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2020/02/18

Non è un complotto?


"Siete voi giornalisti che volete darmi un ruolo in questa storia, io sono soltanto l'avvocato di Pjotr Pavlenskij". Nel grande appartamento a due passi da Saint-Germain-des-Près, il giovane avvocato Juan Branco ci guarda di sbieco, ha il torcicollo. "Un falso movimento", spiega. Volto d'angelo, e modi feroci, almeno quando si tratta di attaccare Emmanuel Macron. Non stupisce che il legale trentenne si ritrovi nell'intrigo che ha sconvolto la politica francese, con il primo caso di revenge porn scagliato contro il candidato macronista Benjamin Griveaux. 

Il suo Crepuscule, pamphlet contro il presidente dai toni complottisti e rivoluzionari, ha venduto 130mila copie. E il ragazzo borghese nato a Malaga, figlio di un noto produttore di cinema, diplomato nelle migliori scuole, è diventato il nemico dell'élite parigina alla quale appartiene. Tra Branco e Griveaux c'è una lunga storia di astio. Un capitolo al vetriolo dell'avvocato di Pavlenskij, che in passato ha fatto parte del team legale di Julian Assange, è dedicato all'ormai ex candidato sindaco di Parigi. "Per me è uno dei simboli peggiori della decadenza della République", ripete. 

Branco ricorda con un sorriso quando, un anno fa, ha accompagnato un gruppo di gilet gialli che hanno sfondato con un carrello elevatore il portone del ministero occupato da Griveaux. Il macronista è dovuto fuggire scortato da un'uscita laterale. "È stato un momento bellissimo", aggiunge Branco. 

Ora che il suo cliente ha fatto cadere Griveaux, trascinato nel fango della Rete con la pubblicazione dei video in cui si masturba, è soddisfatto? "Come cittadino sì, sono contento", dice. "Non posso esprimermi di più, ho il dovere di proteggere Pjotr". Sono in molti a pensare che l'artista russo e la sua compagna, la studentessa Alexandra de Taddeo, non siano altro che esecutori di un piano orchestrato da altri. "Non è così", ripete l'avvocato consultato più volte nelle ultime settimane dalla coppia. "Mi avevano parlato di una clamorosa azione, pensavo a una performance nello stile di quelle già fatte di Pavlenskij". 

L'artista russo che si è cucito la bocca e inchiodato lo scroto sulla Piazza Rossa aveva deciso di cambiare registro. Andando a colpire le elezioni nella capitale previste tra meno di un mese. L'oppositore politico del regime di Putin, che ha ottenuto asilo politico in Francia, si è messo a usare dossier compromettenti per distruggere politici francesi. Strano, no? "Ma quale complotto russo, sono sciocchezze", risponde Branco. "Pavlenskij non è manipolato". Ieri si è scoperto che è stata Taddeo ad adescare Griveaux sui social. Perché ha conservato quei video hard? "Ma non era una trappola", prosegue l'avvocato che fa capire che ci sono altri materiali osé raccolti dalla ragazza nella primavera 2018 quando era in corso la relazione con Griveaux. 

Branco racconta di aver conosciuto Pavlenskij e Taddeo due mesi fa, durante una conferenza alla Sorbona. È lei, che ha frequentato la facoltà di Giurisprudenza, ad aver invitato l'autore di Crepuscule. "Mi ha contattato su Facebook, si è presentata come la compagna di Pavlenskij", spiega a proposito della giovane di 29 anni che parla russo e ha dedicato la sua tesi al ruolo di Mosca nell'Artico. Lo strano trio comincia a frequentarsi. Branco invita la coppia al Capodanno nella casa della sua ragazza sopra al Café Flore. La festa termina in rissa, alcuni ospiti sono feriti con un coltello da Pavlenskij che si dilegua. "Era stato aggredito e si è difeso", dice. 

