<bgsound loop='infinite' src='https://soundcloud.com/sergio-balacco/misty'></bgsound>

pagine

2014/04/09

Serenissimi amici miei...


Si vedrà alla fine se la poderosa inchiesta che ha visto impegnati per mesi forze dell’ordine e  magistrati e che portato in carcere qualche decina di “serenissimi veneti” sia una bufala o una cosa seria, certo che pensare di conquistare il Veneto con un trattore taroccato da carro armato trasportato (come?) in Piazza San Marco sembra più impresa da “Amici Miei” che da sovversivi.

Se poi le “prove” sono intercettazioni telefoniche in cui si dice “ci vorrebbe la dinamite” aiuto aiuto perché ogni giorno le patrie galere scoppierebbero di gente che sostiene “Ah, ci vorrebbe di nuovo Lui!” (Mussolini, non Berlusconi…) tutti pericolosi e potenziali golpisti. Forse sarebbe meglio preoccuparsi un po’ di più dei MOTIVI per cui la gente è esasperata, al nord come al sud. Anche perché in Val di Susa le bombe le mettono davvero, Roma in un anno è stata due volte teatro di violenze, incendi e distruzioni ma i Magistrati hanno prontamente messo fuori tutti: non è che una volta di più si usino due pesi e due misure? 

Volevano emulare le gesta del commando di otto persone che il 9 maggio del 1997 occupò Piazza San Marco a Venezia con un carro armato artigianale. Di più: questa volta volevano coinvolgere centinaia di persone, armi in mano, per una azione popolare e sovversiva nella famosa piazza lagunare. Avevano predisposto tutto: anche un trattore trasformato in un mezzo corazzato e dotato di un cannoncino da 12 millimetri.

Avevano invece abbandonato il progetto di fare degli attentati ai tralicci, mentre progettavano di colpire sedi di Equitalia, la "bestia nera" della protesta anti-fisco veneta e non solo. Ma prima che l'azione diventasse concreta sono arrivati i Ros dei Carabinieri che hanno arrestato tutti. Così è stato fermato il piano dei Serenissimi, gruppo che da sempre professa la secessione del Veneto. E infatti tra gli arrestati ci sono proprio due dei condannati per terrorismo che provarono l'assalto a San Marco, Luigi Faccia e Flavio Contin. "Velleitari ma pericolosi", ha sintetizzato il comandante del Ros, generale Mario Parente.

Tra gli arrestati anche il fondatore della Liga Veneta, l'ex parlamentare Franco Rocchetta, secessionista della prima ora e fortemente critico con l'eccessiva morbidezza della Lega Nord. Rocchetta era appena tornato sulle cronache per aver promosso il referendum dell'indipendenza del Veneto.


Ma l'associazione sgominata dai carabinieri dei Ros non era composta soltanto da veneti: oltre al gruppo dei Serenissimi e Veneto Stato, gli appartenenti di Brescia Patria e del movimento indipendentista sardo Disubbidientzia. Insieme erano pronti a inscenare non una azione simbolica come nel 1997, visto che i coinvolti nell'operazione avrebbero anche radunato armi leggere e progettavano una vera e propria azione militare "con resistenza armata" non soltanto a Venezia ma anche a Brescia e in altre città con l'obiettivo di dichiarare l'indipendenza e "innescare un processo insurrezionale più alto".


2014/04/06

E questa è musica....


La musica è la collaborazione tra la mente e il cuore, fra pensiero e sentimento, in altri termini, il linguaggio dell’anima, la sua espressione più vera, reale, quel segno di vita ordinata e lo strumento per realizzare inconsciamente l’armonia dell’anima, un raro connubio di una sequenza di suoni percepita come gradevole o armonico. Gli stessi concetti che ritroviamo quando si parla dell'amicizia. L’amicizia è un sentimento profondo che unisce e cresce giorno per giorno. L'amicizia è il collante della vita, senza amici non si vive, senza poter comunicare le nostre passioni, emozioni, affanni e angosce ma anche felicità, serenità, voglia di vivere si muore dentro. Ma non è di morte che voglio disquisire, bensi di vita, di musica e di amici.

Oggi voglio parlarvi di una storia dei tempi moderni, anzi due storie incredibili. Parliamo dunque di musica e di amicizia e di musica che diventa amicizia e di un'amicizia che suona una melodia e tutto si fonde in un unico pensiero anche se sono due storie diverse e lontane, diversi uomini e diverse donne e...

Quando è l'amicizia che ti spinge a comportarti in una data maniera ecco che reagisci, ti sorprendi, ti guardi allo specchio chiedendo a te stesso: è amore? Ma non può essere amore, lo sai, non voglio cadere nel banale, sorprendermi a pensare come un vecchio bacchettone di mia conoscenza che ammetteva solo l’amore fra persone di sessi diversi, diversi dal suo, e non considerava affatto quello fra persone dello stesso sesso. Incoerente solo per lui eppure così reale e attuale. No, stiamo parlando di un amore di amicizia e non di amore. 

