Tutte le storie che si rispettano iniziano con “C’era una volta…”
Non deludo i lettori affezionatissimi pronti a seguirmi in questo viaggio di speranza e inizio questa storia di Natale con un bel “C’era una volta”. Che poi non c’era, cioè, potremmo dire che c’è ancora, esiste, è vivo e quindi è ancora vivo nella nostra mente, il nostro quotidiano anche se, forse, la sensazione che esista si perde nel tempo.
C’era una volta da qualche parte in cielo, lontano lontano nel tempo, un gran trambusto. Due angeli stavano chiacchierando e uno diceva all’altro: “Sai già che cosa ha in mente il Re? Ci vuole lasciare.“
“Cosa? Ci vuole lasciare?“ chiese l’altro sorpreso. “Sì“, gli rispose il primo angelo, non ricordo il suo nome, potremmo anche chiamarlo Cherubino. “Ci vuole lasciare per andare dagli uomini, sulla terra, e per giunta da solo!”
“Che ci va a fare laggiù? Guarda che cosa succede sulla terra: gli uomini si fanno solo del male, tutto il giorno“, osservò il secondo angelo. “Proprio per questo motivo ci vuole andare” replicò Cherubino. “Non vedi quanta sofferenza e quanti litigi ci sono sulla terra? Gli uomini hanno fame d’amore! Il Re non vuole più starsene a guardare, ha deciso di intervenire.”
“Hai ragione, Cherubino. È giunto il momento che il nostro Signore faccia finalmente piazza pulita laggiù! Il Re è stato fin troppo tempo a guardare!” Cherubino lo corresse con cautela: “No. Il piano del Padre è un altro. Vuole che Suo Figlio prenda spoglie umane, vada nel mondo proprio come un nuovo nato la giovane luce per cambiare il mondo, il nuovo che avanza, per essere in tutto uguale agli uomini.”
“Ma che storie vai raccontando? Quando mai il Padre manda sulla terra un bambino? Non ci credo! Un piano del genere metterebbe a repentaglio la vita del figlio! Lo sai come sono gli uomini, farebbero senz’altro del male al Re, lo respingerebbero e forse arriverebbero persino a ucciderlo.”
“Tu sai che il nostro Signore ama gli uomini e li ha creati a propria immagine e somiglianza”, obiettò Cherubino e aggiunse: “Possono decidere liberamente se accettare o rifiutare il suo amore. Perciò manda il figlio prediletto, per aiutarli ad accettare Dio; egli desidera manifestare loro il carattere e l’amore di suo padre, è disposto a rischiare persino la morte.”
“Ma che senso ha?“, domandò allora il secondo angelo anche un po’ deluso. “A loro non importa nulla né di lui né del padre. Non interessa affatto. Sono troppo impegnati a fare la guerra fra di loro, a uccidere, essere uccisi, violentare le donne e seviziare i bambini, come puoi pensare che possa interessare a quei barbari la venuta del nostro Re sotto le spoglie di un bambino, come potranno pensare che lui li salverà? Vieni, ti faccio vedere una cosa. Guarda che cosa faranno un giorno: istituiranno una festa, che chiameranno Natale. In realtà si tratta solo di soldi e di regali e i commercianti l’hanno capito. Guarda, sperano di guadagnare tre miliardi di euro entro la viglia di Natale, ma rifiutano completamente sia il Re che la Sua Parola!“
All’improvviso il Figlio di Dio in persona prese la parola e disse: “Voglio far loro il regalo più prezioso di tutti. Voglio ridar loro ciò che hanno perso a causa dei loro peccati. Voglio donare la possibilità di recuperare il rapporto con mio Padre che hanno perso.” Allora il secondo angelo, disperato, esclamò: “Ma perché? Non hai un’altra alternativa? Tu sei l’Onnipotente!”
“Non esiste un’altra alternativa. Questa è l’unica possibilità” spiegò il Re pazientemente. “Comunque non preoccuparti. Dopo tre giorni risusciterò e poi tornerò dal Padre. In questo modo chiunque crederà in Me potrà venire al Padre.”
“Allora ti uccideranno!” E, detto questo, l’angelo si mise a piangere. In cielo si era fatto un gran silenzio. L’angelo prese di nuovo la parola: “E se non credono in Te e rifiutano di seguirti, che ne sarà di loro? Allora sarà stato tutto inutile.”
