Storie di ordinaria follia burocratica in un Paese tecnicamente fallito e con l'acqua alla gola. Leggiamole inseme e se a qualcuno viene da ridere si accomodi, non ci offendiamo.
Il mancato pagamento
Un imprenditore ha effettuato un intervento di manutenzione sull’impianto di una piccola azienda e non è stata pagato. Si è quindi rivolto all’avvocato per recuperare il credito.
“Avvocato, ha depositato il ricorso per decreto ingiuntivo?”
“Si, ma se ne riparla a novembre”
“A novembre? Ma siamo a metà luglio!”
“Si, ma il decreto ingiuntivo deve essere emesso dal giudice, poi notificato dall’ufficiale giudiziario e poi occorre attendere che decorra il termine di 40 giorni, ma da inizio agosto a metà settembre i termini non decorrono essendo bloccati per la sospensione feriale”
“Mi scusi avvocato, ma se la banca mi chiede il rientro dei fidi, mi da tre giorni di tempo; e io cosa le dico, che mi ci sono voluti quattro mesi solo per iniziare la procedura per recuperare i miei crediti?”
“Veda lei cosa dire: le regole sono queste”.
La procedura esecutiva continua e si arriva alla richiesta di pignoramento dei beni mobili presenti nell’azienda debitrice; l’avvocato informa l’imprenditore dell’esito della procedura.
“L’ufficiale giudiziario ha pignorato un computer e una stampante e l’Istituto Vendite Giudiziarie li ha venduti all’asta … per 200 €”
“Ma il mio credito era molto superiore!!”
“… però la procedura di vendita è costata 450 € e dunque Lei deve 250 € all’Istituto Vendite Giudiziarie ”.
Pagati i 250 € e la parcella dell’avvocato, l’imprenditore contatta il commercialista.
“Il cliente è sparito e non mi ha pagato: per cortesia provveda dunque a recuperare le tasse che ho già dovuto pagare”
“Va bene, provvederò a recuperare le imposte dirette”
“Come sarebbe a dire che provvederà per le imposte dirette; e per l’iva?”
“In base al DPR 633/72 ed alla risoluzione n. 195/E del 16/5/08 dell’Agenzia delle entrate, se il cliente sparisce lei non può recuperare l’iva”
“Mi sta coglionando, vero?”
“Eh, no; vede per recuperare l’iva, lei deve essere in grado di dimostrare che il suo cliente è fallito, o comunque che è terminata la procedura di concordato”
“Ma le ho detto che questo è sparito; non risponde più al telefono, il capannone è vuoto; non ho la più pallida idea di dove sia finito”
“Ecco vede, è proprio come le dicevo: lei non è in grado di dimostrare che il cliente è fallito né che ha concluso la procedura di concordato, e dunque non può recuperare l’iva”.
Il giovane
Un giovane ingegnere, viste le difficoltà a trovare un lavoro subordinato, non volendo rimanere senza fare nulla, si attiva per iniziare un’attività professionale.
In questo periodo non è facile trovare clienti, ma il giovane si impegna e riesce a trovare il suo primo cliente: si tratta di un’azienda che ha bisogno di consulenze in una materia che lui conosce bene. Non è stato facile trovare questo cliente, in tanti prima gli hanno detto no; ma ora è fatta, ha trovato quest’azienda, che crede nei giovani e ha deciso di affidarsi a lui. Si reca quindi dal commercialista per aprire la partita iva.
“So che è prevista una partita iva agevolata per i giovani”
“Si, è il regime agevolato previsto dal DL 98/11: non deve però superare i 30.000 € di fatturato all’anno. Senta, ma lei quanti clienti ha?”
“Sono all’inizio, ho molte cose in ballo, ma al momento ho un solo cliente. Sono poi in trattativa con un altro..”
“Ah. Quindi non esclude di avere la gran parte del suo fatturato con uno stesso cliente e di svolgere attività per quel cliente per più di otto mesi all’anno?”
