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2020/04/29

Tutti a digiuno


Il digiuno può essere intrapreso per via di diversi fattori che non ci soffermeremo ad elencare, in ogni caso, in mancanza di cibo, i livelli plasmatici di glucosio, degli amminoacidi e dei triacilgliceroli tendono a diminuire; contemporaneamente la secrezione dell’insulina decresce mentre aumenta la liberazione del glucagone.

La diminuzione del rapporto tra il livello dell’insulina e il livello del glucagone e la ridotta disponibilità di substrati circolanti rendono il periodo di privazioni di nutrienti un periodo catabolico, caratterizzato dalla degradazione di triacilgliceroli, glicogeno e proteine.

Ciò mette in moto uno scambio di substrati tra il fegato, il tessuto adiposo, il tessuto muscolare e l’encefalo, sotto la spinta di due priorità: 1- l’esigenza di mantenere un livello plasmatico del glucosio tale da sostenere il metabolismo energetico dell’encefalo e di altri tessuti che utilizzano questo zucchero; 2- la necessità di mobilizzare acidi grassi dal tessuto adiposo e di attivare la sintesi e la liberazione dei corpi chetonici da parte del fegato, per rifornire di energia gli altri tessuti.

Il ruolo primario del fegato nel metabolismo energetico durante il digiuno è la sintesi e la distribuzione di molecole di combustibile ad altri organi si parla quindi di “metabolismo epatico” e di “metabolismo extraepatico o periferico”.

Una sintesi significativa di corpi chetonici ha inizio durante i primi giorni di digiuno. Contrariamente agli acidi grassi, i corpi chetonici sono idrosolubili e compaiono nel sangue e nell’urina a partire dal secondo giorno di digiuno.

Nel digiuno la disponibilità di corpi chetonici in circolo è importante, perché la maggioranza dei tessuti può utilizzarli come combustibile, compreso l’encefalo, una volta che il loro livello ematico abbia raggiunto un valore sufficientemente elevato. Ciò riduce il bisogno di sintetizzare glucosio attraverso la gluconeogenesi a partire dagli scheletri carboniosi di amminoacidi, rallentando quindi la perdita di proteine essenziali.

Il tessuto muscolare durante il digiuno
Il muscolo a riposo utilizza gli acidi grassi come fonte principale di energia. Al contrario il muscolo in esercizio inizialmente utilizza come fonte di combustibile le proprie scorte di glicogeno, quando queste si esauriscono, gli acidi grassi liberi derivanti dalla mobilizzazione dei triacilgliceroli del tessuto adiposo diventano la fonte dominante di energia.

Durante le prime due settimane di digiuno, il muscolo utilizza come combustibili gli acidi grassi derivanti dal tessuto adiposo e i corpi chetonici prodotti dal fegato. Dopo circa tre settimane di digiuno, l’utilizzo dei corpi chetonici diminuisce e il muscolo usa quasi esclusivamente gli acidi grassi, con ulteriore aumento dei corpi chetonici in circolo e loro maggior utilizzo da parte dell’encefalo.

Parallelamente, durante i primi giorni di digiuno si verifica una rapida demolizione delle proteine muscolari che forniscono al fegato amminoacidi (principalmente alanina e glutammina) per la gluconeogenesi (ciclo di cori). Dopo varie settimane di digiuno la proteolisi muscolare diminuisce perché l’encefalo ha un minore bisogno di glucosio perché utilizza, come fonte di energia, i corpi chetonici. L’encefalo durante il digiuno: durante i primi giorni di digiuno, l’encefalo continua ad utilizzare come fonte di energia esclusivamente il glucosio. La gluconeogenesi epatica riesce a mantenere il livello ematico del glucosio utilizzando precursori glucogenici quali gli amminoacidi forniti dalla rapida demolizione delle proteine muscolari.

Nel digiuno protratto (2-3 settimane) i corpi chetonici raggiungono livelli significativamente elevati e l’encefalo li utilizza come combustibili in aggiunta al glucosio. Ciò riduce la richiesta del catabolismo proteico per alimentare la gluconeogenesi. I cambiamenti metabolici che si verificano durante il digiuno garantiscono a tutti i tessuti un apporto adeguato di molecole combustibili.

