Qualcuno potrebbe chiedersi il motivo per cui ho intitolato questo mio nuovo articolo “Newtown”.
I più smaliziati penseranno che i motori di ricerca inseriranno questo blog quando il termine Newtown verrà digitato. I meno smaliziati, e spero siano la maggior parte, penseranno che io voglia evocare l’ultimo teatro di questa infinita serie di massacri e assurgerlo a totem per tutelare i nostri figli, una specie di mantello protettivo. Il mio pensiero è si evocativo ma forse anche più profondo.
Newtown significa Città Nuova, evocativo di un nuovo mondo dove far crescere i nostri figli, di una nuova realtà dove anche gli esseri più indifesi possano vivere senza paura e angoscia che un pazzo scatenato possa porre fine alle loro vite anzitempo. Nuova vita dunque, nuova città, un nuovo mondo. Cerchiamo tutti la pace, la rincorriamo, ci aspettiamo che arrivi finalmente, aspiriamo succeda presto, l’attendiamo come un figlio, un figlio promesso ma quasi nessuno mette alla prova se stesso per perseguirla. La prova è sotto gli occhi di tutti.
Riusciremo a cambiare questo nostro mondo?
Il 14 dicembre dello scorso anno un ragazzo, pare soffrisse di una sindrome che provoca la compromissione delle interazioni sociali, ha rubato tre pistole e un fucile d’assalto alla madre, l’ha uccisa e poi con queste ha massacrato ventisei innocenti di cui venti bambini nella scuola elementare Sandy Hook di Newtown, Stati Uniti, dove il genitore insegnava come supplente, l’ultimo colpo l’ha riservato a se stesso per mettere fine alla propria (aggiungerei anche ignobile) esistenza.
Questa è più o meno la notizia nuda e cruda come riportata dai mass media e dalle agenzie stampa di tutto il mondo. Una notizia di quelle che colpiscono, di quelle che quando le leggi ti vengono i brividi, la pelle d’oca, sbianchi in volto e guardi i tuoi figli, li senti e li vuoi sentire al sicuro, protetti e pensi che, bene o male, e anche con una punta di egoismo, sei fortunato perchè non è successo a te, non è successo a loro. Perchè si verificano questi episodi e apparentemente solo negli Stati Uniti? Tutti, e in particolare in Italia, a gridare allo scandalo, a condannare la libera vendita di armi, anche se è stabilito dal secondo emendamento della Costituzione, tutti a criticare le scelte, anche anacronistiche, di un popolo. In effetti il tempo dei cowboys e degli indiani è finito da un pezzo si dirà, gli uni e gli altri non combattono più nella prateria da almeno un centinaio d’anni. Se molti non sono d’accordo con questa libertà, perchè allora la vendita delle armi, anche di assalto o da guerra è permessa negli Stati Uniti? Perchè qualcuno non è capace di spiegare da dove venga fuori questo odio, questi giovani che sono disposti a sacrificare decine di vite in nome di una libertà che ormai sta stretta persino a chi fino a ieri vantava il diritto di vendita di queste armi?
Qualcuno mi sa spiegare perchè dovrei sentirmi sicuro a mandare mio figlio a scuola e scoprire che potrebbe anche essere ucciso da un ragazzo la cui pazzia omicida è scaturita da un banale litigio?
Perchè? Ditemi perchè?
Il Presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama ha detto che non ci sono parole abbastanza significative per commentare l’accaduto. Lo stesso Presidente Barack Obama ha poi diffuso un messaggio da cui traspare tutto il rispetto per il dolore di quei genitori ma che non aggiunge alcun apporto, supporto, comprensione a chi vorrebbe vietare la distribuzione libera o quasi di armi sul territorio degli Stati Uniti:
"Sono troppe le tragedie simili che accadono ovunque nel Paese, dobbiamo riuscire a evitare che accadano. Abbiamo perso bambini innocenti e insegnanti che dedicavano la loro vita a costruire il futuro di questi bambini. Questo fine settimana io e Michelle facciamo quello che ogni genitore sta facendo, stare il più possibile vicini ai nostri figli e ricordare loro quanto li amiamo"
Evitare che accadano? Quante milioni di armi sono state più o meno vendute liberamente negli USA? E quanti credete le riconsegnerebbero se venisse emanata una legge che ne vieta l’uso se non addirittura il possesso? Nessuno! Nessuno vorrà rinunciare all’effimera sicurezza che il possesso di un’arma lascia credere e non ci potranno essere perchè al di là di una legislazione permissiva che in alcuni Stati americani consente l’acquisto facile di armi, restano questi omicidi senza significato, senza giustificazione. Poteva questa strage essere evitata? Vendere al supermercato armi d’assalto e da guerra come se fossero caramelle e bonbon deve essere considerato la normalità o, forse, diventa obbligatorio fermarsi un attimo a pensare se questo è realmente quello che vogliamo? Siamo sicuri che una legge appropriata sul controllo e la vendita di armi d’assalto, legge indubbiamente sacrosanta, avrebbe evitato la strage?
