Titolo breve e significativo. Il Vietnam è diventato negli anni una meta ambita per tutti quelli che vogliono trasformare il turismo consumistico in una forma di turismo densa di contenuti, anche storici. Il Vietnam nazione del Sud Est Asiatico strategica area geografica che si posiziona fra l’Australia e il Paese di mezzo altrimenti detto Cina. Certamente è anche lo stesso di certi tragici ricordi di guerre, distruzione e morte, ormai patrimonio di un lontano passato, possibilmente da dimenticare.
Parliamo dunque di questo Vietnam, quello della gente gentile, sorridente cascasse loro il mondo addosso, sempre disponibile verso lo straniero purché dotato di portafogli sempre pieno di profumati dollari, guardacaso degli euro non sanno che farsene. Per un vietnamita il turista, oltre a essere un portafogli con le gambe, rappresenta un bene da preservare, da coccolare, da salvare. Evidente il riferimento al portafogli ma non solo.
In questa mia ultima fatica voglio parlarvi del viaggiare in Vietnam. Il viaggio in questo lungo e stretto paese è possibile con qualsiasi mezzo ma solo due di questi possono essere considerati con la dovuta importanza in quanto tutti gli altri non rientrano ne nei nostri standard ne nella convenienza a causa delle velocità non certo ottimali, ne delle condizioni di sicurezza senza tralasciare la pulizia.
Restano i mezzi stradali, i cosiddetti van come li chiamano qui a 16, 26 o 50 posti e gli aerei. Diciamo subito che l’aereo riveste una importanza strategica per questo paese, sia per la tempistica veramente ridotta rispetto al mezzo alternativo su strada, sia per la sicurezza. L’aereo va dunque preferito a un trasferimento su strada quando le distanze sono oltre i 250km, ma se il turista vuole “vivere” il viaggio è il torpedone, mi si conceda un termine puro con rimembranze autarchiche, quello che gli permette di vivere al meglio il viaggio di scoperta intima di questo affascinante Paese asiatico.
Le principali città del Vietnam sono quattro, da nord a sud: Ha Noi, Hai Phong, Da Nang, Ho Chi Minh City, nota in passato come Saigon. A queste si aggiungono altre non meno famose, dotate di un tessuto urbano considerevole eppure meno catalizzanti delle prime quattro. Possiamo quindi aggiungere: Nha Trang, Hué, Vinh, Than Hoa. Da Nang dista da Ha Noi circa 900 km, l'aereo e' il mezzo piu' adatto, stesso discorso da Saigon a Da Nang, 870 km, anche in questo caso spostarsi in aereo rimane la soluzione piu' facile, ambita.
Hai Phong dista poco meno di 150 km da Ha Noi ma oltre 1500 da Saigon, mentre Nha Trang quasi 500 da Saigon. Inutile fornire altre cifre, Ha Noi e Hai Phong sono a nord, Da Nang e Hue al centro, distanziate da un paio di centinaia di km, tutte le altre si trovano a sud. Impensabile attraversare tutta la nazione in auto, treno o torpedone per raggiungere le vostre mete a meno che non siate propensi al sacrificio o costretti da bagagli particolari.
Chiarito il dettaglio salto a pie' pari al mezzo d'eccellenza in Vietnam: l'aereo.
Va detto che i vietnamiti, parlo di chi tiene i fili del comando, hanno, letteralmente, un sacro terrore dell'aereo. Non intendo dire che non volano, semmai che possa cadere un apparecchio provocando vittime. Molti voli importanti trasportano ogni anno milioni di turisti, quanti ne arrivano principalmente dall'Australia e New Zealand, Stati Uniti e dall'Europa. E meno male direte voi, qualcuno pensa ogni tanto alla sicurezza e non solo ai ricavi. Certo, per questo motivo tempo fa, è capitato a me, l'aereo su cui viaggiavo ebbe un problema, il pilota informò i passeggeri che si tornava all'aeroporto da cui eravamo decollati, poi ripartimmo e ritornammo a terra credo sempre per lo stesso problema. Altro decollo e altro ritorno dopo di che non tentai la sorte per la quarta volta e cambiai aereo. Il motivo era sempre lo stesso: tutelare i passeggeri, anche a scapito delle tempistiche, anche a scapito delle coincidenze. Nel mio caso la metà dei viaggiatori era inviperita, tutti avevano perso le varie coincidenze, tutti auspicavano di venir riprotetti su altre linee ma, si sa, certi voli verso altri continenti si ripetono su base settimanale, essere riprotetti significava doversi sorbire un numero imprecisato di voli di grandi e piccole compagnie non sempre allo stesso livello, un livello accettabile, per sicurezza e affidabilità, un incubo da evitare assolutamente. Attenti dunque alle coincidenze.
