Quale amore dovrebbe essere se fosse?
Troppo facile parlare d'amore. Tutti pensano che l'amore possa risolvere i problemi di questo mondo dove molti, ma non tutti, soffrono, in particolar modo gli italiani che, a leggere le loro storie sui vari social forums, stanno già con l'acqua alla gola, annaspando come disperati alla ricerca di una soluzione, qualsiasi essa sia, per restare a galla, per sopravvivere, e si attaccano anche all'amore per trovare lo stimolo giusto che permette di sopravvivere.
No, non parlo di quell'amore di forma opportunistica, io appoggio te e tu appoggi me e stiamo a galla in questo mare di molle e maleodorante liquido fecale che viene sparso teoricamente a grandi mani dai nostri indefessi politici ma che, in effetti deriva da noi stessi, da quello che abbiamo seminato negli anni passati e adesso tragicomicamente arrivato al pettine come un nodo.
La cicala canta l'estate e la formica lavora per cui l'inverno la formica gode e la cicala muore? No signori miei, stiamo parlando di differenti specie d'insetti, la cicala è destinata a una breve e intensa vita, orientata a tramandare la specie di musicali consaguinei che rallegrano il sottobosco. La formica invece tiene famiglia, molto numerosa, è amore, ma anche dedizione, quel sentimento che le permette di seguire giorno dopo giorno gli stessi passi, le stesse azioni per portare cibo alla comunità affinché tutti sopravvivano in armonia e senza calpestarsi i piedi l'un l'altro.
E non ditemi che la formica, poverina, è una schiava della regina perchè potrebbe tranquillamente sgusciar via quando meno se lo aspettano per fare che poi non si sa, ma l'importante è l'amore, per se stessi in quel caso.
No, non parlo di questo amore, parlo invece di quello sublime, superiore, sopra ogni cosa per il quale gioisce l'anima e non solo quella. Quell'amore che ci permette di affrontare le prove più difficili e dure che la vita ci riserva prendendola, non dico sul ridere, ma almeno senza metterci a piangere e versare lacrime a scrosci che pare l'Arno nella piena del ‘65.
L'amore a tratti, fermi e decisi, l'amore a linea continua ma con qualche interruzione, per prendere fiato, l'amore che lega indissolubilmente un padre, non già una madre che d'amore ci deve vivere per forza, col proprio figlio.
Che un atto d'amore dice che il figlio è di tale padre e per quello che l'ama salvo poi verificare il dna e scoprire che non è ma.... Ma benvenga l'amore che passa sopra ogni cosa, anche sopra un paio di elicoidali filamenti che dicono tutto e non dicono niente.
Che poi amore diceva qualcuno che deve essere per sempre. E come fai a definire che è per sempre? Si comincia e non si sa quando finisce se finisce o forse si pensa che sia iniziata quella storia d’amore da perderci la testa per poi scoprire che era un calesse come un film del caro Nuti che col calesse è pure andato fuori di testa?
Il mio amore, vorrei dire, l’amore come lo intendo io deve essere casto e puro, suvvia, virtualmente, l’amore non si intende sempre quello fra un uomo e una donna, è amore come detto prima quello del padre col figliuolo ma anche del figliuolo col gatto cane o ranocchio, magari corrisposto a metà, magari solo frainteso ma c’è dedizione e comprensione e questo deve riempire i cuori e pensare che finché c’è amore esiste anche la speranza che tutto possa migliorare.
Amore è dedizione, amore è anche arrendersi all'evidenza dei fatti, delle situazioni, della consapevolezza che tutto possa cambiare, in meglio o in peggio non è dato saperlo, in una forma che a noi è congeniale in un modo che si possa convivere con esso e arrivare a apprezzarlo, non bollire di rabbia e fastidio ma gioirne. L’amore è quello che avviene dopo l’irruzione casuale e sconvolgente nella nostra vita di un individuo, di un oggetto, di un pensiero reale o virtuale, l'espressione di un concetto filosofico una casualità assoluta di un incontro fra due entità che si tramuta in un aspetto di un destino inatteso.
Io amo perchè sono vivo o amo per non morire. Non fraintendetemi, io amo, d'accordo.
E se amassi un calesse, torniamo a questo calesse di nutiana memoria, potrei esser giudicato pazzo? Per quale inverecondo motivo dovrei amare un calesse che non corrisponde se non con le sensazioni che io provo per lui, il calesse? Allora non è amore ma reciproco interesse a convivere (ditemi poi come si fa) con un calesse che non parla, non ride, non piange e meno male, non mangia neppure.
Io amo il mondo, la vita, la famiglia e i figli, il mio lavoro e i sogni, i desideri inconfessabili e quelli che confesso, amo l'aria che respiro anche se mi avvelena giorno dopo giorno, amo l'acqua e la terra, amo il fumo dell'arrosto, amo il tuono e la tempesta, la pioggia e la neve e non odio nessuno.
E' dunque amore?
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