“Ma cosa vuole che escluda! Come le ho detto, inizio con un cliente, poi spero se ne aggiungano altri; le consulenze che mi darà questo cliente sono impegnative, in termini di tempo: poi, più me ne darà e meglio è, visto che abbiamo pattuito un corrispettivo per ogni consulenza”
“Allora, in base all’art. 69 bis del DLgs 276/03, deve avere un utile di almeno 19.400 €, perché in caso contrario perderà la partiva iva agevolata; inoltre sarà difficile che il suo cliente le affidi gli incarichi, perché rischia sia presunta la natura subordinata del rapporto di lavoro”
“L’utile sono i ricavi meno le spese, giusto?”
“Certo”
“Come spese avrò quelle per acquistare le attrezzature e quelle per svolgere l’attività: quest’anno ne avrò per almeno 6.500 €”
“Allora dovrà avere un fatturato di almeno 26.000 €”
“Cioè, mi faccia capire: il mio fatturato deve essere di almeno 26.000 €, per il DLgs 276/03, ma non deve superare 30.000 €, per il DL 98/11 ?”
“Esatto”.
“Mi scusi, ma io volevo fare il professionista, mica l’equilibrista!“
“Eh in effetti…”
“Riassumendo: mi sbatto per cercare i clienti, mi indebito per acquistare le attrezzature… non ho neppure iniziato e già mi trovo ad affrontare questi problemi”
“Li consideri un saluto di benvenuto, visto che sono solo l’antipasto…”
“Mmh…”
“ Comunque giovanotto, bando alle ciance: non era venuto per aprire partita iva ed iniziare la sua attività?”
“Eh si… ma ci rifletto ancora un poco… Arrivederci (a mai più)”
L’appalto pubblico
Paolo Rossi ha una piccola impresa ed ha acquisito l‘incarico di effettuare un intervento di manutenzione su un edificio di un ente pubblico: valore del lavoro 400 €.
Prima di iniziare il lavoro, il cliente gli chiede di compilare una serie di moduli e dichiarazioni in merito alla sicurezza. Il piccolo imprenditore si consulta con il consulente del lavoro.
“Dottore, la chiamo perché un cliente mi ha chiesto di compilare una marea di moduli e dichiarazioni relativi alla sicurezza”
“Hanno ragione, è previsto dal decreto 81/08”
“Si, ma impiego più tempo a compilare i moduli che a fare il lavoro”
“Compili, lo prevede la legge”
“Si, ma mi chiedono un sacco di cose..! Che senso ha tutta questa carta per un piccolo intervento come il mio… mi chiedono, tra l’altro, di indicargli anche la procedura di primo soccorso!”
“E cioè ?”
“La procedura che la mia impresa prevede di applicare nel caso mi faccia male”
“Beh… gliela indichi!”
“Vado a fare il lavoro da solo… se mi faccio male che procedura vuole che applichi…. al massimo posso lamentarmi”
“Ecco, bravo… scriva quello”.
Il piccolo imprenditore, pazientemente, compila moduli e dichiarazioni; non ha ancora terminato, che l’ente pubblico gli riscrive, chiedendogli un’ulteriore dichiarazione. Altra telefonata al consulente del lavoro.
“Mi chiedono un’altra dichiarazione: hanno citato il decreto 163/06”
“Certo, le chiederanno di dichiarare che non ricorrono le cause di esclusione dagli appalti pubblici, previste dall’art. 38 del decreto 163”.
“Ma vogliono che la dichiarazione sia resa dall’amministratore, dal responsabile tecnico e dal socio di maggioranza dell’impresa”
“E beh, fatela”
“Il socio di maggioranza non lavora in azienda, è un mero socio di capitale: in questo momento, per esempio, si trova negli Stati Uniti”
“Cosa vuole che le dica: o lo rintracciate o lo aspettate”.
L’installatore esegue il lavoro ed invia la fattura. Neppure il tempo di alzare la testa ed è già in arrivo un nuovo modulo, quello relativo al DURC; di nuovo al telefono con il consulente del lavoro.
“Questa volta vogliono che compili un modulo per richiedere il DURC”.