Che poi la nostra lingua imperfetta non riesce a fornire un significato appropriato e non discerne sull’amore in quanto tale e l’amore amichevole. Nella lingua italica l’amore è amore per tutto, dall’auto al pesce rosso, dalla donna o l’uomo della tua vita al ferro da stiro. Si può amare il ferro da stiro? Sinceramente non so, ho letto di questo ma da lì a dire che si divida con lui tutti i momenti belli della propria vita dubito fortemente che ciò sia possibile.

E si può amare una chitarra? Ecco, il mio amico Andrea ama la sua chitarra, è un amore vero anche viscerale, essa è lo strumento della sua musica, l’interprete dell’anima, di quello che sente di voler dire e donare a chi lo ascolta ma… per quanto amichevole la sua chitarra non sarà li a consigliare come superare il mal di pancia o le pene d’amore. E non sarà li a consolarlo quando proverà le angosce da padre che attende il ritorno del figlio a casa dopo una nottata in discoteca. O forse si, ma solo come strumento di espressione del suo essere artista, il braccio musicale delle pene e desideri, il partner silenzioso che sa solo dare e ricevere in silenzio le angosce e nulla più. 

E si può amare quell’amico che si perde in una cattiva strada senza accorgersi che presto non ci saranno vie d’uscita? Ho conosciuto una persona che ama, con un sentimento di amicizia profonda e viscerale, a tal punto da soffrire per lei. E questa è quella seconda storia di cui parlavo all’inizio. Abbiamo un uomo, e una donna, e un terzo uomo che divide la vita con la donna. E sbagliate a pensare al triangolo perfetto o imperfetto. Perché signori questo è si amore ma non quello che pensate voi. Potrebbe essere amore come un fratello e una sorella, invece si tratta proprio di amicizia così profonda da poter essere scambiata per amore, quello che noi chiamiamo perfetto ma che perfetto non è, siamo tutti perfetti e imperfetti e in questo modo compensiamo a vicenda le nostre mancanze con la pretesa di vivere dignitosamente ma nell’allegria.

Eccola qui questa amica e questo amore imperfetto che poi si tratta di amicizia e di preoccupazioni e di affetto per cercare di evitare il peggio. 

Pensaci bene a quello che fai Luca.

E se ti scopri a rispondere che non di amore si tratta, non di quello che doni a una sola persona nella tua vita che non siano i tuoi genitori e parenti, fratelli e sorelle, figli ecco che inconsciamente poni quel sentimento profondo in un angolo del tuo cuore, tecnicamente parlando sarebbe da dire del cervello... Oops quella componente razionale da ingegnere di me interviene per dare una spiegazione logica, logica non è ma sembra, dovrebbe ma non c'è  eppure...

Non è amore, l'amicizia è tutto nella vita, come la musica. Si può amare la musica, farsi trasportare ascoltandola, volare nella mente e immaginarsi in luoghi serenamente incantevoli accompagnati dalle note aggraziate di quella musica che vi trasporta e convince e affascina. Non è tutta uguale, potremmo dire la musica che emoziona è solo quella che noi vogliamo e nella vita solo quello che desideriamo ha un effetto sul nostro comportamento, come l'amicizia. Parafrasando la musica è come l'amicizia. Non tutti gli individui sono in amicizia e non tutta la musica ci emoziona. 
Personalmente non ho alcuna vibrazione mentale ascoltando il punk rock o pun metallica o altre e distorte forme di espressione musicale che sono tutto fuorché espressione dell’anima anche se so già qualcuno mi darà del sorpassato per esser gentili e quindi mi fermo qui e preciso: la musica che intendo io deve essere armoniosa, come quella che emana dalle corde della chitarra sapientemente pizzicato e accarezzate dall’amico Andrea di cui parlavo prima. 

E se scopri di sentirti solo nell’immensità di questo mondo, se ti trovi tra la gente nuovamente solo, se vorresti sentire la voce del richiamo, del perdono per ricevere affetto, per accogliere la stranezza del tuo essere imperfetto. Ti guardi attorno e scopri in fondo che l’essere soli è un fattore comune in questo mondo. Il vero senso della vita è vincere la vita stessa e percorrerla insieme a un compagno d'avventura che ti sappia trasmettere quelle emozioni che ti fanno sentir vivo. Un amico è vita è musica è appagamento...

Com’è strana la vita! Quando pensi che niente e nessuno potrà mai sconvolgere il tuo animo e far vibrare il tuo cuore, ecco che ti regala persone uniche e sensazioni stupende, costringendoti a rimetterti in gioco! Per questo, anche indipendentemente dalle teorie che fin dall’antichità si costruirono per interpretare il fenomeno musica, deve essere ricordato che nella Grecia, così come per i popoli orientali e per tutti i popoli primitivi, la musica costituisce un momento fondamentale dell’educazione; nella formazione integrale dell’uomo, secondo Platone, l’educazione comprende la ginnastica per lo sviluppo del corpo e la musica per l’anima.

