James Gandolfini era un grande, di quelli che non si vedono spesso. Nella vita come nella finzione. Quando succede che la dama nera prende uno tra i più grandi non fai a tempo a sederti davanti alla tv che già lo sanno tutti. Il computer ti riporta all’istante tutto quello che potevi sapere sulla fine tragica di questo personaggio amato dal pubblico di casa nostra e oltre oceano, forse del mondo interno. James Gandolfini è morto oggi, stroncato da un infarto a 51 anni, è morto a Roma capitale di quella nazione che comprende la Sicilia. Tony Soprano era un mafioso siciliano e James Gandolfini si immedesimava alla perfezione nel personaggio tanto da venire additato anche egli come un mafioso, buono per carità, simpatico, di quelli che, nel mondo da lui interpretato, spereresti di incontrare qualche volta ma non succede mai. Una notizia di quelle che sorprendono, una breaking news destinata a rimbalzare ai quattro angoli del pianeta alla velocità della luce.
Sarebbe insomma davvero inadatto propinarvi un riassunto della carriera di James, perchè sarebbe un’inutile ripetizione, ormai tutti in rete hanno scritto di lui, che dovrei mai scrivere io che sono l’ultimo arrivato? Parto da un pensiero dunque, come succede quando a lasciarci è un amico, uno di quelli cari, che si conoscono da sempre. Parto dalle condoglianze alla famiglia, ricordando l’uomo, prima di tutto padre, marito e attore. Parlo del dolore dei colleghi lasciando per ultimi i fans, soprattutto di quelli che sono impazziti per i Soprano, non perché li vedo male, del resto sono loro che apprezzando fin da subito la serie culto che ha cambiato la storia della televisione del costume americano hanno creato e elevato al rango di grande James. No, perché tutto sommato, e per quanto questa partenza senza ritorno improvvisa possa generare confusione, dolore e rimpianti, sono sicuro che lui rimarrà nel cuore della gente solo fino a quando un altro personaggio bucherà lo schermo appropriandosi dei fans del nostro James.
Allora preferisco salutare questo grande attore parlando di lui, della sua umanità, del suo essere, nonostante tutto, alla mano, disponibile, nella vita come nel lavoro. Lui James, alias Tony, alias James, era uno di noi. Non dimenticatevelo. Lui non era solo una gran signore, gentile, modesto, un mattatore, simpatico, lui era un vero fuoriclasse del set. E questo anche se la sua fama è legata inevitabilmente alla televisione e al ruolo di Tony Soprano, boss nel New Jersey alle prese con inverosimili crisi di panico. Lui aveva collezionato una serie notevole di successi nella sua carriera cinematografica. Una su tutte: "L'uomo che non c'era", magnifico noir dei fratelli Joel ed Ethan Coen, in cui recitava accanto a Billy Bob Thornton e Frances McDormand. Il film nel quale è riuscito a fondere alla perfezione l'intensità sentimentale con la fisicità bestiale che caratterizzava i suoi personaggi. Era un uomo speciale, un grande talento, che con il suo straordinario senso dell’umorismo, il suo calore e il suo rispetto, ha toccato il cuore a molte persone.
Cosa rimane a chi ha saputo apprezzarlo? La consapevolezza che con James se ne vanno anche le residue speranze di poter assistere un giorno o l'altro a un clamoroso ritorno dei Soprano. Difficile evento, molto improbabile come è tradizione dei Serials americani, qualcuno aveva ben sperato. Ormai da oggi assolutamente impossibile. Sarebbe come girare una nuova avventura episodio del maghetto Harry Potter senza Daniel Radcliffe. Quando muore un personaggio di livello, uno di quelli che bucano lo schermo, ti sembra che niente sarà come prima. Poi, per fortuna, la vita ti fa cambiare idea. Ma oggi no, oggi siamo tutti con lui, il nostro James Gandolfini.
Grazie di tutto James, ci mancherai.
Un gestaccio certo, alla morte che pure l'ha portato via. R.I.P. |
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