Non voglio che il mio destinatario conosca il mio nome, o che mi compri un mazzo di fiori o che preghi per me. Dal profondo del mio cuore ti dico che non voglio una tomba su cui tu puoi piangere. Non voglio che tu ti vesta di nero, fai il possibile per dimenticare questi giorni difficili. Dammi al vento che mi porti via.

Il mondo non ci ama, non ha voluto che si compisse il mio destino. Mi arrendo a esso e accetto la morte. Di fronte al tribunale di Dio accuserò gli ispettori, accuserò i giudici della Corte Suprema che mi hanno picchiato e minacciato. Accuserò Dr. Farvandi, Qassem Shabani e tutti quelli che per colpa della loro ignoranza o delle loro bugie mi hanno messo in questa posizione e ucciso i miei diritti oscurando che a volte quello che sembra verità non lo è. Cara mamma dal cuore tenero, nell’altro mondo saremo io e te gli accusatori e gli altri gli accusati. Vedremo cosa vuole Dio. Vorrei abbracciarti fino alla morte. 


Ti amo, 
Reyhaneh»


(1) la legge del taglione in Iran, ndr