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2012/11/26

Apparenze e realtà


Ho scritto un testo su un noto forum, non mi concentrerò sul forum, si trattava solo di un mezzo per affermare un mio punto di vista, evidenziare un pensiero assillante, eppure volevo essere breve, volevo riassumere alcuni concetti, confrontarli, sentirli miei e allo stesso tempo negarne la paternità, serviva a dare un significato ai questi pensieri, a quello che osservo e che leggo, agli attaggiamenti della gente virtuale che mi circonda, forte dell’essere invisibile e quindi temeraria.


Nulla è come sembra, nulla è come appare perché nulla è reale? La realtà è soggettiva, e pertanto nulla è come appare (come sembra) perché siamo noi a dare l'interpretazione alla nostra realtà che cambierà da soggetto a soggetto! Se nulla è reale e se tutto appare diverso a ognuno, a questo punto nulla appare allo stesso modo a tutti!. Se la realtà non esiste, ogni cosa, ogni singola cosa è soggettiva, e qui si spiegano i diversi ragionamenti da persona a persona, le opinioni che non collimano, e le infinite discussioni per avere ragione.

È allora tutta una questione di apparenza, a qualcuno puo' sembrare semplicemente apparenza, a qualcuno  e spero tanti, contenuti.
I contenuti del sito principale in primo luogo e di del forum forum in seconda fase.
Che messaggio sublimale scaturisce da questo sito?
Che vuole significare?
Gli Italiani? popolo di santi, poeti e navigatori, o meglio: popolo di eroi, di santi, di poeti, di artisti, di navigatori, di colonizzatori, di trasmigratori.
Gli italiani che viaggiano, gli italiani che emigrano e quelli che tornano, gli italiani che sognano di partire ma che non partono mai, gli italiani che vorrebbero e non possono e quelli che possono ma non vogliono.

Siamo tutti italiani, figli dello stesso virtuale uomo preistorico che ha preso possesso dello stivale italico dichiarandolo proprio, da lui, virtualmente, siamo arrivati noi.
E noi, in barba alla sua conquista quest'Italia vogliamo lasciarla perchè ormai stiamo male, ce la sentiamo stretta, non più a misura d'uomo, che dico? non più a misura d'italiano.
E quando partiamo e colonizziamo, diventiamo imprenditori di successo, professionisti, c'inventiamo mestieri che nemmeno sognavamo potessero esistere, diventiamo gente che conta a cui nessuno puo' dir nulla, tanto di cappello signori, sono italiani.

E poi che succede, si va su un forum e tutti a pianger miseria, a parlare di umiltà di lavoro nero, di lavoro dignitoso.
Il successo non è più per noi ma se altri ne dispongono è motivo d'invidia, non un modello da seguire ma un cattivo esempio da additare.

Ma siete proprio sicuri che debba essere davvero cosi'?


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