Non è mia abitudine commentare fatti politici su questo blog, la prima ragione era che volevo separare la politica dai fatti di questo mondo, la seconda per non cadere nelle ripetizioni a catena che si osservano ormai tutti i giorni sul web oppure si ascoltano per strada, al bar, sul luogo di lavoro, al supermercato. Insomma un tormentone.
Questa volta mi soffermo sul casus belli di Silvio Berlusconi e della nuova Forza Italia.
Un amico (che saluto) mi ha inviato il videomessaggio di Berlusconi affinchè lo guardassi. Confesso che non era nelle mie intenzioni, anzi gioivo del fatto che dove abito e lavoro non si ricevono (per scelta) i canali italiani. Chiamato a guardarlo e a produrre un commento, sono stato costretto a modificare il mio iniziale pensiero. Ho quindi visto e rivisto il videomessaggio di Berlusconi per coglierne le sfumature. Non mi è piaciuto e trovo necessarie due premesse prima di esprimere sommessamente le mie critiche.
La prima è che mi sono convinto che Berlusconi abbia ragione quando sostiene che contro di lui e le sue aziende- e a prescindere da fatti specifici, su alcuni dei quali è probabilmente colpevole – da ormai quasi 20 anni sia in atto da anni una forte pressione della Magistratura per farlo condannare ed allontanarlo dalla politica. Ci provarono invano già nel 1994, hanno insistito con migliaia di perquisizioni, intercettazioni, provvedimenti, processi, calendari giudiziari su misura ecc.ecc. come mai si era visto a carico di un cittadino e con un modo di gestire cause e processi ben diverso da quello applicato (o purtroppo non applicato) a milioni di altri casi. Una giustizia che diventa politica non è uguale per tutti.
La seconda premessa è che la sua decadenza da senatore è solo una questione di volontà “politica” perché la giustizia, il buon senso e la prudenza avrebbero voluto che il caso fosse prima almeno sottoposto alla Corte Costituzionale essendo illegittimo applicare una pena ad un condannato – chiunque esso sia - se questa pena non è prevista al momento del presunto reato, ma stabilita successivamente. Lo hanno ripetuto innumerevoli giudici ed esperti forensi, era un modo onorevole per far decantare la situazione e non compromettere il governo, ma il voto della giunta del Senato sarebbe appunto “politico”e così sarà, dove tutti obbediranno alle proprie necessità e interessi di bandiera, così come avverrà in aula.
Non prendiamoci allora in giro con altre chiacchiere: l’attacco a Berlusconi è l’unico collante di una sinistra che è a pezzi perfino più del centro-destra. Si doveva condannarlo per toglierselo dai piedi, lo si è fatto e lo si farà. Stop.
Detto questo, sono convinto che Berlusconi abbia intorno a sé una corte di gente che pensa innanzitutto ai propri interessi e quando consiglia evidentemente lo consiglia male: la prova è proprio che mercoledì Berlusconi ha fatto un logoro intervento TV, ripetendo tante volte gli stessi concetti ma senza mai “graffiare” né “bucare il video”, anzi. Soprattutto non ha dato dettagli chiari alla gente con cifre e numeri che sono essenziali per far capire l’entità degli attacchi subiti e per spiegare la campagna giudiziaria che gli si è scatenata contro, ripetendo solo parole replicate mille volte. Mi è apparso statico, gonfio, poco credibile, noioso.
Sembrava proprio quel discorso, in altri tempi, in un'altra repubblica, del Presidente ormai emerito e pure deceduto Oscar Luigi Scalfaro, quel famoso "Io non ci sto!" che è divenuto proverbiale come “risposta” a cinque giorni dall’arresto di Riccardo Malpica, l’ex potente direttore dei servizi segreti del Sisde. Arresto che era avvenuto nell’ambito di una storia di fondi neri e clientelismi. Malpica disse che Scalfaro negli anni in cui era stato ministro dell’Interno (dal 1983 al 1987) aveva percepito cento milioni di lire al mese dai fondi riservati del servizio segreto civile. Scalfaro in quel discorso parlò di “gioco al massacro” e denunciò come quelle accuse fossero una “rappresaglia” della classe politica travolta da Tangentopoli.
L’errore di fondo di Berlusconi, come Scalfaro, è che, sottolineando la sua innocenza, avrebbe dovuto annunciare le proprie dimissioni nell’interesse del paese. “La legge è ingiusta, sono innocente e indignato, ma accetto i termini della sentenza sapendo che gli italiani capiranno il sopruso politico perpetrato ai miei danni, come tanti cittadini che ingiustamente soffrono per questa malagiustizia italiana”. Pensateci: avrebbe spiazzato gli avversari che lo massacreranno comunque in aula tra 10 giorni, con o senza il voto segreto.