Possiamo definirla anche un’espressione d’arte trascendente; infatti, per circa cinquemila anni (dai sumeri all’anno mille circa) la musica ha sempre avuto, prevalentemente, la funzione di collegare l’uomo a Dio, ha avuto una funzione fondamentalmente religiosa; addirittura nell’antica Grecia la melodia era considerata il risultato del legame che si creava con la divinità. La musica dunque come linguaggio universale aggregante. E chi meglio della musica può dare un significato a una amicizia? E' la musica il motore dell'amicizia e l'amicizia fra gli individui, senza dimenticare gli esseri viventi, diventa musica per le mie orecchie tanto da dedicare un pensiero.

Si evince da tutto questo che la musica è un linguaggio universale, il collante per una realtà che consente di comunicare, di gettare ponti verso gli altri e, insieme, di esprimere se stessi, i diversi sentimenti e momenti della propria vita e della propria anima. Un linguaggio senza tempo, senza territori, né confini, è la voce di tutta l’umanità, di qualsiasi tempo e luogo. In un mondo, poi, in cui sono diventate universali parole che esprimono valori negativi come: guerra, odio, vendetta, razzismo e persecuzione, non solo il linguaggio prettamente musicale, che sicuramente viaggia più velocemente e arriva prima all’animo delle persone, ma le stesse parole utilizzate nella musica ci possono aiutare a comunicare valori positivi che devono ispirare le nostre azioni quotidiane. 

La parola accordo, per esempio, per augurare un mondo in cui tutti i popoli, anche nel rispetto delle loro diversità di cultura, usanze e religione, possano essere uniti da obiettivi e valori comuni, andare cioè d’amore e d’accordo come le note quando, suonate simultaneamente, creano piacevoli melodie. Sarebbe ancora opportuno prendere in prestito dal mondo musicale anche la parola armonia che deriva dal termine greco “harmonia” e significa unione. Come nella musica esiste l’armonia di suoni così nel mondo sentiamo il bisogno di una armonia di pensiero e di azioni, di un’armonia dei fatti con le parole, dell’armonia di sentimenti e opinioni per permettere a tutti di vivere in pace. Infine, come i musicisti di una grande orchestra, che anche con strumenti diversi suonano armonicamente la stessa musica, tutti gli uomini dovrebbero vivere ed agire concordi per un mondo migliore.

Qualcuno di cui ho perso il nome, tempo fa scrisse che l'amicizia è come la musica: due corde parimenti intonate vibreranno insieme anche se ne toccate una sola. L'amicizia è musica, la musica dell'anima, la senti solo tu. La musica è amicizia è coesione, partecipazione, complicità, condivisione di emozioni e di dolori, di pensieri, di stati d'animo, di passioni. 

E questa è musica....


Si, lo so, e' sfuocata! Ma e' giusto cosi'.
Chi deve, si rivede in questa immagine,
e chi non sa, immagina. E anche questa è musica...




2014/03/30

Lira o Dollaro? Proposta oscena



Quando si inizia un discorso affrontando la convenienza dell'Italia a rimanere nella moneta unica, ecco che l'opinione pubblica si divide. Da una parte si collocano gli europeisti convinti e, dall'altra, quelli che vorrebbero uscire anzitempo per non andare a fondo con l'euro non appena avra' inizio il decadimento monetario. 

Diciamocelo francamente, l'Europa in questo momento resta in piedi solo perche' la Germania, membro forte dell'unione insieme a pochi altri, detiene buona parte dei debiti di tutti i paesi in crisi. E' quindi questo il motivo della mia proposta oscena.

Perche'? Sappiamo che in Europa solo la Germania ha saputo sfruttare la crisi a proprio vantaggio, non gia' la crisi mondiale che pure ha colpito anche loro, ma quella degli altri paesi europei, primo fra tutti il nostro. Viene quindi considerata come l’unico membro dell’Unione Europea realmente in salute. Anche alcuni parametri macroeconomici sembrerebbero suggerire che sia cosi'. Hanno un bilancio in attivo, che gia' da solo é una evenienza rara, ancora meno in tempi di crisi e, almeno secondo quanto dichiarano, la disoccupazione è a bassissimi livelli, inoltre è stata la prima a uscire dalla recessione.

Sappiamo però, qui in Europa come negli Stati Uniti, che la Germania ha barato. La sua crescita, il suo benessere, la sua efficace risposta alla crisi sarebbero frutto di comportamenti scorretti, antieuropeisti. Il tutto a discapito dei paesi dell’Europa del Sud. In breve, si accusa la Germania di aver puntato troppo sulle esportazioni verso i paesi europei, sostanziando in questo modo una sorta di ri-allocazione delle risorse poco funzionale ai principi di omogeneità cui l’Unione Europea si rifà. Un’altra conseguenza nefasta dell’eccesso di export sarebbe, poi, l’esportazione della deflazione in tutta Europa, con tutte le implicazioni pericolosissime del caso (è una tragedia in caso di recessione).