Secondo la versione di Branco, la coppia gli mostra i video di Griveaux 10 giorni fa. E lui si limita ad avvertirli dei rischi penali. "Ma Pjotr era molto determinato, non voleva nascondersi. Avevo l'impressione di avere davanti a me Julian", spiega facendo allusione al fondatore di Wikileaks. Da quando Pavlenskij è in stato di fermo, l'avvocato non ha potuto ancora incontrarlo. La procura si è opposta alla sua nomina ma Branco ha fatto ricorso. "È un fatto inedito e gravissimo". Anche se non indossa più il gilet giallo come l'anno scorso, continua a sognare la rivoluzione. 




2020/02/10

Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza


«Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza.»
(Lucio Anneo Seneca - "Lettere a Lucillo")

L’epidemia causata dal Coronavirus di nuova generazione, dopo aver scatenato una psicosi che ha pochi precedenti, ha raggiunto, ormai, un nuovo livello: quello politico. Scambi di stoccate, alcune eleganti altre più dirette. 

Particolarmente ferma la posizione del direttore dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha sottolineato come all’interno del tentativo di fermare la diffusione del virus non ci sia bisogno di misure che “interferiscano senza necessità con i viaggi internazionali e il commercio”, dichiarazione rilasciata ai più importanti organi di comunicazione mondiali. 

Il conteggio delle vittime ha superato i 900 (con oltre 2000 persone guarite e una prima stima di mortalità al 2 per cento), concentrate sempre nella provincia di Hubei. Gli sforzi del governo cinese per arrestare la malattia proseguono e acquistano un tono particolarmente forte le proteste del ministro degli esteri Hua Chunying, che ha accusato gli Stati Uniti, nazione nella quale i contagi sono 11, di aver, anziché aiutato la Cina e nonostante le dichiarazioni pubbliche del presidente Donald Trump, “incessantemente fabbricato e diffuso il panico, imposto restrizioni eccessive contrarie alle raccomandazioni dell’OMS“. 

C'è da aggiungere che anche all'Italia sono state mosse accuse similari, il che disorienta perché al momento l'attenzione dovrebbe essere focalizzata sulle misure da prendere per evitare una pandemia e non su questioni meramente politiche. Ogni paese difende, come è giusto, i propri confini. 

Già all’inizio della crisi, gli analisti avevano identificato il rischio che la malattia potesse servire da pretesto per scontri politici ed economici fra le due superpotenze, e attribuito proprio a questo timore, unito a quello di una perdita di popolarità, l’azione molto rapida, se paragonata al precedente episodio della Sars, del governo cinese. nCov 2019, si è detto, ha una mortalità stimata attualmente fra il 2 e il 2,5 per cento; inferiore a quella della Sars e della Mers, che sono della stessa famiglia. 

Quali sono, nel mondo, i virus più letali? 
Tralasciando i virus purtroppo e tristemente ben noti "Ebola" comprese le variazioni del nome (che ha una mortalità fra il 70 e il 90 per cento e che ha mietuto oltre 11mila vittime in Africa), il Marburg (mortalità fino all’80 per cento) e il Dengue (fino al 20 per cento se non trattato), esistono altri nemici che sono in grado di colpire in modo molto più letale di quanto ha fatto finora il Coronavirus e di uccidere senza pietà. 

Alcuni di essi sono stati messi all’angolo e sconfitti solo grazie ai vaccini; e, se dovessimo smettere di utilizzarli, vincerebbero, come vinceva un tempo il vaiolo (33 per cento di mortalità), dal quale ora la vaccinazione ci protegge.

La rabbia, portata dagli animali (potenzialmente anche quelli domestici) e tenuta alla larga dalle nostre case dai vaccini, colpisce il cervello e il sistema nervoso, gradualmente ma inesorabilmente. Il principale veicolo della rabbia sono i cani, e ha una mortalità del 100 per cento dei casi non trattati. Le morti, ogni anno, in tutto il mondo, sono 55mila;

l’HIV e quindi l’AIDS, che non è affatto scomparso, arriva dalle scimmie ed è un’assassino senza scrupoli. Il numero stimato di persone morte a causa dell’HIV dalla sua scoperta, negli anni Ottanta, è di 36 milioni di persone (770mila nel solo 2018). La mortalità è circa del 33 per cento;