Adam Lanza (sfortunatamente ha un cognome di origini italiane), di cui ancora oggi sappiamo ben poco, ha utilizzato due pistole automatiche, considerate due armi normalissime seppure sottoposte a un minimo di restrizione e con l’obbligo della registrazione e un fucile d’assalto, un Bushmaster XR-15, un’arma micidiale già in mano a un professionista, figuriamoci nelle mani di un ventenne. Nemmeno una legge più restrittiva contro le armi, tutte le armi utilizzabili per difesa personale, peraltro non richiesta da nessuno (e forse necessaria), avrebbe fermato l’assassino. Primo perchè non ha comprato lui quelle armi, secondo perchè non c’erano mai state ragioni o solo sospetti per limitare la vendita delle pistole (e del fucile d’assalto) alla madre, perché quelle armi lui le ha sottratte a lei che le aveva regolarmente acquistate, dopo essersi sottoposta a tutti i controlli necessari e doverosamente registrate.
Certo mi si dirà che non rappresenta la normalità che una madre tenesse in casa un vero arsenale di armi, oltre alle succitate tre pistole pare avesse alcuni fucili d’assalto, qualche carabina, munizioni sufficienti per tenere a bada l’attacco degli Indiani a Fort Apache. Pensare che una legge possa impedire queste abitudini, queste follie di tenere così tante e pericolose armi in casa, che possa fermare la violenza è un’illusione. Vietare tutte le armi è impossibile e purtroppo anche contro la Costituzione Americana. E diventa complesso anche cambiare la Costituzione, a parole sembra facile ma non lo è affatto.
Ricordo che durante il dibattito presidenziale Obama-Romney, Obama a un certo punto disse di essere sempre favorevole al Secondo Emendamento (quello del diritto a portare armi) e semmai favorevole anche a una più attenta e puntuale restrizione delle armi da guerra e di assalto. E purtroppo queste armi sono responsabili sia dell’assalto di Adam Lanza ma anche di quello precedente, quell’assalto alla prima di un film in un cinema in un centro commerciale di Aurora vicino Denver in Colorado. James Holmes, un ex studente impazzito che poco dopo la mezzanotte aprì il fuoco sul pubblico assiepato alla prima dell’ultimo capitolo della saga di Batman, travestito da Joker sparò sugli spettatori utilizzando un fucile d’assalto e svariate altre armi, lasciando a terra quattordici morti fra i quali anche sei bambini e ferendone un’altra cinquantina.
E l’America cosa fa? Si interroga? Cerca una soluzione a queste stragi? Un metodo non già per fermare la vendita delle armi, lo sappiamo che sarebbe un primo passo che alla lunga porterà alla diminuzione di questi incresciosi episodi, ma non è la soluzione definitiva. La soluzione definitiva non esiste, e non esisterà mai finchè circoleranno armi sul territorio degli States, secondo le ultime stime negli Stati Uniti ci sono 88 armi ogni 100 abitanti, includendo quindi vecchi e bambini, infermi e carcerati il che da l’idea che le armi in circolazione siamo molte di più per individuo di quelle che possa essere obbiettivamente pensare. Generalizzare è un errore, nella civilissima Norvegia, dove il controllo sulle armi è severissimo, Anders Behring Breivik ha ucciso 77 giovani in due attacchi apparentemente senza ragione; in Scozia, di nuovo in presenza di leggi che restringono notevolmente il possesso di armi, se pensiamo che non le ha neanche la polizia, nel 1996 sono stati uccisi da un folle sedici bambini tra i cinque e i sei anni in una sparatoria che ha molte similitudini con quella della scuola di Sandy Hook. Per cui siete proprio certi che la causa di queste tragedie sia la disponibilità di armi, e che i problemi si risolverebbero con delle leggi che ne limitino fortemente il possesso?
Guardate la tabella sotto, pensate che la violenza sia semplicemente una prerogativa degli USA? O forse dobbiamo interrogarci tutti e domandarci quali siano le vere ragioni di tanto odio, in particolare da parte dei giovani perchè, e forse molti non lo sanno, le stragi di questi ultimi vent’anni sono state compiute quasi sempre da giovani, disadattati, drogati, si dirà schizofrenici, malati, insoddisfatti, alla ricerca di un ideale, alla ricerca di se stessi e se non riescono a trovare le giuste risposte scoppiano, uccidono, massacrano.