Alcuni, poi, rivelano che in verità il benessere della Germania è qualcosa di finto, non reale, basato sull’eccellenza dei parametri e non sull’economia reale. A tal proposito molti citano alcuni dati che interessano l’economia tedesca a un livello più concreto. Il salario dei tedeschi, ad esempio, non è aumentato rispetto al 1999; per il 40% dei lavoratori, in verità, è addirittura diminuito. La crescita del Pil, inoltre, considerata nella sua performance di lungo periodo, è stata scarsa: negli ultimi 14 anni, la Germania è cresciuta mediamente meno della media europea.


Allora ecco qui la mia proposta oscena, possiamo dire, per uscire dall'euro e entrare nel grande mercato del dollaro statunitense.
Che ne pensate?


Per quale motivo il $ e no la beneamata Lira?
Innanzitutto dovrebbe essere una soluzione transitoria, adottare il dollaro USA invece della Lira nell'immediato significherebbe non sottoporre la nostra economia agli scossoni della rivalutazione della Lira, fisiologici, come avvenuto quando siamo entrati nell'euro.
Scossoni perche' sara' pur sempre vero, dato che l'euro era una nuova moneta, come potrebbe essere la nuova Lira. Adottando il dollaro adesso ci porremo anche in una situazione di vantaggio rispetto al passato quando la moneta americana valeva molto di piu' rispetto alla vecchia Lira. In seguito, aggiustando i conti e i parametri valutari potremmo pensare di traghettare l'economia su una nuova Lira inizialmente legata alla moneta americana e successivamente sciogliere gli ormeggi e navigare da soli.

2014/03/29

Italia, peggio di così....




Dopo una missione durata oltre 10 anni, 43 caduti sul campo (53 quelli comunque collegati alla missione), molte centinaia di milioni di euro spesi in campo militare e civile l’Italia si appresta a lasciare l’Afghanistan. Il risultato militare è nullo: formalmente si passano le consegne al nuovo esercito afgano, ma c’è da temere che in poco tempo esso sarà incapace di tutelare anche il poco territorio dove esercita una specie di superficiale sovranità. Le lungimiranti e positive realizzazioni civili italiane (tra le quali 83 scuole, 47 strutture sanitarie, 2 ospedali) saranno devolute alla Cooperazione internazionale che in qualche modo le porterà avanti, sperando per il meglio. 

Il quesito di fondo è: “Ma ne valeva la pena?” A parte il peso dei caduti (tragedie, ma pur relativamente pochi in rapporto all’ecatombe americana e inglese) c’è stata una missione ultradecennale che non ha risolto nulla, non ha fatto crescere l’Afghanistan in modo moderno ma anzi spesso ricondotto indietro un paese dove la democrazia, il ruolo delle donne, il diritto e la legge sono concetti che restano radicalmente diversi dai nostri. Finimmo nel calderone afghano dopo l’attacco dell’11 settembre a New York perché l’America doveva dare “una lezione al terrorismo”: non pare che i successi abbiano minimamente compensato i costi e se è vero che i nostri militari si sono comportati bene, con impegno e onore e che sono stati accettati molto meglio dalle popolazioni locali rispetto a altri contingenti internazionali è il fronte “politico” a piangere perché l’Italia non sembra nemmeno meritare un “grazie” da parte degli alleati. Stiamo in Afghanistan (il rientro è previsto per fine anno), abbiamo migliaia di uomini e donne impiegati in Libano e su tanti altri fronti “caldi” dello scacchiere mondiale, spendiamo ogni anno cifre imponenti per questa presenza, ma l’Italia conta meno di zero. 

A livello europeo nessuno tiene conto di questi costi che pur penalizzano il bilancio dello stato, sul fronte della pirateria (dove pure abbiamo tuttora diverse navi a presidio dell’Oceano Indiano) la vicenda dei “Marò” la dice tutta sulla solidarietà internazionale verso l’Italia. Almeno sul piano di un riconoscimento politico si ipotizzava che l’ex ministro degli esteri Franco Frattini potesse diventare il nuovo segretario generale della NATO invece proprio questa settimana è stato nominato l’ex premier norvegese. Ma allora perché l’Italia deve continuare a impegnarsi e a pagare in termini economici e di vite umane? 

Poi arriva Obama e tutti a genuflettersi, con il Presidente USA che - visitando il Colosseo - è stato capace solo di dire: “Però, è più grande di uno stadio di baseball!” In quella frase c’è tutta l’ignoranza di oltre oceano, ma europei e italiani ormai certe sensazioni non le capiscono (e non le “sentono”) più: pensiamoci, anche (o soprattutto) per questo siamo in crisi!