“E lei lo compili”
“Ma non posso inviargli direttamente il DURC ?”
“No. Gli enti pubblici non possono più chiedere il DURC ai privati, devono acquisirlo direttamente dall’Inps:
è una delle semplificazioni introdotte dal DL 5/12”
“Semplificazione ? Prima mandavo il DURC, ora devo compilare un modulo con un sacco di dati; impiego molto più tempo”
“Se dicono di avere semplificato, avranno semplificato, no…?”.
Appena compilato il modulo del DURC arriva la richiesta di un’altra dichiarazione, questa volta ai sensi della legge 136/10.
“Dottore….”
“Ancora lei ?”
“Eh si, non ci crederà, ma mi chiedono di compilare un’altra dichiarazione: fanno riferimento alla legge 136/10”
“Hanno ragione, si tratta del conto corrente dedicato: deve indicare le generalità delle persone che possono operare sul conto corrente su cui l’ente pubblico effettuerà il pagamento”
“Quindi devo compilare anche questa dichiarazione ?”
“Si; la legge 136/10 ha previsto questa procedura per contrastare le infiltrazioni della mafia negli appalti pubblici”
“Combattono le infiltrazioni della mafia negli appalti pubblici con le dichiarazioni ?”
“Si… beh, non solo, hanno poi anche previsto il CIG, il CUP, insomma … diverse cose”
“Ah ho capito … hanno deciso di sfiancare la mafia a suon di moduli e dichiarazioni… in effetti sarà terrorizzata ”.
L’incarico a altra impresa
Un’impresa ha acquisito da un cliente l’incarico di realizzare un lavoro: ne effettua direttamente una parte e, con il consenso del cliente, subappalta il resto ad altra impresa. Il lavoro viene terminato, il cliente paga, e l’impresa appaltatrice si accinge a pagare l’impresa subappaltatrice, quando interviene trafelato il commercialista.
“Prima di pagare, avete acquisito la dichiarazione ai sensi del DL 83/12 e successive modifiche ?”
“E cosa è?”
“È una dichiarazione con la quale l’impresa subappaltatrice dichiara di avere versato le ritenute sui loro dipendenti”
“Perché dobbiamo chiedere questa dichiarazione?”
“Se non lo fate e non hanno pagato le ritenute, in base alla legge, siete esposti al diritto di rivalsa”
“Diritto di rivalsa??”
“Si, per esempio l’Inps ha diritto di pretendere da voi i soldi che loro non hanno versato”
“Cioè, mi faccia capire: loro non pagano i contributi e l’Inps impone di pagarli a me?”
“Esattamente, entro i limiti del valore dell’appalto”
“Ma che senso ha?”
“Nessuno; e infatti l’avevano previsto anche per l’iva, che però è un’imposta europea, e l’Europa ha detto che non si poteva fare”
“Ah ecco… allora hanno poi cancellato la norma”
“Si, l’hanno eliminata per l’iva, ma non per le ritenute sul lavoro dipendente, che sono nazionali”
“Quindi devo richiedere questa dichiarazione?”
“Si”
“Ma devo chiederla solo a questa impresa?”
“No, a tutte le imprese a cui affida dei lavori, ad esempio anche all’impresa che pulisce i vostri uffici”
“Va bene una dichiarazione generica?”
“Nooh !! Deve contenere gli estremi degli F24 pertinenti, come indicato nella Circolare 40/E/12 dell’Agenzia delle entrate”
“Mi scusi, ma se mi fanno una dichiarazione falsa?”
“Ah, lei comunque è a posto”
“Ma secondo lei, uno che non versa le ritenute per i dipendenti, per essere pagato si pone poi tanti problemi a farmi una dichiarazione non veritiera?”
“In effetti …”
“E allora a cosa serve questa norma: a farci perdere altro tempo e a far girare altra carta?”
“Beh… non solo; serve anche ad esporre a rivalsa tutti coloro che non sanno di dover richiedere questa dichiarazione oppure che, oberati dagli adempimenti burocratici, non la richiedono”.
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