Leggiamole insieme le stragi di questi venti anni e ognuno pensi come preferisce:
• 20 luglio 2012, Aurora, un sobborgo di Denver, in Colorado, è solo il penultimo di una serie di fatti di sangue che da anni accadono negli Stati Uniti, soprattutto nelle scuole americane. 14 morti di cui sei bambini, l’autore, James Holmes, è un ex-studente con la fissazione delle armi, ha solo 24 anni.
• 2 aprile 2012, terrore in California: un ex studente entra in una classe della Oykos University, una piccola università cristiana di Oakland, e apre il fuoco sui suoi ex colleghi. Alla fine si contano sei morti e tre feriti.
• 27 febbraio 2012, orrore in Ohio: nell’affollatissima caffetteria della Chardon High School, vicino Cleveland, un ragazzo spara cinque colpi: il bilancio è tre morti.
• 8 dicembre 2011, massacro al Virginia Tech: il complesso, teatro del massacro 2007, torna sulle prime pagine e l’America rivive un incubo. La sparatoria causa due morti, un agente e il killer. Anche in questo caso si tratta di un giovane.
• 30 novembre 2010, Paura in Wisconsin: un adolescente prende in ostaggio 23 studenti e una insegnante in un liceo e poi si uccide. Si è temuta la strage ma nessuna vittima oltre l’adolescente.
• 14 febbraio 2008, Illinois University: un ex studente armato con due pistole ed un fucile irrompe in un’aula della Northern Illinois University ed apre il fuoco uccidendo cinque persone e ferendone una quindicina. Il killer poi si suicida.
• 17 aprile 2007, la strage peggiore: la tragedia al Virginia Tech: un giovane apre il fuoco in due diverse aree del grande complesso Virginia Tech e uccide due persone in un dormitorio e altre 30 in un edificio dove erano in corso le lezioni.
• 2 ottobre 2006, la strage di Amish: un uomo prende in ostaggio alcuni studenti della scuola di Nickel Mines, un villaggio Amish della contea di Lancaster (Pennsylvania, Usa), fa uscire i ragazzi e lega le ragazze con funi e manette. Poi uccide cinque giovani alunne e ne ferisce altre cinque, infine si suicida.
• 21 marzo 2005, terrore in una riserva indiana: un ragazzo di 16 anni uccide il guardiano e poi spara su compagni di scuola e insegnanti del liceo Red Lake High School, situato nella riserva indiana di Red Lake (Minnesota, Usa), uccidendo sei persone e ferendone 14 prima di suicidarsi. Le vittime appartenevano alla tribù Chippewa. Prima di compiere l’incursione nella scuola, il ragazzo aveva ucciso il nonno e la sua compagna.
• 16 gennaio 2002, Virginia: in una piccola università uno studente straniero bocciato uccide a colpi di pistola il rettore, un insegnante ed una studentessa.
• 20 aprile 1999, Columbine: due studenti della Columbine High School di Denver (Colorado, Usa) - Eric Harris, 18 anni, e Dylan Klebold, 17 - aprono il fuoco e uccidono 12 loro compagni ed un insegnante prima di togliersi la vita. Nelle settimane successive, nel corso dell’inchiesta, emerse la loro simpatia per le idee neonaziste.
Ieri 16 Gennaio 2012 il presidente degli USA Barack Obama, presentando alla Casa Bianca le misure per un maggior controllo sulle armi da fuoco, ha detto: "Abbiamo davanti una sfida complicata. Proteggere i nostri bambini non dovrebbe dividerci". In seguito ha anche annunciato che varerà ben 23 ordini esecutivi per imprimere subito un giro di vite sull'uso delle armi e sui controlli, anche per le persone con problemi mentali. E, al Congresso, ha detto: "Non possiamo più ritardare". Ha quindi firmato i decreti, che danno il via libera a una stretta senza precedenti sulle armi da fuoco negli States, circondato da bambini. L'immagine, trasmessa da tutte le principali tv, dà il senso della svolta voluta dall'inquilino della Casa Bianca.
Newtown, nuova città, nuova vita. Parliamo dell’Italia. Nel nostro paese la vendita delle armi è regolamentata da diverse leggi e disposizioni di legge, includendo anche quelle che derivano dall’appartenere all’Unione Europea. Fin qui nulla di strano, si sapeva già, quello che invece la maggior parte dei lettori non sa è che chiunque può acquistare un’arma anche se non in possesso del porto d’armi. Un passo indietro e spiego che s’intende per porto d’armi in Italia.