Dopo aver annunciato comunque il proseguimento del suo impegno politico anche fuori dal Senato il Cavaliere avrebbe potuto dimostrare agli avversari di essere una spanna sopra di loro: malconsigliato, invece, Berlusconi ha perso una grande occasione di dare una sberla in faccia ai suoi detrattori. Ci vuole sempre coraggio ad uscire a testa alta e al tempo giusto. Il Cavaliere poteva farlo ma non ha osato, subirà comunque lo stesso risultato tra poche settimane e non avrà in mano un formidabile argomento elettorale e personale da lasciare ai posteri. (Parentesi leggera: quanti di noi sanno di Socrate? Pochi, ma tutti ricordiamo l’episodio della cicuta che lo ha reso immortale, e per Berlusconi qui non c’era di mezzo neppure il veleno, solo le dimissioni…)
Altro aspetto che mi ha lasciato perplesso quello dell’annuncio della rinascita di Forza Italia. Qui non pretendo di avere ragione, anche perché ciascuno ha un proprio passato ed io sono orgoglioso del mio, ma non si fa nascere un partito per videomessaggio.
Cavaliere, mi permetta dirle che non si scioglie di fatto un partito senza un congresso, una assemblea, un dibattito, senza convocare i dirigenti, gli eletti, i responsabili ai vari livelli anche per almeno formalmente ascoltare il loro pensiero. Chiedere e sottolineare queste cose non è “il vecchio modo di fare politica” ma semplicemente chiedere un minimo di democrazia interna perché non è logico calare tutto dall’alto, con un “padre-padrone” che decide (o peggio ancora fa decidere) per tutti senza regole.
Ma non capisce Berlusconi che il “cerchio magico” che gli si stringe non disinteressatamente intorno – e lo si è visto con il video – gli fa fare anche puntualmente brutta figura? Ma non si accorge il Cavaliere che è sempre più isolato dalla gente “vera” tra squali, corvi, falchi, colombe e pitonesse? Uno zoo, sembrerebbe, ma fatto tutto di gente non eletta ma “nominata”?
Non bastava… Ho visto le foto e il video della nuova sede nazionale di Forza Italia a Roma: marmi e stucchi, locali prestigiosi tra arazzi e mosaici in S.Lorenzo in Lucina dove – leggo – gli uffici dei dirigenti più sono vicini al “Capo” e più sottolineano la forza ed il potere di chi ci sta (magari anche solo qualche volta, perché in Via dell’Umiltà gli uffici direzionali del PDL poi spesso erano desolatamente vuoti).
Perdonatemi, sono io forse fuori dal tempo, ma credo che - soprattutto in questo momento - gli italiani siano contro tutte le sedi con specchi, statue e dorature, esaltazione di tanta forma e poca sostanza.
Sono forse fuori tempo, per me la politica era quella delle idee, dei dibattiti e delle persone libere, una politica che era soprattutto impegno, militanza, sacrifici, dove non contavano solo i soldi e l’autoincensamento al Capo supremo. Una politica che vuol dire stare in mezzo alle persone, agli elettori, ascoltarli e se possibile aiutarli non con gli slogan ma condividendo i problemi.
Perché in Italia non ci sono solo i problemi di Berlusconi ma quelli quotidiani di una comunità in difficoltà. Non sono cose così lontane, basterebbe lavorarci sempre per farle vivere e funzionare. Anche le sedi, come i politici, devono sempre avere una “anima” dentro o sono e suonano come campane stonate, e di campane così purtroppo ne sentiamo suonare tante, a tutti i livelli.
Parte male quindi questa “Forza Italia” che 20 anni dopo ripropone lo stesso clichè del ‘94 e per lo meno dimostra poco rispetto per chi nel PDL era giunto dopo aver avuto storie diverse e di cui comunque va fiero.
Bisognerebbe allora discutere seriamente di queste cose, ma mentre a sinistra si sfasciano tra le liti, a destra non è previsto neppure una qualsiasi forma di dibattito interno. In queste condizioni come possono attrarre l’interesse degli italiani e soprattutto dei giovani che certo non possono essere interessati solo con le vicende pubbliche e private di Berlusconi?
Credo che per molti sia giunta l’ora di una profonda riflessione.