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2017/04/05

Vergogna!



E così per San Pietroburgo le luci sono rimaste spente. Le luci del Colosseo. Le luci della Porta di Brandeburgo. Le luci della Torre Eiffel. E tutte quelle luci che sempre illuminano e hanno illuminato i simboli delle Capitali d’Europa per i motivi più diversi: tutte spente. 

Niente luci per San Pietroburgo. Come se non ci importasse. Come se non ci riguardasse. Come se non fosse Europa. Come se quel sangue nella metropolitana non fosse anche il nostro sangue. 

Sangue del tutto uguale a quello di Londra, di Parigi, di Bruxelles, di Madrid, di Nizza, di Berlino. Nessuna solidarietà è scattata per i poveri morti di San Pietroburgo. Nessuno li ha pianti. 

Pochi secondi di televisione, ma nessun approfondimento. Nessun talk-show, nessun dibattito. Quasi un senso di fastidio per quell’attentato, per le immagini di quella carrozza della metropolitana squarciata, per quei corpi distesi sul marciapiede della stazione, per quei volti di cittadini sanguinanti e terrorizzati. 

Nessuna luce per San Pietroburgo. E, in compenso, tante ombre. Tante ipotesi. Una delle più gettonate ha addirittura adombrato una diretta, possibile responsabilità di Vladimir Putin. Ombre gettate lì. Ipotesi costruite a tavolino. E ancora ombre. Il blogger in galera. Le manifestazioni contro il presidente russo. 

La repressione della polizia. 
Il vulnus alla democrazia. 

E silenzio sul consenso ben oltre il 75 per cento di cui Putin gode in Patria. Che vergogna quelle luci spente. Si può solidarizzare con tutto e per tutto; lo si può persino fare per la mitica e intoccabile comunità LGTB (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) che ha avuto l’onore delle luci del mondo, ma non lo si può fare per i morti di San Pietroburgo. 

Come se quel sangue fosse un fastidio da rimuovere, quasi non fosse mai esistito. È così questa Europa infingarda, guidata da vigliacchi e ubriaconi, s’è girata dall’altra parte. Ipocrita come non mai. Costretta a registrare l’attentato, l’ha subito archiviato. 

Perciò, nessuna solidarietà per i morti di San Pietroburgo. 

E luci spente.

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