Intanto si tratta di una licenza, che poi viene comunemente detta "porto d'armi" che permette ai cittadini italiani che ne sono titolari di portare o trasportare un'arma al di fuori della propria abitazione. Dunque il porto d’armi non è una autorizzazione a acquistare e possedere un’arma ma serve soltanto a autorizzarne il trasporto fuori dalla propria abitazione, dal luogo dove si vive. Adam Lanza se fosse vissuto in Italia a questo punto avrebbe ucciso ugualmente 27 persone? Si e no.
Adam Lanza sappiamo che sottrasse le pistole e il fucile, non si sa bene quanto ben custodite, alla madre la quale le aveva acquistate e poi regolarmente registrate come richiesto dalla legge. Avrebbe potuto commettere gli stessi omicidi anche in Italia, infatti è possibile richiedere alla Questura di residenza la licenza alla detenzione di armi, privilegio concesso al cittadino che ne fa richiesta e consente l'entrata in possesso di armi o cartucce per acquisto personale. Sia le pistole che il fucile, magari non quello di assalto ma con un fucile automatico. Non solo, la suddetta licenza permette l’acquisto e la detenzione di armi e munizioni e sembra sia anche possibile produrre istanze di rilascio con l'unico limite dal raggiungimento del limite di legge di tre armi comuni da sparo (tre pistole dunque, Adam Lanza avrebbe avuti le sue pistole per giocare alla guerra), sei armi sportive, otto armi artistiche o rare; inoltre nella licenza non vi sono restrizioni sul numero di fucili da caccia in possesso contemporaneo.
Per la detenzione di cartucce, a prescindere dal quantitativo acquisito mediante nulla osta, i limiti sono quelli usuali di duecento cartucce per pistola o rivoltella. Se consideriamo che nel massacro di Newtown sono stati sparati un centinaio di colpi allora si capisce che in Italia Adam Lanza avrebbe probabilmente compiuto, esattamente e indisturbato, lo stesso gesto estremo, uccidendo madre, insegnanti e bambini come dall’altra parte dell’Oceano.
Esattamente?
Non proprio. Anche ponendo che Adam Lanza fosse in possesso delle pistole, anche supponendo che volesse usarle, intervengono quelle varianti che avrebbero sicuramente limitato i suoi intenti omicidi. Intanto la cultura. Da noi ben difficilmente potremo assistere a questo tipo di eventi commessi da giovani, anche perchè viene ancora considerato dalla pubblica morale un grave delitto il solo pensare di macchiarsi di tale disonorevole atto, senza alcuna giustificazione anche se si tenta di ricercare o di ribadire il proprio essere disadattato, e questo senza la ricerca del perdono, piuttosto della consacrazione a eroe di cartapesta buono solo per essere calpestato e deriso dai ragazzini.
No, sciogliamo questo dubbi, in Italia non sarebbe successo semplicemente perchè la nostra cultura lo avrebbe impedito, e non solo quella, purtroppo. Come sarebbe a dire “purtroppo”, semmai bisognerebbe aggiungere un bel “meno male”. No, in Italia la libertà personale è solo teorica, non si limita alla sola regolamentazione dell'acquisto di un arma, scende in profondità e limita le intenzioni, i movimenti, il diritto di espressione di un individuo che non sia allineato al pensiero comune, le limitazioni imposte da varie leggi emesse nei secoli (valgono ancora leggi emesse all'inizio del secolo scorso perchè mai abrogate) fanno dell'Italiano un finto uomo libero. In effetti sei però libero di acquistare un’arma, di portarla al poligono, di sparare tutte le cartucce che vuoi ma, per esempio (come pare fosse abitudine di Nacy Lanza) non puoi farti accompagnare dai tuoi figli se minori, quindi Adam Lanza avrebbe, se fosse vissuto nella terra dei suoi avi, una possibilità in meno di diventare un feroce killer, un assassino di bambini. Purtroppo? Meno male che la legge una volta tanto interviene in nostro favore.
Tiriamo un profondo sospiro di sollievo alla notizia, le leggi ci sono e funzionano, in Italia certe stragi non possono avvenire, mandiamo con tranquillità i nostri figli a scuola perchè saranno al sicuro.
