Consueto appuntamento settimanale con la politica di casa nostra. Noto con dispiacere che da noi i politici sono "per sempre" mentre all'estero preferisconofarsi da parte per far posto alle nuove generazioni. Parliamo del sempreverde - a parole ma non nei fatti - Berlusconi, che intende ricandidarsi per affossare ancora un po' la destra. Allora il titolo appropriato a questo post potrebbe essere "Spostati Silvio". Vai via, lascia un pizzico di autodeterminazione a questo paese martoriato dai tuoi errori e di quelli che sono venuti prima e dopo. Lascia a noi la scelta di capire quale potrebbe essere la strada corretta, lo capiremo prima o poi, anche senza la balia. Troppo comodo adesso dichiarare che le scelte di Renzi (che non sceglie) erano le vostre, quando eri tu li come mai non hai attuato quelle riforme? Lo sport della dietrologia in Italia non muore mai, come la mamma degli imbecilli.
Adieu Silvio!
Berlusconi ha annunciato per primavera il “rilancio”
di Forza Italia mentre molti segni danno per possibile un riavvicinamento almeno
elettorale dei diversi partiti del centro-destra, unico modo per opporsi allo
strapotere di Matteo Renzi, che peraltro afferma concetti sempre più vicini al centro
o addirittura al centro-destra che non alla sinistra. Credo però che per riproporre nel centro-destra una
alleanza seria, organica, potenzialmente capace di tornare a vincere, si deve
passare però attraverso 2 strettoie: il ritiro di Berlusconi dalla politica
attiva e un sistema elettorale che torni a premiare la qualità degli eletti,
come dovrebbe essere un obbligo programmatico per chi sta a destra e
tendenzialmente crede nella qualità, nella selezione e nel valore del singolo.
Resti un Berlusconi “presidente onorario” e certo non
sbeffeggiato, che continui a essere parlamentare “a vita” se gli servisse per essere tutelato dai colpi di coda dei giudici, ma che non sia più “dominus” di
una situazione politica che con lui in campo – anzi, addirittura capitano della
squadra – rende le cose molto più complicate. Giusto o
sbagliato che sia e piaccia oppure no, per la stragrande maggioranza degli
italiani – anche a destra - Silvio Berlusconi non è più credibile, è diventato
un formidabile tappo al rinnovamento, al rilancio, al far apparire all’orizzonte
della anti-sinistra persone nuove che proprio del Cavaliere (ex) ne possano e
sappiano continuare l’impegno.
Coraggio, Presidente! Abbia la forza di un passo
indietro ben sapendo che è difficile, duro e forse anche ingiusto, ma questo suo
ritiro è necessario. Lo legga come un suo sacrificio per l’Italia che dice di
amare e poter così riproporre una parte politica che frantumata e divisa non va
da nessuna parte ma che con lei ancora alla testa è purtroppo condannata a
perdere, soprattutto perché dimostra di non sapersi rinnovare. Perché non si comincia a chiedere e a sostenere questo
aspetto a tutti i livelli, perché si tace quando questo concetto è invece condiviso
dalla stragrande maggioranza degli italiani? Sembra che nessuno abbia il
coraggio di vedere che “Il re è nudo”, però quando quel bambino della fiaba
cominciò a dirlo, tutti se ne accorsero e condivisero!
E qui scatta il secondo blocco: il sistema elettorale
presente (e futuro, se non si cambia) che premierà solo gli yesman a destra
come a sinistra e questo è profondamente sbagliato perché fermerebbe l’Italia con
la sua definitiva condanna alla serie B. In questo senso l’accordo
Renzi-Berlusconi è pericoloso per tutti, una stretta mortale al rinnovamento e
che a oggi premierebbe tra l’altro solo e soltanto Matteo Renzi che ha capito da
tempo le debolezze di Silvio e intelligentemente lo seduce salvo poi proporre disegni non graditi all'esimio quanto decaduto partner virtuale. Spostati Silvio, lascia libero il campo, lascia che siano le generazioni future a gestire il paese, quelle passate ormai hanno perso la grinta e lo smalto e incamerato fortune gigantesche in conti svizzeri e caraibici. Ordunque, lascia che altri riempiano i loro forzieri di idee non gi à quattrini, quelli ormai te li sei fregati tutti tu e la tua cricca dalle tasche degli italiani.
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