A quale prezzo? |
Viene da chiedersi se in quella località non esista un sindaco, un responsabile della polizia urbana, una ASL, un ufficio provinciale del lavoro, un comando dei carabinieri o dei NAS, una questura, dei controlli. Arrivano tranquille le telecamere dove le autorità locali non vedono, non sentono, non sanno. Strano – però - visto che da noi i controlli invece sono quasi fanatici, meticolosi, pronti a sanzionare la più piccola irregolarità: perché queste palesi differenze nell’applicare la legge?
Non solo: in Toscana, a Prato, nessuno controlla centinaia di aziende cinesi irregolari e che notoriamente operano “in nero” semplicemente perché i funzionari addetti al controllo sono stati pesantemente minacciati durante le ispezioni, nessuno li ha difesi e così adesso tutti si rifiutano di andarci. Anche qui, perchè - prima di affrontare i massimi sistemi - non si risolvono concretamente questi e tanti altri esempi di MANCANZA DI EQUITA’ E LEGALITA’? Perché neppure si dimostra la volontà di applicarla in modo corretto? Questi sono argomenti che potrebbero essere materia da sottolineare e da denunciare a tutela degli imprenditori seri non solo del Nord con potenziali ed evidenti consensi.
E per restare in argomento perché non trattare anche quello che succede in tv?
Lo sappiamo tutto che sono tempi duri, durissimi, evidentemente non per tutti. Lo scazzo con Brunetta di domenica scorsa ha fatto scoprire a molti teleutenti che Fazio per le sue apparizioni a “Tempo che fa” prenderà dalla RAI nel prossimo triennio “solo” 5,4 MILIONI di euro e – previdente – si è già fatto rinnovare il contratto in anticipo visto che l’attuale scadrebbe solo a giugno 2014. La politica costa e che Fazio faccia politica in TV non si discute visto il taglio che spudoratamente dà alle sue trasmissioni oltre a guadagnare a titolo personale l’equivalente di più di 10 parlamentari oltre che poi recuperare anche tramite le società che “producono” i programmi.
Non è il solo: per aggiudicarsi il comico Maurizio Crozza la RAI – che ha un bilancio già in rosso - sarebbe pronta a spendere 25 milioni (cinquantamiliardi delle vecchie lire, svalutate finché volete ma sempre tante), altro che tagli. Non capisco perché se ci devono essere dei tetti alla spesa pubblica, allo stipendio di manager e dirigenti pubblici (limiti giustissimi) poi si nascondano e si permetta di sforare in modo così plateale i limiti e il buongusto per veri o presunti “big” che altrettanto platealmente buttano in politica (ovviamente tutta a sinistra) le loro trasmissioni senza che nessuno alzi un dito a protestare.
Dormono il centro-destra, i garanti, la commissione di vigilanza. Ma Fazio, Littizzetto e compagni sono coccolati perché utili alla sinistra e ringraziano adottando una tattica ormai collaudata. Non solo hanno infatti il controllo e il monopolio di quasi tutti i talk-show, ma il taglio stesso alle interviste, la scelta degli ospiti, il metodo di usare latte e miele quando ad essere intervistato è un “sinistro” e continuamente interrompere se c’è un avversario permettono così alla sinistra di dribblare ogni “par condicio” e (sempre a spese del servizio pubblico!) farsi pubblicità elettorale a breve e a medio termine dipingendo per simpatico od antipatico o addirittura come cretino qualsiasi interlocutore.
Non capisco perché il centro-destra non si accorga che anche così sta perdendo (come sempre) la “guerra delle parole” . D'altronde proprio il centro-destra ha le sue responsabilità: per 20 anni ha potuto dire la sua sulla gestione RAI, ma oltre che a sistemare attricette, di quella presenza “politica” che cosa è rimasto a livello di informazione? Il datato “Porta a Porta” e poi nessun equilibrio visto che Rai 3 è infeudata a sinistra da sempre e anche le due altre reti RAI si inchinano a quella parte. Comunque un comico c’è ed andrebbe mandato in onda: è il direttore generale della RAI, Gubitosi, che giudica quella di Fazio una informazione “trasparente, seria e di altissima qualità”.
Balle, direttore, Fazio è di nome e di fatto semplicemente fazioso e non si dovrebbe avere l’impudenza di dire “che porta introiti e pubblicità” perché questo può valere per Mediaset che non costa un centesimo al telespettatore, ma non per la RAI che dovrebbe essere imparziale visto che fa pagare un canone a tutti i telespettatori, compresi quelli che vorrebbero disdettarlo ma non possono farlo per legge (altro sopruso) e sono schifati da questa scorretta conduzione di quello che viene venduto per “servizio pubblico”.