Non voglio addentrarmi troppo in questo argomento legato alla sicurezza dell’ambiente scolastico italiano perchè, armi a parte ci sarebbe da parlarne per lungo tempo e non senza polemiche, ricordo solo impianti fatiscenti, mense inadeguate, insegnanti pedofili, il fenomeno del bullismo, la mancanza di insegnanti, il precariato nella scuola. Tutto questo resta un grosso problema per la scuola italiana e una fonte infinita di rischi. Resto quindi legato all’argomento armi e affronto la questione prendendo in considerazione altri argomenti che possano avvalorare il mio articolo. Abbiamo quindi visto che una strage in una scuola come quelle avvenute negli USA non sarebbe possibile in Italia, sia per impedimenti di carattere culturale, sia per impedimenti logistici. In effetti da noi le scuole diventano delle piccole fortezze, non dico che ci siano guardie armate agli ingressi ma accedere alle classi diventa difficile, magari solo considerando quelle recinzioni che limitano gli accessi che invece nel grande paese oltre l’oceano non esistono. Le stragi però si sono verificate anche nel nostro paese, anche in tempi moderatamente recenti. Come dimenticare quella di Erba dove Olindo e Rosa hanno massacrato con coltelli da cucina quattro esseri umani di cui uno era un bimbo? E il massacro di Novi Ligure? Parliamo di gente normale, non dimentichiamoci degli omicidi seriali di quello che viene chiamato anche da noi Unabomber, lo sconosciuto che da vent’anni mette in scaccoo Polizia e Carabinieri nel nordest, non dimentichiamoci il delitto di Cogne, quello di Garlasco, gli omicidi seriali di Michele Profeta e quelli di Gianfranco Stevanin e che dire delle bestie di Satana? E di Donato Bilancia il seriale delle prostitute in Liguria? E poi la pedofilia violenta, il mostro di Foligno, quello di Firenze dei compagni di merende del contadino Pacciani, un mistero ancora non completamente risolto.
La lista sarebbe ancora lunga eppure dimentico intenzionalmente i delitti di mafia, della ‘ndrangheta, della camorra, delle varie mafie come vengono additate in Italia, mafie che esistono e si sviluppano sfruttando le paure della gente, l’ignoranza, la vergogna, la mancanza di uno Stato veramente capace di ripulire il Paese dal marcio che ancora esiste. No, non conto quegli omicidi piccoli e grandi perchè allora dovrei aggiungere la strage di Capaci e quella di Palermo e tutte le altre di cui non voglio assolutamente parlare che aggiungono solo altre croci alle croci che già siamo costretti a impiantare nel terreno sulle bare di chi perde la vita perchè ammazzato da chi non doveva avere tra le mani un’arma, un’arma denunciata e registrata “regolarmente denunciata” come scrivono i giornali quasi a voler evidenziare che si trattava di persone normali, gente per bene, gente che ammazza per noia o per motivi futili, per un cane che piscia sull’angolo della casa o per un vaso di fiori annaffiato troppo spesso.
No, l’Italia non è meglio degli USA, difettiamo solo di assalti alle scuole, almeno in epoca recente, difettiamo di individui con personalità abbastanza contorte, con grandi schizofrenie, con disponibilità di armi e capacità oltre che di volontà di ferire i propri simili ma non pensiate che questo sia un pregio. Da noi l’omicidio in famiglia è diventato qualsi una normalità. Tutte le settimane leggo di qualcuno che ha perso la vita, ammazzato da un parente, dal genitore o da un fratello, dall’amico del cuore o dal fidanzato. E in questo diario di violenza e follia sono le donne a soffrire di più, vittime di una cultura che le mette ancora in secondo piano, che le annichilisce, le disonora, le riduce spesso allo stesso livello di una bestia. Credete non sia vero?
Questa è la realtà signori. In Italia la vendita delle armi viene regolamentata, si tratta solo di un atto formale, ci vuole uccidere sa come procurarsi un’arma, chi vuole uccidere se ne frega dei regolamenti e delle proibizioni, se ha un’arma la usa e se non ne possiede una se la procura o al massimo usa un bel coltello, magari da cucina, con la lama seghettata. Nel 2010, ultimo anno di cui esistono stime aggiornate, in Italia i morti ammazzati sono stati quasi cinquecento di cui un centinaio scarso da addebitare a mafie e ambienti malavitosi, tutti gli altri derivano da ambienti famigliari, l’ambiente di lavoro, il circolo, compagni di scuola.
L’Italia è seconda al mondo nell’export di armi leggere, un settore in grande spolvero, che al di là della crisi, conta oggi il doppio di fatturato rispetto al 2006; secondo il rapporto Small Arms Survey 2012, «il valore annuo dei trasferimenti legali di armi leggere e di piccolo calibro, compresi accessori, ricambi e munizioni supera gli 8,5 miliardi di dollari».
Fra i tanti insegnamenti di mio padre c'era anche il rispetto per gli altri, gli sono grato per avermelo detto.
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