Riferimenti
1) Atkins Nutritionals, Inc. Lipolysis and Ketosis;
2) Breath acetone is a reliable indicator of ketosis in adults consuming ketogenic meals, American Journal of Clinical Nutrition.;
3) BioCarta Pathways Formation of Ketone Bodies;
4) G. F. Cahill Jr. Starvation in man. Clin. Endocrinol. Metab. 1976 Jul, 5(2), 397-415;
5) R.D. Chatham, "Fasting" (1987);
6) Henry R. Y., Clinical Chemistry; Principles and Technics, 1966. Hoeber Harper New York;
7) Nosadini et al. Ketone body metabolism: a physiological and clinical overview. Diabetes Metab Rev. 1989 May;5(3):299-319;
8) Anssi H Manninen. Metabolic Effects of the Very-Low-Carbohydrate Diets: Misunderstood "Villains" of Human Metabolism. J Int Soc Sports Nutr. 2004; 1(2): 7–11.

2020/04/24

Banana Republic


In Italia ormai da quasi due mesi si deve stare in casa salvo che si debba uscire e la mascherina è sempre da usare, poi no, poi si, poi forse. D’altronde i negozi sono chiusi tranne quelli aperti, il virus non colpisce i bambini e i giovani salvo quelli che se lo prendono. Infatti se hai molti sintomi sei malato, però puoi anche ammalarti senza sintomi oppure puoi avere i sintomi ma senza star male, ma essere anche contagioso pur non avendo i sintomi e se chiedi di farti il tampone per verificare se sei contagioso non puoi farlo perché non hai i sintomi.

Curati: per non ammalarti devi fare esercizio fisico, però non dovresti uscire e non puoi correre, perché sei corri allora è attività sportiva e non si può fare. Comunque tirati su e se vuoi la pizza te la portano a casa, ma chissà se chi l’ha preparata era contagioso? Poveretto il pizzaiolo: poteva essere senza sintomi, ma se era asintomatico eppure malato e ti infetta? Chissà…Anche perché il virus sulle superfici vive pochi minuti, al massimo due ore, no quattro… o forse sono sei, oppure fino a 2 giorni, ma comunque tranquillo perché in media i sintomi escono in 4 giorni, o forse fino a 11, ma magari anche molti di più…

In un paese con gli scienziati che ogni sera si contraddicono così, chiedi chi siano gli scienziati e gli esperti e scopri che sono ormai decine le commissioni, i comitati, i referenti, le cabine di regia, i tavoli tecnici, le task force (perchè scriverlo in inglese fa tanto più figo).

Tutti commissioni e tavoli ripetuti e replicati a livello centrale, regionale, provinciale e locale, così come negli assessorati e nei ministeri e dove alla fine nessuno decide perché lo deve fare sempre qualcun altro che però di solito la pensa diversamente da te.

Succede sempre così, quotidianamente, tanto dalle commissioni non si dimette mai nessuno, poi arriva (ma dopo, a posteriori) puntualmente un Magistrato che giustamente accusa, ma non era certo in prima linea a decidere quando c’era bisogno di farlo e quindi molti procedono nell’ottica che se non si decide niente almeno non si rischia, come puntualmente troppo spesso è avvenuto.

Alla fine abbiamo comunque tutti ragione, ma intanto finalmente si apre, no non si apre. Allora si apre in parte, divisi per regioni e/o ci si muoverà in date diverse, orari diversi, ma solo nell’ambito della propria regione. Nessuno pensa a chi (come me) vive su un confine regionale e quindi mi servirebbe poco poter andare a 250 km. di distanza se poi il lavoro sarebbe a cinque chilometri da casa ma – ahimé – in un’altra regione.

Alla fine restano poche certezze, per esempio quella di poter andare a fare la spesa ma - chissà perchè - non si può andare a Messa, neppure tenendo le distanze.
Messe vietate già da quella domenica 8 marzo ormai lontana, con le chiese già chiuse ma contemporaneamente i bar pieni di gente per l' ora dell’aperitivo.

Che il cibo del corpo valga più di quello dell'anima è una opinione del governo, che ha vietato perfino la benedizione delle salme in chiesa (pur se deserta o semi-deserta), chiese che non si possono legalmente aggiungere se non "nelle immediate vicinanze" delle abitazioni. .

Mi si permetta allora almeno ricordare oltre a medici, infermieri e farmacisti (ma anche a tanti volontari morti per aver trasportato i malati) una categoria di cui non ha parlato quasi nessuno: i sacerdoti.
Oltre 100 sacerdoti in Italia sono morti in queste settimane perché sono stati vicino a malati che spesso morivano da soli. 