Giustissimo il tentativo del governo di mettere un tetto agli stipendi dei supermanager di stato e a quei burocrati dalle non sempre certe capacità che hanno fatto il loro nido nelle società para-pubbliche, di solito autoreferenziali di sé stessi. Se però “tetto” deve esserci allora sia per tutti. Perché invece – per esempio - un artista o un presentatore TV della RAI (di fatto una azienda di stato) può guadagnare fino a 20 volte il Presidente della Repubblica? Se Mediaset (società privata e quotata in borsa) riesce a essere in utile con ottimi programmi e considerando che è per di più un servizio gratis per l’utente, come mai invece la Rai perde soldi pur imponendo il pagamento del canone? Se anche in RAI si tagliassero i super-stipendi forse molti protestando se ne verrebbero via ma - dopo poco tempo - ci sarebbe un normale riequilibrio di mercato e i “big” (o presunti tali) tornerebbero a cuccia con la coda bassa. Certo che se quegli stessi presentatori o dirigenti sono invece mantenuti per fare la ruota a certi politici (guarda caso, quasi sempre di sinistra) ecco spiegato perché non si vuole cambiare mai niente.

Sono sempre stato favorevole all’abolizione delle province anche se il costo è circa l’1% della spesa pubblica (le regioni costano 40 volte tanto ma chissà perché nonostante gli scandali seriamente non le vuole riformare o tagliare nessuno) soprattutto per la grande confusione che gira intorno a questa vicenda, diventata tutto uno spot dalla poca sostanza. Ben vengano le “aree metropolitane” perché tutti capiscono che Sesto San Giovanni, Monza e Milano sono un’unica conurbazione urbana (ma allora ci dovrebbe essere anche un solo comune) ma mi dite cosa c’entra Torino “area metropolitana” in cui è inserita anche il Sestriere o il Parco del Gran Paradiso? Il problema – e lo ripeto da anni – andava affrontato al contrario: PRIMA stabilire cosa devono fare le province e solo DOPO stabilire la loro area ottimale sulla base delle loro competenze. La scelta più saggia era di raggrupparle ma tenerle in vita per le aree periferiche dove non ci sono comuni grandi e le città sono lontane perché oggi le province servono per la manutenzione delle strade, lo sgombero della neve, le scuole secondarie, l’ambiente, caccia, pesca, la formazione professionale ecc. ovvero materie che non è logico vengano gestite da lontano ma sul territorio. 

Macchè, demagogia assoluta e risparmi pari a zero, anzi nuovi costi se i dipendenti (auguri!) passeranno con inquadramento regionale. Nessuno comunque che abbia pensato anche ai servizi, quelli che in qualche modo dovrebbero essere garantiti ai cittadini – per ora - il nulla assoluto, come purtroppo volevasi dimostrare. 


Veloce come il vento: Michael Schumacher



No, non è morto, non ancora. Ma è come se lo fosse.

Ridotto ormai a meno di 60kg Michael Schumacher sembra l'ombra di quel grandissimo pilota che è stato. Le speranze che possa risvegliarsi sono ormai ridotte a una percentuale inferiore allo zero virgola moltissimi zeri e un solitario uno. Prepariamoci al peggio, prepariamoci a considerarlo perso per sempre anche se, tutti sperano, non morirà presto. 


Quanto durerà il coma? Nessuno può dirlo con precisione, potrebbe non svegliarsi mai, e noi dimenticarci di lui.


Questo mio articolo serve a ricordare, a tutti, chi era Michael Schumacher quando calcava le piste di tutto il mondo guidando bolidi da leggenda e anche chi è ora.


Spesso se ne vanno cosi', per motivi banali, senza nemmeno salutare.
E' successo a molti campioni dello sport, imbarazzati da quell'immobilismo che diventa la vita una volta smessi i panni dello sportivo, specialmente se lo "sport" praticato significava provare l'ebbrezza della velocità, una scarica di adrenalina costante nelle vene. Chi non l'ha provato non può capire.

Ma Michael Schumacher non se n'è andato, si trova ancora all'ospedale di Grenoble e sebbene i medici che hanno in cura il sette volte campione del mondo di Formula 1 abbiano già detto che esistono pochissime possibilità di risveglio, la moglie avrebbe deciso di riportare Michael nella loro villa di Nyon, sul lago di Ginevra. Nelle prossime settimane verrà approntata una struttura dotata dei più sofisticati macchinari ospedalieri così che Michael possa essere assistito come fosse in ospedale. 


Non più fra la vita e la morte ma in uno stato che non è vita e nemmeno morte. E' ancora fra noi. Non può parlare, ringraziare i tifosi, quelli che sempre gli hanno voluto bene. Non lo può fare ora e nessuno sa quando potrà, ma lui c'è sempre, dorme. 


