Immagina:
vivi in Lombardia e vedi alla TV un servizio dal vivo, in diretta, di un
catastrofico incendio in Toscana. Tua moglie e tuo figlio si trovano lì,
trascorrono le vacanze in un agriturismo perso nelle campagne del grossetano
(la cronaca di questi giorni aiuta la fantasia)!
Provi a
telefonare, ma le linee sono intasate, le chiamate non arrivano a destinazione.
Cosa si può fare?
Contatti
la Croce Rossa Italiana, provi a visitare il sito web per cercare un numero di
telefono, un’informazione, quell’informazione che ti tranquillizzi. Trovi il
numero, chiami, al telefono risponde una voce assonnata, si fa ripetere più
volte la storia, sei nervoso, ansioso, non ottieni risposte da ore e quell’astioso
funzionario sta solo facendoti perdere del tempo. Per la terza volta ti richiede
di fornire informazioni specifiche come il nome della vittima e l'indirizzo o
numero di telefono. Vittima? Quale vittima? Ancora non sai se sono stati
coinvolti nel colossale incendio, e questo idiota ti parla di vittime? Sbatti
la cornetta con violenza e chiami i Carabinieri, la Guardia di Finanza (che non
conosce la situazione), la Guardia Forestale “si sappiamo qualcosa ma è nel
grossetano, noi siamo in Sardegna... riprovi con la Toscana” Come fai a
chiamare la Toscana se il numero è unico per tutta Italia? Alla fine realizzi
che forse i Vigili del Fuoco ne sanno di più... Chiami e nemmeno loro ma, la voce
dall’altro capo del filo è un padre come te, capisce la tua angoscia, la paura.
“Aspetti” ti dice “faccio una prova, vediamo...”
E
dall’altra parte ti rispondono i Vigili del Fuoco di Grosseto, professionali e sereni pur nel caos che un incendio di quelle dimensioni può generare.
“Stia tranquillo, non ci sono vittime e i nomi che mi ha dato non risultano” ti
senti scoppiare, vorresti abbracciarlo, senti il cuore che va a mille “Mi dia
il suo numero di telefono, non si potrebbe ma a volte facciamo un eccezione...”
A volte i miracoli avvengono, e quando senti tuo figlio al telefono “Papà’” la
tensione lascia spazio alla commozione e piangi a dirotto, sono salvi, sono
salvi!
E se sei tu
la possibile vittima e devi lasciare la tua casa? Come puoi far sapere a tutti
di star bene? Sei uscito di fretta, non ha potuto chiamare, informare nessuno, le
linee telefoniche erano intasate. Fuori gente spaventata come te. Sali con altri sui pulmann che ti portano lontano da casa tua,
nella concitazione perdi il telefono, non sai dove ti trovi, perdi la
cognizione del tempo e nessuno ti aiuta...
Quando
pensi di impazzire e arguisci che questa volta l’infarto ti prende ecco una
voce “Signore la posso aiutare?” Ti volti, c’è un giovane, distinto serio,
tranquillo, ti porge un cellulare e tutto
assume contorni nitidi e decisi.
Vorresti
abbracciarlo, ti sorride, sembra un angelo. “Sto bene, sono vivo, sono in
salvo...”
Questo in
Italia, pensate se fosse successo di là dell’oceano.
Siete nel
vostro appartamento al ciquantesimo piano di un grattacielo a New York, moglie
e figlio sono in vacanza nel Vermont, alla TV parlano di un grandioso incendio,
proprio lì, adesso. Panico, che faccio?
Niente
panico, andate sul sito web della Croce Rossa americana, e iscrivete nella
lista delle possibili vittime il nome dei vostri cari, a stretto giro di posta
verrebbe da dire, in Italia siamo ancora legati alla posta come gli americani
al pony express solo che per loro è un vecchio e caro ricordo, per noi una
dolorosa attualità, un pop-up ti dice che nella lista delle vittime non ci sono
i loro nomi.
Un link vi
spiega come ottenere assistenza, un altro vi invita a lasciare il messaggio "contattare
i familiari". Fornire le stesse informazioni specifiche che il poco
solerte funzionario italiano cercava di conoscere con modi irritanti, vi sembrerà
quasi normale, siete orgogliosi di lasciare i loro nomi, l'indirizzo, il numero
di telefono. Loro si sono registrati, lo sai, le regole son fatte per essere
rispettate, riceverai presto un loro messaggio e nel frattempo loro riceveranno
il tuo.
In minuti,
non ore o giorni, minuti!
Non
aspetterai ore di angoscia ma minuti di serenità, la chiamata arriva presto, “Siamo
in salvo, ci vediamo a casa, che paura papà....”
Questo è
come dovrebbe funzionare. La Croce Rossa dovrebbe aiutare le famiglie sfollate
a comunicare dalla zona del disastro con i propri cari al di fuori dell'area.
Le vittime sono obbligate a registrarsi, si registrano selezionando e
pubblicando messaggi standard per la famiglia e gli amici che indicano che sono
al sicuro e in un rifugio, albergo, o un altra casa, e si metteranno presto in
contatto, non appena possibile.
Questa si
chiama organizzazione, da noi assume un nome diverso, angosciante, che
spaventa, da noi si chiama “Arte del sapersi arrangiare”. Meno male che ogni
tanto incontriamo un angelo e le tensioni si allentano. Possiamo vivere così
noi?
Tutti
dalla Croce Rossa Italiana ai Vigili del Fuoco, dai Carabinieri alla Polizia
passando per la Guardia Forestale, la Guardia di Finanza e le Guardie Carcerarie
(mettiamoci anche loro) dovrebbero sapere quanto sia importante il contatto
famiglia durante un'emergenza, sia per le vittime che per i loro cari. Purtroppo
in Italia La Croce Rossa non serve più per queste emergenze, ha assunto più un
ruolo rappresentativo, istituzionale, di circostanza lasciando il compito del
soccorso ad altre forze che nulla possono nei confronti del cittadino inerme
in confronto con quelle della natura. Dovrebbero saperlo, conoscere queste
emergenze e fronteggiarle con professionalità e invece....
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