Anche loro sono degli eroi silenziosi di questa epidemia.

2020/04/17

Un grande e brutto pasticcio all'italiana



Ci stiamo avvitando in caduta libera, ma rispetto a quando mi lanciavo da giovane col paracadute stavolta non c’è neppure quello di emergenza. Serve programmare ed attuare subito – con le dovute cautele e verifiche – una immediata ripartenza produttiva.

Troppi annunci del Premier si trasformano in delusioni e gente non all’altezza sta portando l’ Italia a un doppio disastro, sia interno che nei riguardi degli altri paesi europei dove la ripresa è già cominciata.  

Polemico? Davvero non vorrei, ma ditemi voi come si può scrivere un decreto dove, per indicare il tasso cui fare riferimento per un finanziamento alle piccolissime imprese, anziché chiaramente dire 1% (oppure 1,5% o 2%) si debba testualmente scrivere: (art.13) “Il soggetto richiedente (la banca) deve applicare al finanziamento garantito (all’azienda) un tasso di interesse… che tenga conto della copertura dei soli costi di istruttoria e di gestione dell’operazione finanziaria non superiore al tasso di Rendistato con durata residua da 4 anni e 7 mesi a 6 anni e 6 mesi, maggiorato della differenza tra il CDS banche a 5 anni e il CDS ITA a 5 anni così come definiti dall’ accordo-quadro per l’anticipo finanziario  a garanzia pensionistica di cui all’art.1, commi da 166 a 178 della legge 11 dicembre 2016 n. 232, maggiorato dello 0.20% … ecc.”

Il CDS sta per Credit Default Swap che cambia ogni mese (come il CDS ITA) e per calcolarlo si fa riferimento alla piattaforma (privata) Markit. Il punto è che neppure su questa piattaforma c’è un indicatore medio, perché l’interesse applicabile va poi calcolato per il rating e l’operatività di ogni singola banca.

I fondi disponibili, tra l’altro, coprono le necessità di una minima parte dei presunti richiedenti l’aiuto. 

Ma i ministri che approvano un decreto come questo, capiscono cosa ci sta scritto? E se non lo capiscono (come credo, visto che non lo comprendono neppure i tecnici finanziari) perché allora lo approvano, e cosa ci stanno a fare? 

Fin qui per le piccolissime imprese, ma tutte le aziende con giro d’affari oltre i 100,000 euro e fino a 499 dipendenti (il grosso della produzione, insomma) non avranno condizioni preferenziali  perché i tassi sui finanziamenti richiesti, secondo il decreto, andranno poi discussi in “trattativa di libero mercato” tra banca e azienda con affidamenti, tempi, interessi, saldo delle garanzie, procedure, modulistica da definire volta per volta. Quindi non è vero che i soldi saranno concessi a tasso vicino allo zero ma a molto, molto di più (“di libero mercato”, appunto) e in una trattativa tra banca e un'azienda che magari ha già l’acqua alla gola, secondo voi chi vince?

Eppure le banche si possono finanziare a tasso sotto lo zero con la BCE.

Quindi – in definitiva – il decreto di Conte favorisce le banche, non le imprese!

In quanti l’hanno capito dentro e fuori il governo e quanti cittadini lo possono capire, se c’è una continua informazione raffazzonata, supina e tendenziosa? 

Ma come si può pretendere che con queste pantomine l’Italia possa mai uscire dalla crisi più devastante di sempre? Ma perché - anziché chilometriche comparsate di Conte e dei suoi “tecnici” in TV (ormai un esercito tra esperti, commissioni, comitati, istituti superiori, tavoli, tavoli tecnici e task force) - non si chiariscono piuttosto queste cose e soprattutto non si scrivono norme chiare, semplici, veloci, inequivocabili?  

Eppure le norme dell’Agenzia delle Entrate per chiarire il differimento dei termini  fiscali occupano 44 pagine e ben 150 pagine la prima bozza ministeriale per “la semplificazione (!) e l’accelerazione degli investimenti in materia di opere pubbliche”.

 I numeri sottolineano bene la drammatica realtà e la spasmodica necessità di non affogare: in pochi giorni ben 105,727 imprese hanno chiesto ai prefetti di “aprire in deroga”. Di queste - a ieri - 2,296 domande erano state respinte, ma le altre lavorano (o cercano di lavorare) in regime di “silenzio-assenso”: quante siano poi effettivamente quelle in regola o meno, nessuno lo sa.