Piano, con la voce piena di tristezza, il Re rispose: “Se si lasciano sfuggire questa opportunità e preferiscono fare ciò che vogliono, continuando a peccare, allora neppure io posso aiutarli e dovranno restare per tutta l’eternità senza Dio. Ma io salverò coloro che confideranno in Me e decideranno deliberatamente di vivere con Me. Venite, andiamo, è già tardi e mi devo preparare ad affrontare questo viaggio.”
Come andò a finire ogni cristiano lo sa, e forse confida nella fede per affrontare questo Natale.
Leggo la delusione nei vostri occhi, non credete sia questa la storia che volevo raccontarvi?
Forse avete ragione ma….
A Natale una storia vale l’altra, potrei raccontarvi di quella volta che nella calma ovattata della foresta la neve scendeva copiosa e rendeva ancora più silenzioso il silenzio. Nella baita, la calda luce del camino, disegnava sul muro strane forme e nel lettino, sotto una calda coperta, un bimbo ascoltava la favola di Natale che il nonno gli stava raccontando:
“Vedi, devi sapere che le stelle non sono nate senza un motivo. Tantissimi anni fa, in una notte come questa, un bambino più o meno della tua età, guardava fuori dalla finestra. Era una notte buia e silenziosa e il cielo era nero e scuro, non c’era neanche la luna, perché non esisteva. Quel bambino si sentiva solo, ma tanto solo, così solo che espresse un desiderio con una tale forza che si alzò un forte vento e tantissimi dei fiocchi di neve che scendevano, come in questo momento, volarono nel cielo, riempendolo di puntini bianchi e la luna comparve per la prima volta nella sua storia per proteggerli. Da quel momento tutti gli uomini guardarono le stelle quando volevano esprimere un desiderio. Tornando a quel bambino, pochi minuti dopo la comparsa delle stelle, sentì grattare alla sua porta, la aprì e vide davanti all’uscio una cesta e nella cesta, un cagnolino infreddolito che lo fissava con i suoi occhioni. Da quel momento quel bambino non si sentì mai più solo, neanche per un istante”.
Il nonno fissò il nipote per vedere se si era addormentato, il bambino invece era attento e lo fissava a sua volta. Distolse lo sguardo e lo rivolse alla finestra. La neve scendeva sempre più fitta.
“Anch’io nonno ho il mio desiderio. Vorrei che ogni anno della mia vita, in questa notte, tu mi racconti una fiaba!”. Il nonno sorrise intenerito e una lacrima spuntò nei suoi occhi.
E gli anni passarono veloci, come i fiocchi di neve quando lasciano il cielo e cadono a terra, quel bimbo era oramai un adulto, in piedi davanti alla finestra del suo appartamento guardava la neve cadere al suolo dolcemente, come una carezza. Era la notte di Natale.
I figli alle sue spalle, stavano aprendo i pacchi con una gran foga. Lui fissava tra i fiocchi di neve e il suo pensiero vagava nella folla dei ricordi, quando lo sguardo cadde sulla strada, dove alla luce bianca di un lampione un vecchio mendicante stava controllando nella spazzatura: forse sarebbe riuscito a trovare la sua cena?! Come se sentisse lo sguardo dell’uomo addosso, si voltò verso di lui e sorrise, lui ricambiò il sorriso, senza rendersi conto del perché. In quell’istante si sentì tirare la stoffa dei pantaloni:
“Papà, papà guarda che bello il mio garage nuovo!”.
Accarezzò la testa del figlio e ritornò con lo sguardo alla strada ma anche se erano passati solo pochi secondi, il mendicante era scomparso…. fu in quell’istante che la favola più bella che aveva mai sentito comparve nella sua mente.
Quest’anno assieme ai miei auguri di Natale, aggiungo un mio augurio personale per chiunque passi da questo mio blog: donate due euro, a voi non costa nulla, per noi significa vivere e se poi volete regalate alle nuove generazioni cibo per la mente e per il cuore, che incoraggi, coltivi, sviluppi sentimenti ed empatia verso gli altri, che siano uomini o animali, che dia valore al ciclo della vita in tutte le sue forme, che restituisca il giusto fascino alla natura da cui tutti proveniamo, ma dalla quale ci stiamo drasticamente allontanando… regalate alle nuove generazioni una stella, che possa illuminare una strada per l’umanità nel rispetto del pianeta e di tutte le creature che la abitano.
Buon Natale, Buon Natale a tutti quanti.