Forti di questo sano principio gli aerei della Vietnam Airlines non volano se fuori piove a dirotto, se i nuvoloni scaricano tonnellate di acqua per secondo, abbastanza normale si dirà, succede in ogni altra parte del mondo. Certamente, ma in Vietnam non informano il passaggero, così esso si ritrova in attesa di un volo che doveva partire ma non parte, di un aereo che doveva arrivare ma non arriva e non pensiate che sia un’eccezzione, no, è la regola. In questo ultimo anno ho percorso la tratta Ha Noi / Da Nang con regolarità, quasi tutti i fine settimana li ho trascorsi a Hoi An ridente cittadina situata lungo le rive del fiume Thu Bon, nominata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, meta preferita di milioni di turisti ogni anno. E non solo, quando le esisgenze di lavoro lo richiedevano mi dovevo sorbire il trasferimento obbligatorio da Ha Noi a HCMC (Ho Chi Minh City) e da li a Sydney e poi a Brisbane, e questi aggiungevano patemi e arrabbiature.
In un anno un solo volo è decollato in orario micronometrico, quasi che fosse un orologio svizzero o un bullet train giapponese. Uno sugli oltre trecento voli, una percentuale di probabilità infinitesimale, lascio a voi il calcolo, ci siamo capiti.
L’ultimo episodio venerdì scorso. Rientravo a Da Nang e da li a Hoi An dove ho casa. Per non avere problemi di imbarco, di liste d’attesa sconosciute dell’ultimo momento, per non essere prevaricato a causa del bagaglio a mano pesante e non sai mai che altro ti aggiungono su, quasi come quando giochi a briscola e ti ritrovi fra capo e colo un carico da undici, ecco che, per non avere tutti questi problemi ho acquistato un biglietto in business class. Non v’allarmate, business class a livello di un volo nostrano con una compagnia low cost, sessanta euro o poco più che in una tratta lunga come la Milano Roma non costa nemmeno come un posto in stiva.
Arrivo in aeroporto e mi dirigo prontamente al lounge diritto esclusivo di chi possiede tale biglietto da eletti. Attendo le mie brave due ore, perchè la regola dice di arrivare in aeroporto un’ora prima il decollo, il mio autista è stato veloce e mi ha scodellato davanti all’aeroporto un’ora in anticipo, poco male, al lounge le attese son sempre piacevoli. Nel buio, senza finestre, dell’attesa, consumo il tempo fra gustosi manicaretti fruttacei e letture amene sul computer, lavoricchiando un po’, scrivendo il mio libro nel tempo che resta.
Allo scadere del tempo e giusto dieci minuti prima dell’imbarco mi avvio al gate, scoprendo che il volo ha cambiato location, dal numero 2 al numero 9 che, in un aeroporto come Noi Bai equivale a scendere una scala di 30 scalini, attraversare un sottopassaggio lungo un centinaio di metri, risalire una scala di 30 scalini e ritrovarsi nella seconda fetta di scali nazionali. Una volta arrivato riconosco subito il mio gate a causa della lunga fila di viaggiatori in attesa. Mi avvicino al bancone e scopro che il volo ha subito ritardo, un quarto d’ora. Ok, non sono preoccupato, aspetterò. Passa il tempo, arriva l’orario previsto ma nulla succede, nel frattempo fuori piove a dirotto. Arriva qualche aereo, qualcun altro parte ma tutto tace. Altra lunga attesa e lo schermo cambia l’ora di decollo, questa volto le 19:40, un’ora e quaranta di ritardo. La gente s’inviperisce, una cacofonia di grida, lamenti, incavolature, gente che sbraita, si anima, inveisce e... e loro imperturbabili, sorridono, non si preoccupano o forse lo sono veramente ma non te lo fanno vedere, l’ordine proviene dall’alto. Fuori intanto continua a piovere, il nostro aereo, o almeno quello che pensavamo fosse nostro parte, se ne va, non si sa se pieno di passeggeri o meno, era li davanti al nostro gate, a un certo punto sparisce in silenzio, nessuno se ne accorge se non quando lo schermo cambia ulteriormente l’orario di partenza, alle 20:15, altri 35 minuti inspiegabili visto che nulla all'esterno si è modificato.
In sala imbarchi la tensione è alle stelle, la gente urla, si formano accrocchi di persone che gesticolano, gli addetti alle partenze non sanno più che fare, spiegano, discutono, a volte sorridono e tutti, ma proprio tutti, attendono un ordine che dovrebbe arrivare ma che difetta. E poi l’apoteosi, blackout, tutto buio, salta la luce, si ammutoliscono gli schermi, saltano le luci d’emergenza, siamo al buio nero, buio fuori buio dentro. Le mani corrono veloci ai portafogli, alle tasche a proteggere perché in simili frangenti la prudenza non è mai troppa. Venti minuti di passione e poi torna la luce. Un’altra ora di attesa, alle 21 viene annunciato l’imbarco, decolliamo alle 21:15, tre ore di ritardo e nessuno ha mai capito per quale ragione.
Questo è il Vietnam, benvenuti nella perla (perennemente in ritardo) d’Oriente, siatene coscenti quando prenoterete la vostra vacanza e le coincidenze mai sotto le tre ore, potreste trovarvi in imbarazzanti situazioni!
Siete avvisati!