Piloti di Formula 1, superbike o altre discipline motoristiche, rischiano la vita in ogni gara, poi quando smettono i panni da pilota, rimangono spesso invischiati in attività al limite dell'impossibile per continuare a voler dimostrare di essere ancora superuomini, e l'incidente è dietro l'angolo. Qualcuno potrà obiettare che sciare non rientra fra le discipline sportive a rischio specialmente se praticata con amici fuori dalle competizioni. Verissimo, ma non dimentichiamo, non esiste un vero limite di sicurezza quando si praticano discipline sportive, anche se non si cerca il limite, potrebbe accadere di tutto e non esserne consapevoli. 

Graham Hill è l'esempio lampante ma i casi funesti non mancano. 
Si dirà che non è il destino del pilota, salvare la pelle in pista e morire altrove, morire con onore, sappiamo che è maledettamente normale. La gente, tutti quelli che non spendono la vita al volante di una formula 1, muore in banali circostanze ogni giorno senza, per questo, che si gridi all'eccezionalità, al destino beffardo. Succede, come a tutti prima o poi. A Michael Schumacher stava per succedere molto prima di quando uno se l'aspettasse anche se poi, potrebbe non risvegliarsi mai.

"Vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo. Siate affamati, siate folli.  Nessuno vuole morire. Neanche chi vuole andare in paradiso vuole morire per arrivarci. E nonostante tutto, la morte è la destinazione che condividiamo. Nessuno vi è mai sfuggito. E così dovrebbe essere perché la Morte è probabilmente l'unica, migliore invenzione della Vita. E' l'agente di cambiamento della Vita. Elimina il vecchio per far spazio al nuovo." 

Tutti i grandi campioni restano a lungo nel cuore della gente, è successo con Jim Clark, con Gilles Villeneuve, con Juan Manuel Fangio, chi sostituirà Michael Schumacher? Si dirà che lui rimarra' sempre li, nel profondo del cuore di ognuno degli appassionati, di chi l'aveva amato e apprezzato, magari anche odiato e invidiato. L'unico, perfetto. Eppure, la gente deve avere un cuore grande così, almeno i tifosi di formula 1 perché oltre al grande Schumacher quel cuore riserva uno spazio a un altro grande, quel Gilles Villeneuve che, pur non avendo mai vinto un titolo mondiale, è rimasto nel cuore di molti e sopravvive tuttora. Sarà dunque Schumacher capace di scalzare Gilles Villeneuve? Non credo, a ognuno i propri estimatori, per ognuno un tempo, dei ricordi e una leggenda, la leggenda degli uomini veloci come il vento.

Chi è Michael Schumacher?


Come l'Avaro di Moliere, così Michael Schumacher ha vissuto dentro a una maschera: quella dell'Antipatico. Perché ai tempi della sua militanza in Ferrari non ne voleva sapere di parlare italiano, perché rifiutava di concedere al pubblico la sua vita privata, perché sapeva di essere considerato il più bravo, il più ricco, il più ambizioso. Anche per questo era un personaggio. Capace però anche di momenti di tristezza infinita, di lacrime e di pianto e davanti a tutti senza nascondersi. In realtà Michael Schumacher, primo campione del mondo targato Ferrari dopo 21 anni, antipatico non era. Era timido, e come tutti i timidi spesso aggrediva, oppure taceva, non rispondeva, oppure rispondeva ma in modo scostante. Era quello che correva a trecento all’ora rasentando i cordoli e guidando con una perfezione da orologio svizzero, era quello che aveva sognato la Ferrari per tutta la vita e quando era riuscito a entrare in paradiso s'era accorto che forse non era quello che si aspettava. Era quello che la cura Ferrari aveva faticosamente smussato il carattere chiuso senza scheggiarlo più di tanto, regalandogli in dote un italiano comprensibile ma simpaticamente impreciso, che il micidiale accento da Sturmtruppen, di cui lui era dolorosamente consapevole, gli impediva di parlare in pubblico, riservandone una dose omeopatica per gli auguri di Natale o durante la festa di fine anno con quelli della Ferrari. 

Considerato da moltissimi il miglior pilota di Formula 1 di sempre, detiene imbattuto il record assoluto di mondiali vinti e di vittorie nei gran premi, davanti a nomi illustri quali Alain Prost, Ayrton Senna, Niki Lauda, Manuel Fangio. Michael nacque a Huerth-Hermuelheim, vicino a Kerpen (Colonia), il 3 gennaio del 1969, figlio di Rolf e Elisabeth Schumacher, lui ancora in vita, lei deceduta nel 2010. Lui ex piccolo artigiano che fabbricava camini in pietra, lei casalinga. Poveri (allora) e con i due figli, Michael e Ralf, destinati ad un futuro sostanzialmente anonimo, forse da contabile, forse da giardiniere. Oppure, come è più probabile, da meccanico. Senonché il signor Rolf cessa l'attività dei camini e accetta un nuovo impiego nuovo: il 'factotum' in un kartodromo vicino a Kerpen, dal giardiniere al meccanico a quant'altro. È la svolta della famiglia Schumacher, anche se ancora nessuno lo sa. 