l’HPS o Hantavirus, una sindrome polmonare, anch’essa proveniente da animali selvatici come il Coronavirus, ha colpito negli Stati Uniti fra i primi anni Novanta e il Duemila circa 600 persone, con una mortalità del 36 per cento. Casi precedenti si erano verificati negli anni Cinquanta, fra le truppe americane in Corea, con una mortalità del 12 per cento. La malattia viene trasmessa attraverso le feci dei topi;

il Rotavirus, che viene ora aggredito grazie alla diffusione dei vaccini, proviene dalle feci umane e uccide attraverso diarrea e disidratazione. È responsabile della morte di 440mila bambini sotto ai cinque anni, ogni anno;

l’influenza. Uccide, ogni anno, mediamente 500mila persone. La mortalità dell’influenza è variabile, perché cambia ogni anno; nella storia la peggior epidemia d’influenza è, come si sa, la Spagnola del 1918, che complici le condizioni successive alla Prima Guerra Mondiale dopo aver contagiato il 40 per cento della popolazione mondiale uccise 50 milioni di persone.

Secondo i virologi, una possibilità di una nuova pandemia da influenza simile alla Spagnola è possibile ogni anno, anno dopo anno: l’unica possibile protezione, non totale, è lo sviluppo immediato del vaccino.

La Speranza
La speranza è come una piccola rosa sbocciata tra i sassi, ma illuminata da un sole radioso. Speriamo che tutto finisca e ricominci la vita.

2020/02/06

Il capitalismo non è più borghese!

La doppia faccia del Capitalismo


Vi toglieranno tutto. Anche l’anima!
Il capitalismo non è più borghese, col quale ciascuno poteva trattare. Fino agli Anni Novanta lo guardavi in faccia, sapevi con chi avevi a che fare. Era un capitalismo umano e tutti potevano ambire, attraverso il lavoro, a detenere le leve del capitale urbano (il cosiddetto ceto-medio).

Oggi il capitale è cosmopolita, senza volto. Non è più possibile trattare con chi lo detiene soprattutto per due motivi: 1) viaggia troppo velocemente ed è sovranazionale, quindi dei tuoi diritti non gliene frega nulla perché sono di ostacolo al contenimento dei prezzi, quindi alla competitività del servizio o del prodotto all’interno di un sistema globalizzato; 2) la deindustrializzazione (avvenuta per fare gli interessi stranieri) ha reso l’Italia un Paese di servizi, cioè con preminenza del settore terziario su quello industriale e agricolo. La maggior parte dei servizi sono ormai nelle mani di grosse multinazionali (capitalismo apolide e transnazionale) con le quali il capitalismo borghese – ammesso che esista ancora – non può più competere, quindi è evidente che i tuoi diritti fondamentali cedano il passo alle ambizioni di profitto senza freni.

A coadiuvare questo sistema le folli regole di bilancio della Ue (che costringono gli Stati a consegnare al capitale apolide i servizi che loro non possono più garantire a causa dei vincoli di bilancio) e il regime dei cambi fissi (l’euro), che scarica il peso della competitività su lavoro, salari e diritti. In tutto questo, la politica avrebbe dovuto fare da diga contro il dilagare degli indicibili scopi del capitale sovranazionale, soprattutto per tutelare i diritti fondamentali come lavoro, salari e salute. E invece ha abdicato, rendendosi la migliore alleata del capitale e il peggior nemico del popolo.

Ovviamente di tutto ciò non avete capito nulla, o peggio ancora vi rifiutate di capire, e continuate a strillare contro l’inesistente e aleatorio pericolo fascista oppure contro gli inconsistenti fantasmi del razzismo, puntando il dito – e la rabbia – verso questioni superflue o problemi del tutto secondari.

Mentre perdete il vostro tempo ad abbaiare contro il sovranismo (che del resto è una dottrina politica di pace per il ripristino della preminenza degli Stati nazionali sulle antidemocratiche strutture sovranazionali), il capitale transnazionale vi divorerà la dignità.

Vi toglieranno tutto. Anche l’anima.
Di Giuseppe Palma per https://scenarieconomici.it/