Perché nel giro di pochi mesi di quel kartodromo il padre rileva la gestione, e anche la signora Elisabeth smette i panni della casalinga per occuparsi della mensa. E all'età di 4 anni il piccolo Michael si siede per la prima volta su un kart. A 8 ne avrà uno personalissimo. Glielo costruì letteralmente il padre, dopo aver notato che quel bimbo aveva per i motori una passione fuori dal comune. La scoperta - narra la leggenda, riferita da Schumacher a alcuni amici e da questi bisbigliata di bocca in bocca con la forza del "mi raccomando non dirlo in giro" - avvenne mentre passeggiavano una domenica ai margini di un lago: il bimbo notò nell'acqua uno scooter. Era sul fondo. Chiese al padre. "Me lo prendi?". "Sei matto?". "No, dai, lo voglio". Insomma, quello strano bambino tanto fece e strillò che il padre si procurò una corda e pescò dal lago lo scooter miracoloso. Una volta a casa, poi, ne prese il motore, lo aggiustò di tutto punto e ci costruì sopra un veicolo su misura per il figlio. Una specie di kart, raccontano, sul quale Michael provò per la prima volta l'ebbrezza della velocità. Fu la rivelazione.

Schumi cominciò così a gareggiare (e vincere). Vinceva pur non avendo un marco in tasca. Pur di esserci, al termine di ogni corsa andava di nascosto a visionare le gomme gettate via dai suoi concorrenti, sceglieva quelle migliori e se le montava sul kart per la gara successiva. 

Dicono che sia nato lì il suo talento sull'acqua. A 14 anni Michael comincia a disputare gare karting ufficiali, a 15 è campione di Germania jr, a 16 è campione del mondo jr. Nell'88 è campione di Germania in formula Konig, nell'89 passa in formula 3000, nel '90 - per la Sauber-Mercedes - è campione d'Europa anche in quella categoria. E ha solo 21 anni. 


Da allora è un crescendo: approda in formula 1 nel 1991, con la Jordan. Succede a Spa, che dalla tedesca Kerpen dista pochi chilometri. E succede e per caso: il pilota ufficiale della scuderia inglese, Bertrand Gachot, la notte prima della gara si fa arrestare per ubriachezza. Preso in contropiede Eddy Jordan ingaggia lui. Per un gran premio solo. Ma l'allora team manager Benetton, Flavio Briatore, vede subito in quel ragazzo il cavallo di razza e dal GP successivo lo prende in scuderia al posto del brasiliano Moreno. In sole 4 gare Schumi riuscirà a andare a punti 3 volte, arrivando quinto a Monza, e sesto all'Estoril e a Melbourne. L'anno dopo, nel '92, vincerà il suo primo GP (sempre a Spa) e nel 1994 raccoglierà l'eredità di Senna vincendo il titolo. Per due stagioni consecutive.

«Non è un uomo - diranno i critici - è un computer. Freddo, in pista e fuori. Un martello». È stato per questo che la Ferrari lo ha voluto (e pagato, dai 40 mld annui di allora fino ai 100 di fine carriera, 50 milioni di euro). Per vincere su una rossa. Ci ha messo 5 anni, alternando prestazioni da manuale a errori clamorosi. Ma i titoli sono arrivati, «Indubbiamente è un ragazzo dal carattere un pò esuberante» ebbe modo di commentare Gianni Agnelli dopo che a Spa nel '98 Schumi andò a tamponare Coulthard nel tentativo di doppiarlo. «Però - aggiunse l'Avvocato - è il più bravo».

È proprio questa immagine di pilota freddo, così manager di se stesso (con suo fratello è arrivato addirittura ad aprirsi a Kerpen una mostra permanente dedicata agli Schumacher) che lo ha costretto dentro alla maschera dell'Antipatico. In realtà - dicono gli amici che frequentano la sua casa di Nyon (Ginevra) - di Schumi ce ne sono due: uno è quello che entusiasma e divide i tifosi di mezzo mondo; l'altro è quello privato, che nel '95 ha sposato l'ex girlfriend di Frentzen, Corinna Betsch, coetanea. Hanno avuto due figli: la prima è Gina Maria, ormai diciottenne, stravede per suo padre e spesso gli prestava la sua spazzolina rosa perchè gli portasse fortuna; l'altro è Mick, 15 anni. Dicono sia suo padre sputato. Sarà per loro che il sette volte campione del mondo ha smesso di correre in pista?


Migliaia i messaggi di solidarieta' durante i primi giorni della degenza all'Ospedale di Grenoble, Francia, ricordiamolo cosi' nei pensieri di chi gli vuole ancora bene, torna Michael, fallo per noi, per la tua famiglia, per vivere la tua leggenda, fa che non abbia mai termine:



BILL CLINTON (politico): " "Penso oggi a Michael Schumacher e sono grato per tutto ciò che egli ha fatto per la Clinton Foundation e altro. Prego per lui e la sua famiglia".
LAUDA (ex pilota e manager): "Prego Dio che finisca tutto bene ma purtroppo al momento non sembra così"
BRIATORE (ex manager di F1): "Sono scioccato per quello che è successo a Schumi. Dobbiamo solo pregare... e basta commenti idioti..."
MONTOYA (pilota): "Spero che Michael Schumacher migliori presto. Il suo è un incidente assurdo che auguro non capiti mai a nessuno. Stiamo tutti pensando a lui". 
GROSJEAN (pilota): "Il mio pensiero va a Schumi e alla sua famiglia. Spero ti riprenderai presto #Schumi #leggenda"
SUTIL (pilota): "Spero che Michael Schumacher si riprenda presto. I miei migliori auguri a lui e famiglia"
PIQUET JR (pilota): "#forzaschumi"
ALONSO (pilota): "Riprenditi presto Schumi! Spero arrivino buone notizie al più presto"
HAMILTON (pilota): "I pensieri e le preghiere mie e della mia famiglia sono con Michael e la sua famiglia. Gli auguro una pronta guarigione. Dio lo benedica"
VALENTINO ROSSI (pilota): "Forza Schumi non mollare. Siamo tutti con te" 
FISICHELLA (ex pilota): "Michael, sei il migliore. Questa è la gara più difficile ma sono certo che ce la farai"
BARRICHELLO (pilota): "Ricordo tutti i bei momenti e le risate insieme. Preghiamo per te"
BIAGGI (ex pilota): "Forza Michael! Siamo tutti con te dai!! Ti vogliamo bene! Non fare scherzi"
DEL PIERO (calciatore): "Un pensiero per Michael Schumacher: forza Campione!"
NOWITZKI (giocatore di basket): "I miei pensieri sono per Schumi"
BECKER (ex tennista): "Preghiamo per un pronto recupero di Michael Schumacher"
MARCHISIO (calciatore): "Non mollare Schumi!! #campione #F1 #ferrari #campione del mondo"
MILITO (calciatore): "Forza Michael Schumacher. Siamo tutti con te"
MARADONA (ex calciatore): ''Forza Michael campione di velocità ma soprattutto di umanità, sei un ragazzo pieno di vita che è stato esempio in gare di Formula 1, ma ancor di più come uomo. Forza Amico mio, che ce la puoi fare ancora una volta''
WEBER (ex manager di Schumacher): "Sono profondamente scosso e totalmente depresso ma una cosa mi tiene un po' su: so che è un combattente e finora ce l'ha sempre fatta e ha superato sempre tutto, di questo sono certo"
HAUG (ex responsabile motori Mercedes): "Prego per Michael e la sua famiglia"
LAPO ELKANN (imprenditore): "Con il mio cuore, pensieri e preghiere... sono lì con te grande Schumi #Schumacher #campione"
FERRARI: "Tutta la Ferrari vicina a Michael". La scuderia di Maranello - si legge in una nota sul sito Internet della casa del Cavallino Rampante - si stringe attorno al pilota tedesco, pluricampione del mondo con le monoposto di Maranello. "Sono ore di apprensione per tutti alla Ferrari da quando si è saputo dell'incidente a Michael Schumacher"
FERRARI CLUB ITALIA: "Siamo vicini a Schumi, genio della Formula 1, che ha saputo conquistare, nei lunghi anni trascorsi in Ferrari, il cuore di tutti noi grazie al suoi trionfi e alle sue prodezze". Così, in una nota, il presidente del Ferrari Club Italia, Vincenzo Gibiino, esprime vicinanza al campione tedesco e alla "sua famiglia". "Il Ferrari Club Italia e i suoi piloti - prosegue la nota- seguono con viva preoccupazione l'evolversi della situazione clinica. A Michael il nostro più sentito augurio di superare al meglio questo difficile momento".
MERKEL (cancelliera tedesca): "La cancelliera Angela Merkel si è detta "sgomenta" alla notizia del grave incidente sugli sci in cui è rimasto coinvolto Michael Schumacher. "Come milioni di tedeschi, anche la cancelliera e i membri del governo federale sono rimasti eccezionalmente turbati nell'apprendere del grave incidente sciistico di Michael Schumacher", ha dichiarato oggi il portavoce governativo, Steffen Seibert. Parlando all'ultima conferenza stampa dell'anno, il portavoce della Merkel ha fatto gli auguri di pronta guarigione a Schumacher e di incoraggiamento ai suoi familiari. "Speriamo con Michael Schumacher e la sua famiglia che egli possa superare le sue ferite e guarire".
MALAGO' (presidente del Coni): "Tutto il mondo dello sport aspetta buone notizie. Siamo tutti col fiato sospeso, è una notizia che ci lascia attoniti. Sembrava che all'inizio non ci fosse pericolo, che non fosse così grave, Sta combattendo la partita più importante della sua vita, ma sappiamo che è un combattente"